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Autore: Moony_911    18/01/2013    1 recensioni
Fin dal primo istante in cui i loro sguardi si incrociarono, era chiaro per tutti che erano come il giorno e la notte anche se i due avrebbero impiegato un po’ di tempo per capire che in realtà stavano uno all'altra come gli elementi di un’equivalenza matematica, e che proprio questo compensarsi a vicenda, a lungo andare, avrebbe rappresentato il punto di forza della loro coppia.
Genere: Fluff, Introspettivo, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Rientrarono tenendosi per mano e ridendo come due ragazzini fino sulla porta di casa dove si ricomposero prima di raggiungere gli altri.
Dopo cena caricarono tutte le loro cose in macchina e dopo aver salutato tutti quanti, si misero in viaggio per rientrare a Parigi.
Lucas si era addormentato sul sedile posteriore e Chloè l’aveva coperto con il giacchetto di Thomas così che stesse al caldo e loro erano persi ognuno nei propri pensieri.
“Che ti ha detto mia madre prima di andare via?” chiese infine Thomas incuriosito.
“Tu che dici?!”.
“Non lo so, altrimenti non te lo starei domandando!”.
“Mi ha chiesto di avere cura di voi due...” rispose lei arrossendo “mi sa che l’aveva capito ancor prima di noi...”.
“Già...” concluse lui grattandosi la testa “probabilmente da quando l’ho chiamata per dirle che eravamo in tre...”.
 
Quella mattina Chloè stava sorseggiando la sua tazza di caffè come ogni mattina  ma con la mente era da tutt’altra parte.
Era passato quasi un mese da quando erano tornati da Le Havre, ovvero da quando le cose con Thomas avevano preso una piega inattesa.
Ripensò a quella sera, quando appena rientrati in casa, avevano messo a letto Lucas che dormiva pesantemente e anche loro, distrutti, erano andati a dormire.
Thomas chiuse la porta della camera del figlio e la raggiunse in camera.
La vide già rintanata sotto le coperte che lo aspettava sorridendo e rimase un secondo a gustarsi la scena, poi la raggiunse e l’abbracciò.
Fecero le tre del mattino parlando di quello che sarebbe successo nei giorni successivi.
Lui cercò di convincerla a prendersi ancora qualche giorno di riposo ma lei era decisa, il giorno dopo sarebbe rientrata e  non sarebbe in alcun modo riuscito a farle cambiare idea.
Parlarono, si baciarono, risero e Chloè gli chiese di andare piano, un passo alla volta.
Thomas capì a cosa si riferiva e la rassicurò, non avrebbero corso, avrebbero fatto ogni cosa a suo tempo quando lei si fosse sentita pronta e sicura e poi si addormentarono.
Ripensò al giorno successivo, quando Thomas la riaccompagnò a casa prima di tornare in commissariato.
“Sicura che non vuoi che ti aspetti, così andiamo insieme?” le chiese.
“No, davvero, devo prendere delle cose, mi faccio una doccia e vi raggiungo...”rispose lei “ci vediamo dopo!”.
“Come vuoi!” concluse lui dandole un bacio a fior di labbra prima di lasciarla scendere “a più tardi!”.
Aveva bisogno di un po’ di tempo per prepararsi a parlare con la squadra riguardo alla gravidanza e al bambino e Thomas era fermamente intenzionato a rispettare i suoi spazi e i suoi tempi e non si meravigliò affatto quando lei arrivò in commissariato in ritardo come al solito trovando gli altri che la aspettavano nel salottino al piano superiore.
Spiegò loro tutto quanto senza che fosse interrotta e subito si sentì meglio.
Thomas di tanto in tanto la guardava sorridendo e lei cercava di non farci troppo caso per non distrarsi perché non era ancora il caso di rendere pubblica la cosa, lo avevano deciso proprio quella notte, avrebbero aspettato ancora un po’.
 
