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Autore: dreamlikeview    17/01/2013    9 recensioni
Zoey è fragile, insicura e timida. Riuscirà Liam a farla uscire dal suo guscio?
Genere: Fluff, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Liam Payne, Nuovo personaggio
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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A Veronica
ti sono vicina anche se molto lontana.

 

 Change your life.

 
Immaginate per un attimo di essere su una barca, e improvvisamente questa iniziasse una lunga e lenta agonia, prima di affondare e inabissarsi negli abissi profondi dell’Oceano Pacifico.
Cosa provereste? Paura, sconforto, disperazione? Probabilmente sì, chi non avrebbe paura?
Ora, prendete questa paura e trasportatela nel corpo di una ragazza. Una ragazza timida, insicura,timorosa. Come vi sentireste se foste lei? Avreste paura?
Se questa ragazza fosse la nave,esisterebbe un bravo comandante in grado di riportarla indietro? In grado di salvarla?
Probabilmente no, se il comandante avesse le peculiarità di quello del Titanic sarebbe affondata già da un pezzo.
Ma allora, tutte le navi sono destinate ad affondare?
Probabile. Tutte ma non questa.
Non quella di Zoey. Lei non sarebbe affondata, perché lei era forte, lei era una combattente.
Lei non affondava, allora perché si stava facendo sopraffare da tutto quello che la circondava? Perché non riusciva più ad uscire da quello? Perché non smetteva di farsi del male?
Non sapeva come, non sapeva perché, non sapeva quando. Il mondo aveva iniziato a caderle addosso, prima lentamente,poi con più violenza, con forza. Gli eventi l’avevano sopraffatta. Non riusciva più ad essere se stessa.
Ogni giorno camminava a testa bassa, per paura di incrociare qualche sguardo indiscreto che l’avrebbe giudicata imperfetta. Tutti i giorni si stringeva nella felpa per non far vedere a tutti le sue forme. Ogni giorno legava in una coda, o in due code basse o in due trecce i suoi lunghi capelli castani, per non permettere alla gente di giudicarla. Ogni giorno nascondeva i suoi bellissimi occhi azzurri dietro un paio di occhiali spessi e brutti da guardare.
Ogni giorno temeva che qualcuno l’avesse vista e presa in giro. Lei non voleva avere niente a che fare con la gente, troppe volte era stata delusa, troppe volte era stata abbandonata, troppe volte si era sentita imperfetta davanti agli occhi degli altri, troppe volte aveva vissuto con il terrore di sentirsi dire qualche cattiveria sul suo conto, troppe volte aveva rinunciato ad un pasto, per evitare di ingrassare e dare motivo agli altri di poterla prendere in giro.
Nascondeva la sua bellezza.
E lei sentiva sempre di più la necessità di diventare invisibile, di volersi confondere con le mura, di voler sprofondare sotto ad un pavimento. Non era mai riuscita a trovare qualcuno che l’apprezzasse. Non aveva mai trovato qualcuno che le dicesse Ehi io ci sono, non andrò via. Non aveva mai trovato qualcuno che le dicesse Sei bellissima principessa.
Non aveva mai trovato nessuno che semplicemente l’avesse abbracciata  dicendole Va tutto bene, tranquilla ci sono io.
E più pensava questo, più moriva lentamente. Più pensava questo più si sentiva inetta.
Perché tutti avevano la persona giusta da amare? Perché lei non trovava mai nessuno? Perché a tutti era concessa la felicità e solo a lei no?
No, non era giusto, si ripeteva Zoey, ma non poteva fare altrimenti. Era questo il suo destino.
