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Autore: Hermes    18/01/2013    1 recensioni
Ero una ragazza come le altre, niente di strano in questo.
E come tutte le altre avevo i miei difetti ed i miei pregi.
E so cosa state per chiedermi…no, non mi sono innamorata di lui.
Innamorarsi vuol dire essere legati ad un’altra persona e ciò non è successo.
Mi chiedo solo quali strade abbia intrapreso e basta, non voglio andare oltre.

[Questa storia fa parte della serie 'Steps']
Genere: Science-fiction, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate | Contesto: Universitario
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Steps'
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Nota
In questo capitolo ci sono particolari cose che non consiglio di provare a casa, niente di grafico ma solo situazioni illegali e potenzialmente dannose per la salute. Lettore avvisato mezzo salvato, io ho fatto il mio dovere. =)
Buona lettura.

She's breathing life into lone dead stars
Have you ever seen it?
I ain't seen nothing, nothing at all

Come, see the water break my fall
No-one knows, no-one calls
Have you ever seen the book?
The one on my shelf
The one entitled self death, self death
How to earn a million pounds
I can see it now on a hearse
The Verve ~ Virtual world

Non lo dimenticherò mai, nemmeno fatto al limite ultimo.
Per fortuna ho delle mani ferme quando doso…macché fortuna, è una maledizione, ecco cos’è.
Ma quell’immagine continuerà a inseguirmi, sempre e l’unico modo per svuotarmi la testa rimane questo.
È funziona.
Normalmente sto bene con me stesso.
In certi giorni, solo drogandomi.
Così non mi importa più, posso riviverla mille volte, non sento niente.
In quel momento avrò provato davvero qualcosa? No, non credo.
Trattengo il fiato ed infilo l’ago nella vena.
Spingo lo stantuffo, contando fino a dieci.
Subito dopo la realtà si disperde, mi lascio affogare ed la mente si sbriglia, sovraeccitata.
Tutto si spegne finalmente nel torpore della pace, diventa buio come quella notte.
Sento ancora i suoi passi come se fosse oggi.
La vita non è che un brutto sogno dal quale facciamo fatica a svegliarci.

