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Autore: LORIGETA    08/08/2007    24 recensioni
Bra e Goten due ragazzi speciali, lei orgogliosa e sicura, lui ingenuo e spensierato. Si accenderà la scintilla della passione?...Tutto può succedere...
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bra, Goten
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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La principessa ribelle

Capitolo 16 : Insieme. 

 

 

Il vento si era alzato e sibilava ondeggiando le fronde degli alberi.
Accoccolata sull’erba umida Bra contemplava il firmamento offuscato da grosse nuvole cupe.
Dalle sue labbra
sfuggì un sospiro, quasi un lamento della sua anima assetata d’amore.
Cosa doveva fare? Dire la verità a Goten e confessare che si era perdutamente innamorata di lui?
Lo sguardo della ragazza divenne malinconico, mentre si imponeva di resistere alla tentazione dettata dal suo cuore:
lo voleva, ma lui apparteneva ad un'altra, a Valese.
Avrebbe dovuto sopportare la pena di amare senza la speranza di essere corrisposta, rinunciare ad un sogno, ad un sentimento vero, unico, devastante, che ardeva dentro di lei.
Il cuore batteva impazzito e ogni lacrima che lentamente scendeva sulla guancia, era una rinuncia, un rimpianto, non vi era modo di soddisfare il bisogno disperato che aveva di lui.  

In circostanze normali, Goten si sarebbe fermato, volava talmente veloce che non riusciva a distinguere il luogo esatto che stava sorvolando. Dovette comunque rallentare e in fine fermarsi,  ansante si guardò attorno.
“Ci siamo quasi” pensò,
in lontananza scorgeva i contorni delle montagne che si delineavano riflettendosi nei suoi occhi inquieti.
Desiderava solo ritrovare Bra e stringerla
tra le braccia, per liberare il sentimento che lo opprimeva.
Il pensiero di perderla lo trafiggeva come cento spilli dentro la carne.
Goten sentì il bisogno di evocare ricordi lontani, tuffandosi nel passato rivide piccoli frammenti della sua vita, e cominciò a ricomporli, uno ad uno, riportando alla luce la certezza di averla sempre amata. 
“Come ho potuto non capirlo? Essere così cieco davanti alla sua luminosità.”
Senza esitare riprese la corsa, incurante di essere allo stremo delle forze, implorò al suo corpo di resistere e raccolse le ultime energie.
“Non posso cedere adesso...devo trovarla, dirle cosa provo per lei.” 

Le tre del mattino. Bra a quell’ora solitamente dormiva, avvolta tra le calde coperte e distesa su di un soffice materasso.
Sapeva benissimo che a casa la stavano aspettando, e che il padre sicuramente era partito alla sua ricerca.

Percepiva l’aura lontana e potente che girovagava per il pianeta.
La ragazza non poteva fare a meno di rispondere alla voce che sentiva  mormorare
  nelle sua testa, come si sarebbe giustificata davanti a suo padre?
Non voleva che Goten si trovasse ad affrontare le ire di Vegeta
  per causa sua, e sicuramente lei per un tempo indefinito rischiava di non uscire più di casa.
Era una situazione insostenibile, era difficile trovare anche un solo piccolo motivo
che la spingesse a tornare indietro.
“Forse sarebbe meglio che non ritornassi mai più a casa, vorrei fuggire e nascondermi lontano, almeno così, forse, riuscirei a dimenticarlo!”
Stava mentendo a se stessa
con l’illusione di allontanare Goten dalla sua vita, eppure sapeva di averlo impresso nel suo cuore, un indelebile segno radicato dentro di lei, che niente avrebbe potuto cancellare. 

“Eccola” in lontananza Goten riconobbe il puntino bianco che si distingueva tra i fitti alberi, la chiesa dei monti Paoz.
Gli parve di percepire la sua presenza,
 anche se Bra aveva azzerato l’aura, la sensazione di averla finalmente trovata illuminò il volto del ragazzo, non sapeva spiegarsene il motivo, ma sapeva che lei era là. 

