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Autore: happley    18/01/2013    4 recensioni
{ Missing Moments | Malinconica/Fluff/Slice of life | No Pairing }
Questa fic è scritta sulla stessa riga di “the missing piece”; anche questa, quindi, è ambientata nell’infanzia di Hiroto –Kira è morto, come nell’anime- ma ci spostiamo temporalmente più avanti.
Hitomiko qui ha circa diciotto anni, mentre Hiroto e gli altri bambini ne hanno otto/nove.
Stavolta mi sono ispirata alla canzone “Campanella” di Gumi. Cioè, quella canzone è tristissima çwwwwç
Genere: Fluff, Malinconico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Hitomiko Kira/Lina Shiller, Hitomiko Kira/Lina Shiller, Xavier/Hiroto
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Tematiche delicate
- Questa storia fa parte della serie ';omonimia;'
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Personaggi: Hitomiko Kira e Hiroto Kiyama; appaiono anche Osamu Saginuma, Haruya Nagumo, Fuusuke Suzuno, Ryuuji Midorikawa e Reina Yagami; sono nominati Natsuhiko Netsuha e Ren Togata.
Genere: Malinconica/Fluff/Slice of life.
Avvertimenti: Missing moments.

spaceship
 

“Oneechan, ma esiste un modo per mandare messaggi su in cielo?”
Hitomiko abbassò lo sguardo sul bambino dai capelli rossi: a volte le domande di Hiroto riuscivano ad essere talmente insolite da lasciarla basita.
“Ecco… non credo.” Rispose, cercando di sorridergli per nascondere la propria insicurezza.
Hiroto sembrò accusare il colpo: abbassò il volto e rimase a rimuginare per alcuni minuti.
“Capisco, lo avevo immaginato…” borbottò, poi si voltò e corse via.
Hitomiko sbatté le palpebre perplessa, quindi scosse il capo.
---
La casa era tranquilla, troppo tranquilla per un’abitazione che conteneva all’incirca un centinaio di bambini. Il silenzio era strano e preoccupante, la rendeva nervosa –come minimo preannunciava che Haruya stesse per dare fuoco ai capelli di Ryuuji, o che Natsuiko e Ren si stessero preparando a fare un qualche scherzo idiota alle bambine…
“Stai bene?” Hitomiko sussultò e si voltò verso Osamu, che aveva sollevato lo sguardo, accigliato, dal proprio quaderno per osservarla.
“Sì. Torna a studiare.” Disse lei, stizzita di essere stata colta mentre si distraeva. Osamu sospirò e stese il braccio sul tavolo per afferrare il libro di scienze, ma si bloccò a metà del movimento.
Si voltò verso la porta che dava sul corridoio e disse, “Mi sembra di aver sentito urlare.”
“Ecco!” scattò Hitomiko; tese l’orecchio anche lei, poi saltò in piedi e lasciò di corsa la cucina per andare nella stanza dei giochi.
Quando entrò, vi trovò Reina e Ryuuji che cercavano inutilmente di separare Hiroto e Haruya, i quali si stavano rotolando a terra scalciando, mordendo, graffiando, come piccoli selvaggi.
“Smettetela subito!” gridò Hitomiko. Tutti i bambini smisero subito di agitarsi e la guardarono –Reina e Ryuuji sollevati, Hiroto e Haruya sorpresi e colpevoli.
“Che vi è saltato in mente?” li rimproverò Hitomiko. Ci fu un secondo di silenzio, poi tutti e quattro i bambini iniziarono a parlare, sovrapponendosi l’uno all’altro, come risultato non si capiva niente.
“Okay, stop, uno alla volta per favore!” esclamò Hitomiko e tutti tacquero di nuovo. A quel punto si fece avanti l’unico altro bambino presente nella stanza, Fuusuke, il quale com’era per sua natura non aveva alzato un dito per aiutare chicchessia.
“Secondo me Hiroto ha fatto bene a picchiarlo.” Osservò, indifferente all’occhiataccia che Haruya gli lanciò.
“Fuusuke, questa non è una cosa carina da dire,” disse Hitomiko, poi si inginocchiò vicino ai due rossi e aggiunse, “Allora, Haruya, cosa hai combinato stavolta?”
