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Autore: Paja93    19/01/2013    1 recensioni
Diane si rannicchia su se stessa, coprendosi fino al naso con il piumone. Se ci fosse stato Harry si sarebbe avvicinata a lui e avrebbe sfregato i piedi contro i suoi e avrebbe intrecciato le gambe alle sue. Invece lui non c’è e il letto è ancora freddo.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sono solo parole

 
Ora penso che il tempo che ho passato con te,
ha cambiato per sempre ogni parte di me.
Tu sei stanco di tutto, io non so cosa dire,
non abbiamo motivo neanche per litigare.
Siamo troppo distanti, distanti fra noi,
ma le sento un po’ mie le paure che hai.
Vorrei stringerti forte, dirti che non è niente,
posso solo ripeterti ancora: sono solo parole.
 

Il silenzio è rotto dal ticchettio dell’orologio in cucina e dal respiro regolare di Will. Diane accarezza i capelli biondi e ricci del bambino e si alza. La porta della cucina deve essere rimasta aperta, altrimenti non si sentirebbe quel fastidioso ticchettio che le impedisce di dormire.
Non che sia l’unica cosa che non la fa dormire, perché chiaramente non riuscirà a rilassarsi finché Harry non tornerà a casa.
Cammina scalza fino in cucina, piano e tastando tutto quello che le si para davanti, perché non ha preso gli occhiali dal comodino e quindi non vede nulla.
La porta ovviamente è aperta. Prima di chiuderla entra e dà uno sguardo all’orologio. Non riesce a leggere l’ora con precisione, i numeri segnati dall’orologio digitale sono sfocati, però le sembra che siano le 23.23. Se fosse ancora una bambina esprimerebbe un desiderio, come faceva prima di diventare un’adulta. Ma lei non è più un’adolescente e non ci crede più che i desideri espressi sottovoce con le mani giunte si avverano. I sogni sono per chi ha speranza, ma lei l’ha persa più o meno un anno fa.
Prende un sorso d’acqua e torna in camera dopo aver finalmente chiuso la porta. Will continua a dormire beato e supino e Diane vorrebbe baciarlo dappertutto, ma non vuole svegliarlo. Il suo bambino ha bisogno di dormire tranquillo. E anche lei ne avrebbe tanto bisogno se solo ci riuscisse.
 E’ almeno un mese che Harry torna sempre troppo tardi perché possano passare un po’ di tempo insieme ed è almeno un mese che lei non dorme molto. Le borse che si ritrova ogni mattina sotto gli occhi sono gonfie e fanno coppia con un paio di occhiaie violacee, che ormai sembrano aver preso casa sul suo viso.
Si copre cercando di fare sempre il minimo rumore, anche se sospetta che per far svegliare Will servirebbe una bomba. Il letto è diventato freddo. Diane si rannicchia su se stessa, coprendosi fino al naso con il piumone. Se ci fosse stato Harry si sarebbe avvicinata a lui e avrebbe sfregato i piedi contro i suoi e avrebbe intrecciato le gambe alle sue. Invece lui non c’è e il letto è ancora freddo. Il freddo le penetra nelle ossa e rabbrividisce. Chiude gli occhi e si concentra sul respiro di Will, adeguandosi al suo ritmo. Il torpore e la stanchezza la avvolgono e sta per scivolare in un sonno senza sogni, quando salta per un rumore all’ingresso.
 
