Libello
d’addio
Come posso raccapezzarti della antitipia?
Debbo assembragli, forse? Compendiato come lui?
Compulsivamente?
Che Partouze encefalastenico.
Calibeare una persona? M’affami
arenoso?
Apocatastasi appetisco: maggia alla mia attualità,
soprana all’atmosfera innuba con quel partimento aborrente,
fogla inveente!
Colere anaclico l’aporetica: niente
inframettenza!
Non m’invulvi perché inaffettato?
perché traligno? Son sodale e amasio colla trazzera chel mio
atticismo saprà propinquare ella mia colcodea elicere.
Eppure,
voglio reincontrarti un giorno, prima o poi.
Allora, io spero,
capirai come si valuta qualcuno.
Sino ad allora, questo è
il mio addio.