Serie TV > I Cesaroni
Segui la storia  |       
Autore: Eliessa    20/01/2013    2 recensioni
La famiglia Cesaroni oramai sembra aver ritrovato la sua stabilità nel quartiere della Garbatella; mentre Marco ed Eva che orami sono una coppia anzi una famiglia insieme alla loro Marta, si sono trasferiti all’estero. Il destino per loro però sa essere molto crudele. Riusciranno ad essere uniti anche quando tutto inizia ad andare per il verso sbagliato?
Genere: Romantico, Sentimentale, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Quasi tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Dopo la tempesta, il sole.
 

 
 
-Alex, sono incinta. Sono incinta!.- continuava a dire Eva ancora confusa e felice allo stesso tempo.
-Beh, è una bella notizia, no?-
-Lo fosse se solo Marco fosse qui con me e non a Roma.-disse Eva sedendosi su una sedia. –Questo bambino è come un fulmine a ciel sereno.-
-Anche questo aspettavi Marta è stato così, poi però le cose sono andate diversamente.-
-Ma quella è una storia a sé. Lì credevo che Marta fosse tua figlia, mi avevi lasciato ed io non ero più innamorata di te, ora è diverso. Io amo Marco è questo bambino è figlio suo. Tu non hai idea di come sto in questo momento.-
-Ma tu questo bambino lo vuoi o no?-le chiese Alex inginocchiandosi davanti a lei.
-Ti deludo se ti rispondo con un non lo so?-
-No Eva, non mi deludi. Ti capisco. Sei confusa e sarebbe tutto più semplice se Marco fosse con te, ma io ti invito a riflettere. Forse con questo bambino le cose tra te e Marco si sistemeranno per sempre.-
-Ma io non voglio che questo figlio ci faccia da collante! Se voglio tornare con Marco e lui con me deve essere per amore, non per dovere. Pensa che ancora non ci siamo neanche sentiti, l’ho dovuto chiamare io perché Marta ha chiesto del padre.-
-E che ti ha detto?-
-A me personalmente nulla, ha parlato solo con Marta. Ora, non solo ci siamo allontanati, devo anche dirgli che sono incinta. Io non ci riesco, come faccio? Ma soprattutto che devo fare?-
-Perché non provi a prendere tu l’iniziativa? Vai a Roma.-
-Alex, in questo momento mentre desidero si fare qualcosa, immediatamente dopo voglio l’esatto contrario. Non sono più sicura di niente, non so più chi sono diventata, non ci sto capendo nulla della mia vita in questo periodo. Forse… Forse ha ragione Marco, lui ha capito prima di me che io non ero più me stessa, che qualcosa in me non andata ed è voluto andare via perché cercassi di capire cosa voglio veramente dalla vita.-
-Finalmente sei arrivata alla giusta conclusione, con un po’ di ritardo, ma ci sei arrivata. Tu non hai idea di quanto sia grande, immenso e puro l’amore che prova Marco per te.-
-Anche se ci siamo traditi? Se due persone si amano non dovrebbero tradirsi.-
-Non dovrebbero, hai ragione, ma può succedere e questo non vuol dire che tu ami meno Marco o lui ami meno te. Sarebbe tutto più semplice se tu ammettesti a te stessa che si, hai tradito Marco, ma lo ami e continuerà ad essere così per sempre. Si vede che tra voi due c’è un legame speciale.-
-Ma come fai a starmi vicino dopo quello che ti ho fatto? Non merito di averti accanto.-
-Beh, gli amici servono a questo. Servono ad aiutare, comprendere, consigliare e per te farei anche l’impossibile perché meriti questo ed altro.-
-Ti sembra superficiale se ti rispondo con un grazie?-
-No, perché è quello che volevo sentirmi dire.-rispose Alex abbracciandola. Ma l’abbracciò fu interrotto dal telefonino di Eva. Era una chiamata da parte di Marco. Lei sapeva benissimo che aveva chiamato per la figlia, così fece rispondere direttamente lei, ma non sapeva che il suo uomo doveva parlare anche con lei.
-Mamma, papà ti vuole.-disse Marta passando il telefonino alla madre.
-Cosa vuole papà?-chiese facendo finta di niente Eva.
-Non lo so.- ripose con un sorriso la piccola.
“Pronto Eva”disse Marco.
-Marco, cosa succede?-
“Ti chiamo per una cosa che è successa a Carlotta.”
-Che le è successo?-chiese preoccupata Eva.
“Volevo essere io a dirtelo. Oggi ha rischiato di perdere il bambino e per questa notte rimane sotto osservazione in ospedale.”
-Ma ora come sta, tutto apposto?-
“Si, sia lei che il bambino sono fuori pericolo. Ora con Carlotta c’è Walter ed io sono fuori il reparto con Stefania ed Ezio.”
-Magari domani la chiamo, ora non vorrà sentire nessuno.-
“Si, forse si. Ha bisogno di un’amica.” Silenzio. Passarono solo alcuni secondi di silenzio tra Eva e Marco. Silenzi che sembravano interminabili fino a quando Marco non riprese la parola. “Eh allora ci sentiamo, domani mattina ti chiamo per sentire Marta”

