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Autore: Iwantasmile    18/01/2013    17 recensioni
Fu in quel momento che l'anima mi vibrò.
Non ero altro che la sua serva, una semplice ed inutile serva.. e lui, era il mio padrone e il padrone di queste terre: il conte Justin Bieber, d'Inghilterra.
Era appena diciottenne, eppure il padre aveva messo nelle sue mani il potere di quel vastissimo territorio.
Ed io?.. Io ero solo uno dei suoi accessori. Eppure quando il suo sguardo si posò su di me, capii che non avrei fatto altro che stargli accanto per il resto della mia vita.
"Caroline.." Si affrettò a chiamarmi, risvegliandomi dai miei pensieri.
Mi voltai verso di lui e lo guardai aspettando che mi desse qualche compito da svolgere.
"Resta quì con me per oggi." Disse.
Farfugliai qualcosa, dopo di che aggiunse: "è un ordine.E tu, devi eseguire i miei ordini."
Cosa stava succedendo? .. Il mio cuore stava per esplodere.
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Justin Bieber
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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1789, Providence, Inghilterra


Urla strazianti mi invasero le orecchie, così mi fermai un secondo a capire a chi appartenessero.
Quando riconobbi quella voce poi, seppure consumata dalle urla, mi alzai correndo e raggiunsi la stanza di Justin in un istante.
Si stava nuovamente dimenando nel letto, con il viso corrugato e i pugni stretti.
Era la seconda notte d fila.
Senza perdere tempo mi fiondai su di lui e cercai di svegliarlo.
“Justin.. Justin svegliati.” Urlai, per sovrastare le sue urla.
Dovetti scuoterlo più volte, prima che si calmasse e che aprisse gli occhi.
Mi guardò spaesato, e per un istante tremò, dopo di che impulsivamente lo abbracciai.
Il suo petto si scontrò contro il mio viso, e involontariamente mi misi ad ascoltare il suo battito.
Sembrava come se il suo cuore battesse da dentro per uscirgli dal petto.
Mi mise un braccio attorno le spalle, e lentamente il battito tornò regolare.
“Justin..” Dissi per introdurmi al discorso.
Qualcosa non andava, e lui non voleva parlarne con me.
Mi allontanai da lui e lo guardai negli occhi.
“Caroline mi dispiace di averti svegliata io..” Disse, ma lo fermai prima che potesse finire.
“Devi dirmi cosa succede Justin. Anche se non vuoi parlarne con me, so perfettamente che qualcosa non va. Vuoi parlarne magari, con Odette?” Chiesi, pensando di essere io il problema.
“No Caroline.  Il punto è che non c’è nulla di cui preoccuparsi, sono solo sogni.” Disse facendo spallucce.
“No, Justin. Non sono solo sogni, il tuo cuore batte talmente veloce che sembra voglia uscirti dal petto, sei sudato, nervoso e ti dimeni. Sono delle crisi.”Affermai sicura delle mie parole.
Mi aspettai che mi urlasse contro, che dicesse che era solo una mia fantasia.. invece, non disse nulla. Abbassò lo sguardo e si strinse le mani.
“Ne sei consapevole, non è vero?” Chiesi cercando il suo sguardo.
Alzò la testa e mi fissò qualche istante negli occhi, talmente intensamente che mi sentii in imbarazzo.
“Credevo fossero solo degli incubi. Fino a sta notte. Era lo stesso di tutte le notti precedenti dalla morte di mio padre, ma prima riuscivo a gestire la paura nel sonno.. Ora.. non so come fare.” Ammise poi, con voce fioca.
Lo vidi agitarsi poco a poco.
Mi misi a sedere per bene, e gli presi una mano.
Iniziai lentamente ad accarezzargli il palmo.
“Cosa sogni?” Chiesi poi, lentamente, sfiorando con la punta del dito tutte le linee della sua mano.
Sospirò e si agitò ulteriormente.
“Prima vedo noi due ad una festa.. poi improvvisamente mi trovo nella stanza di papà.. lo vedo infilarsi dentro il letto quando un uomo, nell’ombra, arriva e gli stringe le mani intorno al collo soffocandolo. Le sue urla, le sue lacrime.. il modo in cui si dimena nel letto.. sono niente in confronto al fatto che io sono la, ma che non riesco a muovermi. Non posso fare nulla per salvarlo.” Concluse mentre la voce gli si spezzò in gola.