Aveva paura, aveva dannatamente paura della solitudine. Questa la stava soffocando. Non voleva più vivere in quelle condizioni. E qualche volta ci aveva pensato, a togliersi la vita. Ma poi aveva pensato a sua madre, che sicuramente sarebbe rimasta straziata dall’accaduto. Da suo fratello, che probabilmente l’avrebbe seguita ovunque, anche nella morte.
Sì, in effetti, il fratello per lei c’era sempre stato e come poteva non esserci? Il fratellone perfetto lo aveva lei,il fratello che tutte desideravano, il perfetto ragazzo della porta accanto, che sapeva ascoltarti davvero, che ti abbracciava e proteggeva tra quelle forti braccia, quel fratello disposto a donare la vita per un sorriso della sorellina minore, lo aveva lei. Ma lei voleva qualcuno che l’amasse non perché fosse legato a lei da un legame di fratellanza. Voleva qualcuno che l’amasse indistintamente da legami affettivi.
Aveva abbandonato da tempo l’idea di un ragazzo perfetto, aveva abbandonato l’idea di trovarlo.
Si era semplicemente rassegnata al suo destino.
Il suo infelice destino, che la vedeva da sola. Da sola senza nessuno, da sola senza amore, da sola. Sola e basta.
Poi però un giorno, dalla porta della scuola lo vide entrare.
Capelli color miele alzati in una cresta né troppo alta né troppo bassa, viso dolce, occhi cioccolata fusa, labbra perfette, pelle quasi diafana, fisico palestrato.
Zoey sussultò quando lo vide.
Era l’incarnazione di un angelo disceso sulla terra. Era perfetto. Quel viso non aveva imperfezioni. Lei lo sapeva, sapeva che non doveva immischiarsi, non doveva parlargli.
Ma tanto, quel ragazzo era troppo bello per avvicinarsi ad una come lei, figuriamoci. Chi si sarebbe mai avvicinato  a Zoey Smith, l’asociale? Chi le avrebbe mai rivolto la parola?
Non di certo il ragazzo nuovo, super figo appena arrivato.
Nemmeno nei suoi sogni più fantasiosi una cosa del genere sarebbe potuta avvenire.
E invece, dovette ricredersi quando vide il bel giovane avvicinarsi con fare sicuro a lei, e sorriderle.
E Zoey potette ammettere che quel sorriso l’avesse sciolta. Quel sorriso era stato un qualcosa di magico, quel sorriso aveva già fatto breccia nel suo cuore, come una brezza primaverile che ti sfiora il viso, quel sorriso aveva sfiorato il cuore di Zoey.
“Ehi ciao!” – la salutò l’angelo. La ragazza non riuscì a credere alla magia di quella voce. Non sapeva cosa pensare, era perfetta. Anche la voce di quel ragazzo era melodiosa, armonica. Una sinfonia. Ma cosa? La nona sinfonia di Beethoven a confronto non era nulla.
“Ci-ciao” -  balbettò lei, imbarazzata facendo arrossare le sue bianchissime guance.
“Io sono Liam, Liam Payne!” – si presentò –“e sono nuovo, non è che potresti aiutarmi tu?” – chiese cordialmente.
La giovane annuì, facendo un timido sorriso.
“Sì, certo vieni, ti porto in segreteria.” – rispose cordialmente al ragazzo, e si incamminò per il corridoio, prima di essere fermata dal ragazzo che le sussurrò in un orecchio, con fare dolce e misterioso.
“Perché non mi dici prima il tuo nome..?” – soffiò.
“Z-Z-Zoey” –balbettò lei, non abituata ad un atteggiamento simile nei suoi confronti e il ragazzo la lasciò andare, sorridendole con quel maledetto sorriso dolcissimo.
“Tanto piacere di conoscerti, Zoey” – disse Liam, superandola per incitarla poi ad accompagnarlo in segreteria.
Nei restanti cinque minuti, qualcuno dice di averla sentita ridere di gusto ad una battuta del ragazzo su un tipo appena passato davanti a loro.
 