“Diglielo Eva, digli che sei incinta di lui e che ancora lo ami. Diglielo. Digli che hai solo fatto un errore, lo stesso suo errore. Diglielo che lo ami.” Continuava a ripetersi Eva.

-No.-rispose Eva. Voleva sentire ancora la voce del suo Marco. Voleva Marco, lo voleva più di ogni altra cosa al mondo.
“Eva, tutto bene?”
-Si… eh volevo dirti se potevo chiamarti più tardi così cantavi per Marta la ninnananna, sai quanto fatica ad addormentarsi se non gliela canti, infondo è per lei la tua canzone.-
“Va bene, quando vuoi chiamami. Allora ciao.”
-Ciao Marco.-rispose Eva per poi chiudere la chiamata.
-Diglielo Eva.-disse Alex guardando Eva dritta negli occhi.
-Appena trovo un po’ di sicurezza in me stessa e ritorno l’Eva Cudicini di sempre glielo dirò. Lo giuro.-
 
Intanto nell’ospedale romano, Marco era tornato da Ezio e Stefania e dopo una manciata di minuti ritornò anche Walter.
-Allora?-chiese Marco.
-Sta bene, anche se è ancora molto scossa. L’ho vista spaventata ed impaurita come non mai, solo che devono tenerla sotto osservazione questa notte e serve qualcuno per la notte, ma io non posso rimanere, ci vuole una donna.-
-E vabbeh, dov’è il problema? Rimango io.-disse Stefania.
-Davvero mà?!-
-Ma certo Walter, non ti preoccupare, con Carlotta ci resto io.-
-Grazie mamma.-ripose il figlio con le lacrime agli occhi abbracciando la madre.
-Ora però calmati, Carlotta ed il bambino sono fuori pericolo, tornatene a casa con tuo padre e vedrai che domani le cose andranno meglio.-Walter annuì.
-Ma se vi fermaste a cena da me insieme a Diego?-
-Perfetto.-rispose Ezio. –Lo chiamo subito.-
-Allora ci vediamo domani. Buona notte a tutti.- continuò Stefania.
-Notte mà.-rispose il figio.
E così Marco e Walter iniziarono ad andare a casa, Ezio passò prima da casa per prendere Diego e dirigersi dagli amici e Stefania andò nella degenza dove c’era Carlotta.
-Ehi Carlotta, posso entrare?-chiese Stefania dall’uscio della porta.
-Si, certo.-rispose la ragazza con un falso sorriso.
-Senti, qualcuno doveva rimanere per la notte, ma se non gradisci la mia compagnia io posso andare.-
-No, no anzi, mi fa piacere. Almeno passiamo un po’ di tempo da sole.-
-Beh, mi fa piacere, anche se rimanere da sole in questo contesto non è dei migliori. Come ti senti?-aggiunse Stefania dopo un breve attimo di silenzio.
-Se penso che poteva andare peggio, sto bene.-
-E il medico che dice?-
-Mi ha detto di stare un mese totalmente a riposo. Walter non lo sa, l’ho visto preoccupato come non mai e non ho avuto il coraggio di dirgli tutta la verità.-
-Quale verità?-chiese preoccupata Stefania.
-Posso perdere il bambino in qualsiasi momento se non sto a riposo questo mese. Lui sa che sia io che il bambino siamo fuori pericolo, ma non è così.-
-C’è il rischio del distacco della placenta?-Carlotta annuì. –Allora vedrai che se stai a riposo tutto andrà bene.-
-Stefania, io ho paura di perdere questo bambino, non voglio.-disse Carlotta abbracciando la donna liberandosi dalle lacrime che ha dovuto trattenere davanti il fidanzato.
-Dai Carlotta, ti starò vicino e come me anche Walter, Ezio, Marco, Lucia, Giulio e tutti gli altri. A proposito, vuoi che avverta i tuoi genitori?-
-No no, non voglio allarmarli, staranno via ancora un paio di mesi quindi per il momento posso evitare di chiamarli.-
-D’accordo, come vuoi tu; ora però cerca di calmarti e vedrai che tutto si sistemerà.-Carlotta annuì e tornò ad abbracciare Stefania che non si sa come, riusciva a tranquillizzarla.
 
