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Autore: jas_    19/01/2013    19 recensioni
Quando Niall mi aveva raccontato la sua idea, a primo impatto gli ero scoppiato a ridere in faccia, Holmes Chapel non mi mancava per niente ma abbandonare Londra, la mia Londra..
Poi però pensandoci bene un po' di tranquillità non avrebbe fatto altro che giovare e nonostante mia madre e il mio patrigno mi dicessero sempre che appoggiavano la mia scelta il cuor mio sapevo che non era così fino in fondo.
Non avevo intenzione di sparire dalla circolazione, scappando in una qualche isola dispersa nell’oceano e Dublino mi era parsa la scelta migliore. Non troppo popolata ma nemmeno diversa da come ero abituato a vivere. Dopo averci riflettuto su una notte, avevo chiamato Niall e gli avevo chiesto se gli andava di avere un coinquilino: ovviamente lui mi aveva accolto a braccia aperte.
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Niall Horan, Nuovo personaggio
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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28. Neev

 
 
 
Spensi il lettore dvd e rimasi ad osservare lo schermo blu della televisione con lo sguardo assorto. Lanciai un’occhiata all’orologio, erano le tre e mezza del mattino e io non avevo per niente sonno. Non un mezzo sbadiglio, un po’ di sbadataggine, gli occhi chiusi per un istante in più. Nulla. Niente che potesse dare segno di cedimento. Ero più sveglia e lucida che mai. La mia mente continuava a pensare, ripensare, sempre alla stessa cosa. Alla stessa persona. Harry.
Erano ormai due settimane che non lo vedevo né lo sentivo, e mi mancava. Da morire. Quando una volta mi aveva chiamato Niall e avevo sentito la sua voce in sottofondo, mi erano venuti i brividi. Avrei dato qualunque cosa per poterlo rivedere o tornare indietro nel tempo e comportarmi in maniera diversa. Ma infondo, cosa sarebbe cambiato? Lui le cose che mi aveva detto le avrebbe pensate comunque, e in una maniera o nell’altra le avrebbe tirate fuori. La mia testa rimbombava di pensieri e domande che si scontravano continuamente le une con le altre e cercavano di attirare la mia attenzione, di venire a galla. Avevo bisogno di sfogarmi, ma la persona più adatta che mi veniva in mente era sempre e solo lui. La causa di tutti i miei problemi, ma allo stesso tempo la soluzione.
Stavo impazzendo, me lo sentivo.
Eilis continuava ad insistere sul fatto che ci fosse stato soltanto un enorme malinteso e che sia io che Harry fossimo troppo cocciuti e orgogliosi per trovarci, parlarne, e risolvere la cosa. Era convinta che lui volesse mettere fine al sesso tra di noi, ma che non voleva buttare via la nostra amicizia. La sua teoria a mio parere faceva acqua da tutte le parti, non ci voleva una gran padronanza del linguaggio per distinguere “non voglio più venire a letto con te” da “non voglio più avere a che fare con te” che in sostanza era quello che mi aveva detto lui. Secondo me erano tutte delle giustificazioni che si cercavano di trovare per spiegare il comportamento infondato di Harry. Prima mi portava nel backstage e al concerto di Ed Sheeran e poi mi lasciava così, in un attimo. Era una cosa insensata.
Eppure Eilis non demordeva – per quanto non sopportasse Harry – e sosteneva che anche Niall la pensasse come lei, che Harry voleva smettere di venire a letto con me perché teneva a me di più rispetto a una con cui divertirsi quando ne aveva voglia.
Per quanto ci rimuginassi sopra, il problema era che non c’era nessun comportamento in lui che mi suggerisse che voleva qualcosa di più oltre al semplice sesso. Qualcosa di più profondo ed intimo. Ero certa che da un momento all’altro mi si sarebbe fuso il cervello a furia di pensarci, stavo per alzarmi dal divano e andare a farmi una doccia per rilassare i nervi quando mi venne in mente la sera del concerto.
Ero talmente presa da Ed e da tutto il resto che mi ero quasi completamente dimenticata del bacio. Ricordandolo però, mi resi conto che c’era qualcosa di strano. Avrei osato dire speciale.
Da quando conoscevo Harry, quello era stato il primo bacio che mi aveva dato senza secondi scopi, senza pretendere qualcosa in più da me. Era stato strano, quasi romantico, considerando che tra me e Harry c’era stato poco spazio per le romanticherie, anzi. Il romanticismo era un termine estraneo a noi due come coppia.
Ricordai il momento esatto in cui Harry mi baciò, Ed stava cantando “Give Me Love”, come dimenticarla quella canzone, una delle mie preferite. Subito mi vennero in mente le parole di Harry di poco tempo prima, alle quali io non avevo dato molto peso, lì per lì.
“Hai solo bisogno di qualcuno che ti ami come meriti. Prima poi arriverà” che io avevo sminuito con un “certo, intanto nel frattempo mi scopo Harry Styles”.
Tutti i pezzi sembravano ricollegarsi tra di loro come un puzzle, forse era la mia mente malata che era in grado di fare insinuazioni tra fatti che probabilmente non c'entravano nulla gli uni con gli altri, o forse, una volta ogni tanto, ci avevo azzeccato.
Non avevo tempo per pormi certi quesiti o per le indecisioni, l’unica cosa che potevo fare per sapere se ero da rinchiudere sul serio in un manicomio l meno, era andare da Harry e domandarglielo.
Poco m’importava se era notte fonda o mattina presto – dipendeva dai punti di vista – se non c’erano autobus in servizio a quell’ora e la strada da casa mia a casa sua non si poteva definire corta. Io dovevo andare da lui.
 
