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Autore: Vanilla_91    20/01/2013    8 recensioni
[REVISIONE GRAMMATICALE IN CORSO]
In un luogo e in un tempo imprecisato gli umani sono costretti a sottomettersi ai demoni che regnano incontrastati..Una vita in schiavitù, è questo il destino che attende ogni umano..ma se qualcuno trovasse la forza di cambiare questa situazione?
Genere: Avventura, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Inuyasha, Kagome, Miroku, Sango, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Quella notte dormimmo tranquillamente. Il mattino successivo tutte e quattro fummo svegliate da dei colpi alla porta. Alissa si alzò e corse ad aprire mentre tutte noi ci alzammo dai nostri letti.
Nella nostra camera entrò una demone lupo, dai simpatici occhi verdi e capelli rossi raccolti in due alte code. Ci sorrise.
- Buongiorno ragazze, voi dovete essere le nuove arrivate, io sono Ayame- disse con voce gentile
- Buongiorno a te. Io sono Rin, e loro sono le mie amiche Sango, Alissa e Kagome. Abbiamo forse fatto qualcosa?- chiese timidamente, cercando di capire come mai la demone si trovasse nelle nostre camere.
-Oh no ragazze, state pure tranquille. Sono venuta a chiamarvi perché me lo ha chiesto Miroku. Vi ha cercato per tutto il palazzo e non vi ha trovate. Sapete è un  po’ tardino era quasi ora di svegliarsi- disse ridacchiando.
- Oh no, ma che ore sono?- chiese preoccupata Rin.
- Il sole è già alto in cielo da un po’-
- Ci dispiace davvero, sappiamo perfettamente di non essere ospiti qui, e non abbiamo dormito mai così tanto in vita nostra.-dissi mortificata.
- Non preoccupatevi! Siete nuove qui e immagino che ieri non deve davvero essere stata una bella giornata per voi. Di solito sono stesso le guardie che svegliano gli..- e si fermò esitante e imbarazzata.
- Schiavi? - le suggerì.
- Esatto, ma Miroku ha dato ordine di lasciarvi riposare.- continuò velocemente.
- Sapete, avete creato un bel po’ di subbuglio tra gli altri schiavi. Si è subito sparsa la voce del vostro arrivo e tutti continuano a dire che siete davvero belle. In più tutte le attenzioni che Miroku vi sta riservando hanno fatto ingelosire qualcuno e soprattutto incuriosire molti uomini-
- Ci dispiace, di aver causato un tale scompiglio, non era nostra intenzione-
- E perché mai dovrebbe dispiacervi?E’ vero siete belle e poi finalmente capita qualcosa di elettrizzante in questo palazzo. Di solito qui la vita è così monotona. Spero anche che diventeremo amiche,mi manca davvero un po’ di compagnia femminile. Le altre demoni che sono qui non fanno altro che litigare per attirare le attenzioni dei principi.
La guardai un po’ stupita. Anche questa demone era davvero strana voleva essere amica di quattro schiave?
- Vuoi essere nostra amica?- le chiese sorpresa Rin.
- Oh, non guardatemi così. Io non ho nulla contro gli esseri umani. E poi sapete prima di arrivare qui sono stata schiava anche io-
- Cosa? Ma tu sei un demone. Com’è possibile una cosa del genere?- domandò sorpresa Sango.
- Sono stata separata dalla mia famiglia quando ero molto piccola e sono stata venduta come schiava quando ero ancora una bambina, ma quando sono arrivata qui il re mi ha liberato immediatamente. Adesso mi tratta come fossi figlia sua.-rispose allegra.
- Sarà un piacere averti come amica, Ayame.-le dissi felice-
-Scusami Ayame, prima hai parlato di principi al plurale. Quanti ce ne sono qui? - chiese confusa Alissa.
- Beh, il re ha solo tre figli, ma ha praticamente adottato Miroku.Poi qui a palazzo c’è anche un altro principe, è un demone lupo, il suo nome è Koga, e come Miroku è cresciuto con i veri figli del re. Sono molto uniti e quando Koga è rimasto orfano, ha adottato anche lui. Si può dire che in totale i principi sono cinque.-
- Ragazze, credo che sia ora di darci una mossa, non vorrei rischiare di far arrabbiare qualcuno- dissi.