Intanto a casa Cesaroni, dopo aver cenato Rudy, Alice e Diego andarono in camera di Alice, Mimmo e Matilde che era rimasta a cenare lì insieme a suo zio, andò in camera di Mimmo, gli adulti rimasero in salone per continuare a chiacchierare, mentre Marco e Walter salirono in mansarda.
 
-Perché non chiami Carlotta?-chiese Marco vedendo il suo amico triste come non mai.
-Magari sta dormendo, non mi va di disturbarla.-
-Secondo me, invece, le farebbe piacere sentirti. Chi più di te può starle accanto?-
-No, dai. Fidati, meglio se la lascio da sola e tu dimmi piuttosto se sai qualcosa di Eva.-
-L’ho chiamata prima quando eravamo in ospedale e le ho detto di Carlotta, nulla di più.-
-Come nulla di più? E come l’hai sentita? Non ti ha detto altro?-
-Walter, che mi doveva dire? Magari si sarà anche irritata per la mia chiamata, forse stava pure con Alex.-
-Ma come fai dico io. Come? Sai che la donna che ami magari è nelle braccia di un altro e tu non fai niente, fai come se nulla fosse.-
-Forse perché solo da parte mia c’è interesse, mentre in amore l’interesse deve esserci da entrambi.-
-Chiamala.-
-Eh?!- rispose stranito Marco.
-Giuro che se non la chiami tu per dirgli che hai sbagliato a lasciarla, lo farò io.- Marco non rispose, così Walter prese l’iniziativa. –Uno. Due. Tre.-
-Ok, ok. La chiamo va bene?-
-Non basta che la chiami, sai cosa devi dirle.- E così Marco decise di chiamarla, prese il telefonino e compose il numero di Eva, ma il suo più grande incubo si era realizzato: a rispondere alla chiamata fu Alex
“Pronto, Marco”
-Alex!-esclamò Marco. –Cercavo Eva, può rispondere?-
“È in bagno, ti faccio richiamare?”
-No, magari la chiamo domani mattina.-
“Anzi, aspetta è appena uscita te la passo.”
Marco però non aveva più la forza di sentirla dopo aver parlato con Alex, così anche facendo la figura del vigliacco, chiuse la chiamata.
-Perché hai chiuso?-chiese arrabbiato Walter.
-Per sentire te che m’incoraggi a chiamarla. Sai con chi era? Con Alex. Stanno insieme Walter, non c’è più nulla da fare. Ho perso. Ora sono solo un ex di Eva ed il padre di sua figlia, per il resto non sono più nessuno.-
-Marco, ma insomma. Possibile che non hai le palle per dire ad Eva che la ami? Io non ti riconosco più, cedimi. Il Marco di qualche anno fa avrebbe lottato a qualsiasi costo per stare con Eva, ora mi spiace ma non ti riconosco.-
-Walter, tu pensi che sia sempre tutto così facile? Pensi che mi sia stato facile lasciare Eva e Marta? Pensi che non ci soffra? Waler, io sento di morire e credimi che ogni tanto mi prende quella voglia di farla finita sul serio. Avevo anche valutato l’idea di ammazzarmi, se proprio lo vuoi sapere, ma poi ho pensato a Marta e al fatto che sarebbe cresciuta senza un padre. Io sono cresciuto senza madre e so cosa voglia dire avere un solo genitore. Per Marta voglio il meglio e senza uno dei suoi punti di riferimento non avrà mai il meglio.-
-Neanche ora ha il meglio se tu sei qui e lei a Londra.-
-Però sono pur sempre vivo e posso vederla quando voglio.-
-Non ho parole.-
-Tranquillo, a volte non servono le parole, ma i fatti… e di fatti ne ho visti abbastanza. E se vogliamo anche sentiti, dopo la chiamata di due minuti fa.-Squilla il telefonino di Marco. –È Eva.-
-E rispondi coglione. Fallo perché altrimenti lo farò io.-Marco rispose.
-Eva.-tentennò Marco.
“Mi cercavi?”
-Si, ma non è nulla di importante insomma. Non volevo disturbarti.-
“Nessun disturbo Marco. Dimmi.”
-Volevo sentirti.- Silenzio. Un’altra chiamata. Ancora attimi di silenzio. –Ma forse ho sbagliato momento.- continuò Marco riprendendo un po’ di coraggio.
“Marco, io dovrei parlarti.”
-Tranquilla, l’ho capito che per te non sono più nessuno e ti capisco. Quando penso di rimediare ai miei errori puntualmente ne commetto altri.-
“No, ti sbagli, credimi.”
-E allora cos’altro d’importante devi dirmi?-
“Non è facile per telefono.”
-Allora quando trovi le parole poi me lo dici.-rispose irritato Marco.
“Si, hai ragione. Hai perfettamente ragione. Ti passo Marta.”
“Papà.”Gridò la piccola.
-Amore mio, che stai facendo?-
“Sono nel letto tuo.”
-Brava, così fai compagnia alla mamma.-
“Papà, mi canti la ninnananna?-
-Certo piccola mia.-rispose Marco. Dopo un breve attimo di pausa iniziò a cantare cercando di trattenere le lacrime che volevano uscire dai suoi occhi