Raph mi ha spiegato dove Linds aveva battuto la testa e vado in cucina per recuperare il ghiaccio quindi torno in camera, inginocchiandomi sul materasso al suo fianco e cercando di spingerlo con tutte le mie forze da supino a prono, cosa che mi riesce con un tonfo. Vittoriosa schiaffo il sacchetto sul bernoccolo, guadagnandomi un ringhio da parte del topo.
Ben ti sta!
“Dio Michelle…se tratti così i tuoi pazienti lascia perdere…” borbotta con voce impastata.
“Tornato dal mondo del Yellow submarine? L’hai incontrata Lucy?” domando sarcastica.
“Ha-ha-ha.” fa in risposta.
“Posso sapere cos’era?” domando con una punta di speranza.
“Meglio di no…era roba davvero buona ma devo esserci andato leggermente pesante con l’alcaloide.”
“Credimi…io e Raph ce n’eravamo accorti. Linds?” lo chiamo, coprendolo con le coperte.
“Sì?”
“Sei il più grande pezzo di cretino che abbia mai incontrato.”
La sua schiena prende a scuotersi debolmente e la sua risata secca arriva soffocata dal cuscino. Ci vuole un po’ prima che la ridarella svanisca, intanto mi son distesa lì vicino con le braccia dietro la testa.
“Michelle, non ti affezionare a me…non ne vale la pena.” dice infine, di punto in bianco.
“Certo che ne vale la pena, sei una persona umana quanto tutte le altre, Linds. Anche tu puoi aver bisogno di aiut-”
“Non voglio il tuo aiuto, Michelle.”
“Parlare con qualcuno può far bene, sai?”
“Non ne voglio parlare, hai finito di fare la brava samaritana?” nella penombra della stanza i suoi occhi sono come biglie, fredde e lustre come il vetro, come gli occhi di una bambola di porcellana “Non sai nulla di me e ciò che non sai, credimi, non ti serve saperlo.”
Ahia, topo…hai la delicatezza di un bisonte in un negozio di vetri di Murano.
Stringo le labbra, incassando il colpo.
“Mi dispiace ma mi servi vivo per dare l’esame, professore…quindi, per favore, posticipa il tuo appuntamento con il Creatore ancora per un po’, okay?” dico, facendo finta di non averlo sentito. Ma quando mai potrei affezionarmi a questo scemo, arrogante, perverso, adorabile, rompiballe…
“Okay, vedrò di mandargli una mail…” risponde lento, gli occhi che si chiudono. È ancora allucinato come un birillo, andiamo bene…
Passa almeno una mezz’ora poi prende ad agitarsi debolmente, finché una delle sue mani giganti non impatta con il ghiaccio e se lo toglie, lasciandolo cadere per terra. Sta buono un attimo poi inizia a tastare il letto.
“Michelle…”
“Che c’è?”
“Vieni qui.”
“Scordatelo.” ho le mie ragioni, e non mi va di essere alla sua mercé in questo momento, intanto è stato chiarissimo no? Non ha bisogno degli altri il topo!
A quella risposta si agita ancora un po’ poi si volta su un fianco, raggomitolandosi come un gatto gigante, tirando dalla sua parte le lenzuola.
“Linds!” mi lamento, avvicinandomi a gattoni e tirando la coperta senza risultato. Se la tiene stretta addosso.
Sono convinta che lo fa apposta, almeno fino a quando gli sfioro per caso il braccio.
È freddissimo ed appiccicaticcio.
“Linds…?”
Nessuna risposta.
Non crepare su di me, porco cane!
Senza pensare metto l’orecchio sulla sua scapola sinistra, il suo battito è frenetico. Non buono!
Intanto la sudorazione non smette, anzi sembra aumentare.
Cerco alla cieca il pulsante della luce, sento cadere qualcosa e quando l’alone giallo si accende il sudore freddo gli imperla ogni centimetro di pelle, ha gli occhi chiusi e la bocca spalancata.
Ed adesso cosa cavolo faccio? Cappero in salamoia!
Lo rigiro sul dorso, scavalcandogli il torace con una gamba e ripescando dalla memoria le nozioni di primo soccorso.
Ma con un battito del genere il massaggio cardiaco non servirà a niente…
Sudo anch’io adesso…rinculo, trascinando due cuscini con me, piegandoli a metà e ficcandoglieli sotto i piedi per tenerli sollevati, poi gli torno accanto, afferrando il polso e contando sottovoce.
Per tutti gli dei, fachesisvegli-fachesisvegli-fachesisvegli-fachesisvegli…

I suoi passi sul marciapiede di cemento. Mi tiene fra le braccia ma nel suo gesto non c’è affetto.
Si china in avanti, i lunghi capelli biondi mi sfiorano il viso, profumano di magnolia.
E l’amavo di un amore innato, come un normale marmocchio.
Mi lascia e si rialza ad un’altezza impossibile da raggiungere.
Altri passi.
Inizio a piangere ed il mio piccolo torace da poppante si contrae in risposta alla solitudine.