Tutte annuirono e ci vestimmo velocemente. Ayame ci scortò fino in cucina e quando arrivammo tutte le donne presenti si inchinarono davanti a lei e lanciarono occhiate di puro astio a noi. Mi domandai se la causa del loro comportamento fosse il nostro ritardo, tuttavia la trovai una reazione eccessiva.
- Venite andiamo da Kaede.. -
Buongiorno ragazze, finalmente in piedi-esclamò una signora bassa e rotonda, rivolgendo un sorriso sincero a tutte noi, poi si concentrò su di me.
- Tu devi essere Kagome.- mi disse sorridendo.
- Si, signora, sono io-
- Oh, via quel signora, mi fai sentire ancora più anziana di quanto non sia già-
Beh, ragazze, io ora ho da fare. Ci vediamo più tardi – disse, congedandosi, Ayame.
Feci scorrere lo sguardo su tutta la cucina, e constatai che era davvero enorme. Sicuramente li dentro ci sarebbe stato sempre qualcosa da fare pensai affranta.
 -Kaede, sono già arrivate tutte e quattro in ritardo, credi che potrebbero iniziare a fare qualcosa anche loro, o staranno tutto il giorno a guardarsi intorno?- chiese acida una delle ragazze che si trovava lì dentro.
- Sta calma ,Bota, e continua a fare quello che stavi facendo. Sono io a dare gli ordini qui dentro e non tu ricordalo- chiarì con tono calmo ma deciso Kaede.
Non riuscivo davvero a comprendere come mai delle donne, che ero sicura di non aver mai visto in vita mia, ce l’avessero tanto con noi.
- Non fateci caso, ragazze, sono soltanto gelose.-
Gelose? E di cosa? Eravamo schiave esattamente come loro
- Ora però mi dispiace, ma devo mettervi davvero a lavoro.. –
 Kaede assegnò ad ognuna di noi vari compiti e poi spedì me e Alissa a portare il pranzo a due dei principi.
- Kagome, come dovremo comportarci quando vedremo i principi?- mi chiese.
- Ali, sai perfettamente come bisogna comportarsi. –dissi, mentre avanzavamo nei corridoi, cercando la sala pranzo dove avrebbero dovuto trovarsi i due principi.
-E cosa dobbiamo dire-
- Alissa, non sei mai stata così indecisa in vita tua. Entri, ti inchini, consegni il pranzo, ti inchini di nuovo e vai via. Non credo sia molto difficile-
Arrivammo davanti la sala pranzo e, cercando di trovare un certo equilibrio per non rovesciare il vassoio, alzai il braccio per bussare ma qualcuno mi precedette e aprì la porta di scatto. Ci ritrovammo davanti un demone lupo dai profondi occhi azzurri, che mi guardò incuriosito, e un demone cane; la prima cosa che notai in quest’ultimo lui furono gli occhi e i capelli. Anche lui aveva gli occhi color ambra e i capelli argentati, ma i suoi erano corti. Entrambi i demoni ci guardarono curiosi e Alissa cercò di parlare, ma una voce alle nostre spalle non lo permise.
- Inuki, dove sei?-
I due demoni nel sentire la voce si scambiarono uno sguardo e poi guardarono noi, ci trascinarono all’interno della sala, misero da parte i vassoi che entrambe avevamo in mano e il demone cane parlò in fretta.
- Non aprite bocca! Limitatevi a fingere e a tenerci il gioco- ci ordinò.
 Sia io che Alissa ci guardammo allibite.
La porta si aprì, e prima che una di noi due riuscisse a capire meglio la situazione, il demone cane afferrò Alissa la strinse a sé e la baciò. Guardai la scena incredula.. ma che diavolo stava facendo?
Nella camera, intanto, era entrata una demone dai lunghi capelli neri e guardava la scenetta con sguardo per nulla compiaciuto.
- Inuki, amore mio, ma cosa stai facendo?-
Inuki lasciò andare le labbra di Alissa, che intanto era diventata completamente paonazza, e la strinse forte a sé, forse per evitare di farla parlare.
- Salve Abi, qual buon vento ti porta qui?-
Ma che cosa stava succedendo?
- Inuki, chi è quella ragazza?-
- Lei, è la mia amante- dichiarò il demone cane.