-[…]
Sarete voi la vostra storia.
Sarete voi due sguardi in aria.
Sarete voi la mia memoria.
Sarete voi il mondo intorno a me.
Pigiami, moine, la culla con le apine, triciclo, girello, il mondo sembra bello.
Le scarpe che indossi per fare i primi passi, il mare, gli abbagli, i granchi tra gli scogli.
Cortili, bambine col fiocco e le treccine, problema, sei meno, ma sempre in due per mano.
Regali, Natale, la neve sotto il sole, playstation ma quando, ti giuro sto studiando.
Ritardi, promesse, duecento sms, ti chiamo, c’hai un casco? Neanche ti conosco.
Chitarre, distorte, dalle finestre aperte, ballare, da solo, alzando gli occhi al cielo.
Campeggio, concerto, il primo bacio storto, mi guardi, ti amo, domani autogestiamo.
Silenzio, sai cosa? Noi siamo soli in casa. Poi scosti le tende, sei diventato grande.-

 
“Ehi Marco.”Riprese il telefonino Eva. “Si è addormentata”
-Come sempre. Vabbeh, allora ci sentiamo.-
“Quando vuoi, ciao Marco.”
-Ciao Eva.-Marco chiuse la chiamata.
-Allora?-chiese Walter.
-Allora nulla rispose Marco.-
-Ma come, mi sembra di aver capito che deve parlarti.-
-Appunto, sembrerebbe, ma non mi ha detto nulla.-
-Allora prendi l’aereo e va da lei.-
-Si, e che le dico? Cos’è che dovevi dirmi Eva?-
-Si, bravo. Hai capito in pieno le mie parole.-
-No, non mi sembra una buona idea, a meno che…-
-Che hai in mente?- chiese Walter preoccupato.
-Rudy può aiutarmi.-Marco si alzò dal letto e corse verso la porta, gridando il nome del fratello che lo raggiunse subito.
-Ehi Marco, che ti succede?-rispose il fratello appena se lo ritrovò davanti.
-Ho bisogno di te come non mai, sei disposto ad aiutarmi?-
-In che modo dovrei contribuire?-
-Hai presente la tua canzone per Alice?- Rudy annuì. –Dovresti prestarmela. È l’unica cosa che possa far ritornare insieme me ed Eva. E poi, se vorrai, questa canzone la canterai nel mio nuovo disco.-
-Senti, a me del disco non m’importa nulla, ma se può esserti d’aiuto con Eva, va bene.-
-Ti sarò riconoscente per tutta la vita.-
-Attento a quello che dici.- rispose Rudy abbracciando il fratello.
-Dobbiamo registrare subito. Questa stanza non è il miglior luogo, ma è l’unico posto che abbiamo. Il tempo di collegare l’attrezzatura e iniziamo. Te la senti?-Rudy annì.
-Magari io scendo sotto ad avvertire Alice e Diego.-disse Walter.
-D’accordo.-rispose Marco.
-Finalmente è tornato Marco, complimenti.-disse Walter dando una pacca sulla spalla all’amico, prima di andar via.
-Prendi la chitarra dalla custodia intanto. Rudy grazie.-
-Per una volta li aggiusto i casini, invece di combinarli.-
-C’hai ragione.-risero insieme. –Pronto?- Rudy annuì. –Vai.- E così Rudi iniziò a cantare
 
