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Autore: payneismyhero    17/01/2013    0 recensioni
... "una ragazza: normale sedicienne, con uno strano destino riservato per lei ... l'improvviso trasferimento in un'altra scuola, obbligata da sua zia Judit e un'oscuro passato, attendeva di essere ricordato, l'oscurità stava tornando, tutto quello che per secoli si credeva ormai 'finito' comincerà a tormentare Allison .... incontrerà un ragazzo, diverso da lei, più 'normale', da lì il cuore della ragazza cominciò a battere, tecnicamente .... ma innocente e inconsapevole di essere diversa dagli altri suoi coetanei, riuscì a portare il giovane fanciullo con sè in una guerra senza fine" ...
Una storia di intrighi, lotte, amori impossibili, sogni, illusioni, una storia ben definita che farà impazzire la tua mente, una volta iniziato il lungo viaggio nella lettura, non potrai più tornare indietro ..
Genere: Avventura, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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                                                      Living In The Shadow.
                                                                             Charle's Hill.
                                                                                                                                           17 Ottobre.
Mamma? Mamma cosa stai facendo? dove stai andando? La casa è in fiamme, mamma non lasciarmi, ti prego - cominciai ad urlare disperatamente, mentre le mani di zia Jane provavano a mantenermi ferma, ad un certo punto un rumore assordante vagò nell'aria, un ombra dietro la finestra, sentivo quegli occhi inchiodati sui miei, dei brividi percorsero la mia colonna vertebrale, le ginocchia cominciarono a tremare, da un momento all'altro sarebbero cedute e le mani cominciarono a sudare, lasciai che la paura si impadronisse della mia anima, i vigli del fuoco riuscirono a spegnere tutto, fino l'ultima scintilla, uno degli uomini uscì dalla porta principale, in braccio un corpo: le braccia penzolanti, il capo piegato, gli occhi chiusi, le gambe ferme.. mi avvicinai e vidi una figura famigliare, era mia madre, un'altro uomo della truppa avanzò verso di noi, il mio sguardo cadde su quest'ultimo, stropicciai 1,2,3 volte le mani sui miei piccoli occhi, focalizzai meglio la scena.. era mio padre, l'eroe della mia vita....delle gocce salate fuoriuscirono dalle palpebre, il nasò cominciò a pizzicare e sentì le lacrime scorrere violente, lungo il viso, un senso di rabbia mi invase, mi sentivo impotente davanti quell'orrore . .


Un vento gelido sferzò i capelli intorno al viso di Allison, la finestra della sua camerà si aprì violentemente, il freddo di quel lungo inverno invase ogni angolo della stanza.
Qualcosa turbava la sua mente, pensieri oscuri cominciarono a tormentarla, si svegliò di scatto, di nuovo quelle scene, di nuovo le fiamme, erano anni che ormai non sognava più la morte dei suoi genitori dopo quello straziante 11 settembre ormai passato da tre anni, si alzò come una furia e con una mossa, chiuse la finestra. 
Allison Foorwod una ragazza serena e tranquilla, occhi grandi che sembravano esprimere spensieratezza e voglia di vivere, due grandi e lucenti smeraldi sostituivano le pupille e lunghi capelli rosso fuoco ricadevano delicati e oscillanti, lungo la schiena, vive da qualche anno con sua zia: Jane, l'unica persona a cui è legata, l'unica persona che ha voluto prendersi cura di lei, ma c'era qualcosa che Allison non riusciva a comprendere, voleva sapere il reale motivo di tutti questi spostamenti, perchè dalla germania, si sono trasferite in Inghilterra, precisamente a Charle's Hill, può essere definito un piccolo villaggio su una collina, lontana dal resto del mondo, una frazione sempre così dannatamente tranquilla, niente di entusiasmante colora la vita monotona della diciassettenne.
Rimase davanti la finestra, ad osservare ciò che la circonda, alberi e ancora alberi, abitava in una casa in mezzo al nulla, erano le 4.00 di notte, non aveva alcuna voglia di riprovare ad addormentarsi, pensò bene di andare a perlustrare la zona, si avvicinò ad un antichissimo armadio posto al vertice della stanza e cominciò a frugare tra quella massa di vestiti posti in modo disordinato nell' enorme cassetto, alla fine optò per un jeans scuro e una maglia a maniche lunghe, un giubbottino di pelle e degli stivaletti neri, contemplò l' immagine riflessa nello specchio, non riuscì quasi a riconoscersi, quel viso liscio ma sciupato, quegli occhi bellissimi ma spenti, quel sorriso stupendo, che non riusciva più a mostrare, era cambiata, non solo fisicamente: erano cambiati i suoi modi di fare, di essere e di apparire, qualche anno fa aveva un carattere forte, spericolato, faceva sempre di testa sua e viveva il mondo, con le sue regole .. Non che ora qualcosa fosse cambiato, ma era tecnicamente diventata meno socievole e più chiusa, amava restare in solitudine, non voleva socializzare con i suoi compagni, a causa dei continui spostamenti da un paese all'altro, non riusciva a far nascere un legame di amicizia che durasse per più di un mese, ma questa volta era diverso, zia Jane le aveva promesso che sarebbero restate lì, non sarebbero più 'fuggite' ..