Sgranai gli occhi e arrossì. Che cosa stava dicendo?
- La tua amante? Non dire assurdità, Inuki, tu devi sposare me e in più quella puttana non ha nemmeno il tuo odore addosso. È pura, come fai a dire che è la tua amante?-
-Si, è ancora pura, l’ho appena scelta e stanotte diventerà mia a tutti gli effetti- disse posando un bacio tra i capelli di Alissa << e Abi smettiamola con questa storia, io non ho mai acconsentito a sposarti.  Adesso credo sia meglio che tu vada, ho molto da fare, se capisci cosa intendo.. >> disse con voce maliziosa.
La demone, rossa dalla rabbia, uscì dalla sala sbattendo la porta. Il demone cane scambiò uno sguardo complice con il demone lupo e lasciò andare immediatamente Alissa, che indietreggiò di vari passi confusa e frastornata.
- Finalmente sono riuscita a togliermela dai piedi.. – asserì Inuki,poi spostò la sua attenzione su di noi.
 Cercando di recuperare un po’ di lucidità, e ricordando che quelli davanti a noi erano i principi, mi inginocchiai trascinando al suolo con me anche Alissa che se ne restava a guardare il demone cane sconvolta.
- Alzatevi pure, credo di avere qualcosa da spiegarvi- ci disse.
-Io direi di cominciare dalle presentazioni. Io sono Koga e lui è Inuki. Non vi ho mai visto siete nuove?- domandò il demone lupo.
- Si, siamo state condotte qui ieri. Il mio nome è Kagome e lei è Alissa- dissi tenendo lo sguardo basso in segno di rispetto, ma il demone lupo mi si avvicinò e mi sollevò il viso.
- Bando a tutte queste formalità, sono gesti stupidi e richiesti solo dall’etichetta. Guardami quando mi parli.- mi disse con tono dolce facendomi arrossire.
- Co..come volete, mio signore-
- Mi dispiace per esserti saltato addosso così, avevo bisogno di liberarmi di quella scocciatrice e tu mi hai fornito un valido aiuto nel farlo.- disse Inuki rivolto ad Alissa.
- Non dovete chiedermi scusa, signore. Sono lieta di esservi stata utile-rispose arrossendo ancor di più.
- Bene, potete andare ora-disse sorridendo dolcemente ad Alissa.
Non appena richiudemmo la porta, Alissa si accasciò contro questa facendosi aria con la mano. Preoccupata mi accucciai al suo fianco.
- Cosa c’è, Alissa?non ti senti bene?-
- No, si cioè no, cioè non lo so- balbettò -Mi ha baciata, Kagome. Lui mi ha baciata- disse portandosi la mano a coprire il viso rossissimo. Scoppiai a ridere divertita.
- e sembra che la cosa ti sia piaciuta molto- la provocai.
- ma c..che c..co..cosa stai dicendo? i..io non avevo alternative. hai visto, no? Lui, io…>> balbettò.
 Scoppiai a ridere ancora più forte; indubbiamente quel bacio l’aveva sconvolta e mi sembrava anche in maniera positiva.
Avanti,Alissa, cerca di riprenderti e torniamo in cucina.-
- S…si, a proposito…>> disse recuperando la calma - hai notato come ci guardano le altre schiave? Non riesco davvero a capirne il motivo..-
- Già, nemmeno io. Non credo che sia semplicemente una questione di antipatia visto che neanche ci conoscono- asserì pensierosa.
Quando arrivammo di nuovo nelle cucine Kaede mi si avvicinò.
- Kagome, ho saputo che ieri sei uscita fuori dal castello, è vero?- mi domandò.
-Si.-
- Bene, avrei una cosa da chiederti allora. Sai riconoscere le erbe medicinali?-
- Certamente-
- Ottimo! Andresti a raccogliermene alcune allora? Ho bisogno di preparare alcuni unguenti-
- Sarà un piacere-
- Non preoccuparti per le guardie, ti basterà dire che stai uscendo per mio ordine. Queste sono tutte le perbe che dovresti raccogliermi per piacere..-  e prese ad elencarle. -Pensi di ricordarle tutte?-
- Ho un ottima memoria, Kaede, e sono sicura di aver già visto ieri tutte le erbe che ti occorrono-
- Bene, va allora, ma mi raccomando non allontanarti troppo, e cerca di tornare prima che cali la notte.- mi disse con tono cordiale.