Sono lì lì per fare la respirazione bocca a bocca quando le palpebre si muovono impercettibilmente e Linds inizia a tossire, rabbrividendo, con gli occhi spalancati all’impossibile fissi dritti nel vuoto, le pupille sono punte di spillo e praticamente invisibili nel centro della sua iride nera. Sembra quasi che abbia trattenuto il respiro di proposito.
Gli spasmi sono violenti, tanto che non riesce a riprendere fiato fra un colpo di tosse e l’altro.
Mi allontano appena mentre l’attacco va avanti alcuni minuti prima di scemare e Linds rimane distrutto sul materasso come un mucchio di arti molli, fradicio di sudore e col respiro forzato e rantolante.
Per terra c’è una pozza d’acqua e dei frammenti di vetro, il bicchiere deve essere caduto mentre accendevo la luce.
“Michelle…?” soffia ad un certo punto, debole “Sei ancora lì?”
È difficile da dire…non mi sono mai sentita così spaventata in vita mia, i miei muscoli si ribellavano a quella tensione.
“TU non sei solo un cretino! Hai cercato di ucciderti o cosa?!” sparo furiosa, se non fosse per la situazione lo prenderei a schiaffi per davvero questa volta.
“Non adesso, ti prego.” mormora “È normale…”
Strabuzzo gli occhi, incredula. Cosa di questa situazione di merda si può considerare normale?! Il fatto che ti produci da solo gli stupefacenti? Che in una delle tue grandi intuizioni da genio tossicomane ci rimani?!
“Lo so che ce l’hai con me, Michelle…è passato, ho appena buttato fuori il componente principale. Sono fuori-”
“Vai. A. Fare. In. Culo. Linds.” rispondo, fredda come un ghiacciolo.
“-pericolo. Ho cercato di dirtelo prima ma-”
“Forse non hai compreso Linds…”
“-non ci sono riuscito.” completa lentamente “Puoi stare tranquilla, adesso. È finito.”
Mi lascio cadere sul letto, sbuffando e voltandogli le spalle...cretino imbelle e testardo, peggio di un muro! In più sembra parlare del tempo quando fa così!
“Vado a farmi una doccia.” m’informa con tatto, il materasso si muove ed aggiunge ironico “Uao…pezzi di vetro dalla mia parte, certo che mi adori…”
“Se non mi avessi spaventata non avrei buttato giù il contenuto del comodino!” ribatto lugubre. Ed in più mi sento anche scema per il mio comportamento atterrito di poco prima.
Non risponde e lo sento muoversi a piedi nudi per la stanza poi allontanarsi.
Pochi minuti dopo nel silenzio totale dell’appartamento sento distintamente il suono dell’acqua che scorre in bagno.
Sono ancora preoccupata, però. E se sviene nella doccia?
Intanto la domanda sorge spontanea: che razza di divertimento ci prova a distruggersi a quel modo?
Per quanto può sdrammatizzare c’è mancato ben poco, non sono così stupida da non capirlo.
L’acqua smette di cadere, poi lo sento vagare per l’appartamento.
Aspetta un attimo non starà mica…
Salto fuori dal letto e corro in salone dove in semipenombra lo colgo nell’atto d’infilarsi una giacca ed uscire.
“Fermo dove sei!” esclamo “Tu non vai da nessuna parte!”
I suoi occhi neri mi squadrano freddi “Questa è casa mia, Michelle e faccio cosa voglio.”
“Guarda che se ti devo stendere con il ju-jitsu non chiedo di meglio!” replico combattiva.
Linds però ha abbassato lo sguardo e ribatte, ignorando completamente le mie parole “Michelle stai sanguinando sul pavimento.”
Seguo la direzione e vedo che – effettivamente - i miei piedi sono sporchi di sangue.
“Non mi dire che sei passata sopra le schegge del bicchiere senza accorgertene.” sospira esasperato.
“Potrebbe essere…” ammetto riluttante.
“Siediti sul bracciolo del divano e non farti venire qualche altra idea geniale, per favore.” mi istruisce, lanciando la giacca sullo schienale e sparendo in corridoio.
Torna poco dopo con un paio di pinzette, disinfettante, cotone e delle bende.
Si inginocchia e punta una lampada sulle mie estremità, osservando da sopra le lenti degli occhiali.
“Sei fortunata…ti sei tagliata solo il piede destro e hai un paio di schegge ma sono rimaste in superficie.” i suoi polpastrelli toccano piano le piante dei miei piedi e mi lascio scappare una risata involontaria “Soffri il solletico?”
Annuisco, mordendomi un labbro.
Usa le pinzette, facendo cadere le schegge in un posacenere poi disinfetta i tagli ed esegue una fasciatura da manuale su un piede nel giro di un minuto.