Scese le scale per dirigersi al piano di sotto, molto lentamente, non voleva far svegliare Jane, perciò doveva assolutamente fare il minor rumore possibile, afferrò la maniglia gelida e aprì la porta delicatamente, dopo di che la chiuse alle sue spalle e si avviò in quello che apparentemente, ai suoi occhi, fosse un bosco.
La violenza del vento era qualcosa di stupefacente, le foglie di quercia turbinavano tra le file di cespugli e i rami degli alberi, frustavano l'aria con una furia incontenibile.
Una foglia secca sfiorò il suo viso, una sensazione orribile cominciò a turbarla, ma si fece coraggio e continuò la sua passeggiata.. sentìì dei rumori, provenire da lontano e avvicinarsi sempre più a lei, lo sguardo diventò di pietra, non riusciva a muoversi, ma doveva andarsene il prima possibile da quel posto, stanzaito nel bel mezzo del nulla.
Sentì degli occhi fissi su di lei, uno sguardo che aveva già avuto modo di conoscere, i passi continuarono ad avvicinarsi sempre di più, questa volta unì le sue forse: serrò i denti, socchiuse gli occhi e strinse i pugni, obbligando le sue stesse gambe a correre e loro, in suo ordine, si sollevarono dal terreno, liberando Allison che, finalmente, cominciò a correre, correre sempre più veloce, in meno di 5 secondi riuscì a raggiungere la sua 'tana' .. Com'era possibile? Come aveva fatto ad allontanarsi così velocemente? Queste domande cominciarono a vagare nella sua mente, senza ricevere una razionale risposta, scosse la testa, riprendendosi così da quel senso di preoccupazione, per poi infilare una chiave nella serratura della porta, quest'ultima si aprì lentamente e cigolando, entrò all'interno della struttura e la chiuse alle sue spalle..

2 ore dopo . .
- Allison sveglia, il tuo nuovo liceo ti aspetta, dai veloce o farai tardi il tuo primo giorno di scuola -sussurrò dolcemente zia Jane avvicinandosi all'orecchio della ragazza.
- Ancora 5 minuti zia - balbettò con la faccia sprofondata nel cuscino e con voce impastata dal sonno.
- No, immediatamente - comandò, prima di sfilarle le coperte, facendo cadere così la rossa sul pavimento freddo.
- Era proprio necessario strattonarmi? -domandò sarcastica Allison che cercò di sollevarsi con le sue forti braccia.
Ricevette uno sguardo minaccioso, così capì di non continuare a discutere, perchè jane, sapeva come farla mettere a tacere, dopo di che prese l'intimo e ancora barcollando per le ore di sonno perdute a causa degli incubi, si avviò verso il bagno, chiudendosi la porta alle spalle, aprì il rubinetto della doccia, si liberò degli indumenti che aveva addosso ed entrò in quel getto di acqua calda, sentì i nervi del corpo rilassarsi, le preoccupazioni svanire e un sorriso si dipinse su quel dolce volto, dopo un paio di minuti, uscì gocciolante dal box e si avvolse con un'accappatoio appeso ad un gancetto dietro la porta, si asciugò per bene e infilò la spina del phone nella presa, spazzolò quei lunghi capelli rosso fuoco e cominciò ad asciugarli.. Finito il tutto tornò nella camera e si infilò un paio di jeans, il suo giubbotto di pelle, scarpe nere e una maglia gialla, fece due trecce lungo i lati dei capelli e li legò dietro la nuca, si guardò allo specchio e sorrise:
- Oggi sarà una giornata stupenda, farò finalmente amicizia, perciò Allison, questa volta, Sorridi, si dice che prima o poi qualcuno si innamorerà del tuo sorriso, no? -ordinò a se stessa sottolineando l'ultima frase, mentre disegnava una linea di eyeliner nero sulla parte superiore dell'occhio, un filo di mascare e fu pronta per andare.
