La
principessa ribelle
Capitolo 16
: Insieme.
Il
vento si era alzato e sibilava ondeggiando le fronde degli alberi.
Accoccolata
sull’erba umida Bra contemplava il firmamento offuscato da
grosse nuvole cupe.
Dalle
sue labbra sfuggì un sospiro,
quasi un lamento della sua anima assetata d’amore.
Cosa
doveva fare? Dire la verità a Goten e confessare che si era
perdutamente
innamorata di lui?
Lo sguardo della ragazza divenne malinconico, mentre si
imponeva di resistere alla tentazione dettata dal suo cuore: lo voleva, ma lui apparteneva ad
un'altra, a
Valese.
Avrebbe
dovuto sopportare la pena di amare senza la speranza di essere
corrisposta,
rinunciare ad un sogno, ad un sentimento vero, unico, devastante, che
ardeva
dentro di lei.
Il
cuore batteva impazzito e ogni lacrima che lentamente scendeva sulla
guancia,
era una rinuncia, un rimpianto, non vi era modo di soddisfare il
bisogno
disperato che aveva di lui.
In
circostanze normali, Goten si sarebbe fermato, volava talmente veloce
che non
riusciva a distinguere il luogo esatto che stava sorvolando. Dovette
comunque
rallentare e in fine fermarsi, ansante
si guardò attorno.
“Ci
siamo quasi” pensò, in lontananza
scorgeva i contorni delle montagne che si delineavano riflettendosi nei
suoi
occhi inquieti.
Desiderava
solo ritrovare Bra e stringerla
tra
le braccia, per liberare il sentimento che lo opprimeva.
Il pensiero di
perderla lo trafiggeva come cento spilli dentro la carne.
Goten
sentì il bisogno di evocare ricordi lontani, tuffandosi nel
passato rivide
piccoli frammenti della sua vita, e cominciò a ricomporli,
uno ad uno,
riportando alla luce la certezza di averla sempre amata.
“Come
ho potuto non capirlo? Essere così cieco davanti alla sua
luminosità.”
Senza
esitare riprese la corsa, incurante di essere allo stremo delle forze,
implorò
al suo corpo di resistere e raccolse le ultime energie.
“Non
posso cedere adesso...devo trovarla, dirle cosa provo per
lei.”
Sapeva
benissimo che a casa la stavano aspettando, e che il padre sicuramente
era
partito alla sua ricerca.
Percepiva
l’aura lontana e potente che girovagava per il pianeta.
La
ragazza non poteva fare a meno di rispondere alla voce che sentiva mormorare nelle sua testa, come si sarebbe giustificata
davanti a suo
padre?
Non
voleva che Goten si trovasse ad affrontare le ire di Vegeta per causa sua, e
sicuramente lei per un tempo indefinito rischiava di non uscire
più di casa.
Era
una situazione insostenibile, era difficile trovare anche un solo
piccolo
motivo che la spingesse a
tornare indietro.
“Forse
sarebbe meglio che non ritornassi mai più a casa, vorrei
fuggire e nascondermi
lontano, almeno così, forse, riuscirei a
dimenticarlo!”
Stava
mentendo a se stessa con l’illusione di
allontanare Goten dalla sua vita, eppure sapeva di averlo impresso nel
suo
cuore, un indelebile segno radicato dentro di lei, che niente avrebbe
potuto
cancellare.
Gli
parve di percepire la sua presenza, anche se Bra aveva
azzerato l’aura, la sensazione di averla finalmente trovata
illuminò il volto
del ragazzo, non sapeva
spiegarsene il motivo, ma sapeva che lei era là.
Quella
pace sconfinata era un infimo nemico che riempiva il cuore di Bra,
colmandolo
di tristezza.
Decise che era arrivato il momento di allontanarsi, dopo essersi
riposata a sufficienza, non era saggio rimanere a poca distanza
dall’abitazione
dei Son.