Quella pace sconfinata era un infimo nemico che riempiva il cuore di Bra, colmandolo di tristezza. 
Decise che era arrivato il momento di allontanarsi, dopo essersi riposata a sufficienza, non era saggio rimanere a poca distanza dall’abitazione dei Son.
Bra si sollevò da terra tentando di mantenere il controllo delle proprie emozioni :
non avrebbe mai immaginato di poter provare simili sensazioni.  Non riusciva a capacitarsi che lei, l’orgogliosa e tenace principessa si fosse rivelata in realtà una ragazza indifesa e incapace di lottare, contro un sentimento che credeva non corrisposto.
Tremava, ma alzò la testa mentre con passo incerto si avvicinava sempre più alla chiesa.
“Non ci sarò quando Goten e Valese si sposeranno, non starò a guardare la loro felicità”
Bra socchiuse gli occhi, altre lacrime scesero a rigarle le guance, e si accorse che il vuoto, ormai, aveva preso possesso del suo cuore. 

Goten stava dirigendosi verso di lei, volava a bassa quota e attento a non farsi scorgere si faceva scudo con le spesse nuvole scure. Non poteva rischiare di essere notato, non subito, temeva la reazione di Bra e che lei tentasse di fuggire.
Voleva coglierla di sorpresa, per poi stringerla tra le braccia e dichiararle il suo amore.
Discese lentamente con fare accorto a pochi metri dalla costruzione, poi rapido si nascose dietro ad un albero nodoso, le cui radici profonde si nutrivano da secoli di quella terra fertile. Prese respiro con la schiena appoggiata al tronco e poco dopo si voltò protendendosi  leggermente per osservare il prato antistante la chiesa.
Goten si sentì mancare le forze per l’emozione, una vampata di calore gli risalì il corpo colorandogli le guance.
“Bra ti ho trovata
” sussurrò, un radioso sorriso illuminò lo sguardo e gli occhi si accesero di gioia.
L’esile figura davanti a lui rappresentava tutto ciò che desiderava, soltanto lei lo avrebbe reso davvero felice.
 
A Bra batteva forte il cuore. Era ormai animata da un impulso incontenibile, voleva spingersi in alto,verso l’oscurità per amalgamarsi ad essa, per nascondersi, cercando rifugio nella lontananza, credendo di rimarginare le profonde ferite che sanguinavano dentro di lei. Innalzò appena i piedi e un soffio d’aria fredda sfiorò le guance.
“Bra,
aspetta!”
 Il calore, finalmente, tornò ad inondare di nuovo il petto della ragazza.