Scese di sotto e con un sonoro bacio sulla guancia, salutò zia Jane, che era impegnata a leggere una rivista di Gossip, varcò la porta e afferrò lo zaino vicino ad essa, con un sorriso stampato sul viso, si avviò verso il suo nuovo liceo: la Holmes High School.
Le strade erano tranquille, la scuola era molto vicina e non potè in nessun modo perdersi, infatti nemmeno 5 minuti e Allison intravide un grande cancello, nero e appuntito, al suo interno una specie di grande cortile, nemmeno un'anima viva viaggiava al suo interno, segno che le lezioni erano già cominciate e ovviamente, era in ritardo già il primo giorno di scuola, cominciò a correre ed entrò tra le grandi mura dell'edificio, si guardò intorno, ma niente, nemmeno un povero essere umano che camminava per i corridoi, ad un tratto un ragazzo si avvicinò e con fare gentile si presentò:
- ciao, io sono Tyler, sei la nuova arrivata, giusto? - chiese allungando la mano, con un sorriso stampato sul volto.
- Oh, per fortuna c'è qualche anima presente, si sono Allison, Allison Forwood piacere, mi sono trasferita due giorni fa dalla Germania e non ho la minima idea di dove si potesse trovare la presidenza - Allison si avvicinò al ragazzo di fronte a lei e afferrò la sua mano, stringendogliela calorosamente.
Rimase stupita da tanta bellezza: jeans stretti, maglia aderente, fisico da urlo, occhi neri come la pece e capelli scuri con un ciuffo enorme.. Aveva dei lineamenti perfetti, un sorriso smagliante e tirato tutto verso un lato, uno sguardo misterioso e una voce roca che metteva i brividi, in senso buono, ovviamente.
- Ma stai ascoltando? -disse con tono tranquillo, emettendo una piccola risatina.. In quel momento il viso della ragazza andò in fiamme, riprese a respirare regolarmente e seguì il ragazzo che con l'indice, fece segno di raggiungerlo.
Arrivarono davanti a una porta di legno, scura, sopra di essa erainchiodato un cartellino color oro con incise delle lettere "Ufficio Preside Cobart", capì dunque, che quella stanza era la presidenza, bussò tranquillamente e dopo aver sentito una voce che invitò chiunque stesse bussando ad entrare, Allison non esitò ad accettare quell'invito, aprì lentamente la porta e il preside fece segno di accomodarsi su una delle poltroncine di tessuto marrone, davanti quella grande cattedra, cominciò a guardarsi intorno, osservando ogni minimo e insignificante dettaglio, le pareti erano bianche, una lampada infondo alla stanza, delle piantine sparse di quà e di là e un grande lampadario in stile Gotico, il pavimento era scuro, praticamente sembrava una stanza dell'orrore, non c'era niente, assolutamente nulla, di colorato.
- lei deve essere la signorina Allison Forwood, o sbaglio? - domandò l'uomo mezzo pelato che sedeva di fronte a lei, maneggiando una penna stilografica.
- si sono io - risposi tranquillamente
- Bene, ecco gli orari delle lezioni, le materie, la combinazione del suo armadietto, la sua divisa scolastica e... niente tutto qui - si alzò in piedi per poi passare a Allison un foglio con sopra indicati degli orari, le rispettive aule e le materie da frequentare, poi prese una scatole, all'interno c'era una gonna nera, un paio di calzini lunghi bianchi con il bordo nero, un paio di scarpe nere, una camicetta bianca e una specie di cravatta rossa, la rossa sbuffò, dopo di che afferrò il materiale e uscì dall'ufficio del preside Cobart, senza nemmeno avere il tempo di guardare l'orario, un bidello fece segno di seguirlo, lei fece come richiesto, oltrepassato un lungo corridoio, il collaboratore si fermò di scattò e bussa nell'aula 12, mi fece entrare e scambiò qualche parola con una signora che sicuramente era la mia professoressa e dagli appunti segnati sulla grande lavagna nera, intuì fosse di Fisica.
- Bene ragazzi, questa ragazza è la nuova alunna - disse quasi urlando la docente dietro la cattedra, alzandosi in piedi e rivolgendosi al resto della classe, tutti gli sguardi erano puntati su Allison, che leggermente arrossì - si chiama Allison, Allison Forwood - finì la frase, per poi indicargli un posto libero vicino a un ragazzo, infondo all'aula, bene avrebbe passato la sua mattinata in compagnia di quel figo di Tyler.
  
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