Bra
si sollevò da terra tentando di mantenere il controllo delle
proprie emozioni : non avrebbe mai immaginato di poter
provare
simili sensazioni. Non riusciva a capacitarsi che lei,
l’orgogliosa e tenace principessa si fosse rivelata in
realtà una ragazza
indifesa e incapace di lottare, contro un sentimento che credeva non
corrisposto.
Tremava,
ma alzò la testa mentre con passo incerto si avvicinava
sempre più alla chiesa.
“Non
ci sarò quando Goten e Valese si sposeranno, non
starò a guardare la loro
felicità”
Bra socchiuse gli occhi, altre lacrime scesero a rigarle le guance, e
si accorse che il vuoto, ormai, aveva preso possesso del suo cuore.
Goten
stava dirigendosi verso di lei, volava a bassa quota e attento a non
farsi
scorgere si faceva scudo con le spesse nuvole scure. Non poteva
rischiare di
essere notato, non subito, temeva la reazione di Bra e che lei tentasse
di
fuggire.
Voleva
coglierla di sorpresa, per poi stringerla tra le braccia e dichiararle
il suo
amore.
Discese
lentamente con fare accorto a pochi metri dalla costruzione, poi rapido
si
nascose dietro ad un albero nodoso, le cui radici profonde si nutrivano
da
secoli di quella terra fertile.
Goten
si sentì mancare le forze per l’emozione, una
vampata di calore gli risalì il
corpo colorandogli le guance.
“Bra
ti ho trovata ” sussurrò, un
radioso sorriso illuminò lo sguardo e gli occhi si accesero
di gioia.
L’esile
figura davanti a lui rappresentava tutto ciò che desiderava,
soltanto lei lo
avrebbe reso davvero felice.
“Bra, aspetta!”
Il calore,
finalmente, tornò ad inondare di
nuovo il petto della ragazza.
“Go...Goten!” Doveva evitare le
lacrime e quell’aria grave, Bra deglutì, era il momento di tirare fuori la
grinta e di
fargli capire che di lui non
le
importava niente, avrebbe dovuto essere sincera, ma a quale scopo se
Goten non
l’amava?
Si
erano scambiati uno sguardo e gli occhi di entrambi brillavano di una
luce
vera.
Non lo aveva mai visto così
triste, le era sembrato che il ragazzo
soffrisse
quanto lei.
“Vattene
via, non saresti dovuto venire a cercarmi... perchè non sei con
Valese? Non ti è bastato che vi abbia rovinato la
festa?”
Parole,
fiumi di parole, ma Goten non ascoltava,
faceva
scorrere lo sguardo su di lei dicendosi che nessun altra donna era
così bella e
desiderabile.
“Vattene!
Voglio rimanere sola...
non
avrei dovuto comportarmi
così...”
Lui
si avvicinò e le porse una mano.
“Vieni
qui Bra, e cerca di
calmarti... non è successo niente di irreparabile”
Cercò
di rassicurarla, ma lei scosse la testa e chiuse gli occhi ben stretti,
sperando di non scoppiare in lacrime. Indietreggiò di
qualche passo, le gambe
erano deboli e si muovevano a fatica.
Goten
provò una tenerezza infinita, notando quanto fosse smarrita
e simile ad un
cucciolo indifeso.
“Bra, è questo che voglio da
te, sii te stessa,
piangi se devi, sfogati...” Pensò, con il
cuore fremeva nel petto gonfio d’amore. Bra
non era la solita principessa arrogante ed orgogliosa, ma una ragazza
sofferente, che inutilmente cercava di nascondersi dietro ad una
maschera che
si stava sgretolando lentamente.
“Bra
ascoltami...” Goten doveva spiegarsi. Farle
capire quanto fosse importante per lui.
“Smettila,
non voglio la tua compassione...
non
voglio vederti mai più!” disse la saiyan con voce
tremante, si sentiva
distrutta e adesso che lui la stava fissando era
tutto più difficile.
“Ti
devi sposare, cosa ti importa di me?” continuò, con voce
distaccata e non riuscì a fermare una piccola lacrima che
scese sulla guancia
luccicando.