“Goten? No! Non è possibile, è solo un sogno!” pensò, voltandosi di scatto e mostrando un’espressione contrariata che svanì non appena lo vide.
“Go...Goten!”
Doveva evitare le lacrime e quell’aria grave, Bra deglutì, era il momento di tirare fuori la grinta e di fargli capire che di lui  non le importava niente, avrebbe dovuto essere sincera, ma a quale scopo se Goten non l’amava?
Si erano scambiati uno sguardo e gli occhi di entrambi brillavano di una luce vera. 
Non lo aveva mai visto così triste,
 le era sembrato che il ragazzo soffrisse quanto lei.
“Vattene via, non saresti dovuto venire a cercarmi...
 perchè non sei con Valese? Non ti è bastato che vi abbia rovinato la festa?”
Parole, fiumi di
  parole, ma Goten non ascoltava, faceva scorrere lo sguardo su di lei dicendosi che nessun altra donna era così bella e desiderabile.
“Vattene! Voglio rimanere sola...
non avrei dovuto comportarmi così...”
Lui si avvicinò e le porse una mano.
“Vieni qui Bra,
e cerca di calmarti... non è successo niente di irreparabile”
Cercò di rassicurarla, ma lei scosse la testa e chiuse gli occhi ben stretti, sperando di non scoppiare in lacrime. Indietreggiò di qualche passo, le gambe erano deboli e si muovevano a fatica.
Goten provò una tenerezza infinita, notando quanto fosse smarrita e simile ad un cucciolo indifeso.
“Bra, 
è questo che voglio da te, sii te stessa, piangi se devi, sfogati...” Pensò, con  il cuore fremeva nel petto gonfio d’amore. Bra non era la solita principessa arrogante ed orgogliosa, ma una ragazza sofferente, che inutilmente cercava di nascondersi dietro ad una maschera che si stava sgretolando lentamente.
“Bra ascoltami...” Goten doveva spiegarsi.
Farle capire quanto fosse importante per lui.
“Smettila, non voglio la tua compassione...
non voglio vederti mai più!” disse la saiyan con voce tremante, si sentiva distrutta e adesso che lui la stava fissando era tutto più difficile.
“Ti devi sposare, 
cosa ti importa di me?” continuò, con voce distaccata e non riuscì a fermare una piccola lacrima che scese sulla guancia luccicando.
“Bra...” mormorò Goten, sentiva il bisogno di abbracciarla, di colmarla di tenerezza.
“Devo parlarti...
ascoltami, ti prego!”
Perché era così difficile? Tremava come un bambino sotto lo sguardo perplesso di lei.
All’improvviso si accorse di non avere più la voce, era soffocata dall’emozione.
Che ti succede,
Goten? Forza, devi dirglielo, dille che l’ami.
Era fuori di sé, trascinato in un turbinio di pensieri con i muscoli contratti
e un leggero senso di stordimento.Cominciò diverse volte a parlare, ma dovette interrompersi, perché la voce gli si affievoliva e gli moriva in gola.
In quel momento 
capì cosa davvero significasse amare.
Aveva perso la propria
 sicurezza ed era in balia di quelle iridi azzurre, totalmente perso nello sguardo di lei.
“Goten, non capisco...
perchè sei così teso?” i loro occhi si incontrarono ancora una volta e fu quelle decisiva. Il ragazzo chiamò a raccolta tutto il suo coraggio.
Seguì uno strano silenzio e Goten sollevò le braccia e mise le mani dietro all’attaccatura del collo, quindi con un movimento deciso sganciò la sicura della catenina. 
Bra rimase ad osservarlo, la sua mente sfogliò velocemente le immagini della sua vita, riportandola alla sera del ballo, quando
 sulla terrazza della scuola, loro due avevano parlato del medaglione. 
Il ciondolo era un ricordo, un simbolo, il primo regalo ricevuto dal padre e Goten non se ne era mai separato. Stava accadendo l’impossibile davanti alla chiesa dei monti Paoz.
Momenti che parvero secoli, Goten stringeva nel pugno ciò che di più prezioso possedeva, ciò che stava per donare a lei.
“Bra,
 io...” era la cosa migliore da fare, ne era convinto, ormai niente significava per lui, soltanto averla tra le braccia per sempre era importante. 
Uno di fronte all’altra, sembrava stessero sognando, mentre nel cielo fece capolino una stella.
Goten mise intorno al collo di Bra la catenina con il medaglione e gli occhi di lei si riempirono di lacrime.
“Goten, ma cosa stai facendo... ?” Mormorò, era troppo emozionata da quel gesto inaspettato, tanti pensieri cominciarono ad assalirla, forse anche lui l’amava ?
“Bra, vuoi essere la mia donna per tutta la vita?”
Non ebbe il tempo di rispondergli, vide negli occhi di lui un forte desiderio e capì di non potergli resistere, si lasciò andare lanciandosi tra le sue braccia.
Il sogno si stava avverando, era una magnifica sensazione sentire il contatto del suo torace e lasciarsi avvolgere dai muscoli vigorosi delle braccia.
Goten si chinò verso di lei e appoggiò le labbra alle sue, la lingua penetrò nella sua calda bocca, causandole un piacere intenso, era una sensazione fantastica sentire di appartenergli, un incendio le divampò nel cuore. Bra gli affondò le mani nei capelli, mentre lui la stringeva dolcemente.
Non era facile staccarsi, abbracciato
a lei si sentiva felice e sarebbe rimasto così per tutta l’eternità.
Goten la lasciò a malincuore 
sospirando.
“Bra ti amo, voglio stare con te... dimmi  che lo vuoi anche tu” Chiese,
timoroso come un bambino, e lei sorrise, non aveva mai desiderato altro.
“Si...si,
Goten” rispose, stingendo il  medaglione tra le mani, se l’era immaginato così tante volte quel momento che non riusciva a credere che stesse accadendo davvero.
“E il tuo matrimonio?” Continuò, si sentiva quasi soffocare a chiederglielo,
ma lo fece istintivamente.
“Non ti preoccupare, ho parlato con Valese...
le ho detto la verità, che amo un'altra, che amo te, Bra!”la mano del saiyan si posò sulla pelle accaldata di lei e iniziò a percorrerle il braccio, le dita sfioravano quella morbidezza facendola rabbrividire.
“Goten,
io non...” sussurrò con un filo di voce, le palpebre abbassate gli nascondevano gli occhi, Bra aveva un viso immoto e turbato, Goten se ne accorse e le sollevò il mento con le dita.
“Non temere...
 non voglio niente da te adesso, non sarebbe giusto, aspetterò che tu ti senta pronta... “ sorrise, dolcissimo e ancora una volta l’abbracciò rassicurandola, lei gli appoggiò la testa contro il petto e sentì il battito veloce del suo cuore.
Rimasero così stretti e felici ad ascoltare i suoni della natura che pareva voler festeggiare il loro amore.
Quasi si intravedeva  l’alba, il cielo si stava rischiarando.
“E’ meglio che ti accompagni a casa!” Disse Goten,
accarezzandole i capelli.
“Temo la reazione di mio padre...,
