Vorrei essere vento
Harry
Potter è morto.
La guerra
è finita, Voldemort ormai innocuo per sempre, eppure Harry Potter è morto, è
morto proprio il giorno della sua festa.
Draco
piange lacrime più dolorose di stiletti avvelenati, anche se cerca di fermarsi,
deve leggere la sua ultima lettera.
Draco non piangere,
amore mio,
perché io non sono morto,
ho solo cambiato aspetto.
Perché sai Draco,
io ho sempre saputo che il giorno
della mia morte sarei voluto diventare vento.
Perché sai,
il vento racconta storie,
basta saperlo ascoltare.
Io le ho sempre
sentite,
sono bellissime e infinite,
perché non c'è un vento uguale
all'altro.
Il vento del nord,
freddo e austero racconta di perdite e
di sangue,
di coraggiosi guerrieri morti in
guerra e che ancora non trovano pace,
di donne amate che aspettano invano
il ritorno dei loro mariti,
fidanzati, fratelli e padri.
Il vento del sud,
caldo e calmo racconta di dolci
piaceri,
di mille e una notte,
di notti di luna che si specchiano
su un mare di sabbia,
ma se ascolti bene sentirai parlare
anche di sofferenza e povertà,
di morti che si potevano evitare,
mischiate a voci di donne che raccontano
l'avventura di vivere giorno per giorno,
che raccontano di nascite e vita.
Il vento dell'ovest,
allegro e frizzante racconta di sogni
realizzati,
di fatica e duro
lavoro,
di soddisfazione e orgoglio,
ma racconta anche di sofferenze,
di un popolo che è stato
schiavizzato e che oggi è costretto a vivere in riserve come animali,
della loro cultura,
delle lunghe cavalcate nella prateria e
della caccia in montagna,
della loro strenua lotta contro un
nemico molto più numeroso e forte,
della loro forza d'animo nel perseguire
questo obbiettivo.
Il vento dell'est,
racconta di amori dolci e passionali,
di cucina, se fai attenzione puoi
sentire benissimo l'odore delle spezie che ti solletica il naso,
racconta di famiglia,
di sole e pioggia,
di una terra così fertile da essere
ricoperta da una giungla,
di laghi ricoperti di fiori colorati
e dal profumo struggente,
ma c'è quel pizzico di degrado,
di marciume,
che lo rende perfetto.
E sai, quello
dell'est è proprio quello che preferisco, e tu Draco?
Vorrei essere vento,
per correre sul mare,
per vedere la dolce spuma bianca
formarsi sotto di me,
per passare sotto le ali dei gabbiani
e innalzarli in alto, più in alto del cielo,
per innalzare onde grandi come
palazzi,
e soffiare perpetuo nella grandezza
di una tempesta.
Vorrei essere vento,
per correre lungo le grandi praterie
americane,
per raccogliere le storie di quel
popolo che è stato annientato così crudelmente,
e di cui ormai è rimasto ben poco,
e le porterei con me,
vorrei passare per le strade di New
York,
per portare un po’ di aria fresca e
per raccogliere le storie di chi è dimenticato ad un lato della strada,
ma che crede ancora nei suoi sogni.
Vorrei essere vento,
per far parlare le verdi distese
irlandesi,
per sussurrare agli alberi e farmi
raccontare le loro storie di fate,
per rassicurare i bambini con una
storiella quando hanno paura del buio e fuori c'è un temporale,
vorrei essere vento,
per cercare le porte nascoste del
mondo delle fate,
per soffiare,
facendole ballare al mio ritmo,
per portare con me un po’ della loro
magia.
Vorrei essere vento,
per far danzare le dune di sabbia
egiziane,
per ascoltare la loro voce così piena
di vocali da sembrare essa stessa vento,
per sentire il sole caldissimo su di
me,
per alleviare le sofferenze di coloro
che non hanno nessuno,
vorrei essere vento,
per poter entrare nelle piramidi,
per ascoltare le storie di coloro che
le hanno costruite ma sono stati dimenticati,
per sapere come hanno amato e chi.
Vorrei essere vento,
per librarmi sulle distese ghiacciate
della Siberia,
per vedere un paese tutto bianco,
per sentire quelle ballate raccontate
da sempre nelle lunghe e fredde notti di inverno,
vorrei essere vento,
per spazzare via un po’ di neve e
veder sbocciare i primi fiori durante il disgelo,
per ascoltare e rammentare le storie
della steppa.
Vorrei essere vento,
per soffiare lungo il Gange,
per vedere tutti i colori vivaci
degli abiti appesi al sole ad asciugare,
per giocare con il lunghi capelli
neri di una ragazza,
vorrei essere vento,
per intrufolarmi tra gli stretti
spazi lasciati dai fitti alberi della giungla,
per vedere le tigri sdraiate a
riposare sotto il sole,
per risuonare indisturbato tra le
rovine nella foresta.
Vorrei essere vento,
infine,
per tornare a casa,
da te,
per raccontarti tutte queste storie
all'orecchio,
per farti capire che non ti lascerò
mai,
per farti capire che ti aspetterò
sempre,
per farti capire che nessuno mai
dimenticherà la nostra storia,
perché io la porterò per sempre con me,
perché il vento è infinito,
e con lui,
le storie che racconta.
La
lettera finiva così, mentre le lacrime tornavano ancora di più agli occhi di
Draco un refolo di vento gli passò accanto e gli rubò le lacrime non ancora
cadute, asciugandogli gli occhi grigi, e lui potè giurare di sentire la voce di
Harry che cominciava a raccontare…