“Bra...” mormorò Goten,
sentiva il bisogno di
abbracciarla, di colmarla di tenerezza.
“Devo
parlarti... ascoltami, ti prego!”
Perché era così difficile? Tremava
come un
bambino sotto lo sguardo perplesso di lei.
All’improvviso
si accorse di non avere più la voce, era soffocata
dall’emozione.
Che
ti succede, Goten? Forza, devi dirglielo, dille che
l’ami.
Era
fuori di sé, trascinato in un turbinio di pensieri con i
muscoli contratti
In
quel momento capì cosa davvero
significasse amare.
Aveva
perso la propria sicurezza ed era in balia di quelle
iridi
azzurre, totalmente perso nello sguardo di lei.
“Goten,
non capisco... perchè sei
così
teso?” i loro occhi si incontrarono ancora una volta e fu
quelle decisiva. Il
ragazzo chiamò a raccolta tutto il suo coraggio.
Seguì uno strano silenzio e
Goten sollevò le braccia e mise le mani dietro
all’attaccatura del collo,
quindi con un movimento deciso sganciò la sicura della
catenina.
Bra
rimase ad osservarlo, la sua mente sfogliò velocemente le
immagini della sua
vita, riportandola alla sera del ballo, quando sulla terrazza della
scuola, loro due avevano parlato del medaglione.
Il ciondolo era un ricordo, un
simbolo, il primo regalo ricevuto dal padre e Goten non se ne era mai
separato.
Momenti
che parvero secoli, Goten stringeva nel pugno ciò che di
più prezioso
possedeva, ciò che stava per donare a lei.
“Bra,
io...” era la cosa
migliore da fare, ne era
convinto, ormai niente significava per lui, soltanto averla tra le
braccia per
sempre era importante.
Uno di fronte
all’altra, sembrava stessero
sognando, mentre nel cielo fece capolino una stella.
Goten
mise intorno al collo di Bra la catenina con il medaglione e gli occhi
di lei
si riempirono di lacrime.
“Goten,
ma cosa stai facendo... ?” Mormorò, era troppo
emozionata da quel gesto
inaspettato, tanti pensieri cominciarono ad assalirla, forse anche lui
l’amava
?
“Bra,
vuoi essere la mia donna per tutta la vita?”
Non
ebbe il tempo di rispondergli, vide negli occhi di lui un forte
desiderio e
capì di non potergli resistere, si lasciò andare
lanciandosi tra le sue
braccia.
Il
sogno si stava avverando, era una magnifica sensazione sentire il
contatto del
suo torace e lasciarsi avvolgere dai muscoli vigorosi delle braccia.
Goten
si chinò verso di lei e appoggiò le labbra alle
sue, la lingua penetrò nella
sua calda bocca, causandole un piacere intenso, era una sensazione
fantastica
sentire di appartenergli, un incendio le divampò nel cuore.
Bra gli affondò le
mani nei capelli, mentre lui la stringeva dolcemente.
Non
era facile staccarsi, abbracciato
a
lei si sentiva felice e sarebbe rimasto così per tutta
l’eternità.
Goten la
lasciò a malincuore sospirando.
“Bra ti
amo, voglio stare con te... dimmi
che lo vuoi anche tu” Chiese, timoroso come un bambino, e lei
sorrise, non
aveva mai desiderato altro.
“Si...si, Goten”
rispose, stingendo il
medaglione
tra
le mani, se l’era immaginato così tante volte quel
momento che non riusciva a
credere che stesse accadendo davvero.
“E
il tuo matrimonio?” Continuò, si sentiva quasi
soffocare a chiederglielo,
ma
lo fece istintivamente.
“Non
ti preoccupare, ho parlato con Valese... le
ho detto la verità, che amo un'altra, che amo te, Bra!”la mano del saiyan si
posò sulla pelle accaldata di lei e iniziò a
percorrerle il braccio, le dita
sfioravano quella morbidezza facendola rabbrividire.
