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Autore: ele_mr    17/01/2013    0 recensioni
Margaret era sicura che andare in Erasmus a Cambridge sarebbe stata un'esperienza fantastica, ma mai si sarebbe potuta immaginare che, tra coinquilini particolari, ragazzi eccitanti e amicizie speciali, avrebbe desiderato restare in Inghilterra per sempre.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 1
IO E NONNA A SPASSO PER L’INGHILTERRA
 
Allora vediamo “Elfleda Road, 6”, riguardo la mappa ancora una volta, poi di nuovo le strade che si incrociano in un angolo.
< Non ci capisco un’acca!!! > sbraito.
Una signora vicina con un buffo cappello rosa, tira forte a sé un bambino. E vabè, non mordo mica.
Giro ancora per qualche minuto, ma poi, come per magia, la trovo. Elfleda Road, 6. C’ho messo tre giorni per imparare solo il nome, non oso pensare quanto mi ci vorrà per imparare quale strada è, sono tutte uguali!!
< Numero 2, numero 4..wow. >
Resto strabiliata. La casa sembra enorme vista da fuori e dalla finestra si intravede un salotto fantastico.
< Minchia!! >
“Corro” verso la porta blu trascinandomi la mia enorme valigia. Busso tre volte prima che qualcuno si degni di aprirmi.
< Ciao. >
Oh per tutti i broccolini di Bruxelles .
< Tu devi essere Margaret, non è così? >
Porca tortola.
Sorride, un sorriso tra l’imbarazzato e il confuso.
< Margaret..si..ma tu puoi chiamarmi Maggie, voglio dire tutti mi chiamano Maggie..in realtà non tutti..i miei amici..ecco si i miei amici mi chiamano Maggie..>
< Ok, ok, ho afferrato! > dice finalmente fermando il mio flusso di parole.
Sparo sempre cavolate a raffica quando sono nervosa, sin dalla seconda elementare quando Marco sonofigo Deluca mi si sedette accanto e mi chiese di giocare con i pupazzetti e io gli raccontai tutte le vicende, per filo e per segno, di Rossana. Ma che gliene fregava poi a un maschietto di Rossana? Stupida, stupida Maggie. Lui poteva essere l’amore della tua vita e l’hai fatto scappare così. Chissà che fine ha fatto poi Marco..
< Hey. Sei ancora viva? >
Il figone davanti a me mi passa una mano davanti agli occhi. Eccola là, seconda figura di merda in tre secondi.
< Si, scusa. >
< Allora, vuoi entrare o resti sulla porta per sempre? >
Cammina fino al soggiorno che vedevo dalla strada e lo seguo.
< Che bella casa! >
< Ti piace? Sono contento! >
< E’ ancora meglio che nelle foto. >
Sorride e due dolcissime fossette si formano sul suo volto da bambino un po’ troppo cresciuto. Oh santissimi numi!
< Questa è la cucina! > dice allargando le braccia portandomi nella stanza adiacente.
< Si l’avevo capito vedendo il forno. >
Ride. Ecco brava Maggie, fallo ridere, che è così carino.
< Ti faccio vedere la tua stanza. >
Torniamo nella hall e lui, senza dire niente, prende la valigia che avevo lasciato lì e la tira su per le scale.
< Cavolo quanto pesa! Ma che c’hai messo qui dentro? >
< Mia nonna! >
Si volta a guardarmi scioccato, quasi perde il controllo della valigia che stava per cadermi addosso e inizia a ridere.
< Sei simpatica. >
< Grazie, ma dico sul serio, c’è mia nonna lì dentro. Aveva paura di restare sola in Italia, perciò mi ha supplicato di portarla qui in Inghilterra con me. Lei è minuta, magrolina e tanto dolce, come potevo lasciarla lì supplicante? >
Il figone con una pecora in testa, strizza gli occhi forse cercando di capire se sono solo molto fantasiosa o completamente pazza.
< Allora sbrigati ad aprire la valigia altrimenti nonna morirà soffocata. >
Cosa?? Hanno sentito bene le mie orecchie? E’ la prima volta che qualcuno mi risponde a tono, di solito tutti o ridono o se ne vanno straniti. Non sarà mica che tutti quei capelli gli servono per coprire un cervello gigantesco?
< Nonnina, per favore, appena esci da qui dentro mi prepari qualche buon piatto italiano?? > dice alzando la voce e avvicinandosi alla valigia.
< Non c’è bisogno che urli, nonna non è sorda. >
< Buono a sapersi. >
Percorre il lungo corridoio e si ferma davanti all’ultima porta sulla destra.
< Questa è la tua stanza. Cioè tua e di nonna. >
< Grazie, mi piace un sacco. >
Sorride e si passa una mano tra i capelli. Posso provare anch’io per favore?
< A fare cosa? >
Caspita! L’ho detto ad alta voce? Ecco un’altra cosa che mi succede quando sono nervosa!
< A..a, a cucinare qualcosa di italiano. >
Batte le mani estasiato.
< Fantastico! Amo la cucina italiana! Niall sarà entusiasta! >
< Niall? >
< Vive qui anche lui. Ora è andato a fare la spesa insieme a Liam e Silvia, gli altri nostri coinquilini. Chiamiamolo così gli dici cosa ti serve per preparare, ok? >
Ora si che sono nei casini, sono un disastro in cucina!!
< O-ok. > balbetto.
< Va bene, allora ti lascio in pace un po’ così ti sistemi dopo il viaggio. Ti aspetto di sotto così lo chiamiamo. >
Mi fa l’occhiolino e lascia la stanza chiudendosi la porta alle spalle. Shit, shit, shit. Scaravento la tracolla sul letto, che tra parentesi sembra MOLTO comodo, me ne frego di nonna chiusa lì dentro a soffocare e digito subito il numero di mamma.
< Pronto, tesoro, sei arrivata? >
< Si mamma, sono a casa, è stra bella! Poi ti racconto. Ma ora dimmi veloce, come si prepara la pasta al forno?? >
Mamma tentenna qualche secondo prima di iniziare a parlare come un fiume in piena, ora ho capito da chi prendo. Mi imprimo tutto nella memoria, metto giù e scendo le scale. Vedo il riccio comodamente seduto su uno dei due divani beige e mi rendo conto che non so nemmeno come si chiami quel figo pazzesco.
 
  
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