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Autore: AmyFallen    20/01/2013    3 recensioni
Amy X Mello, una storia d'amore tormentato che fa a botte tra realtà e fantasia, tra vita terrena e vita celestiale, tra umani e angeli, guerre in cui si rischia tutto...tra regole obbligatorie e l'amore, l'amore giovane di due ragazzi che lottano per non dividere ciò che è stato unito dal destino...
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Mello
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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A World Where You Are

 

Capitolo 19

 
 
“Buongiorno! Ha dormito bene la mia piccolina?”
“Benissimo!” Finse un sorriso. In realtà non aveva chiuso occhio tutta la notte. A pensare e ripensare cosa sarebbe successo in seguito. E l’ultima cosa che pensò… era che Mello non le aveva ancora chiesto di sposarla.
“Amy hai due occhiaia…” Le fece notare.
“Ma no, sto bene.” Sorrise ancora, e ancora, per tutta la giornata.
 

 
Stare tutto il giorno in casa da sola le metteva di cattivo umore, più di quanto non lo fosse già. Decise di leggere, di guardare la tv, di sistemare la casa ma non c’era niente che la estraniasse dai soliti pensieri. Le ombre la seguivano dappertutto e le mostravano segni di pericolo, ma lei già lo sapeva. Una cosa che notò fu il comportamento delle ombre. Stranamente, erano più… “dolci” se era triste e piangeva in silenzio le si strusciavano ai piedi, o con i loro leggiadri movimenti le asciugavano le lacrime.
Sorrise nel capire ciò, ma continuò a rimuginare parole che le facevano solo del male. Pensava a quanto sognava il suo matrimonio fin da piccola, e ora tutto sarebbe potuto svanire al sorgere dell’alba.
Le persone più care se ne erano già andate. E c’era un’amica, che aveva bisogno di un sorriso. Ma lei non aveva la minima idea di come donarglielo.
Mello rientrò a casa, stanco morto. Si prese una barretta di cioccolato e si sedette sul divano.
“Mello, cosa è succes-“
“Quel bastardo di un nano! Ha preso ormai il controllo della situazione e ha lasciato a me il lavoro sporco.”
“Che intendi dire?”
“Intendo dire Amy… Che tutto diventa più difficile… Ci sono due quaderni! Ma io ovviamente non so niente, perché Near ha tutto sotto controllo!”
“Andrò a parlare  io con lui! Vedrai che-“
“No… l’unica soluzione ora è aspettare, oppure… muoversi nell’ombra. Rapirò una ragazza.”
“Ma Mel-“
“L presumeva che Kira fosse Light Yagami, lo stesso ragazzo che lavorava con lui per sconfiggere Kira. E se L ha dedotto questo, ha ragione. Dobbiamo trovare solo prove della sua colpevolezza. Loro hanno il quaderno. Rapirò la figlia di Soichiro Yagami, il padre di light. E ci consegneranno il quaderno. Vedremo come andrà a finire questa storia. Near vuole fare i suoi porci comodi. Anche io farò i miei.”
“Non le farai del male vero?”
“Assolutamente no, la voglio usare solo come esca.”
“Secondo me è sbagliat-“
“Amy smettila! Lo so! Lo so che è sbagliato! Che tutto questo caso è una merda completa! Che questo pazzo andrebbe torturato e ucciso, ma non possiamo farci niente! Noi non possiamo farci niente!” Le prese le mani.
“So che ti preoccupi, e anche io mi preoccupo, cosa pensi, secondo te io voglio morire per lasciarti sola? Non ci pensare nemmeno.”
“No, non lo penso. Ma penso che…”Le poggiò un dito sulle labbra.
“No.” Le disse, e la baciò.
 

 
ALCUNE SETTIMANE DOPO
 
“Amy, Oggi starò quasi tutto il giorno nel vecchio magazzino della mafia. La ragazzina è spaventata, credo che abbiano usato delle maniere forti ma dicono che è l’unico modo, per fortuna non l’hanno picchiata.”
“Poverina.”
 “Però il lato positivo è che  Soichiro Yagami ci darà il quaderno.”
“Sicuro che ti darà l’originale?”
“Si , sa che fine farà la figlia se pensa di non consegnarlo.”
“Va bene.”
“Io vado, tornerò stasera.”
“Sta attento.”
 
. . .
 
Si erano fatte le 2:00 di notte, Mello non rispondeva al cellulare e Amy si stava preoccupando. Rimase ad aspettare. Le 4:00, le  6:00. Finalmente il campanello della porta suonò e gli occhi di Amy si illuminarono, corse alla porta, preoccupata ma allo stesso tempo felice di sapere che era tornato.  Aprì di scatto, impaziente, tutto ciò che vide era… Matt. Che teneva in piedi l’amico bendato dalla testa fino all’altezza dell’ombelico. Amy non riuscì a credere ai suoi occhi, Mello guardava il vuoto e Matt le sussurrava parole che la ragazza non ascoltava. Si fece spazio per entrare spostando Amy e fece sdraiare il ragazzo sul letto. Lei chiuse piano la porta e si inginocchiò per terra. Cosa doveva fare? Non riusciva a vedere il suo amore in quelle condizioni. No, non poteva. Non riusciva neppure a farsi delle domande, a pensare delle risposte. Matt andò da Amy. La prese per la mano e la fece rialzare. Le sussurrò:”Vai da lui…”
Lei guardava da lontano la stanza da letto e in quel momento non vedeva Mello, ma un semplice corpo bendato disteso sul letto. Immobile, non poteva essere il suo Mello. Ma così era. Doveva solo farsi forza come sempre e stargli vicino. Come avrebbe fatto lui, come ha fatto lui in tutti questi anni. Pensava solo questo. Così tenendosi a Matt riuscì ad avanzare verso la camera. Riuscì ad inginocchiarsi al letto, e a guardarlo negli occhi. Riuscì a dirgli: “Mello, ma cosa ti hanno fatto? Perché ti hanno riportato a me in questo stato?”
“Amy.” Chiamò Matt.
“Matt, come è successo?” I suoi occhi erano nascosti dalla chioma nera, e sulla guancia Matt riuscì a scorgere una lacrima invisibile, e poté notare che strinse i denti dalla contrazione delle mascelle. Guardò l’amico negli occhi, e lui si accorse che il volto della ragazza sprigionava dolore, tristezza, angoscia, rabbia, impotenza.
“Doveva uccidere Soichiro Yagami, aveva scoperto il suo vero nome, se non l’avesse fatto, Mello sarebbe morto.”
“È  stato per ordine di Near?”
“No, Amy. Lui ha lanciato la bomba lì vicino, ma non ha fatto in tempo a scappare. C’è stata una complicazione.”
“Che hanno detto all’ospedale?”
”Domani pomeriggio dovrà fare di nuovo la medicazione, ma potrà tornare comunque a casa.”
“Va bene.”
“Amy, amica mia, tirati su, stagli vicina, e si sentirà meglio. So che è dura, ma devi essere forte.”
“Matt…” scoppiò a piangere e abbracciò  l’amico.
Mello piangeva silenziosamente.

  
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