Mi avviai verso l’uscita del palazzo, e dopo aver detto a due guardie che stavo uscendo per ordine di Kaede, mi avviai per la strada che avevo fatto anche il giorno precedente. Trovare tutte le erbe fu molto facile; quando ero ancora al mio villaggio un’anziana signora mi aveva insegnato a riconoscerle, sostenendo che mi avrebbe sicuramente fatto comodo sapere questo genere di cose. Mi ripeteva continuamente che con i grandi poteri spirituali di cui ero dotata sarei diventata una grande sacerdotessa, e che ogni buona sacerdotessa doveva conoscere alla perfezione tutte le erbe mediche, per poter aiutare chi ne aveva bisogno. Sorrisi a quel pensiero, non sarei mai potuta diventare una sacerdotessa, primo perché nel mondo in cui vivevo era impossibile, sarei stata condannata nello stesso momento in cui avessi preso i voti, e poi io volevo crearmi una famiglia. Potevo perfettamente usare i miei poteri per aiutare il prossimo senza necessariamente prendere i voti di sacerdotessa. Del resto l’avevo fatto già tantissime volte. La prima volta che uscì di nascosto dal villaggio ero in compagnia di Sango, eravamo curiose di esplorare e ,stupide come eravamo, convinte di trovare il nostro principe azzurro lì fuori. Quella volta c’eravamo invece imbattute in un demone divoratore di bambini.
FLASHBACK
- Kagome, ti dico che dobbiamo andare un po’ più avanti. Hai sentito nelle storie che ci racconta la vecchia signora il principe trova sempre la principessa.-
- Si, Sango, ma noi non siamo come le principesse di quella favola. Lo sai, ce l’hanno ripetuto tante volte e poi lo sai che è proibito uscire dal villaggio. Se ci scoprono ci puniranno severamente e io non voglio-piagnucolai.
Sentimmo poi un rumore tra i cespugli e io mi voltai spaventata.
- Cosa è stato, Sango?-
- Stupida, te l’avevo detto, devono essere i nostri principi- mi disse con fare da sapientona. Ma il demone che uscì da quei cespugli non era certo il principe che avevo sempre immaginato.
Il demone si leccò le labbra e rapidamente si avvicinò a me, alzò la mano pronto per colpirmi e io spaventata urlai, mi portai le mani davanti al viso e mi irrigidì aspettando il colpo che non arrivò mai. Lentamente aprì gli occhi e guardai il demone steso ai miei piedi, completamente carbonizzato, mi guardai intorno cercando di capire cosa fosse successo e vidi Sango che mi guardava con occhi sgranati
-Kagome, ma come hai fatto?-
-C..cosa ho fatto?-
- Kagome, dalle tue mani è uscita una luce rosa,che appena ha toccato il demone l’ha purificato.- poi dilatò gli occhi - Kagome, tu hai poteri da sacerdotessa.-
FINE FLASHBACK
Tornate al villaggio raccontammo tutto ad Alissa, fu in quel momento che tutte insieme decidemmo che volevamo imparare a combattere. Di nascosto ci facemmo forgiare delle armi, da un vecchio artigiano che acconsentì solo perché vecchio amico dei genitori di Alissa. Continuavamo ad uscire di nascosto dal villaggio, pian piano e aiutandoci a vicenda io imparai ad usare arco e frecce e a sfruttare al meglio i miei poteri di sacerdotessa, Sango si fece forgiare una potente arma che ribattezzò Hiraikotsu,  mentre Alissa era diventata un’abilissima spadaccina. Sorrisi, poi ricordando quando anche Rin aveva voluto imparare:con arco e frecce era totalmente negata, quando provò a utilizzare l’arma di Sango non riuscì nemmeno a sollevarla, mentre si era mostrata molto più abile con la spada, seppur combattere non le piaceva per nulla. Era cominciato tutto così, uscendo dal villaggio ci eravamo imbattute in diversi demoni, li avevamo abbattuti tutti, più volte avevamo difeso donne e bambini rischiando la nostra vita non solo in combattimento. Il mio sorriso si spense rapidamente, dovevo star bene attenta a quello che facevo e dicevo, se qualcuno avesse mai scoperto che eravamo in grado di combattere, o che in passato avevamo sterminato più di un demone, cosa che ovviamente ad un umano non era concesso, ci avrebbero uccise tutte senza alcuna pietà. Già il giorno precedente ero stata fortunata, quel ragazzo non mi aveva ucciso credendo che io non sapessi usare il potere di cui ero dotata.