 

Ma come fai,
sai dei miei guai anche se non mi vedi.
Ma come fai,
non manchi mai quando non sto più in piedi.
Se cado giù ci pensi tu
Mi spieghi come fai.
A sopportare tutti i mie perché,
a non urlare se ce l’ho con te
combinazione senza nome
come due anelli, quasi fratelli.
A realizzare tutti i miei farò
A non mollare quando me ne andrò,
un’emozione senza nome,
come due aneli, più che fratelli.
Ma come fai,
risolvi i guai, anche se poi lo neghi.
Ma come fai,
non dormi mai, forse è per me che preghi.
Se volo su, ci pensi tu,
mi spieghi come fai.
A sopportare tutti i miei perché,
a non urlare se ce l’ho con te,
combinazione senza nome
come due anelli, quasi fratelli.
A realizzare tutti i miei farò,
a non mollare quando me ne andrò,
un’emozione senza nome,
come due anelli, più che fratelli.
Grazie perché se stai con me, io crescerò.
Resta con me o senza di te come farò.
A sopportare tutti i miei perché,
a non urlare se ce l’ho con te,
combinazione senza nome,
come due anelli, quasi fratelli.
A realizzare tutti i miei farò,
a non mollare quando me ne andrò,
un’emozione senza nome,
come due anelli, più che fratelli.

 
-La base è pronta, ma la registrazione lascia a desiderare.-iniziò a dire Marco.
-A me sembra ottima.-
-Fidati, questa qualità è pessima, ma d’altronde è tutto ciò che abbiamo. Domani pomeriggio parto per Londra. Torno da Eva.-
-Marco mio, siamo tutti con te.-
-Mi dispiace solo di non poter stare vicino a Walter in questo momento, ma non posso aspettare.-
-Walter capirà e sarà più felice se tornerai da Eva.-
-Però mi raccomando, non dirlo a nessuno, voglio che sia una sorpresa. Magari se tu lo dici a Mimmo, lui si fa scappare qualcosa con papà, che sua volta andrà a dirlo a Lucia e lei ad Eva e la sorpresa è andata.-
-Tranquillo, sarò muto.-
 
Intanto a Londra Eva stava ancora parlando con Alex.
-Sai, la chiamata di prima mi ha fatto riflettere.-iniziò Eva.
-In che senso?- rispose Alex
-Nel senso che… io amo Marco e non posso continuare a stare senza di lui. Ci siamo traditi, va bene, ma l’amore tra noi è rimasto. Basta Alex, ho deciso.-
-Deciso? Cosa?-
-Torno a Roma. Non m’importa nulla della carriera, Marco è più importante di qualsiasi altra cosa. Faccio le valige e domani mattina parto. Anzi prima passo in redazione a dare le dimissioni e poi prendo il volo per Roma.-
-Quindi questo è un addio?-
-Credo proprio di si. Grazie per essermi stato accanto.-
-Quando hai bisogno di un amico chiama, ok?- Eva annuì.
-Vuoi aiutarmi con le valige?-
-D’accordo. Ah, e se un giorno o l’altro tu e Marco decideste di sposarvi, tieni presente che io so ancora cucinare.-risero insieme.
-Sarai il primo a saperlo se mi sposerò, promesso.-Alex diede un bacio sulla guancia ad Eva. –Dai, ci aspetta un lungo lavoro. Devo sistemare anche le cose che Marco ha lasciato qui. La nostra città e Roma, e da lì mi sa che non ci sposteremo più.-

   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > I Cesaroni / Vai alla pagina dell'autore: Eliessa