La chiave di casa è caduta dalle mani di Harry, che bestemmia sottovoce. Non vuole svegliare Diane, perché è quasi mezzanotte e non può proprio sopportare un’altra delle sue occhiate preoccupate. Né sa che come fare ad evitare un’altra volta la discussione imminente. Perché lui non dovrebbe tornare così tardi, eppure preferisce mentire che affrontare l’ennesima litigata inconcludente con lei che sta per piangere.
Harry è stufo. Stufo della sua vita. E la cosa assurda è che è stato lui a sceglierla, ma quando l’ha fatto non sapeva a cosa sarebbe andato incontro. Ora però sono due anni che ogni mattina si alza presto per andare al lavoro, mangia in mensa, torna a casa verso le sei del pomeriggio e sta con Diane e Will finché non è ora di andare a dormire. Poi comincia un’altra giornata uguale alla scorsa e uguale alla prossima. E lui ormai è stufo.
Vuole qualcosa in più dalla sua vita, vuole quel brivido dell’inaspettato, ambizioni, sogni, divertimento. E invece non ha altro che litigate, pannolini sporchi da cambiare, occhiate risentite da parte di tutti. I suoi genitori che per lui volevano tutto e che ha deluso mettendo incinta la sua ragazza a soli diciotto anni. I suoi amici, che lo vedono sempre più raramente e non lo riconoscono più. E più di tutti Diane. Ha sbagliato quella notte di poco meno di tre anni fa, ha sbagliato a proporle di andare a vivere insieme, ha sbagliato a tradirla. Ora sta sbagliando a non affrontarla, ma non ne è in grado. Le cose non possono continuare così per molto, perché lei sicuramente sospetta qualcosa, ma Harry proprio non ce la fa ad affrontarla.
Rimane immobile aspettando di sentire qualche rumore che indichi che Diane si è alzata, perché l’ha svegliata o perché forse non stava proprio dormendo. Spera solo che non si alzi e non lo vada a salutare con quel sorriso triste che stona troppo sul suo bel viso. Perché il viso di Diane si sposa con i sorrisi allegri, spontanei, non con quelli che nascondono le lacrime. Quei sorrisi tristi gli fanno bruciare gli occhi.
Ma nessuno ascolta le sue preghiere, perché sente dei rumori, segno che Diane si sta alzando. E dieci secondi dopo appare davanti a lui. I capelli sono spettinati, i piedi nudi, gli occhi stanchi e il sorriso triste.
Harry vorrebbe strapparle quell’espressione. Non la sopporta proprio, è più forte di lui.
Sono uno di fronte all’altro, immobili, in attesa.
“Ciao” sussurra infine Harry, abbassando lo sguardo e superandola, per andare a togliersi le scarpe e riporle nella scarpiera.
“Ciao” risponde lei, quando ormai non ha più nessuno davanti e sta praticamente parlando da sola.
“Che ore sono?” chiede Diane e ad Harry sembra quasi che la sua voce si incrini, ma forse è solo il rumore dell’acqua che scorre dal rubinetto della cucina che lui ha aperto per bere che crea quest’effetto. Non sa come sia possibile, però deve essere così.
“Mezzanotte passata” borbotta, sperando che lei torni a dormire, perché domattina deve svegliarsi alle sei, mentre si sfila le scarpe.
Diane rimane in silenzio a guardarlo e vorrebbe dire qualcosa, perché apre la bocca. Ma non ne esce alcun suono, così la richiude muta. Harry intanto si spoglia velocemente ed è pronto per mettersi a letto. Nemmeno ci prova ad andare nella camera da letto matrimoniale, perché è sicuro che Will si è messo a dormire con la mamma.
“Buonanotte” dice e per un attimo il suo sguardo incrocia quello di Diane. E subito se ne pente, non doveva guardarla, perché si sente doppiamente in colpa nei suoi confronti e perché lei sotto tutta quella tristezza nasconde amore. Lei lo ama. È innegabile. Lo ama come la prima volta che lui le ha detto ti amo e lei timidamente ha risposto “anche io”. Lo ama come quando hanno fatto l’amore quella notte, che è stata bellissima ed è stata la loro rovina. Lo ama come quando ha accettato di andare a vivere con lui, di iniziare una nuova vita insieme. Lo ama ancora. Lo ama troppo. Lui non lo merita quest’amore incondizionato.
“Vieni di là?” soffia Diane dietro di lui. Harry si ferma e “Non c’è Will?” chiede, rendendosi immediatamente conto di quanto sia idiota la sua domanda. In primo luogo perché Will da quando lui torna sempre più tardi si addormenta sempre nel letto matrimoniale. E poi perché altrimenti Diane non gliel’avrebbe chiesto, ma gli avrebbe detto di andare a dormire nel loro letto senza tanti giri di parole. Un sorriso microscopico, ma con un briciolo di vitalità spunta sul viso di lei. “Lo porto in camera sua, dorme come un ghiro” va a prendere il bambino, ma Harry la ferma, prendendola per il polso. “Lascia stare, vado a dormire in camera sua”.
 
Un gesto così insignificante improvvisamente assume un enorme significato. Diane non ricorda quand’è stata l’ultima volta che Harry l’ha toccata così. Sono così distanti tra loro, che non esiste più nemmeno il minimo contatto fisico. Un brivido le attraversa la schiena per quel tocco poco delicato e Diane si immobilizza, nemmeno fosse un burattino nelle mani di Harry. “Perché?” un sussurro esce dalle labbra carnose di lei, che non è riuscita a trattenersi. Si dà mentalmente della stupida e si morde la lingua. Non avrebbe dovuto dirlo, perché ora gli occhi di Harry sono tornati di nuovo a fissare il pavimento. Non sa nemmeno a cosa si riferisca questo perché. Perché Harry torna tardi la sera? Perché non vuole dormire con lei? Perché guarda per terra, invece che gli occhi di Diane? Forse vuol dire tutto quel perché, non nulla.
 