non capirà e si arrabbierà con te." Rispose lei  con una sfumatura di ansia nella voce.
“Parlerò con Vegeta, è già al corrente e mi aspetta per chiarire” il ragazzo sentiva il cuore che martellava all’idea di affrontare il principe, ma non si sarebbe fatto intimorire, Bra era troppo importante per lui.
“Ti starò vicina, gli parleremo insieme, fianco a fianco, io so come prenderlo...” Le sembrava di vederlo, Vegeta fuori di sé che si scagliava contro Goten, Bra rabbrividì al solo pensiero.
“No! Tocca a me, non preoccuparti me la caverò!” la situazione era molto delicata, eppure lui non si era mai sentito così pieno di coraggio.
“Andiamo ...” Disse, Bra gli porse una mano e insieme si sollevarono verso il cielo, volando sfiniti nel fisico, ma forti di un amore sincero che nessuno avrebbe mai potuto spezzare.
Durante il viaggio Goten non aveva smesso un momento di guardarla, e lei lo ricambiava sorridendo, anche se sentiva  crescere la tensione, ad ogni chilometro percorso, Bra pensava che si stava avvicinando il momento di affrontare suo padre.
Quando la ragazza vide brillare in lontananza le prime luci della Città dell’Ovest, strinse la mano di Goten con una forza tale
che lui si fermò all’istante.
“Bra,
che ti succede?” Il saiyan la guardò con aria interrogativa.
“Non voglio che ti faccia del male..
.” una fitta improvvisa le aveva scosso la mente.
“Non succederà...
 vedrai, te lo prometto,  piccola. Abbi fiducia in me, adesso aumento l’aura, così tuo padre e Trunks capiranno che ti ho trovato e torneranno alle Capsule Corporation!” 
Goten si concentrò trasformandosi in supersaiyan, la luce dorata che emanava illuminò il loro restante tragitto e in poco tempo i due ragazzi giunsero all’enorme edificio.
“Scendiamo
Bra!” l’apprensione era tangibile, dovevano affrontare la prova più difficile della loro vita.
Il giardino sembrava deserto, anche il vento era tacito e Bra e Goten si scambiarono uno sguardo perplesso.
“Strano, 
non c’è nessuno! Pensavo che mi stessero aspettando  e invece...” nonostante tutto Bra si sentì sollevata, ma non poteva immaginare che Vegeta fosse  seduto sulla sdraio al bordo della piscina e li stesse  osservando con uno sguardo furente.
“Goten
 dammi un altro bacio, prima di entrare...” Il sayan la tirò a sé e avvicinò le labbra,  Bra sentiva sul collo il suo respiro e chiuse gli occhi, ma mentre si abbandonava ebbe una strana sensazione, e con uno scatto allontanò il ragazzo.
“Che succede...?”  Chiese Goten,
sorpreso.
“Succede che mi dovete delle spiegazioni, specialmente tu,  Son Goten!” risuonò una voce aspra e la figura di Vegeta emerse dalle tenebre, lasciandoli senza fiato.
“Pa...
Papà  è colpa mia se...” Affermò Bra, il padre era così minaccioso che lei non ebbe la forza di continuare a parlare.
“Tu entra subito in casa!” Esclamò Vegeta, ma lei non riusciva a muoversi, sapeva già cosa sarebbe successo.
“Bra,
stai tranquilla ed entra in casa!” anche Goten era conscio di ciò che stava per accadere, l’umore del principe era pessimo e di certo avrebbe sfogato su di lui tutta la rabbia, che gli esplodeva in corpo.
La voce di Bra era sommessa.
 “Ti prego,
papà...  fallo per me, io lo amo!” alzò lo sguardo e incontrò il volto infuriato del padre che non le concesse risposta.
Mentre si dirigeva verso l’ingresso la ragazza si voltò alcune volte a fissarli, i due sayan erano immobili uno di fronte all’altro.
“Vegeta 
...sono pronto dimmi cosa devo fare, amo tua figlia con tutto me stesso e voglio sposarla!” Goten sentiva su di sé quegli occhi cupi che sembrava lo stessero trapassando. Era stata una pazzia confessargli apertamente i propri sentimenti, ma non sarebbe stato corretto mentirgli.
“Tu
vorresti sposare Bra?” Vegeta aggrottò la fronte e fece un passo verso di lui serrando i pugni.
“Sono pronto, se vuoi mettermi alla prova, ti dimostrerò il mio coraggio...” le sue paure  si stavano realizzando:Vegeta aumentò l’aura, Goten  reagì con prontezza e fletté le ginocchia, mettendosi in posizione
pronto a ricevere l’attacco.
L’altro saiyan si mosse inesorabilmente e si fermò davanti a lui, con un fendente colpì lo stomaco di Goten,
che si piegò contraendosi in una smorfia di dolore.
In quel giardino senza colori due ombre si muovevano in una ritmica lotta, dove solo uno sarebbe uscito vincitore.
Goten  stava avendo
la peggio, dopo un susseguirsi di attacchi che a malapena era  riuscito a parare,  Vegeta gli aveva ferito un braccio procurandogli una lacerazione profonda, faceva fatica a reggersi sulle gambe e fu arduo alzarsi dopo che cadde  per l’ennesima volta.
Il principe lo stava guardando con un 
espressione di disgusto.
“Sei un rammollito! Tu vorresti sposare mia figlia? Non riesci  neanche a sfiorarmi, sei patetico!”
La sua voce colpiva duramente, era peggio di ricevere un colpo in pieno petto.
Goten cercò di rialzarsi, non poteva mostrarsi così debole, doveva reagire, non intendeva rinunciare a Bra.
Nel frattempo la ragazza assisteva allo scontro, incollata al vetro della finestra del soggiorno, era seriamente preoccupata, accanto a lei la madre cercava di tranquillizzarla.
“Lo sta massacrando, non ne uscirà intero!
 Mamma,dobbiamo fare qualcosa! Ma dov’è Trunks?” chiese con tono disperato, mentre si accorse che il padre lo stava nuovamente attaccando.
Goten vide muoversi Vegeta,  con lo 
sguardo travolto dalla rabbia il ragazzo decise di reagire, raccolse le ultime energie  e si concentrò aumentando l’aura, i muscoli divennero tesi dallo sforzo, mentre il corpo era fradicio di sudore.
Si lanciò contro l’altro saiyan e sorprendendolo riuscì a colpirlo alla schiena, poi, approfittando dell’attimo di smarrimento di Vegeta, gli sferrò un altro colpo, questa volta nel torace e lo vide barcollare,
notando la smorfia di dolore apparsa sul suo viso. 
Vegeta lo fissò incollerito, nonostante tutto era rimasto impressionato, Goten non si era dimostrato un codardo, anzi,
sembrava determinato a continuare.
“Basta così!” Urlò
 freddo e impassibile, mentre Goten respirava a fatica per lo sforzo.
“Basta così? Cosa vuoi dire,
Vegeta?” Goten non era intenzionato a rinunciare e si fece avanti serrando i pugni, ma prima di rendersene conto si trovò il viso di Vegeta ad un centimetro dal suo.
“Falla soffrire anche solo una volta e non vedrai più sorgere il sole! Mi sono spiegato?” 
“Vuoi dire mi permetti di fidanzarmi con tua figlia?