“Adesso rimani qui mentre cerco di ripulire il casino in camera da letto e le tue sanguinose pedate prima che qualcuno si faccia ancora male.”
Mamma mia…mi sembra quasi di essere stata beccata con la mano dentro il barattolo della Nutella! Ed in più è lui quello che bisognerebbe menare di santa ragione!
Mi trascino con i gomiti sul divano e raggiungo il telecomando, accendendo la tv.
Linds torna una mezz’ora dopo, dando un’occhiata allo schermo dove danno Nosferatu il vampiro di Murnau.
“Fame?” domanda con un sorrisetto.
Gli lancio un’occhiata frigida. Pensi di cavartela con così poco, topastro? Davvero?!
Decifra correttamente la mia espressione ed alza le spalle, voltandosi verso la cucina open space “Peccato…potrei mangiarmi un bue. Mmmmhhhh…vediamo un po’ cosa abbiamo di buono qui.”
Tira fuori un vassoio dal freezer e lo sbatte nel microonde, poi sento il rumore inconfondibile di una bottiglia di vetro.
“Linds posa quella birra.” faccio, senza spostare lo sguardo da Max Schreck mentre fugge dal Demeter.
“No.” apre e chiude un paio di cassetti in cerca di qualcosa. Poi sento uno schiocco e glu-glu- glu.
Brutto topo bastardo…oltre ad andare in overdose fa pure l’alcolista!
Mi rimetto seduta, pronta ad cercare un oggetto contundente e fragile da lanciargli, e per poco non ricado sul materasso con un gocciolone…
“Sicura che non ne vuoi un bicchiere? Ho anche il miele!” fa con un sorrisetto bastardo, pulendosi il baffo di latte sul labbro superiore con il dorso della mano. Mezzo litro di latte freddo a muso...ma quando mai deciderà di comportarsi da adulto?!
Tre minuti dopo il microonde lancia un trillo acuto e Linds recupera il piatto, sedendosi su uno degli sgabelli e mangiando gli spaghetti alla carbonara con gli occhi puntati sullo schermo.
Si è portato sull’isola anche la bottiglia del latte ed un’altra dal sospetto contenuto verde.
Distillato di cosa? Veleno? Detersivo per lavare i piatti? Si accettano scommesse con uno come Linds…
Si porta alla bocca l’ultima forchettata di linguine poi apre la bottiglia e fa colare dentro il latte una buona quantità di liquido denso verde smeraldo.
“Linds…cosa stai facendo?”
“Continua a far finta che non sia qui, Michelle.” replica distratto “Guarda il vampiro sta per mordere la vittima! Uhh che ragazzaccio!”
Hai capito il prof Lagden, fa di tutto per distrarmi.
Ha riavvitato la bottiglia incriminata e, tappando con il palmo quella del latte, prende a scuoterla vigorosamente.
Il bianco diventa verde. Quel verde che ti fa pensare agli alieni provenienti da Marte.
“Linds…quella roba…”
“È commestibile, ma belle. Ma non te la consiglio per dessert…” strizza l’occhio e se la riattacca al muso, scolandola nel giro di due riprese.
Spegne le luci appese sull’isola della cucina e si siede al mio fianco, poggiando i miei piedi sulle sue ginocchia.
“Bah…questo film è trito e ritrito, non possiamo guardare un po’ di Penthouse?” domanda annoiato.
“Quanto ancora pensi di far finta di niente?” rispondo fredda. Puoi fare il carino ed il furbetto quanto vuoi, ma stasera certamente non attacca!
L’allegra musichetta da orchestrina che accompagna il film muto riempie il silenzio tra noi due in un modo quasi comico.
Linds osserva il film con un sopracciglio alzato, mentre mi massaggia delicato le piante dei piedi “Sta per perdere le protesi…le perde…ops, mi è sembrato di vedere una dentiera volante!”
Non riesco a controllarmi e faccio un verso davvero poco signorile che tende alla risata incontrollata… come fa?! Mi ci mancava la telecronaca Lagdiana!
“Sono quasi le quattro e mezza del mattino non pensi che sarebbe meglio dormire, ma belle?” domanda conciliante, accarezzandomi con delicatezza le estremità ormai intorpidite.
“Se abbasso la guardia tu fuggi al tuo maledetto laboratorio quindi no. È fuori discussione!” replico arida, fulminandolo con un’occhiata.
Alza gli occhi al cielo, fa una smorfia buffa e sfila un plaid arrotolato dalla sua parte del divano per posarmelo sulle gambe. Poi inizia a spostarsi finché non è sdraiato dietro di me, il suo respiro profuma di menta. Avvolge un braccio attorno alla mia vita ed il suo brutto muso si appoggia all’incavo del mio collo. Chiude gli occhi.