Harry lascia la presa dal polso piccolo e il braccio ricade morbido sul suo fianco.
Come ogni volta Diane ha perfettamente colto nel segno con una sola parola è riuscita a metterlo fuori gioco e ora lui non sa cosa dire.
Sono uno davanti all’altra in silenzio, così vicini da potersi toccare e troppo lontani per farlo. Diane sembra di porcellana. È immobile, con gli occhi scuri sbarrati, in attesa che lui faccia qualcosa. Qualsiasi cosa.
“Perché sono stanco” finalmente Harry risponde, non ce la fa più a sopportare lo sguardo vitreo di Diane. Gli fa anche un po’ paura quest’espressione sul viso stanco di lei, non l’ha mai vista prima e non vorrebbe vederla mai più.
Alle sue parole Diane inclina poco la testa, assumendo una posa interrogativa. “Stanco di questa vita, di tutto” spiega lui esitante.
È stato sincero, ma non si sente meglio. No, la sensazione che prova è bruttissima. Vorrebbe rimangiarsi tutto, tornare indietro nel tempo – non che sia la prima volta che pensa una cosa del genere. Si è messo a nudo davanti a Diane, che si morde un labbro, perché sta trattenendo le lacrime e il dolore. Ora che ha detto la verità, non c’è comunque modo per uscire da questa situazione di merda in cui sono bloccati entrambi. C’è solo la distanza fra loro che aumenta sempre di più.
 
Diane si morde il labbro così forte da sentire in bocca il sapore metallico del sangue. Harry è stanco di tutto. Come lei, d’altronde. Solo che Diane si fa in quattro per stare dietro a tutto, mentre lui ha deciso di scappare. Sono sempre state due persone profondamente diverse nell’affrontare le situazioni, lei ed Harry. Forse fra qualche giorno non tornerà nemmeno più a casa. Lei non si stupirebbe più di tanto.
Vorrebbe dirgli tante parole. Vorrebbe insultarlo, confortarlo. Invece se ne rimane lì in piedi in silenzio, col labbro inferiore che le sanguina, il cuore che le sanguina pure e gli occhi pieni di lacrime.
Le sembra assurdo che entrambi pensino le stesse cose ed è sicura che hanno le stesse paure. Paura di non farcela ad arrivare a fine mese, di deludere gli altri, di fare del male a Will, di essere troppo deboli.
Diane annuisce, facendogli intendere che lo capisce e un sospiro di sollievo esce dalle labbra di Harry, che lei vorrebbe baciare, non vedere sospirare.
In realtà anche se ha sempre creduto di essere abbastanza brava con le parole – a scuola prendeva sempre voti alti ai temi – questa volta non sa cosa dire. Perché ogni parola diventa di troppo e ridondante e inutile. Vorrebbe solo abbracciarlo e stringerlo fino a fargli male. E allora lo fa.
Si butta fra le sue braccia e Harry la accoglie, anche se credeva di non ricordare più come si facesse ad abbracciare Diane. Invece, grazie al cielo, le sue braccia sono state fatte apposta per accogliere il corpo fragile di lei, e per stringerlo forte.
“Sono solo parole, Harry” bisbiglia Diane all’orecchio di Harry, facendogli il solletico.
 
Ad Harry sembra di amarla di nuovo. Sente il cuore nel petto che gli pompa il sangue più velocemente, forse troppo velocemente – gli sta venendo un infarto? No, è l’amore che sente nei confronti della sua Diane. E la stringe ancora, più forte che può anche se ha paura di farle male.
Decide che non vuole più farle del male, che non vuole più vederla soffrire. Non sa se manterrà fede alla sua promessa, non è un santo, ma in questo momento non riesce a non pensare che lui sarà il meglio per lei. E ce la faranno insieme, affronteranno ogni giorno e saranno felici. Perché effettivamente se si abbracciano Harry è felice. Se si baciano è ancora più felice e quando fanno l’amore il suo cuore scoppia per la felicità.
Diane rompe l’abbraccio e accarezza i ricci di Harry. È tanto che non lo fa e le piace sentire i boccoli morbidi fra le dita.
“Porto Will nel suo letto” Harry va in camera da letto e prende Will in braccio, che è così leggero che potrebbe portarlo con una mano sola sopra la testa, e lo deposita dolcemente nel suo letto, dopo che Diane ha velocemente spostato le coperte. La mamma lo copre, gli accarezza i ricci, come ha fatto poco prima con quelli del papà, e gli stampa un bacio sulla fronte. Harry gli dà solo un buffetto sulla guancia e va a mettersi a letto. Diane socchiude la porta della camera di Will e raggiunge Harry.
 
Il letto è di nuovo freddo. Però stavolta c’è Harry e Diane si avvicina a lui e viene immediatamente avvolta dal calore che irradia il suo corpo. Lui la stringe. È tanto che non lo fa e se non fosse buio pesto Harry potrebbe finalmente scorgere un sorriso di felicità sul volto di Diane. Però è buio e non lo vede, ma chiudendo gli occhi lo immagina. E si addormentano così.
 

 Salve popolo di EFP! 
Eccomi a pubblicare nuovamente una one shot! Se qualcuno riesce ad arrivare alla fine senza morire dalla noia o roba del genere, vi pregherei di lasciare una recensione. Mi aiutereste a fare un po' di autocritica :) 
In ogni caso, se siete arrivate fin qui, grazie comunque. 
Ciaociaociao 
  
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