Gli occhi di Vegeta divennero più cupi e la mano avvolse il collo del ragazzo.
“Non mi piace ripetere le cose!” con un brusco gesto lo allontanò e Goten stremato scivolò sul terreno.
Orgoglioso, 
il principe si sollevò da terra, provava una strana malinconia al pensiero che  la sua piccolina  fosse diventata donna e presto avrebbe sposato il figlio di Kakaroth. Quei giorni in cui lei si sedeva sulle sue ginocchia gli parvero lontani e che carichi di rimpianto. Ma, in fondo cominciava a credere che il ragazzo fosse sicuramente l’unico in grado di renderla felice, era un saiyan coraggioso e forte  proprio come lui.
Goten rimase in silenzio e lo vide allontanarsi verso il cielo,
 ormai illuminato da un nuovo giorno, riprese fiato e tentò di alzarsi mentre avvertì l’aura di Trunks avvicinarsi.
L’amico gli atterrò davanti e sgranò gli occhi nel vedere i vari lividi violacei che gli ricoprivano parte del corpo.
“Goten ..
.  cos’è successo?” chiese, anche se non era difficile intuire.
“Diciamo che ...
ho ottenuto l’approvazione di tuo padre, io e Bra siamo fidanzati!”
Trunks sorrise, anche se non nascose un velo di preoccupazione.
“Spero che ti comporterai come si deve con lei, 
altrimenti...”
Goten!” i due ragazzi si voltarono e videro Bra avvicinarsi, bellissima, sorrideva agitando la mano. 
Era un bocciolo delicato che si apprestava ad affrontare la vita, diventando una splendida donna tra le braccia dell’uomo che amava.
“Goten sei ferito al braccio! Entra in casa,
voglio medicarti!  E tu dove sei stato?” chiese irata rivolgendosi al fratello.
Trunks scosse la testa, la  sorella
 era grintosa e imprevedibile, sorrise al pensiero che il suo migliore amico non avrebbe avuto vita facile con lei.
Si avviarono verso l’abitazione e Bra premette la maniglia per entrare in soggiorno, mentre Trunks sorreggeva Goten...
ci fu silenzio e dopo un scroscio di applausi.
I tre rimasero stupefatti nel vedere Goku, Chichi, Gohan, Videl e Pan in piedi davanti a loro.
“Sorpresa!” urlarono all’unisono.
Bulma ridacchiava, lei era stata l’artefice, dopo aver raccontato l’accaduto a Chichi tutti i Son si erano precipitati grazie al teletrasporto di Goku
“Mamma, Papà, Gohan!” ma cosa ci fate qui?” chiese Goten. 
“Siamo venuti a festeggiare!” rispose Chichi sorridendo.

