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Autore: brutongaster    20/01/2013    0 recensioni
Cosa fa Marceline mentre Finn e Jake salvano il mondo? Certo scrive delle canzoni, guarda dei film, suona alle feste di tutta Ooo. Ma ci sono giorni in cui Marceline fa qualcos'altro: si annoia.
Genere: Avventura, Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Marceline
Note: Otherverse | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 2 - Add Six Six Six For The Nightosphere

 


La sera prima...

Marceline fluttuava appena sopra il divano. Accanto a lei giaceva una pila di fazzoletti usati per soffiarsi il naso. 
«...come fai ad andare avanti, quando nel tuo cuore cominci a capire che non si torna indietro? Ci sono cose che il tempo non può accomodare, ferite talmente profonde che lasciano un segno...»
«Frodo hai ragione ed io ti amo» disse Marceline in lacrime di fronte al televisore. Aveva perso il conto di quante volte avesse riguardato Il Signore degli Anelli, ma ogni volta le faceva lo stesso effetto.
Spense il televisore e prese qualche momento per ricomporsi.
Rise nervosamente.
Cosa poteva fare?
Che noia la vita da immortale.
Fluttuò al piano di sopra pensando che un'altra canzone sull'amicizia tra Legolas e Gimli le sarebbe venuta in mente. Ma dopo qualche accordo si stufò.
«Uff Marceline che noia che sei, è venerdì sera potresti fare molto meglio» disse a se stessa, ma rimase comunque a fluttuare nell'aria senza uno scopo preciso. 
Finalmente decise di dirigersi all'armadio. Si sarebbe tolta il pigiama che indossava ormai da una settimana e sarebbe uscita per un'avventura. «Questi jeans non sono abbastanza stretti...questi no...dov'è la mia camicia mostarda...carini questi stivali...cavolo voglio fare shopping...» 
A Marceline piace molto blaterare mentre sceglie i vestiti. Ci mette sempre secoli a decidere ma non riesce a contenere il suo stile, è una fashion victim. Una volta vestita si diresse al piano di sotto.
«Mh prendiamo qualcosa per rendere più divertente la serata» disse tra sé e sé Marceline. Fluttuò con sicurezza verso la cantina di casa sua.
«Non mi ricordavo di avere così tanto vino» disse poi Marceline di fronte ad un'enorme riserva di botti e bottiglie. Si diede un'occhiata attorno e decise che oggi era in vena di un rosso francese. Ne prese quattro bottiglie e le mise un in sacchetto di cartone.
«Bon Appetit!» disse Marceline abbandonando la cantina.
Si diresse verso i verdi campi spaziosi e le enormi foreste della landa di Ooo illuminate dalla luna piena che risplendeva quella notte. Tra un sorso e l'altro si mise a cercare i suoi amici.
«Oooh ohhh» disse mentre vorticava nell'aria versando vino da tutte le parti «cosa staranno facendo Finn e Jake?» volò a tutta velocità verso la loro casa sull'albero in cui gli aveva gentilmente concesso di vivere e guardò dentro dalla finestra.
Jake chiacchierava allegramente con Lady Rainicorn mentre Finn giocava con BMO assieme ad una strana ragazza in fiamme.
«Bleh, hanno tutti la ragazza» disse Marceline bevendo un altro sorso di vino. Si allontanò dalla finestra. Pensò che forse aveva qualche speranza di trovare compagnia o una festa a Dolcilandia. 
Si diresse verso il regno della Principessa Bubblegum, ma tutto era silenzioso, diede una sbirciatina nella stanza della ragazza e la vide, come al solito, china su uno dei suoi esperimenti scientifici.
«Palloso» disse Marceline in tono monotono degustando un altro po' del colore di quel delizioso vino. Iniziò a ridere senza motivo.
«Potrei andare a correre con i lupi» disse Marceline euforica facendo qualche piroetta in aria.
«Oooh le aquile!» esclamò la vampira vedendone uno stormo. Iniziò a seguirle ma il gruppo la seminò ben presto.
«Chissà dove saranno quegli orsetti che fanno festa dentro quel mostro gigante» disse Marceline che si era già dimenticata delle aquile. Iniziò a fiutare l'aria in cerca di odore di orsetti.
«Orsettiiii» urlò la ragazza con voce tremolante e qualche risata di troppo. Provò a fischiare con le dita ma fallì miseramente. «Mille anni di vita e ancora non so fischiare con le dita?» la vampira trovò la cosa molto divertente. In quel momento qualcos'altro catturò il suo sguardo.
«Wow non vedevo una di quelle cose da secoli!» esclamò la ragazza dirigendosi verso terra.