“Chloè?Chloè!!!!”.
La voce di Hyppolite  la richiamò alla realtà.
“Come?” chiese lei.
“Ti stavo chiedendo, vieni anche tu alla festa di Natale da Lamark?” rispose l’informatico.
“Si, penso di si... è stasera vero?”.
“Si, stasera ore 20.30 a casa del commissario, ti prego, non mi lasciare da solo!”.
“Ma come da solo Hyppolite, non viene anche Fréd?”.
“Appunto.... con Montìgny, quello stoccafisso della Finanza!” rispose lui.
Chloè lo guardò attentamente e impiegò un nano secondo a capire cosa passasse per la testa dell’amico, che aveva preso una bella sbandata per la collega.
“Tu e Fréd eh? Come ho fatto a non accorgermene prima?!” disse poi riflettendo.
“Forse perché eri presa giusto un tantino da qualcuno che conosciamo?” rispose il ragazzo sibillino.
Chloè lo guardò stranita. Era davvero così evidente che tra lei e Thomas ci fosse più che una semplice amicizia?
“Esatto,” continuò lui “tu e Rocher eh? Come ho fatto a non pensarci prima!”.
“E chi altro lo sa?” chiese Chloè preoccupata.
“Beh penso che anche Lamark e Fred si siano accorti di qualcosa... siete bravi a nasconderlo” concluse Hyppolite accennando un sorriso “ ma non poi così tanto!”.
Stava per ribattere quando vide entrare gli altri e decise di lasciar perdere il discorso.
“Ne riparliamo più tardi, d’accordo?” disse Chloè al collega.
“Come vuoi...” rispose lui.
 
Avevano appena chiuso un caso e Chloè stava togliendo tutte le foto dalla lavagna prima di cancellare tutto ciò che c’era scritto quando entrarono Thomas e Fréd e si andarono a sedere ognuno alle rispettive scrivanie.
“Tutto bene?” chiese Hyppolite.
“Si, tutto bene...” rispose Frèd “non ci resta che scrivere il rapporto finale e poi anche questo è chiuso no ispettore?”.
“Esatto Kancel” rispose Thomas “direi che possiamo considerarlo un regalo di Natale in anticipo, perciò una volta finito possiamo anche andare a casa!”.
In poco tempo scrissero il rapporto, allegarono i vari documenti che riguardavano il caso, lo misero sulla scrivania del Commissario così che potesse procedere con la burocrazia e andarono a casa.
Dopo aver salutato tutti Chloè raggiunse l’uscita e si avviò verso casa quando squillò il telefono.
Aprì la borsa gialla per cercarlo ma poi si accorse che l’aveva in tasca e si affrettò a rispondere.
“Thomas dimmi...” disse con un gran sorriso.
“Perché sei scappata? Ti avrei riaccompagnata a casa!”.
“Stavi finendo di sistemare quella marea di scartoffie sulle tua scrivania e non volevo disturbarti...” cercò di giustificarsi, anche se in realtà aveva bisogno di fare quattro passi per metabolizzare la conversazione con Hyppolite e per prepararsi alla serata che li aspettava.
“Piccola tu non mi disturbi mai, quante volte devo ripetertelo?” rispose Thomas dall’altra parte  intuendo che c’era anche dell’altro “Sicura che sia solo questo?”.
“Sicura...” rispose lei cercando di essere il più convincente possibile “ci vediamo dopo?”.
“Certo che si” concluse lui “per le otto e dieci sono da te...”.
“Perfetto, vedrò di farmi trovare pronta! Salutami Lucas!” rispose lei prima di riattaccare.
 