Mezz’ora dopo, con due chili in meno per la corsa sfrenata e il fiatone che mi impediva di parlare, ero davanti a quella palazzina dai mattoni rossi ad osservare la finestra della camera di Niall dato che quella di Harry dava sul retro. Trovai il portone aperto, così entrai nell’abitacolo e salii al quarto piano. Rimasi immobile alcuni secondi davanti alla porta, tutta quella decisione che mi aveva spinta a vestirmi e ad uscire per le strade di Dublino ormai all’alba cominciava a scomparire. Prima di cambiare completamente idea bussai, attendendo con impazienza che qualcuno venisse a rispondere.
Dopo alcuni minuti la porta si aprì, lasciando scoprire un Niall dal volto assonnato e i capelli più spettinati del solito.
«Ma chi è che bussa alle…» cominciò a farfugliare, «Neev?» disse poi sorpreso, vedendomi lì sul suo pianerottolo.
Annuii, «c’è Harry? Devo parlargli.»
Lui annuì incerto, «non potevi aspettare almeno il sorgere del sole?»
«Il tempo è denaro» ribattei, sorridendogli.
Il quel momento sentii la sua voce.
«Chi è che rompe a quest’ora?» domandò.
«Indovina?» disse Niall.
«Se è Eilis è la volta buona che…» si zittì non appena mi scorse. Dalla sua espressione sembrava che avesse visto un fantasma.
In quel momento il mio corpo era tutt’un insieme di nervi tesi, ansia, paura ma allo stesso tempo felicità per averlo lì, a pochi centimetri da me, bello come sempre. Anche con la voce impastata dal sonno, gli occhi appiccicosi e i capelli che assomigliavano più ad un nido di uccello talmente erano crespi e spettinati.
«Che ci fai qui?» mi domandò, sorpreso.
«Io vado a dormire» s’intromise Niall, «non disfatemi la casa.»
Mi fece l’occhiolino sorridendomi a malapena prima di dileguarsi e rifugiarsi in camera. Tornai a concentrarmi su Harry, che mi guardava serio in attesa di una risposta. Aveva l’espressione dura e impassibile, in quel momento mi attraversò la mente l’idea che forse avevo sbagliato tutto. I miei ragionamenti, l’essere piombata nel suo appartamento in piena notte, tutto. Se fossi rimasta a casa mia ad aspettare che il sonno prendesse il sopravvento forse sarebbe stato meglio.
«Volevo parlare» sibilai quasi.
Harry annuì e si spostò dall’entrata per farmi strada verso il salotto. Non potei che osservare il suo fisico, ai miei occhi perfetto, mentre camminava davanti a me, avevo una voglia assurda di toccare la sua pelle liscia, sentire la sua voce calda e profonda parlarmi nell’orecchio e le sue labbra morbide sulle mie. Deglutii sedendomi sul divano e cercando di ricompormi.
«Cosa c’è di così urgente da piombare qua a quest’ora?» mi domandò.
«Io…» iniziai a farfugliare, «mi manchi» sputai lì, molto schiettamente.
L’espressione di Harry mutò, era sorpreso, ma allo stesso tempo confuso, lo vedevo.
«E credo di non averti lasciato la possibilità di spiegare e vorrei che lo facessi, così se qualunque cosa avessimo in ballo è finita, io posso mettermi il cuore in pace» continuai tutto d’un fiato. «Quello che volevi dire tu, è proprio questo?» domandai poi, sperando vivamente che la sua risposta fosse negativa.
«Se voglio smetterla di vederti e tutto il resto?» specificò lui.
Annuii, non ci sarebbero stati più equivoci, qualunque fosse stata la sua risposta, quella era, senza insinuazioni strane o altre cose.