Ormai erano tre mesi che si conoscevano.
Zoey vedeva sempre Liam chino su un foglio a quadretti, ed era seriamente convinta che lui fosse un secchione che studiava matematica dalla mattina alla sera.
Dopo quel giorno, dopo quella mattina in corridoio, tra i due si era formato un legame che andava oltre l’amicizia.
Almeno ora Zoey aveva un vero amico dalla sua. E non era più sola.
Le bastava questo. Amicizia.
“Dai Lì, voglio vedere che stai scrivendo!” – fece, tirandogli leggermente il braccio, per attirare tutta l’attenzione del ragazzo su di lei.
“No, Zo! Ho detto che ti farò leggere tutto alla fine!” – esclamò lui, ridendo.
Lei mise su un tenero broncio, che divertì tanto il castano che le diede un bacio sulla mano prendendola tra le sue mani. La ragazza sussultò ed arrossì visibilmente al gesto del ragazzo, che ammiccò nella sua direzione, sorridendole con la sua solita dolcezza. Zoey, dopo tanto tempo, si sentiva accettata, si sentiva voluta bene. Sentiva che con Liam accanto poteva superare tutto, ma dentro il suo cuore, qualche altra cosa si stava facendo spazio, stava nascendo.
Il sentirsi inetta davanti a lui, davanti alla sua bellezza. Non era degna di essere sua amica, non lo era. Non era degna di chiamarlo per nome, non poteva farlo.
Non voleva che lui si sentisse deluso da lei, non voleva deluderlo come stava facendo con tutti. Non voleva che quel ragazzo un giorno le avesse voltato le spalle dicendole che non era adatta a lui, che non era perfetta per lui, che era imperfetta, così imperfetta che lui non poteva stare più con lei.
No, lei non lo accettava. Lei non accettava se stessa.
Odiava le sue mani piccole, le fossette sul viso quando sorrideva, odiava i suoi capelli, i suoi occhi, i brufoli che ogni tanto le comparivano sul viso, il suo seno né troppo grande, né troppo piccolo, tutto. Qualsiasi cosa di lei, era da odiare, anche il suo carattere. L’insicurezza che l’aveva sempre caratterizzata era da annullare. Tutto quello che era, doveva essere eliminato. Doveva diventare una bambola di plastica, in modo da non avere imperfezioni.
Non voleva che anche Liam la giudicasse per questo. Era ingiusto. Liam non poteva giudicarla, non poteva farsi giudicare anche da lui. Deglutì diverse volte prima di alzarsi e dire un timido “vado un attimo in bagno” al ragazzo, prima di correre via nel bagno, a vomitare l’anima. Liam indugiò qualche istante prima di seguirla. Il comportamento di quella ragazza lo incuriosiva. Lui l’aveva vista tutta la sua fragilità. Aveva visto attraverso i suoi occhi tutto quello che quella ragazza aveva provato.
Per questo, dopo qualche istante si alzò di scatto la raggiunse nel bagno delle ragazze, trovandola in ginocchio davanti al water e in un attimo fu accanto a lei, abbracciandola da dietro, facendo combaciare il suo petto alla schiena della ragazza e le mise una mano sulla fronte, sostenendola.
Dopo qualche minuto, la ragazza esplose in un pianto liberatorio, mentre il ragazzo la stringeva ancora, cercando di darle supporto e affetto.
“Shh, va tutto bene piccola, ci sono io, non piangere, non piangere va tutto bene, ci sono io qui..” – sussurrò cullandola. La ragazza si girò di scatto verso di lui e affondò il viso nel suo petto caldo ed accogliente, pronto ad accoglierla, a stringerla, a proteggerla da tutto quello che le stava accadendo intorno.
E pianse, pianse e pianse, lacrime su lacrime, lacrime amare, lacrime di tristezza e solitudine, lacrime di frustrazione, lacrime che non riusciva più a trattenere dentro di sé, lacrime che non voleva più tenere nascoste. Lacrime che Liam asciugò una per una con il polpastrelli e con le sue labbra, prima di darle un bacio casto sulle labbra, che fece esplodere il petto di Zoey come se mille fuochi artificiali fossero nati dentro di lei.
Dopo la disperazione, dopo tutto quel piangere, Liam le aveva dato un bacio sulle labbra, nonostante poco prima lei avesse vomitato e ora il suo sapore non era dei migliori, Liam l’aveva baciata. Liam aveva congiunto le sue labbra quelle della ragazza in un gesto così dolce, così spontaneo, dal quale la ragazza non ebbe il coraggio di staccarsi, si limitò a chiudere gli occhi e a bearsi di quel contatto. Si beò delle labbra di Liam contro le proprie, si beò della bellissima sensazione che stava provando in quel momento, si beò di quel piccolo sentimento che stava nascendo dentro di lei. Ma se non fosse stata abbastanza per lui?
Se lui non avesse più voluto accettarla? Se lui l’avesse abbandonata lo stesso?
Perché diavolo doveva essere così maledettamente insicura di se stessa?
Perché non poteva semplicemente godersi il bacio di Liam, e basta?
Perché doveva farsi mille complessi?
“Piccola, mi spieghi che ti succede?” – sussurrò lui sulle sue labbra, restando a pochi centimetri da lei, per assicurarsi che stesse bene, e per assicurarsi che non si sentisse di nuovo male.
Lei non volle dargli spiegazioni. Abbassò lo sguardo e semplicemente lo ringraziò di averla aiutata, ma probabilmente quella era stata un’indigestione. Liam non sembrò crederle, ma non pressò per sapere cosa le fosse preso, decise di attendere che lei avesse deciso da sola di aprirsi con lui.
 