“Goten, io non...” sussurrò
con un filo di voce, le palpebre abbassate gli nascondevano gli occhi,
Bra
aveva un viso immoto e turbato, Goten se ne accorse e le
sollevò il mento con
le dita.
“Non temere... non voglio niente da
te adesso, non sarebbe giusto, aspetterò che tu ti senta
pronta... “ sorrise,
dolcissimo e ancora una volta l’abbracciò
rassicurandola, lei gli appoggiò la
testa contro il petto e sentì il battito veloce del suo
cuore.
Rimasero
così stretti e felici ad ascoltare i suoni della natura che
pareva voler
festeggiare il loro amore.
Quasi
si intravedeva l’alba,
il cielo si stava
rischiarando.
“E’
meglio che ti accompagni a casa!” Disse Goten, accarezzandole
i capelli.
“Temo
la reazione di mio padre...,
non
capirà e si
arrabbierà con te." Rispose lei con una sfumatura di
ansia nella voce.
“Parlerò
con Vegeta, è già al corrente e mi aspetta per
chiarire” il ragazzo sentiva il
cuore che martellava all’idea di affrontare il principe, ma
non si sarebbe
fatto intimorire, Bra era troppo importante per lui.
“Ti
starò vicina, gli parleremo insieme, fianco a fianco, io so
come prenderlo...”
Le sembrava di vederlo, Vegeta fuori di sé che si scagliava
contro Goten, Bra
rabbrividì al solo pensiero.
“No!
Tocca a me, non preoccuparti me la caverò!” la
situazione era molto delicata,
eppure lui non si era mai sentito così pieno di coraggio.
“Andiamo
...” Disse, Bra gli porse una mano e insieme si sollevarono
verso il cielo,
volando sfiniti nel fisico, ma forti di un amore sincero che nessuno
avrebbe
mai potuto spezzare.
Durante
il viaggio Goten non aveva smesso un momento di guardarla, e lei lo
ricambiava
sorridendo, anche se sentiva crescere
la
tensione, ad ogni chilometro percorso, Bra pensava che si stava
avvicinando il
momento di affrontare suo padre.
Quando
la ragazza vide brillare in lontananza le prime luci della
Città dell’Ovest,
strinse la mano di Goten con una forza tale che
lui si fermò all’istante.
“Bra, che ti succede?” Il
saiyan la guardò con aria
interrogativa.
“Non
voglio che ti faccia del male...” una fitta
improvvisa le aveva scosso la mente.
“Non
succederà... vedrai, te lo prometto, piccola. Abbi fiducia in me, adesso aumento
l’aura,
così tuo padre e Trunks capiranno che ti ho trovato e
torneranno alle Capsule
Corporation!”
Goten si concentrò
trasformandosi in supersaiyan, la luce dorata che emanava
illuminò il loro
restante tragitto e in poco tempo i due ragazzi giunsero
all’enorme edificio.
“Scendiamo Bra!” l’apprensione era tangibile, dovevano
affrontare la prova più difficile della loro vita.
Il
giardino sembrava deserto, anche il vento era tacito e Bra e Goten si
scambiarono uno sguardo perplesso.
“Strano, non c’è
nessuno!
Pensavo che mi stessero aspettando e invece...”
nonostante tutto Bra si sentì sollevata, ma non poteva
immaginare che Vegeta
fosse seduto sulla sdraio al bordo della
piscina e
li stesse osservando con uno sguardo furente.
“Goten
dammi un altro bacio, prima di
entrare...” Il
sayan la tirò a sé e avvicinò le
labbra,
Bra sentiva sul collo il suo respiro e chiuse gli occhi,
ma mentre si
abbandonava ebbe una strana sensazione, e con uno scatto
allontanò il ragazzo.
“Che
succede...?” Chiese
Goten, sorpreso.
“Succede che mi dovete delle spiegazioni,
specialmente
tu, Son Goten!”
risuonò una voce aspra e la
figura di Vegeta emerse dalle tenebre, lasciandoli senza fiato.