«No» mormorò Harry guardandomi di sottecchi, rilassai immediatamente le spalle sentendomi meno tesa, nonostante l’agitazione continuasse ad essere in me. Non poteva rispondermi così a monosillabi, doveva argomentare. Su Harry, dì qualcosa.
«Io non voglio smettere di vederti Neev» riprese lui, «forse mi sono espresso male, anzi, certamente è stato così. Quello che intendevo dire io è che voglio che questa storia dell’andare a letto insieme finisca. Voglio continuare ad essere tuo amico però, se sono ancora in tempo» mi sorrise speranzoso.
«Certo che sei ancora in tempo» dissi subito, mentre un sentimento di felicità si faceva spazio dentro di me, «però posso chiederti una cosa?» Harry annuì, «perché hai deciso di finirla?»
Lo vidi sussultare leggermente e stringersi le mani a pugno, lo avevo messo in imbarazzo, era agitato, lo si vedeva.
«Beh, ecco…» cominciò, passandosi una mano tra i capelli.
«Se non ti piaccio più, o ne hai trovata un’altra meglio di me non avere scrupoli a dirlo» cercai di aiutarlo.
«No! No!» si affrettò lui a ribattere, «certo che no! E’ che…»
Avevo più ansia addosso in quel momento che alcuni minuti prima, e la lentezza e la difficoltà con cui Harry formulava le frasi non faceva altro che farla aumentare.
«Vedo qualcosa di più in te che il semplice sesso» concluse.
Lo guardai incerta, non aveva senso ciò che aveva detto, o almeno, forse infondo avevo capito ciò che voleva dire ma ero troppo cocciuta per ammetterlo a me stessa, proprio com'era successo con Eilis.
«Sei una ragazza meravigliosa, divertente, simpatica, bella, intelligente e con delle ragazze del genere non si va solo a letto. E’ un’eresia» riprese.
Lo guardai incredula, ero sull’orlo del pianto, me lo sentivo, dalla gioia però. Nessun ragazzo prima di allora mi aveva detto niente del genere, e invece Harry eccolo lì, mezzo stravolto per le ore di sonno che gli erano state tolte, in boxer, a parlarmi a cuore aperto, come mai lo avevo visto fare.
«Sai, un po’ di tempo fa ti ho detto che tu avevi bisogno di un ragazzo che ti amasse come meritavi, e lo pensavo davvero. Lo penso tutt’ora. Allora però, credevo che non fossi io quello per te, io ero quello che ti consolava e ti faceva compagnia, non quello che ti amava. Ora però Neev, mi sono reso conto che forse quella persona di cui hai bisogno accanto a te sono io, credo di poterti dare tutto l’amore di cui hai bisogno, e amarti come meriti.»
Lo guardai interdetta, in quel momento il mio cervello era in blackout, era andato letteralmente in corto circuito dopo le parole di Harry. L’unica cosa a cui riuscivo a pensare era "è un sogno", Harry Styles che fa una dichiarazione che fa un baffo al migliore dei libri di Nicholas Sparks deve essere un sogno, perché lui non può amarmi.
Io ero la Neev svampita, cicciottella, coi brufoli e l’apparecchio, un po’ maschiaccio, lunatica, testarda e manesca, com’era possibile che Harry Styles si fosse innamorato di me? Mi diedi un pizzicotto sul braccio, sentendo il dolore più vivo che mai, vidi Harry sorridere al mio gesto, «non stai sognando Neev, è tutto vero.»
In quel momento mi tornarono in mente le parole di Eilis.
Harry è il tuo principe azzurro, solo che non è gay.
Forse aveva ragione, Eilis era l’unica che ci aveva azzeccato in tutta quella caotica storia che aveva dell’inverosimile.