Diversi mesi erano passati, e Zoey era sempre giù. Le attenzioni di Liam non avevano effetto su di lei, e la sua gelosia era sempre in agguato con lei. Una volta aveva visto Liam parlare con una ragazza più alta, più magra, più bella, più simpatica, più tutto di lei, e non aveva retto, era corsa ancora in bagno a piangere, per poi essere raggiunta dal ragazzo, che si preoccupava sempre maggiormente per lei. Lui non sapeva più come comportarsi con lei, più si avvicinava, più lei lo respingeva.
E ancora una volta, la ragazza era in lacrime tra le sue braccia, e lui la cullava, la rassicurava, le diceva che era tutto okay,che non importava se piangeva, che non importava niente. Gli bastava che lei stesse bene.
Erano in camera del ragazzo, quel pomeriggio avevano studiato insieme, prima del crollo di lei.
E lei gli diceva frasi insensate, sconnesse tra di loro, in cui lui capiva solo che lei avesse davvero bisogno della sua presenza, non poteva abbandonarla proprio ora.
“Fa una cosa” – le sussurrò –“resta con me stanotte, ti farà bene dormire qui, vedrai.” – sorrise ancora, con quel sorriso mozzafiato, dandole un bacio sulla guancia.
Perché rifiutava l’aiuto di quell’angelo? Perché faceva sempre la stupida?
Non lo sapeva, eppure Liam era ancora lì, non era andato via. Dopo mesi che si conoscevano lui era lì a sostenerla, ad abbracciarla, a baciarla,  a dirle che tutto andava bene.
Lei annuì, sorridendo appena. E Liam le asciugò tutte le lacrime ancora, prima di dirle di andare a fare una doccia e non pensare a niente, che avrebbe pensato lui a tutto. Le diede un suo pigiama, che nemmeno a dirlo, alla ragazza andava decisamente grande, ma a lei non importava, era di Liam. Si sarebbe sentita bene e al sicuro in quel tessuto.
Mentre lei andava in bagno a farsi la doccia, Liam si occupava della cena, di avvisare i genitori di lei, che ormai lo conoscevano come il ragazzo che stava aiutando la loro bambina ad uscire da quel brutto periodo, persino il fratello di Zoey aveva accettato quel ragazzo nella vita della piccola di casa, come unica speranza per lei di riprendersi totalmente senza andare necessariamente in terapie psichiatriche.
E Zoey sotto la doccia, si rilassò completamente, e un mezzo sorriso le scappò dalle labbra, in quel momento non si sentiva tanto inutile, aveva Liam di sotto che l’attendeva, non poteva farlo aspettare tanto.
Si lavò con cura la faccia dai residui del poco trucco che usava, che ora erano sbavati lungo le sue guance, si lavò il corpo con quel bellissimo bagnoschiuma di Liam, quel profumo che aveva sentito sempre contro la sua pelle, e poi si risciacquò con cura, prima di uscire dalla doccia, asciugarsi con minuzia e poi indossare il pigiama di Liam. sorrise davvero, come una bambina alle prese con un gioco nuovo e corse dal ragazzo per ringraziarlo.
Lo trovò seduto sul tavolo della cucina con una chitarra tra le mani e un sorriso sul viso, mentre dietro di lui troneggiava una tavola apparecchiata per metà, solo per due persone.
“Mi hai sempre chiesto cosa scrivessi, ricordi?”
Zoey immobile, annuì timida e insicura.
Lui le mandò un bacio con la mano prima di iniziare a strimpellare quelle note, che la fecero sussultare.
 