“Pa... Papà
è
colpa mia se...” Affermò Bra, il padre era
così minaccioso
che
lei non ebbe la forza di continuare a
parlare.
“Tu
entra subito in casa!” Esclamò Vegeta, ma lei non
riusciva a muoversi, sapeva
già cosa sarebbe successo.
“Bra, stai tranquilla ed entra in
casa!” anche
Goten era conscio di ciò che stava per accadere,
l’umore del principe era
pessimo e di certo avrebbe sfogato su di lui tutta la rabbia, che gli
esplodeva
in corpo.
La
voce di Bra era sommessa.
“Ti prego, papà...
fallo per me, io lo amo!”
alzò lo sguardo e
incontrò il volto infuriato del padre che non le concesse
risposta.
Mentre
si dirigeva verso l’ingresso la ragazza si voltò
alcune volte a fissarli, i due
sayan erano immobili uno di fronte all’altro.
“Vegeta ...sono pronto dimmi cosa devo
fare, amo tua
figlia con tutto me stesso e voglio sposarla!” Goten sentiva
su di sé quegli
occhi cupi che sembrava lo stessero trapassando. Era
stata una pazzia confessargli apertamente i propri sentimenti, ma non
sarebbe
stato corretto mentirgli.
“Tu vorresti sposare Bra?”
Vegeta aggrottò la
fronte e fece un passo verso di lui serrando i pugni.
“Sono
pronto, se vuoi mettermi alla prova, ti dimostrerò il mio
coraggio...” le sue
paure si stavano
realizzando:Vegeta
aumentò l’aura, Goten reagì
con
prontezza e fletté le ginocchia, mettendosi in posizione pronto a ricevere
l’attacco.
L’altro
saiyan si mosse inesorabilmente e si fermò davanti a lui,
con un fendente colpì
lo stomaco di Goten, che si piegò
contraendosi in una smorfia di dolore.
In
quel giardino senza colori due ombre si muovevano in una ritmica lotta,
dove
solo uno sarebbe uscito vincitore.
Goten stava avendo la
peggio, dopo un susseguirsi di attacchi che a malapena era riuscito a parare, Vegeta gli aveva ferito un
braccio
procurandogli una lacerazione profonda, faceva fatica a reggersi sulle
gambe e
fu arduo alzarsi dopo che cadde per
l’ennesima volta.
Il
principe lo stava guardando con un espressione di
disgusto.
“Sei
un rammollito! Tu vorresti sposare mia figlia? Non riesci neanche a sfiorarmi, sei
patetico!”
La sua
voce colpiva duramente, era peggio di ricevere un colpo in pieno
petto.
Goten cercò di rialzarsi, non poteva mostrarsi
così debole, doveva reagire, non intendeva rinunciare a Bra.
Nel frattempo la ragazza
assisteva allo
scontro, incollata al vetro della finestra del soggiorno, era
seriamente
preoccupata, accanto a lei la madre cercava di tranquillizzarla.
“Lo
sta massacrando, non ne uscirà intero! Mamma,dobbiamo fare
qualcosa! Ma dov’è Trunks?” chiese con
tono disperato, mentre si accorse che il
padre lo stava nuovamente attaccando.
Goten
vide muoversi Vegeta, con
lo sguardo travolto
dalla rabbia il ragazzo decise di reagire, raccolse le ultime energie e si concentrò
aumentando l’aura, i muscoli divennero
tesi dallo sforzo, mentre il corpo era fradicio di sudore.
Si
lanciò contro l’altro saiyan e sorprendendolo
riuscì a colpirlo alla schiena,
poi, approfittando dell’attimo di smarrimento di Vegeta, gli
sferrò un altro
colpo, questa volta nel torace e lo vide barcollare, notando la smorfia di dolore
apparsa sul suo
viso.
Vegeta
lo fissò incollerito, nonostante tutto era rimasto
impressionato, Goten non si
era dimostrato un codardo, anzi,
sembrava
determinato a continuare.
“Basta
così!” Urlò freddo e impassibile, mentre Goten
respirava
a fatica per lo sforzo.
