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Autore: Ceci Princessofbooks    07/08/2007    2 recensioni
Sta per iniziare il quarto anno a Hogwarts,ma una serie di eventi inquietanti sconvolge la quiete del rientro: un misterioso mago lancia maledizioni a Privet Drive, Harry sogna un misterioso simbolo, una schiera di creature oscure attenta alla sua vita, e una ragazza dal passato ammantato d'ombra, Ween Hallo, sembra custodire un terribile segreto...Una serie di domande tomenta i nostri amici: sarà davvero Voldemort il nemico che si cela dietro le aggressioni di Harry? Cosa riguarderà il "patto" di cui parlano Silente e Ween nei loro numerosi incontri? Ma soprattutto ,cosa custodisce lo strano pentacolo intravisto da Harry,e a cui sembra sia legato qualcosa che potrebbe decidere le sorti del Mondo dei Maghi? In una spirale di eventi misteriosi ed inquietanti,Harry si troverà davanti ad una battaglia che dovrà vincere. Ma la vittoria,queta volta,esigerà un tributo...
Genere: Drammatico, Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Potter, Nuovo personaggio
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Le chiome frondose delle querce secolari rilucevano al pallido chiarore lunare,proiettando lunghe ombre contorte sul sentiero che serpeggiava nel bosco;coltri di nubi fioccose si muovevano lente nel cielo,oscurando le stelle

Ciao a tutti,gentaglia filo-HarryPotteresca!

Innanzi tutto,desidero come sempre ringraziarvi per voler leggere la mia storia:siete il mio primo pubblico ufficiale,il banco di prova per ogni giovane scrittore,quindi abbiate un po’ di pazienza…

Cooomunque, forse qualcuno di voi ha già avuto il bene(o la disgrazia) di leggere le mie fanfic.,e per la gioia(seeeee come no) di quest’ultimi vi informo che non ho abbandonato Vegeta e che,come sempre,sto lavorando come un piccolo manovale giapponese sottopagato per sfornare i nuovi capitoli su cui ho rimuginato fino ad ora senza scrivere più di mezza frase al giorno…

Ma lasciamo perdere i penosi dettagli sulla mia produzione;per quelli che invece mi conoscono solo ora,occorre una presentazione come si deve: il mio nome è Ceci,adoro Sherlock Holmes,i libri,la scrittura,il disegno,e nonostante sia assolutamente pazza di Vegeta,ho voluto provare a mettere su carta(o, in questo caso, su schermo) un’ideuzza della mia amica Food di parecchie lune fa,riveduta leggermente dalla sottoscritta.

Spero che il prologo vi piacerà,sebbene(che ricchezza lessicale,eh?)ospiti un concentrato di incantesimi mortali,riflessioni talmente tristi da tagliarsi tutte le vene buttandosi giù da un ponte e altre cose poco carine…

Ma non perdiamo altro tempo,vi lascio alla lettura di questo mio scritto,e mi raccomando,non mi stancherò mai di ripeterlo,recensite in tanti (da che pulpito,io mi dimentico sempre di farlo…)!  

Ciaociao da Ceci,e arrivederci alla prossima fanfiction!

PS:Se avete voglia di scannucciare nella mia produzione letteraria HarryPotteresca,leggete i primi capitoli di “Haylinn Sangue di Serpente Anima di Leone”…l’idea è di HarryEly,ma abbiamo deciso di diventare socie,adottando l’umilissimo pseudonimo di “TheHalfBloodprincess”(che modestia assoluta,eh?):se vi va di incontrare un’altra bella ragazza con tanti problemi,dateci uno sguardo…

PS del PS:Per colpa della mia ignobile ignoranza per quel che riguarda il mondo di Harry Potter,sono a corto di nomi di incantesimi e non posso certamente andare avanti a forza di “Avada Kedrava” ed “Expeto Patronum” (i miei nebulosi ricordi su questo tema si fermano tristemente qui);se qualcuno volesse aiutare una povera scrittrice a corto di formule,potrebbe mandarmi qualche incantesimo assieme alle recensioni?

Grazie in anticipo per il vostro spirito da buoni samaritani,e ora godetevi(questa volta sul serio)la storia!   

 

PROLOGO

 

“ Nelle mie mani posso stringere il destino degli altri…ma non il mio”

 

Le chiome frondose delle querce secolari rilucevano al pallido chiarore lunare,proiettando lunghe ombre contorte sul sentiero che serpeggiava nel bosco;coltri di nubi fioccose si muovevano lente nel cielo,oscurando le stelle.

D’improvviso una luce squarciò la notte,alzandosi oltre gli alberi simile ad un fulmine.

Un tronco cedette con uno scricchiolio,schiantandosi a terra.

Una nuvola di acre fumo nero si alzò dalle radici della pianta,avvolgendosi in sinistri  e fluidi filamenti nel cielo fosco.

La ragazza cadde su un fianco con un tonfo. Una fitta lancinante alla spalla le mozzò per un attimo il fiato.