“Festeggiare?” ripeté Bra troppo sconvolta per capire a cosa si riferisse la donna.
“Certo cara...
il vostro fidanzamento!” continuò la signora Son.
Goten e Bra si scambiarono uno sguardo e sorrisero impacciati, le guance della saiyan divennero paonazze.
Bulma prese in mano le redini della situazione
e con la sua grinta innata cominciò a parlare.
“Ragazzi, sono davvero contenta che tutto si sia risolto, non potevo sperare di meglio per mia figlia, sapete erano ormai settimane che la vedevo triste e angosciata, ma oggi finalmente mi accorgo di quanto sia felice!” Si apprestò ad aprire una bottiglia di champagne che precedentemente aveva messo in frigorifero.
Goten e Bra erano spaesati, sentivano su di loro gli occhi dei famigliari e non riuscivano a nascondere l'imbarazzo. 
Goku si fece avanti e raggiunse il figlio, posandogli una mano sulla spalla.
“Hai fatto la scelta giusta figliolo 
siamo tutti con te!” lo sguardo scese e si fermò sulla catenina con il medaglione che Bra portava al collo.
“Spero che sarete felici, mio figlio è proprio innamorato di te...” le sussurrò avvicinando le labbra ad un orecchio.

“Avanti, venite  ho preparato qualche piattino stuzzicante. ” disse Bulma interrompendo quel momento, anche la madre di lei si era unita al festeggiamento e sorrideva alla nipote. 
Goku si fregò le mani e spedito fu il primo ad assaggiare quelle prelibatezze.
“Sono felice,
Goten” disse Bra, il cuore le batteva forte mentre lui le era vicino, era rasserenata nel costatare quanto tutti fossero entusiasti alla notizia della loro unione.
Tutti, ma Vegeta non era presente e Bra incurvò le labbra.
“Vorrei tanto che papà che fosse qui,
gli voglio bene...” mormorò e Goten le prese le mani stringendole tra le sue.
“Sono sicuro che in questo momento ti sta pensando, anche lui ti vuole molto bene!”
Chichi si intromise rivolgendosi alla futura nuora.