“Basta
così? Cosa vuoi dire,
Vegeta?”
Goten non
era intenzionato a rinunciare e si fece avanti serrando i pugni, ma
prima di
rendersene conto si trovò il viso di Vegeta ad un centimetro
dal suo.
“Falla
soffrire anche solo una volta e non vedrai più sorgere il
sole! Mi sono
spiegato?”
“Vuoi
dire mi permetti di fidanzarmi con tua figlia?
Gli
occhi di Vegeta divennero più cupi e la mano avvolse il
collo del ragazzo.
“Non
mi piace ripetere le cose!” con un brusco gesto lo
allontanò e Goten
stremato scivolò
sul terreno.
Orgoglioso, il principe si
sollevò da terra, provava una strana malinconia al pensiero
che la sua piccolina fosse diventata donna e
presto avrebbe
sposato il figlio di Kakaroth. Quei giorni in cui lei si sedeva sulle
sue
ginocchia gli parvero lontani e che carichi di rimpianto. Ma, in fondo cominciava a credere che il ragazzo
fosse
sicuramente l’unico in grado di
renderla felice, era un saiyan coraggioso e forte
proprio come lui.
Goten
rimase in silenzio e lo vide allontanarsi verso il cielo, ormai illuminato da
un nuovo giorno, riprese fiato e tentò di alzarsi mentre
avvertì l’aura di
Trunks avvicinarsi.
L’amico
gli atterrò davanti e sgranò gli occhi nel vedere
i vari lividi violacei che
gli ricoprivano parte del corpo.
“Goten
...
cos’è
successo?” chiese, anche se non era
difficile intuire.
“Diciamo
che ... ho ottenuto
l’approvazione di tuo padre, io e Bra siamo
fidanzati!”
Trunks
sorrise, anche se non nascose un velo di preoccupazione.
“Spero
che ti comporterai come si deve con lei, altrimenti...”
“Goten!” i due ragazzi si
voltarono e videro
Bra avvicinarsi, bellissima, sorrideva agitando la mano.
Era un bocciolo
delicato che si apprestava ad affrontare la vita, diventando una
splendida
donna tra le braccia dell’uomo che amava.
“Goten
sei ferito al braccio! Entra in casa, voglio
medicarti! E tu dove sei stato?”
chiese irata
rivolgendosi al fratello.
Trunks
scosse la testa, la sorella
era grintosa e imprevedibile,
sorrise al pensiero che il suo migliore amico non avrebbe avuto vita
facile con
lei.
Si
avviarono verso l’abitazione e Bra premette la maniglia per
entrare in
soggiorno, mentre Trunks sorreggeva Goten... ci
fu silenzio e dopo un scroscio di applausi.
I
tre rimasero stupefatti nel vedere Goku, Chichi, Gohan, Videl e Pan in
piedi
davanti a loro.
“Sorpresa!” urlarono all’unisono.
Bulma
ridacchiava, lei era stata l’artefice, dopo aver raccontato
l’accaduto a Chichi
tutti i Son si erano precipitati grazie al teletrasporto di Goku
“Mamma,
Papà, Gohan!” ma cosa ci fate qui?”
chiese Goten.
“Siamo
venuti a festeggiare!” rispose Chichi sorridendo.
“Festeggiare?”
ripeté Bra troppo sconvolta per capire a cosa si riferisse
la donna.
“Certo
cara... il vostro
fidanzamento!” continuò la signora Son.
Goten
e Bra si scambiarono uno sguardo e sorrisero impacciati, le guance
della saiyan
divennero paonazze.
Bulma
prese in mano le redini della situazione e
con la sua grinta innata cominciò a parlare.
“Ragazzi,
sono davvero contenta che tutto si sia risolto, non potevo sperare di
meglio
per mia figlia, sapete erano ormai settimane che la vedevo triste e
angosciata,
ma oggi finalmente mi accorgo di quanto sia felice!” Si
apprestò ad aprire una
bottiglia di champagne che precedentemente aveva messo in frigorifero.