Con un leggero mugolio di dolore,la giovane si rialzò,girandosi a guardare oltre il grosso albero.

L’intera foresta era immersa nel più assoluto silenzio,appena increspato dal suo respiro affannato,ma l’aria palpitava ancora dell’energia magica appena usata.

Si scostò una ciocca di capelli dalla fronte,scrutando tra le ombre del bosco,alla ricerca di un minimo segno di vita. Improvvisamente,un rumore alle spalle,poco più forte di una foglia che cadeva. Strinse la bacchetta tra le dita,tanto che le nocche sbiancarono.

Poi,senza preavviso,un’ ombra sgusciò fuori dalla vegetazione,attaccandola da dietro con un urlo disumano.

Il suo corpo si mosse prima della sua mente:con uno scatto fulmineo si girò,la mano afferrò il polso dell’aggressore,il legno dell’arma magica si puntò contro il suo petto.

Un singulto di terrore uscì da sotto il cappuccio:lo stregone  non doveva avere neanche vent’anni,poco più di un ragazzo,probabilmente arruolatosi in quell’esercito maledetto più per gioco che per convinzione…

Le labbra della ragazza si serrarono,i suoi occhi,dello stesso gelido azzurro degli iceberg,saettarono verso di lui,senza un’ombra di pietà –Avada Kedrava!-urlò,come se quelle parole fossero state fatte di veleno. Un raggio di un verde acerbo saettò verso il ragazzo. Il suo urlo di terrore si spense in un gorgoglio agonizzante.

La giovane lasciò cadere a terra il corpo esanime,tornando all’erta.

Come volevasi dimostrare,dopo pochi secondi cinque figure incappucciate sbucarono dal folto del bosco,le punte delle bacchette illuminate dalla stessa luce verde.

Due degli aggressori si lanciarono verso di lei,pronti a sferrare l’attacco,ma un lampo rosso sangue gli sbalzò all’indietro.

La ragazza si sbilanciò in avanti,pronta al colpo di grazia,quando un terribile bruciore la sorprese alla schiena. Un piccolo e rauco grido le scaturì dalla gola:mille invisibili aghi le perforavano la pelle,propagandosi a tutto il corpo,accecandola…

 Nonostante il dolore la maga si voltò,giusto in tempo per vedere la bacchetta che l’aveva colpita,e il sottile fumo color smeraldo che le si alzava dalla schiena.

Successe tutto in pochi secondi:con un ringhio sofferente si girò con disumana velocità,saltando indietro e alzando il braccio verso l’alto:il mantello scuro volteggiò dietro di lei,accompagnando i suoi movimenti;una sfera d’energia verde si formò sulla punta della bacchetta nella mano tesa,lanciando riverberi di luce sugli alberi circostanti. La ragazza scattò improvvisamente in avanti,abbassandosi e conficcando nel terreno l’arma magica –Avada Kedrava!-urlò rabbiosamente,e una scarica di energia serpeggiò verso gli assalitori,squarciando prepotentemente il terreno del sentiero.

Le raffiche mortali colpirono gli stregoni,strappando loro un grido di stupore e paura prima di abbandonarli a terra senza vita:rantoli agonizzanti si levarono ancora nell’aria insieme a perfidi sfrigolii,poi più niente.

Un silenzio di morte calò sulla scena,rotto solo dal respiro affaticato della maga.

Appena si riprese tornò ad alzarsi,preparandosi di nuovo alla fuga;per un attimo il suo sguardo si posò sulle sue vittime,e un ombra oscurò i suoi occhi chiari:la maggior parte di quei sicari era poco più grande di lei,con una vita davanti,dei genitori,degli amici,forse con ancora il ricordo del primo bacio…

Strinse i pugni:perché,perché aveva dovuto ucciderli?Perchè guardava solo con un malinconico distacco quelle attività,così normali per la sua età?Perchè doveva calibrare,razionalizzare,organizzare ogni sua decisione?Perchè si era negata la sua giovinezza?

Abbassò la testa,ritrovandosi a osservare la sua immagine riflessa in una pozzanghera:scorse il viso,ovale e pallido,su cui campeggiava un’espressione troppo matura,i capelli,spettinati e aggrovigliati,risultato di una lunga peregrinazione,e gli occhi,algidi e impenetrabili…occhi di chi ha provato troppe volte la meschina freddezza dell’uccidere qualcuno,occhi che non appartengono all’adolescenza…occhi tristi,due mari tormentati e lividi nascosti dietro una corazza di ghiaccio…La giovane distolse lo sguardo con un sussulto,girandosi verso l’interno del bosco. Fredde gocce di pioggia presero a scendere dal cielo plumbeo,scivolando sopra il suo viso.

-Perché- pensò alzando la testa verso le nuvole minacciose- perché ho dovuto imparare a uccidere così presto?-.

Alzò il cappuccio nero,riallacciò la bacchetta alla cintura di cuoio e si avviò per il livido tratto di terra grigia.

 

 

   
 
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