“Mi auguro che andremo d’accordo, sai, di carattere siamo molto simili...
“Lo spero Chichi...” rispose Bra, un poco intimorita da quella minacciosa figura.
 
“Quando vi sposate, allora?”
La domanda di Bulma fece zittire tutti i presenti, ma l’euforia della donna era contagiosa.
“Sì
 ditecelo!” Urlò Pan felice, avrebbe avuto come zia la sua migliore amica.
“Pensavo a settembre” Rispose Goten con un filo di voce.
Bra impugnò la situazione e si mostrò decisa.
“Ma quale settembre...
 è meglio evitare quel mese, se non sbaglio l’aveva scelto la tua ex fidanzata!  Non mi piace! Ci sposeremo a dicembre, prima di Natale!" aveva la stessa espressione del padre, nessuno osò ribattere.
Goten sorrise
e le circondò la vita con una mano, riconoscendo quanto lei sapesse imporsi, rivelando la sua indole.
“Ti amo Bra e so che non riuscirò mai a domarti, tu sarai per sempre la mia principessa ribelle!”
Goten la strinse a   e la morbidezza di quelle labbra scacciò 
ogni minimo dubbio, si era perdutamente innamorato di lei.

 

Fine.

 

 

 

Finalmente sono riuscita a postare il capitolo, sapete ho pianto, mentre scrivevo il finale...

Spero di non avervi deluso e vi ringrazio per avermi seguito così numerosi.

Mi avete dato la forza di continuare, anche quando l’ispirazione mancava, pensavo a voi che aspettavate l’aggiornamento.

 

Grazie :

sarapastu, millissima, himeno chan, ary 22, Riko, Tara, sweet giuly Ss,

Ally chan, Elechan86, MajinLollo69, madonna, Shari_Aruna, @ngel.,

Amy Goku, Erika93, kia, gino we_we, jexy, jessikina 90, Hilary ssj. 

 

GRAZIE ^^

 

Anche a tutti quelli che non hanno mai recensito, eppure hanno la storia tra i preferiti.

 

Rispondo al commentatore :  

“Io  forse scrivo come una nonna, ma almeno l’italiano lo so.
Ci sono più errori nelle tue tre righe che in tutte le mie ff messe insieme.
Non mi sembri in grado di dare consigli.
Tanto per la cronaca, la prossima volta che non hai niente da fare, almeno firmati. Sarai un fake, ma almeno sii coraggioso."

 

Lori

Dopo questa parentesi vi saluto e vi  prego di recensire, se la storia vi è piaciuta fatemelo sapere,

ci tengo davvero tanto.

CIAO   LORIGETA.

 

  
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