Harry era davanti a me, mi aveva parlato col cuore in mano dichiarandomi tutti i suoi sentimenti, ora spettava a me decidere se accettare l’amore che mi stava offrendo non su piatto d’argento, ma bensì d’oro, o meno.
«Sei sicuro di quello che stai dicendo, Harry?»
«Come lo sono stato poche volte in vita mia.»
Una delle tante lacrime che minacciavano di solcarmi il viso mi sfuggì, rigandomi liberamente la guancia, fino ad arrivare al mento.
Harry mi porse la mano, come per spingermi ad andare da lui. Io non la presi, mi rifiutai di farlo. Gli saltai letteralmente addosso affondando la testa nell’incavo tra il suo collo e la spalla e respirando quel profumo che solo allora mi accorsi essermi mancato così tanto.
Sentii le mani di Harry accarezzarmi la schiena ma per una volta senza avidità o malizia o qualunque atteggiamento che comportasse qualcosa di più. Quello era un semplice abbraccio, un semplice e casto abbraccio.
«Allora, che ne dici?» lo sentii domandare.
Annuii staccandomi leggermente da lui e tirando su col naso. I suoi occhi brillavano come sempre, nonostante fossero un po’ assonnati.
«Non sono pratica nelle relazioni col sesso opposto» borbottai, leggermente imbarazzata.
Harry sorrise, accarezzandomi una guancia e reprimendo uno sbadiglio, «non sei l’unica, ma c’è tempo per imparare, e possiamo farlo insieme. Se vuoi.»
Annuii sicura, quella era una cosa completamente nuova per me, ma sapere che nell’affrontarla avrei avuto Harry al mio fianco mi infuse il coraggio di cui avevo bisogno. Tutta quella situazione era a dir poco surreale per me, e nonostante il pizzicotto che avevo sentito più che bene sulla mia pelle dimostrasse il contrario, stentavo ancora a crederci.
«Ora che ne dici se andiamo a letto?» mi propose.
Lo guardai confusa per un attimo prima di scoppiare a ridere senza riuscire a trattenermi.
«Insomma... Non letto letto, a dormire» si corresse subito lui, diventando rosso come un peperone.
Mi coprii la bocca con una mano cercando di fare il meno rumore possibile per non svegliare Niall, «va bene» accettai infine, seguendo Harry in camera.
Mi sentivo un po’ a disagio nel togliermi i pantaloni e coricarmi semplicemente accanto a lui lasciando che mi circondasse il corpo con un braccio e mi stringesse a lui, ma quando appoggiai la testa sul suo petto e sentii il suo ventre alzarsi e abbassarsi a tempo col suo respiro rilassato capii che non c’era niente di più naturale.
«Ti amo, Harry» sussurrai poi, alzando lievemente la testa e baciandogli la base del collo.
Lui alzò il braccio destro e prese ad accarezzarmi lentamente i capelli, sbirciandomi con quel mare in tempesta che erano i suoi occhi.
«Anch’io Neev, anch’io.»
 
-

BUUUUUU!
Sono tristissima, speravo che questo momento non fosse mai arrivato :(
Ecco l'ultimo capitolo della storia, era palese che Harry e Neev facessero pace, spero che vi sia piaciuta la scena!
Ho riscritto il finale tre volte circa, non mi convinceva e ad essere sincera neanche questo mi piace troppo ma l'ho appena riletto e non so cos'altro fare hahaha
L'Epilogo arriverà non appena lo scrivo, cioè, sono tipo a metà ma lo devo finire ma credo comunque di aggiornare entro la settimana prossima. Farò del mio meglio :D
Fatemi sapere che ne pensate, ci tengo davvero. I ringraziamenti li faccio nel prossimo capitolo :)
Jas

   
 
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