Per quanto avessi pianto, non era tornata a prendermi.
Faceva freddo e la schiena mi doleva a contatto con la dura superficie gelata del gradino.
In quella posizione vedevo solo in alto.
La facciata dell’edificio era vecchia e scrostata. Una bandiera colorata pendeva mogia dalla sua asta e sovrastava l’entrata.
Avevo smesso di piangere e guardavo meravigliato il nero lassù in alto sfumarsi lentamente in azzurro.
Anche le mie manine erano livide, sporche di sangue rappreso e congestionate dal freddo.
Chiusi gli occhi, sfinito.
Il silenzio m’opprimeva mentre ogni piccolo respiro era come acqua gelida che entrava direttamente nei miei polmoni, affogandomi.
Era la fine? No.
Non ho mai avuto il coraggio di finirla.

Da quel momento il marmocchio era morto.
Ed in fondo credo che non fosse mai nato.

“Dormi con me, Michelle…” dice piano.
“Neanche per sogno.”
“Intendevo che non torno al laboratorio.”
“Bene.” rispondo ancora con il muso lungo.
Lo schermo si spegne e Linds si sfila gli occhiali, lasciandoli cadere sul tavolino assieme al remoto. Un attimo e poi…
“Mi dispiace.”
“È tardi per delle scuse.” gli faccio notare “Perché cerchi di distruggerti?”
“Non mi distruggo, sono solo curioso. Mi piace sperimentare e svuotarmi la mente di tanto in tanto.”
La stessa cosa che mi ha detto Raphael. Questo significa che il più dei suoi problemi se li tiene davvero per se.
“Sembri un topolino nella pelle di una balenottera…” mormora con un sorriso, accennando al pigiama che avevo preso in prestito.
“Non è colpa mia se la balenottera in questione è obesa.” rispondo con uno sbadiglio, strappandogli una risatina.
“Sì, Michelle, anch’io ti voglio beeeeeneeeeee.” fa divertito, schiacciandomi contro il cuscino del divano in un abbraccio.
Cerco di girarmi scocciata e mollargli un pugno ma lui previene il colpo, con facilità.
“Dormi…ti prometto che domani mi trovi qui.”
“Mmmmh.”
In fondo devo ammettere che sotto alla coperta è deliziosamente caldo ed il divano è molto comodo.
Sto scivolando addormentata, il braccio di Linds per cuscino.
Il click della lampada accanto al divano.
Il tonfo delle sneakers che cadono sul tappeto.
La coperta che scivola su fino alle mie spalle.
Un bacio leggero sulla tempia, il suo naso fra i capelli.
“Tu sarai la mia rovina, Michelle.”

Quella frase…all’inizio pensai di averla solo immaginata. Magari sognata.
Era incredibile quante cose potessero succedere nel giro di poche settimane.
Ma era tutto incredibilmente reale.
No. Non mi ero innamorata di lui, nemmeno per scherzo.
Aveva ragione, mi stavo affezionando, c’era una parte di me che non poteva farne a meno.
Linds era ermetico come una cassaforte ed avrei solo voluto capirlo.
All’epoca mi aveva già messo in guardia parecchie volte ma lasciai cadere l’avvertimento di quella sera come tutti gli altri.
A quel punto non mi ero ancora resa conto di quello che stava per accadere…ma era solo questione di tempo ormai.