Your hand fits in mine
like it's made just for me
But bear this in mind
it was meant to be
 
Lei lo guardò strabuzzando gli occhi. Era una canzone per lei?
Non si sarebbe mai aspettata un gesto da parte di quel ragazzo che tanto l’aveva colpita fin dalla prima volta che l’aveva visto. Insomma, poteva accadere davvero a lei?
 
And I'm joining up the dots
with the freckles on your cheeks
and it all makes sense to me
I know you've never loved
the crinkles by your eyes
when you smile, you've never loved
your stomach or your thighs
the dimples in your back
at the bottom of your spine
But I'll love them endlessly
 
Quell’infinitamente la fece sussultare, possibile che non si fosse resa conto di quanto il ragazzo ci tenesse a lei?
Era arrivato al punto di scriverle una canzone, qualcosa doveva pur significare, no?
Insomma, quella perfezione di ragazzo le stava dedicando una canzone meravigliosa.
 
I won't let these little things
slip out of my mouth
but if I do It's you - oh, It's you
They add up to, I'm in love with you
And all these little things
 
Lei lo guardò negli occhi, sorridendo con essi e ringraziandolo di quanto stesse facendo per lei.
Non era abituata a tutto quello, e ora che stava accadendo, non ci credeva davvero.
Ma ne era felice, lusingata.
 
You can't go to bed
Without a cup of tea
And maybe that's the reason
that you talk in your sleep
And all those conversations
are the secrets that I keep
Though it makes no sense to me
 
Si morse le labbra, ricordando quell’imbarazzante pomeriggio in cui avevano condiviso le loro strane abitudini. Lei gli aveva confessato di parlare nel sonno se non prendeva una tazza di the prima di andare a letto, e lui le aveva confessato la sua fobia per i cucchiai. Che cosa strana, no?
 
I know you've never loved
the sound of your voice on tape
You never want to know how much you weigh
You still have to squeeze into your jeans
But you're perfect to me...
 
Quel “perfect to me” le arrivò chiaro, come il sole di mezzogiorno, chiaro come il cielo dopo una tempesta, cristallino come solo una confessione del genere poteva essere.
E ancora una volta, con lo sguardo lo ringraziò, per quello che stava facendo per lei.
 
I won't let these little things
slip out of my mouth
but if it's true It's you, It's you
They add up to, I'm in love with you
And all these little things
 
Lusingata, contenta, felice.
Non sapeva nemmeno lei come si sentisse in quel momento.
Tutto il brutto periodo stava svanendo in un attimo. Tutto quello che aveva passato era sparito in un battito di ciglia, più veloce di un fulmine a ciel sereno.
 
You'll never love yourself
half as much as I love you
You'll never treat yourself
right darlin' but I want you to
If I let you know I'm here for you
Maybe you'll love yourself
like I love you, oh
 
Liam l’amava?
Lei non se ne era mai resa conto, possibile che lui davvero l’amasse?
Fermati stupido cuore, fermati, smettila di battere, basta ti prego mi fai male!
Non riusciva più a capire nulla. Liam le stava dicendo di amarla, e lei se ne stava ferma sul ciglio della porta, fissandolo a bocca aperta, senza riuscire ad emettere suoni, senza riuscire a dire nulla.
Si limitava a fissarlo negli occhi, puntati nei suoi.
Improvvisamente Liam si fermò.
Proiettò i suoi occhi in quelli di lei, con fermezza.
 
You don’t know, oh, oh
You don’t know you’re beautiful,
That’s what makes you beautiful.
 
