La mora.
Salirono sull'autobus poco prima che le porte si chiudessero, mentre un'altra ragazza, mora, entrava dall'entrata opposta, sedendosi e tirando fuori un libro.
Appena gli sguardi delle due ragazze si incontrarono, la mora alzo il libro dando modo alla rossa di leggerne il titolo, per poi tornare alla lettura senza aver mai cambiato espressione.
-Ma siete amiche?- chiese uno dei tre ragazzi, quello con gli occhiali, con la quale si accompagnava la rossa.
Lei scosse il capo guardando assorta fuori dal finestrino.
-No, non ci ho mai parlato, non so neanche il suo nome. Sapete, è strano, essendo che abitiamo ad un isolato di distanza e che ci incontriamo sempre su questo autobus praticamente tutti i pomeriggi da quando ho circa sette anni. A quanto ne so, la incontro perché va al Conservatorio che è proprio di fianco alla biblioteca. Quando era appena arrivata tutti blateravano su un suo ipotetico passato oscuro, ma poi si è dimostrata così mansueta che le dicerie sono cessate...-
I tre annuirono lanciando sguardi curiosi alla mora che, assorta nella lettura, non faceva caso ai loro sguardi.
-E' molto bella, avrà un sacco di spasimanti.- disse un altro ragazzo con lineamenti nobili e capelli corvini.
-Non credo, sai? Non è una persona molto socievole.-
Il ragazzo scrollò le spalle come a dire che non gli importava, ma continuo a lanciare occhiate di sfuggita alla mora fino a quando lei, dopo avergli lanciato un occhiata gelida, non si chiuse alle spalle la porta del Conservatorio.