She's breathing down a hole in my head
In the dirty half light where
Time means nothing at all

I'm calling out to someone
Anyone who'll have me
Does anyone need me?
Does anyone know how to cry?
What happens when I go?
What happens when it snows?
The Verve ~ Virtual world

~~~

Canzone del capitolo: The Verve ~ Virtual world.

Le note di questo capitolo sono:
- Yellow submarine e Lucy sono due riferimenti ai Beatles, naturalmente il primo si riferisce all'omonimo album e canzone del 1969 e il secondo accenna a Lucy in the sky with diamonds contenuta in Sgt. Pepper's Lonely Hearts Club Band del '67. L'ultima in particolare si dice che fosse stata scritta sotto effetto d'allucinogeni come l'LSD. Questa diceria negli USA scatenò un caso mediatico e portò ad imporre al gruppo britannico il divieto di tenere concerti su suolo Americano;
- Per Alcaloidi si intendono delle sostanze organiche azotate combinate con acidi, piuttosto comuni nelle piante. Generalmente tossici e dotati d'intensa attività fisiologica e allucinogena sul sistema nervoso. I più noti sono gli oppiacei (tra cui anche la morfina), la chinina, l'atropina e la stricnina. Un minimo sbaglio di dosaggio può portare all'intossicazione ed alla morte;
- Per costruire l'attacco di Linds ho preso come riferimento in negativo la crisi epilettica dove le onde cerebrali prendono un ritmo anomalo, eccessivo e sincrono; la mia idea nel caso di Linds è che il suo cervello quasi si fermi mentre l'eccessiva sudorazione del corpo, le palpitazioni ed l'abbassamento della temperatura corporea siano tutti segnali di rigetto della tossina accumulata. Anche il suo metabolismo accelerato che lo porta a divorare porzioni da battaglione dell'esercito lo ritengo un indizio dello stress subito dal suo corpo a causa della droga self-made...non so quanto questa teoria possa essere valida quindi se avete idee migliori, o meglio siete del campo datemi pure consigli! xD
- Penthouse è uno dei più noti canali porno americani a pagamento, per chi non lo sapesse;
- Nosferatu il vampiro è un film muto del 1922, di F.W.Murnau il primo a rielaborare in chiave cinematografica il romanzo gotico Dracula di Bram Stoker. Viene tuttora considerato un capolavoro del genere horror per l'atmosfera agghiacciante. Quando uscì nelle sale cinematografiche infatti, terrorizzò letteralmente il pubblico. La parte del vampiro venne interpretata da Max Schreck;
- Il Demeter o Demetri è la nave merci con la quale il Conte Dracula affronta il viaggio da Varna a Londra;
- Il latte, per esperienza personale, è un ottimo rimedio contro i veleni e le tossine...e Linds lo sa. =)

Questo capitolo è stato tremendo da scrivere, davvero.
Un po' per il fatto che lievitava ogni volta che credevo di averlo finito e revisionavo.
Un po' perché non volevo creare spoiler ma solo mettere in risalto alcuni dettagli. xD
Ormai posso dire che abbiamo sorpassato la metá della storia con certezza assoluta...
...e che il prossimo aggiornamento non sarà prestissimo. xD
Ho solo una bozza mal scritta e non ho molto tempo disposizione, che dire ci proverò ma questa storia mi piace troppo e non cadrò in tentazione di aggiornare appena ho il capitolo pronto...voglio betare finché non lo trovo perfetto. =)
Si ringrazia ovviamente Petitecherie per le sue recensioni! Grazie Cara! =*
Quindi alla prossima, sperando di non farvi aspettare troppo lungo!!!
Hermes

  
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