«Ciao cabina telefonica» disse parlando con l'oggetto davanti a se. Sollevò la cornetta ed una voce registrata disse Inserire gettone prego almeno cinque volte prima che Marceline smettesse di ridere al suono della voce. 
«Questo è divertente» iniziò a comporre qualche numero ma la donna continuava a ripetere Inserire gettone prego e Marceline non riusciva a smettere di ridere. Succhiò ancora un po' di rosso dal suo vino francese.
«Gettone. Gettone. Get to ne. GEEEtttOooneeEE» disse la ragazza «è una parola divertente ma non mi ricordo cosa voglia dire» continuò.
Iniziò a ispezionare la cabina telefonica. C'era un cassone dove si trovavano la cornetta e la tastiera per comporre i numeri. Era spesso circa venti centimetri e nella parte inferiore aveva uno cassetto chiuso a chiave.
«Ah ah!» esclamò Marceline trasformando il braccio in un tentacolo. Iniziò a stritolare il cassetto fino a che non lo ruppe, ed una pioggia di piccoli cerchietti in metallo cadde sul terreno.
«Gettoni!» urlò, soddisfatta di aver risolto il rompicapo.
Ne raccolse una manciata e se li infilò in tasca. Uno invece lo inserì nell'apposita fessura. Ora la voce alla cornetta disse Comporre numero
«Oohhhh» disse Marceline che non vedeva l'ora di chiamare qualcuno.
«Un sorso ogni volta che mi rispondono in una lingua sconosciuta» disse Marceline componendo un numero a caso.
Numero inesistente disse la voce di donna automatica.
«Grrr ti odio» disse Marceline stritolando la cornetta. Si lanciò una seconda occhiata in giro, questa volta più attentamente.
«Ah ah!» esclamò «elenco telefonico mi ricordavo della tua esistenza» prese in mano la rivista, chiuse gli occhi e aprì una pagina a caso. Puntò il dito senza guardare, poi riaprì.
Digitò il numero che aveva selezionato.
Tu tu tu... «Hallo? Hallo? Wer bist du? Bin ich nicht allein hier?» Marceline riattaccò la cornetta in preda al panico.
«No» disse terrorizzata dalla voce che aveva appena sentito al telefono. Succhiò metà del rosso della terza bottiglia in un colpo solo.
«Addio elenco telefonico anteguerra» disse la vampira lanciando la rivista alle sue spalle con una risata isterica «benvenuta memoria».
«Sei sei sei è il prefisso della Nottesfera chi potrei chiamare?» disse Marceline, pensando a voce alta. Senza pensarci troppo digitò dei numeri che si ricordava inconsciamente.
Tu tu tu... «Pronto?» sentì Marceline all'altro capo della cornetta senza riconoscere la voce.
«Pronto con chi parlo?» continuava a chiedere la voce maschile.
«Pronto con chi parlo?» chiese Marceline ridacchiando.
«MARCELINE SEI TU?» chiese il ragazzo urlando.
«Tuuuuuufffff» disse Marceline che aveva appena riconosciuto la voce.
«Si, ciao Marceline» disse lui con un tono di voce sorridente.
«Tuff mi manchi anche se tu non mi vuoi bene ed io non ti manco» disse lei, ancora sghignazzando.
«Marce ma io ti voglio bene e mi manchi tantissimo» rispose lui triste.
«Non sei partito con me» rispose lei improvvisamente triste.
«Perché tu sei partita con Ash, ricordi?» disse lui.
«E dopo il concerto?» continuò lei sempre triste.
«Eri così presa dal tour Marce, non pensavo tu mi volessi prendere con te» 
«Qui il tempo è bellissimo, ti piacerebbe molto» disse lei.
«Ne sono sicuro» sentì la voce sorridere di nuovo.
«Porta un po' di aglio» disse infine lei «WOOHH ADDIO TUFF» riattaccò il telefono.
«Questa è andata bene no?» disse Marceline componendo un altro numero a memoria «sei otto sei due nove otto quattro dieci due» perché la sua testa era uno strano contenitore tondo di numeri di telefono con i capelli?
Tu tu tu tu tu... «Chi è che osa non rispondermi» disse Marceline ascoltando i vari tu tu tu impazientemente. Ma il telefono continuò a squillare a vuoto fino a quando non partì la segreteria telefonica.
Questa è la segreteria telefonica di Ash, se siete dei comuni mortali lasciatemi il vostro indirizzo vi prometto che ci divertiremo. Tutti gli altri ciao ditemi quello che dovete dirmi.
Ci fu un bip. «Ash sei una carogna perché diavolo ti ho chiamato? Ah si mi annoiavo. Ah ah ah sono ubriaca, muori. Addio» chiuse la cornetta.
«Questo non va bene» disse in preda ad un incombente senso di paranoia. Prese un'altra manciata di gettoni, giusto per, e si allontanò timorosa dalla cabina telefonica.

  
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