Mi rabbuiai anch’io, ma non smisi di accarezzargli la mano, notando che questo lo calmava.
Funzionava sempre con il mio fratellino più piccolo. Ogni volta che piangeva, o che stava male, bastava accarezzargli il palmo della mano perché si tranquillizzasse.
E lo stesso accadeva con Justin, che infondo era solo un ragazzino cresciuto troppo presto.
“Credi, che voglia significare qualcosa?” Chiesi vedendolo evidentemente più tranquillo.
Esitò prima di rispondere, come se stesse constatando se fidarsi o meno di me.
Poi annuì.
“Credo che qualcuno abbia ucciso mio padre, e non che sia morto per cause naturali.” Disse.
Istintivamente corrugai la fronte cercando di comprendere le sue parole.
Chi avrebbe mai potuto ucciderlo qui in casa sua?!
“.. Magari è solo un sogno..” Farfugliai per non farmi prendere la mano.
“L’hai detto anche tu che i miei non sono solo sogni. E sono sicuro che finchè non scoprirò la verità non smetterò mai di sognare la stessa identica scena.” Continuò.
“Forse è così.. o forse.” Non mi fece finire.
“O forse sono pazzo? .. No Caroline, non lo sono. Fidati di me.” Disse serio.
Come potrei non fidarmi di lui?.. Come, mi chiesi.
Sospirai.
Aveva bisogno di fiducia, ed io avevo precedentemente giurato a me stessa che avrei fatto di tutto per lui, a partire dalle piccole cose.
“Mi fido. Hai qualche sospetto?” Chiesi poi respirando profondamente.
In cosa mi stavo cacciando?
Sorrise maliziosamente  fissandomi.
“Ho idea che tu sia più pazza di me.” Disse poi con voce bassa, roca e sensuale che mi fece alludere ad altro.
Probabilmente si accorse che la mia mente si era distaccata dalla nostra conversazione perché mi fissò strano.
“Caro..” Disse come per svegliarmi.
Sorrisi e scossi la testa per scacciare il pensiero del suo corpo dalla mia mente.
“Si certo allora.. vogliamo far iniziare le indagini?” Chiesi nascondendo l’imbarazzo.
Lui annuì prontamente e mi sorrise.
“Vuoi iniziare dal personale?” Chiesi, indicando la porta, senza sapere perché.
Ogni volta che iniziavo a fare qualcosa,mi lasciavo prendere totalmente, ed incondizionatamente. Ecco perché ora avevo paura di esagerare.
“Caroline.. direi di iniziare domani..” Disse poi sorridendo.
“Ma certo.” Risposi. Ecco mi ero lasciata prendere la mano in un secondo solo.
Come potevo non essermi accorta che era notte?
“Buonanotte.” Dissi incamminandomi verso l’uscita.
Quando raggiunsi la porta sentii dei passi alle mie spalle, così mi voltai di scatto trovandomi faccia a faccia con Justin.
Mi sorrise maliziosamente, dopo di che con entrambe la mani mi prese il viso e lo avvicinò al suo, facendomi stare sulle punte dei piedi.
Lentamente i miei occhi videro i suoi farsi sempre più grandi e vicini, fin quando non li vidi chiudersi.
Istintivamente li chiusi anche io e mi concentrai su ciò che accadde introno.
Le sue labbra si poggiarono delicatamente sulle mie, permettendomi di abituarmi a questo nuovo contatto.
Ero totalmente inesperta di baci, e non sapevo come muovermi.
Ma non riuscii nemmeno a preoccuparmi in quel momento, visto tutta la confusione che si iniziò a creare in ogni mio singolo nervo, in ogni mia singola vena.
Il cuore iniziò a battermi all’impazzata, quando dopo qualche istante le labbra di Justin scoccarono un sonoro bacio alle mie.
Non mi mossi, non ricambiai, non respirai.
Mi voltai ed uscii dalla stanza accompagnata dal suo sguardo e dal suo sorriso.


Ehila :33
Lo so è corto scusatemi, ma ho taaantissime pagine di storia da fare uff çç
Capitemi.. çç
Spero vi piaccia.
VI RINGRAZIO PER LE RECENSIONI. Cioè ogni volta non so cosa scrivere per farvi capire quanto mi aiutino, quanto mi facciano piacere e quanto mi incoraggino ad andare avanti. Tutto quello che dico mi sembra sempre troppo poco per farvi capire che vi amo kasjdaksda
Un bacione
Erika

@I_amawolf

MI SCUSO PER EVENTUALI ERRORI.
  
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