Haruya borbottò la risposta a voce così bassa che non si sentì affatto, e Hiroto intervenne.
“Ha distrutto la mia navicella spaziale!” lo accusò indicando un ammasso scomposto di cartone che giaceva sotto la finestra.
“Era solo una stupida scatola!” gridò Haruya, diventando paonazzo.
“Era la mia navicella!” insistette Hiroto.
Hitomiko spostò lo sguardo da loro due alla scatola distrutta, poi sospirò.
“Avete sbagliato entrambi. Haruya, sei stato ingiusto.” Sentenziò. Haruya le mise il broncio.
“Ma anche tu, Hiroto… saltargli addosso così! Posso sapere almeno perché te la sei presa tanto per quella scatola?”
Hiroto le rivolse un’occhiata profondamente ferita, già prossimo alle lacrime.
“Non è una scatola! È una navicella spaziale, perché da grande sarò un astronauta! Volerò lassù in cielo…!” Non riuscì a dire altro: scoppiò a piangere così forte che tutti i bambini gli si avvicinarono per consolarlo, e persino Haruya, colto alla sprovvista, si mortificò e iniziò a scusarsi a ripetizione.
---
Parecchie lacrime e una cioccolata calda più tardi, Hitomiko riuscì a convincere i bambini ad andare a giocare fuori, così da lasciarle spazio per mettere a posto i giochi.
Il suo sguardo esitò a lungo sulla scatola di cartone. Si avvicinò e la rimise in piedi, non era ancora del tutto perduta: non sapeva perché Hiroto ci tenesse tanto, ma la risistemò ugualmente e gliela portò in camera. La luce era spenta, e appena entrata mise il piede su qualcosa.
Il rumore cartaceo –come di qualcosa che si accartoccia, un irritante fruscio- la sorprese.
Posò a terra la scatola e accese la luce.
Aeroplanini di carta color panna giacevano abbandonati sul pavimento, ricoprivano letto e scrivania, stavano infilati nei cassetti e nell’armadio aperti, e nel cestino, erano dappertutto.
Hitomiko li osservò, senza parole, poi abbassò lo sguardo e spostò il piede: ne aveva calpestato uno per sbaglio. Si chinò, lo prese, lisciò le ali rovinate, e notò le scritte.
Poche lettere ossute, storte, l’alfabeto dei bambini.
“Ti prego, torna a casa.”  Lesse. Alzò lo sguardo e d’improvviso capì: gli aeroplanini di carta portavano messaggi, erano pieni di desideri. Ne afferrò un altro, e poi un altro ancora, e un altro, Hitomiko non riusciva più a smettere di leggerli.
“Papà ti sta aspettando.”
“Perché sei salito in cielo?”
“Torna a casa. Papà è triste.”
“Verrò a prenderti. Lo giuro.”
Hitomiko strinse le frasi al petto, vicino al cuore, e pianse, e pianse.
 

spaceship
sending all of my feelings,
now,
I’m coming to see you

 
 
 
 
 
 
---**C’era una volta una melaH…**
Boa tarde.
Questa fic è scritta sulla stessa riga di “the missing piece” –ho intenzione di creare una serie che leghi queste due storie, più una terza che sto finendo, e il tema principale è il rapporto fra Hiroto Kiyama e Hiroto Kira.
Anche questa fic, quindi, è ambientata nell’infanzia di Hiroto –Kira è morto, come nell’anime- ma rispetto a “the missing piece” ci spostiamo temporalmente più avanti.
Hitomiko qui ha circa diciotto anni, mentre Hiroto e gli altri bambini ne hanno otto/nove.
Stavolta mi sono ispirata alla canzone “Campanella” di Gumi, alla quale appartengono le frasi citate in corsivo. Cioè, quella canzone è tristissima  voglio dire, sarebbe già tragica se non fosse stata ripresa da una favola triste, figuriamoci con questi presupposti  çwwwwç
Spero che la storia via sia piaciuta, spero di riuscire presto a scrivere la terza e ultima fic della serie.
Bacioni,
            Roby



  
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