Zoey deglutì prima di lanciarsi in una corsa verso di lui e piombargli sul petto, piangendo, stavolta per la felicità.
E lo strinse, lo strinse forte a sé, lo strinse come se fosse la sua ancora di salvezza, come se lui fosse un gommone di salvataggio, lo strinse forte, con possessione ed amore, e iniziò a dire cose sconnesse, senza senso, ma piene d’imbarazzo, e Liam sorrise abbassandosi al suo orecchio, sussurrandole l’ultima frase della canzone che per lei aveva scritto.
 
I've just let these little things
slip out of my mouth
because It's you, oh It's you, It's you
They add up to and I'm in love with you
And all these little things
 
E a quel punto, Zoey fece l’unica cosa che era nelle sue facoltà mentali e fisiche.
Si alzò sulle punte e unì le sue labbra quelle del ragazzo, baciandolo con dolcezza.
Schiuse le labbra, per permettere finalmente al ragazzo di baciarla dolcemente, con intensità, con amore, con passione.  Lui la tirò a sé, mettendole due braccia dietro la schiena e stringendola al petto con possessione e voglia di proteggerla da tutto.
“Ti amo, Zoey” – sussurrò lui, staccandosi dalle sue labbra, fissandola dritto negli occhi. Lei non rispose, si limitò a baciarlo ancora e ancora e ancora e ancora, fino a che non si stancarono, fino a che non gli fecero male le labbra, fino a che ebbe fiato in corpo, fino a che lui non sorrise contro le sue labbra,capendo quella muta risposta della troppo insicura, fragile e timida Zoey, la sua Zoey.
 
 
La barca di Zoey era risalita. Non era affondata. Liam non aveva permesso che essa affondasse negli abissi dell’Oceano Pacifico, lui l’aveva salvata da se stessa, lui c’era stato quando lei aveva avuto bisogno di lui, lui era riuscito a donarle quello che le mancava. Aveva trovato qualcuno che le diceva sempre Ehi io ci sono, non andrò via. Aveva trovato qualcuno che le diceva Sei bellissima principessa. Aveva trovato qualcuno che semplicemente l’aveva abbracciata  dicendole Va tutto bene, tranquilla ci sono io.
Aveva trovato qualcuno che l’amava come lei era davvero.
Zoey, aveva trovato la felicità, dopo tanto tempo, l’aveva finalmente trovata.
 
E alla fine, dopo una notte d’amore, dopo un anno che Liam si era dichiarato, Zoey trovò il coraggio di confessargli i suoi sentimenti.
“Ti amo anch’io, Liam” – sussurrò sulle labbra del ragazzo prima di unirle ancora alle sue e perdersi negli occhi nocciola dell’amato, del ragazzo che l’aveva salvata. Del suo principe, del suo Liam.
Si era salvata, e doveva tutto a lui, il suo ragazzo perfetto per lei, Liam. Liam le aveva cambiato la vita.
 
E tu che stai leggendo, questo messaggio va a te.
Non perdere mai la speranza, prima o poi il tuo Liam, il tuo ragazzo perfetto per te, arriverà e ti cambierà la vita.
 
 
 





NO, JIMMY PROTESTED!!

Veronica hai visto che poi ce l'ho fatta a fare la OS su Liam? Visto?
Anche se l'ho cambiata radicalmente lol, se mi fermo.. poi non recupero più. E comunque la tua OS su Liam is here!
Doveva essere una flash fic, ma come al solito mi sono dilungata ed EFP mi dice di mettere One shot, quindi è una one shot. 
Non è nei miei canoni, scrivo os molto molto lunghe, ma quelle sono le Larry lol
Anyway. Anyway.
Spero vi sia piaciuta, e Vero, ti voglio bene anche se ti conosco da poco, questa è tutta dedicata a te. 
Eeeee... ciack! 
Alla prossima entusiasmante avventura nel mondo di Chiara e le sue OS.
Non so cosa dire, ma ehi sono la stupida della situazione lol
Vabeh vi lascio il mio ask! Si anche io ho ask bitch!  Quindi askatemi lol
Ora smammo! Ho da finire un capitolo della long.
Shaaao bele *wooosh*

P.s come sempre perdonate qualche errore di battitura!
P.p.s era da agosto che non scrivevo su Liam LOL

   
 
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