Finalmente arrivai all'aeroporto di Londra.

Girai per mezz'ora in cerca della mia nuova "famiglia", ma a quanto pare non si era nemmeno sprecata di scrivere in un cartellone il mio nome così che io potessi riconoscerli, come fecero alcune altre famiglie lì presenti.. allora lo feci io. Aprii la valigia e presi un foglio, scrissi in modo ben leggibile "FAMIGLIA RUBERT" e gironzolai per una seconda volta l'intero aeroporto finché una signora alta, magra, quasi anoressica, pallida, labbra rosso fuoco, occhi di ghiaccio e capelli neri con delle meches rosse e verdi e un signore alto, muscoloso, scuro di carnaggione, con occhi di un color nocciola veramente troppo chiaro che stonava con il colore della pelle mi fecero cenno con la mano ed io mi avvicinai..

Io: -Salve, siete voi la famiglia Rubert?- chiesi gentilmente

Lei: -Eh chi se no! Babbo Natale!?!- rispose irritata, poi continuò -comunque, io mi chiamo Caroline-Jade mentre sto rincoglionito si chiama Luke, ed è mio marito e tu sarai nostra figlia!- disse fredda

Luke: -Rincoglionito a chii? Se lo dici ancora una volta ti spacco la faccia!!- disse urlando

CJ: -Io lo dico quanto mi pare e piace, capito!?! Eh ora muoviamoci! Dobbiamo far pulire la casa a questa povera sgualdrina!!-
 

-COME, COME?! PULIRE COSA!? No, no, no... non ci penso nemmeno! Non sono mica stata adottata per essere schiava di qualcuno!!- pensai, senza il coraggio di dirlo.
 

Luke mi spinse in macchina e buttò, nel vero senso della parola, le valigie nel sedile posteriore, affianco a me, colpendomi la faccia lasciando dei segni rossi per tutto il tragitto.

Ci fermammo davanti alla loro casa, che presto sarebbe diventata il mio inferno. Si trovava nella periferia di Londra, era molto grande ma molto malandata: muri con crepe, pavimenti rotti, mobili squarciati, porte graffiate, le piante del giardino morte.. UN DISASTRO!! Non vorranno farmi mettere apposto tutta la casa, spero!!

Luke mi condusse alla mia camera. Era piccola... c'era solo un letto, un comodino e uno specchio. Niente armadio, niente scrivania, niente termosifone, niente finestra... mi sembrava una cella!! Iniziai a pensare che quella stanza, un tempo, la usassero come sgabuzzino. Mi dovetti accontentare. Posai le mie valigie ai piedi del letto e, sfinita, mi misi a dormire.