-Vediamo, l’ultima erba che Kaede mi ha chiesto è la salvia. Sono sicura di averla vista ieri, ma dove? Ma certo vicino il lago, dove ho incontrato quel tizio strano-
Mi avviai lungo il sentiero che conduceva al lago, e una volta arrivata mi guardai velocemente intorno in cerca della salvia.
- Ecco la salvia- esultai non appena la vidi.
- Questa volta come mai sei qui?- chiese una voce alle mie spalle.
 Scattai in piedi, mi voltai e mi trovai davanti lo stesso ragazzo del giorno prima.
 Ma come faceva ad arrivarmi alle spalle senza farsi sentire?
- C..ciao-  dissi timidamente
- Allora?Non dirmi che ti hanno mandato di nuovo a prendere l’acqua, Kagome.- mi disse con tono beffardo e sottolineando il mio nome.
- No, Inuyasha. Questa volta sono venuta a raccogliere delle erbe-gli risposi con lo stesso tono.
- Conosci il mio nome?- mi chiese stupito.
- Ho sentito ieri Yura chiamarti così.-
Mi domandai se il fatto che l’avessi chiamato per nome non gli avesse creato fastidio; del resto lui era un mezzo demone e per questo più potente di me. Tornai a guardarlo; indossava ancora quello strano vestito, illuminati dai colori del tramonto i suoi capelli sembravano ancor più chiari, e i suoi occhi, quelli che non so perché avevo sognato tutta la notte erano così intensi. Mi riscossi dai miei pensieri quando udì di nuovo la sua voce.
- Mi piacerebbe sapere a cosa stai pensando. Le emozioni ti scorrono così rapide sul viso che non riesco nemmeno a distinguerle-
- Ai tuoi occhi- parlai prima ancora di rendermene conto. Arrossì, ma cosa mi era venuto in mente? Lui mi guardò confuso.
- I miei occhi?-
- S..si sono di un colore molto insolito, ma molto bello- dissi abbassando il capo per la vergogna, mentre lui sorrise.
- Non dovresti allontanarti così tanto dal palazzo quando fuori è buio. Potrebbe essere pericoloso- mi disse.
Sorrisi sorniona
- Potrei incontrare qualche demone cattivo?-
- Esattamente! E un’imbranata come te come potrebbe mai cavarsela?-
Arrossì di rabbia e senza nemmeno pensare a quello che stavo facendo gli tirai un pugno sul braccio. I suoi lineamenti si distorsero in una smorfia di dolore. Abbassai lo sguardo sul punto dove l’avevo colpito e notai che la manica del suo vestito era rotta e il braccio coperto di sangue. Sobbalzai.
- Ma cosa hai fatto?- sibilai preoccupata prendendogli il braccio.
Lui si irrigidì ma non mi allontanò.
- Niente, semplicemente ho incontrato qualche demone cattivo- mi canzonò usando le mie stesse parole.
- Aspetta, lascia che ti aiuti- e senza dargli il tempo di rispondere, strappai un pezzo del mio kimono, presi dal cestino alcune erbe che avevo raccolto prima e cercai di creare una medicazione temporanea.
-Beh, non sarà di certo una medicazione perfetta, ma almeno per il momento è meglio di nulla- dissi sollevando il viso a guardarlo.
 Trovai le sue labbra a pochissimi centimetri dalle mie, mi allontanai e arrossì. Lui sorrise, guardò prima me e poi la mia “medicazione”.
- Non era necessario, sono un mezzo demone se non te ne sei accorta. Guarisco in fretta io.-
- Si,si lo so.. è solo che con quelle erbe non correrai il rischio di prendere infezione e la fasciatura fermerà il sangue che stava continuando ad uscire.-
-Beh,grazie allora- mi disse come se quelle tre parole gli fossero costate davvero care. Sorrisi, e imboccai la via per tornare a palazzo.