Così Thomas finì in pochissimo tempo di sistemare le scartoffie ammucchiate sulla sua scrivania, lasciando quelle meno urgenti al giorno successivo e andò a casa a prepararsi.
Lucas, che era già in vacanza da qualche giorno sarebbe rimasto a dormire dai nonni quella sera, non sapendo se e quando avrebbero chiuso l’inchiesta aveva chiesto a Charles e Marie, i genitori di sua moglie, di tenerlo fino al pomeriggio successivo sapendo che ne sarebbero stati felici.
Aprì la porta di casa e un po’ gli dispiaceva trovarla tutta buia però sapeva che era stata una buona idea quella di mandare il bambino dai nonni così da poter stare tranquillo se avesse sforato con gli orari.
Si fece una doccia, si rese presentabile e per una volta decise di cambiare.
Non avrebbe certo rinunciato ai jeans, ma per una volta,  vista l’occasione, decise di mettersi la cravatta anche se sapeva che sicuramente sarebbe stata una decisione che avrebbe rimpianto nel corso della serata.
Aprì il cassetto e scelse una cravatta rossa a tema natalizio, prese una camicia e l’immancabile maglioncino grigio e cominciò a cambiarsi.
Guardò l’orologio, erano a malapena le otto quando uscì di casa per andare a prendere Chloè e dieci minuti dopo, puntuale come sempre suonò al campanello di casa sua.
Quando se la ritrovò davanti in accappatoio e con un grande asciugamano a tamponare i capelli, rimase senza parole e per qualche secondo non riuscì a dire niente.
“Ciao!” gli disse la ragazza sorridendo “accomodati, cinque minuti sono pronta, promesso!”.
“Certo, scusami!” rispose lui mettendosi a sedere sul divano.
Chloè si rintanò in camera sua e cominciò a cambiarsi.
Anche lei per quella sera aveva deciso di cambiare un po’ rispetto al suo solito modo di vestire.
Niente cose troppo appariscenti o dai colori troppo sgargianti, ci teneva  a fare bella figura con Gregoire e Christiane ma soprattutto a lasciare Thomas senza fiato.
Indossò un abito di lana bordeaux molto semplice,con le maniche lunghe, la gonna morbida che arrivava all’altezza del ginocchio e il corpetto intrecciato sul seno come se avesse un bolero a coprirle le spalle.
Non aveva voglia di mettere i tacchi  vertiginosi come al solito, perciò andò a riprendere un paio di stivali stile western con un po’ di tacco.
Si sistemò i capelli con una  bacchetta lasciando qualche ciuffo libero, un filo di trucco ed era pronta.
“Pronta!”  disse infine entrando in salotto “andiamo?!”.
Thomas vedendola rimase a bocca aperta, si alzò e andò a salutarla.
“Wow, sei uno splendore!” le disse facendogli fare un giro su se stessa.
“Beh, anche tu non sei così male!” rispose lei buttandogli le braccia al collo prima di baciarlo “bella cravatta!”.
“Sai com’è!” rispose lui ridendo subito dopo porgendole il braccio “se vuole seguirmi signorina!”.
Chloè scoppiò a ridere mentre uscivano di casa ed era felice.
 
Arrivarono alla festa che erano quasi le nove ma nessuno ci fece caso.
Entrarono a casa Lamark tenendosi per mano, ne avevano parlato durante il tragitto in macchina e avevano deciso che per una sera se ne sarebbero fregati, tanto oramai tutta la squadra se ne era accorta e a loro non restava che essere spontanei.
Quando lei gli aveva riferito della conversazione con Hyppolite, Thomas non riuscì a trattenere un sorriso, e fermamente convinto di quanto stava per dirle le propose di non fingere, almeno per quella sera.
“Sicuro che poi non ci faranno storie perché lavoriamo insieme?” chiese lei un po’ preoccupata.
“E perché mai?” rispose lui “E poi questa cosa non riguarda il commissariato, riguarda solo noi, me e te... e non vorrei peccare di presunzione, ma ho l’impressione che Gregoire sia dalla nostra parte!”.
“Se lo dice lei ispettore!” gli disse Chloè con uno scherzoso tono di sfida.
“Ah ah ah...che fa Saint-Laurent, sfotte?” ribattè Thomas canzonandola.
Arrivarono davanti alla porta di casa Lamark tesi e prima che lui potesse suonare il campanello, Chloè lo fermò.
“Aspetta, hai il nodo della cravatta tutto torto!” gli disse avvicinandosi per sistemarglielo a dovere.
“Lo so,” si giustificò Thomas  “ l’ultima volta che l’ho dovuto fare è stato per il matrimonio di Odile!”.
“Non ti preoccupare,” rispose lei sorridendo “ecco, ho fatto, sei pronto!”.
Thomas la ringraziò, le diede un piccolo bacio,  prese la sua mano e poi suonò il campanello.
 
Fu una serata piacevole, passata tra chiacchiere e risate  e piacevoli sorprese.
Alla fine Fréd non venne accompagnata dallo stoccafisso della Finanza e dopo un primo timido tentativo, Hyppolite si decise a fare  il primo passo.
Chloè guardava la scena da lontano e fu contenta nel vedere quei due, che per tanto tempo si erano rincorsi e punzecchiati.
“A cosa pensi?” chiese Thomas abbracciandola da dietro.
“Stavo semplicemente osservando la scena nel suo insieme!” rispose lei, sicura che lui non avrebbe capito a cosa si stava riferendo.
“E ha notato qualcosa di strano signorina?”.
“Guarda davanti a te e dimmi se non è uno spettacolo meraviglioso!” gli disse riferendosi ai due ragazzi che stavano brindando con un calice di spumante.
Thomas aguzzò la vista e rimase colpito da quello che vide e un grande sorriso andò a formarsi sul suo volto.
  
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