Goten
e Bra erano spaesati, sentivano su di loro gli occhi dei famigliari e non riuscivano a nascondere l'imbarazzo.
Goku
si fece avanti e raggiunse il figlio, posandogli una mano sulla spalla.
“Hai
fatto la scelta giusta figliolo siamo tutti con te!” lo
sguardo scese e si
fermò sulla catenina con il medaglione che Bra portava al
collo.
“Spero
che sarete felici, mio figlio è proprio innamorato di
te...” le sussurrò
avvicinando le labbra ad un orecchio.
“Avanti, venite ho preparato qualche
piattino stuzzicante.
”
disse Bulma
interrompendo quel momento, anche la madre di lei si era unita al
festeggiamento e sorrideva alla nipote.
Goku
si fregò le mani e spedito fu il primo ad assaggiare quelle
prelibatezze.
“Sono
felice, Goten” disse Bra, il
cuore le batteva forte mentre lui le era vicino, era rasserenata nel
costatare
quanto tutti fossero entusiasti alla notizia della loro unione.
Tutti,
ma
Vegeta non era presente e Bra incurvò le labbra.
“Vorrei
tanto che papà
che fosse qui, gli voglio bene...”
mormorò e Goten le prese
le mani stringendole tra le sue.
“Sono
sicuro che in questo momento ti sta pensando, anche lui ti vuole molto
bene!”
Chichi
si intromise rivolgendosi alla futura nuora.
“Mi
auguro che andremo d’accordo, sai, di carattere siamo molto simili...”
“Lo
spero Chichi...” rispose Bra, un poco intimorita da quella
minacciosa figura.
“Quando
vi sposate, allora?”
La domanda di Bulma fece
zittire tutti i
presenti, ma l’euforia della donna era contagiosa.
“Sì
ditecelo!” Urlò
Pan felice, avrebbe avuto come zia la sua migliore amica.
“Pensavo
a settembre” Rispose Goten con un filo di voce.
Bra
impugnò la situazione e si mostrò decisa.
“Ma
quale settembre... è meglio evitare quel
mese, se non sbaglio
l’aveva scelto la tua ex fidanzata!
Non
mi piace! Ci sposeremo a dicembre, prima di Natale!" aveva la stessa
espressione del padre, nessuno osò ribattere.
Goten
sorrise
e le
circondò la vita
con una mano, riconoscendo quanto lei sapesse imporsi, rivelando la sua
indole.
“Ti amo Bra e so
che non riuscirò mai a
domarti, tu sarai per sempre la mia principessa ribelle!”
Goten
la strinse a sé e la morbidezza di quelle
labbra scacciò ogni minimo dubbio,
si era perdutamente innamorato di lei.
Fine.
Finalmente
sono riuscita a postare il capitolo, sapete ho pianto, mentre scrivevo
il
finale...
Spero
di non avervi deluso e vi ringrazio per avermi seguito così
numerosi.
Mi
avete dato la forza di continuare, anche quando l’ispirazione
mancava, pensavo
a voi che aspettavate l’aggiornamento.
Grazie
:
sarapastu,
millissima, himeno chan, ary 22, Riko, Tara, sweet giuly Ss,
Ally chan,
Elechan86, MajinLollo69, madonna,
Shari_Aruna, @ngel.,
Amy Goku,
Erika93, kia, gino we_we, jexy, jessikina
90, Hilary ssj.
GRAZIE ^^
Anche
a tutti quelli che non hanno mai recensito, eppure hanno la storia tra
i preferiti.
Rispondo
al commentatore :
“Io
forse scrivo come una nonna, ma almeno
l’italiano lo so.
Ci
sono più errori nelle tue tre righe che in tutte le mie ff
messe insieme.
Non
mi sembri in grado di dare consigli.
Tanto
per la cronaca, la prossima volta che non hai niente da fare, almeno
firmati.
Sarai un fake, ma almeno sii coraggioso."
Lori
ci tengo davvero tanto.
CIAO LORIGETA.