-Dove vai ora?-
-Torno a palazzo, sarei dovuta rientrare già da un po’.- dissi voltandomi -Ci si vede.- gli sorrisi e andai via.
Arrivata al castello mi recai subito nelle cucine e lì per mia sfortuna incontrai Yura.
- Ecco, proprio te cercavo. Si può sapere dove eri finita?-
-Te l’ho già detto, Yura. L’ho mandata a raccogliere delle erbe nel bosco. È uscita per mio ordine- intervenne Kaede.
- Davvero? E dimmi hai trovato queste erbe?-mi chiese con voce provocatoria.
- Certo-
- E dove sono?-
Da stupida qual’ero abbassai gli occhi a cercare tra le mie mani il cestino che conteneva tutte le erbe che avevo raccolto; solo in quel momento ricordai di aver dimenticato il cestino nella radura dove avevo incontrato Inuyasha.
- I..io l’ho dimenticato nel bosco- balbettai.
 Non feci nemmeno in tempo a finire la frase che un potente manrovescio colpì la mia guancia sinistra, facendomi arretrare di qualche centimetro.
- Sei solo una bugiarda. Passi l’intera giornata a fare la puttana nel bosco, ma tu sei qui per eseguire gli ordini e non per andare in giro a divertirti.-urlò.
Sollevò di nuovo la mano per colpirmi ma la bloccò a mezz’aria. Fissò un punto dietro di me ad occhi aperti, mentre tra le persone presenti nella cucina era sceso il silenzio. Mi guardai intorno e notai che tutte erano inginocchiate e con il capo chino. Seguì poi la traiettoria dello sguardo di Yura, e vidi Inuyasha che tra le mani aveva il mio cestino. Lui puntò il suo sguardo su di me, su Yura e poi su tutte le altre donne presenti in cucina che erano ancora inginocchiate.
Inuyasha mi si avvicinò, mi prese delicatamente il mento tra le dita e lo sollevò, guardandomi la guancia sinistra. Visto il modo in cui mi pulsava doveva aver sicuramente già cominciato a gonfiarsi e a diventar livida.
- Alzatevi!- disse rivolto alle schiave che si affrettarono a eseguire l’ordine
-Dimmi ,Yura, non ti sembra di esserci andata giù pesante?-chiese con voce dura.
- Lo merita, Inuyasha, è una bugiarda. Kaede le aveva ordinato di andare a raccogliere delle erbe, e invece lei ha passato tutta la giornata a gironzolare per il bosco.-
- Davvero? E dimmi queste cosa sono?- chiese riferendosi alle erbe che aveva tra le mani.
- Non capisco dove sia il problema, Inuyasha. È soltanto una schiava.-
-Il problema ,Yura, è che il tuo schiaffo avrebbe potuto spezzarle l’osso del collo. Guarda la sua guancia! Stavi anche per colpirla di nuovo senza alcun motivo. Ora io non dovrei punire te?- chiese con tono severo.
Non potevo permettere una cosa del genere. Per quanto quella Yura mi stesse antipatica si era trattato solo di un equivoco, no?
- No Inuyasha, aspetta.- dissi tentando di fermarlo.
Tutte si voltarono a fissarmi sconvolte e furiose.
- Fa silenzio, Kagome.- mi disse con tono gentile.
Yura mi guardò incredula.
- Le permetti di chiamarti per nome e di darti del tu? Sai che andrebbe uccisa seduta stante per quello che ha appena fatto?- gridò Yura, mentre lui la fulminava con lo sguardo.
-Lei non lo sa- disse svelto.
- Non sa cosa? Che sei il principe? -chiese Yura incredula.
- P..principe?- esclamai e sbiancai di colpo.
Come avevo fatto a non pensarci prima? Come avevo fatto a non arrivarci prima?
Sollevai lo sguardo e notai che lui mi guardava come in attesa di una mia reazione. Ero stata davvero una stupida; mi ero presa così tanta confidenza, lo avevo chiamato per nome, gli avevo confessato di avere poteri spirituali, e lui era null’altro che il principe. Come avevo fatto ad essere tanto stupida da non capirlo prima? Il principe, mi ripetei ancora una volta.
   
 
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