Storie originali > Fantasy
Segui la storia  |       
Autore: MissPatty    17/01/2013    3 recensioni
La chiave compare nei sogni nella sua doppia funzione di aprire o di chiudere, ha il potere di modificare uno stato, una situazione e chi la possiede è a sua volta investito di questo potere che lo rende protagonista attivo di ciò che sta vivendo. Elisa capirà cosa significa questo suo sogno ricorrente?
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Buio, solo l’oscurità mi dava riparo dal freddo che percepivo. Camminavo, ma non sentivo i miei piedi poggiare  su nessuna superficie. Sembrava  di quasi nuotare nelle tenebre. Un brillare opaco attirò la mia attenzione, era lì avvolto nel buio un piccolo oggetto che brillava. Volteggiava nel mare nero che mi avvolgeva. Come un magnete mi sentivo attirata da una forza esterna a quel piccolo oggetto. Quando fui finalmente vicina capii. Si trattava di una chiave! Una chiave che continuava a brillare. Tesi la mia mano per afferrarla, percepii il calore che il suo luccichio emanava e poi improvvisamente, come attirata da una forza opposta alla mia, cadde in uno specchio d’acqua. La vedevo volteggiare nelle acquee scure, dentro di me cresceva l’ansia. L’ansia di aver perso qualcosa che in realtà non mi era mai appartenuto.
 
 
Mi svegliai di soprassalto, spalancai gli occhi e rimasi qualche minuto ad osservare il soffitto. Che stupido sogno. Era iniziata una nuova giornata e come al solito ero in ritardo.
«Ok in quest’ordine: doccia, vestiti, colazione, doccia, vestiti, colazione!»
Ripetevo a me stessa queste parole come un mantra, fin dentro la doccia; l’acqua fredda mi fece ricordare che ero realmente in ritardo, e che questa volta il professor De Ritis non sarebbe stato clemente per il mio ritardo… come si era dimostrato per le ultime tre volte.
Asciugai velocemente i capelli e infilai un paio di jeans, una camicetta marrone e ballerine ai piedi scesi di corsa in cucina.
«Di nuovo in ritardo?»
«Assolutamente no, la mia lezione non inizia che tra mezz’ora!»
Mentii  mio fratello Andrea, era un po’ troppo responsabile per i miei gusti, aveva preso l’idea di essere un genitore per me troppo seriamente. Buttai giù un caffè velocemente e corsi in garage, misi il casco e montai su “nerina”, il mio motorino. Per essere primavera l’aria era piuttosto fresca.
 
Il silenzio regnava  nei corridoi dell’accademia, il rumore dei miei passi mi infastidiva, accelerai il passo camminando sulle punte per attutire il suono. Arrivata alla porta della mia aula di fotografia, presi un profondo respiro e la spalancai.
«Signorina De Pandis noto con piacere che si è ricordata di noi anche oggi… logicamente in ritardo. Si accomodi e non sprechi tempo ad inventare un’altra delle sue brillanti scuse, ci risparmi questo spettacolo!»
Come al solito la dolcezza pari a quella di un limone del professore di fotografia, era a dir poco inebriante di prima mattina. Abbassai il capo e corsi al mio banco da lavoro, strizzando l’occhio a Luca, seduto come al solito in seconda fila e che ormai aveva il volto paonazzo dal trattenere le risate. Una volta seduta iniziai ad estrarre dalla mia borsa le foto sviluppate il giorno prima. Io e Luca eravamo stati tutta la sera al belvedere, il tramonto lì era fantastico e il paesaggio ci aveva procurato degli scatti a mio avviso perfetti, chissà cosa ne avrebbe pensato “mister limone”; un voto alto a questo progetto valeva dire promozione assicurata a fine corso.
Ormai era quasi un’ora che il prof. continuava a parlare di gioco di luci e la mia voglia di mettere le cuffie del mio I pod e continuare a sentire i Pearl Jam era sempre più forte, allungai le braccia in avanti, presi un bel respiro e sorrisi nel sentire il suono della campanella: salvata dalla campana!
«Che si dice socia?» disse Luca avvicinandosi.
«Caffè, caffè, caffè» fu la mia risposta.
«Deduco tu abbia un imminente bisogno di caffeina nelle tue vene.»
«Oh Luca solo tu mi capisci, non riesco a capire come tu faccia… oh mondo crudele» dissi fingendo stupore.
«Ok ora possiamo andare alle macchinette! dai sbrighiamoci o faremo tardi alla lezione di storia dell’arte, e in quel caso sarai obbligata ad usare una delle tue “brillanti scuse”!»

Ciao a tutti, questa è la prima opera che pubblico, non siate troppo cattivi con me :). il primo capitolo non lascia trapelare molte informazioni, ma vi posso dire che la storia è molto interessante e che già dal prossimo capitolo inizieranno a succedere cose strane, nella vita di Elisa entrerà un persona molto misteriosa dagli occhi verdi ;)!!! Non vi dico altro, fatemi tutte le domande che volete e io risponderò a quelle che posso senza svelare parti importanti della storia! spero di riuscire a postare entro sabato il secondo capitolo. Ciao a tutti!!!
 
   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Fantasy / Vai alla pagina dell'autore: MissPatty