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Autore: Irishgirl    20/01/2013    1 recensioni
Mi stringo nel giubbotto, alzo il colletto e mi accendo la sigaretta, mano in tasca, prima boccata, piena goduria. Non c'è nessuno fuori..
Genere: Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Pov Ed

 

Usciamo di casa e veniamo colpiti da un brezza leggera che ci accarezza la pelle sollevando un strato di brivido, decidiamo di andare a piedi e io sono solo che contento, dato che possimao parlare con più calma, e c'è più tempo, il cielo oggi non promette niente di buono, è minaccioso con nuvole nere, ma non offusca la mia estate che è qui accanto a me sorridente, mentre percorre il tragitto un passo alla volta, piano, insieme a me.

"Allora, hai già in mente un ristorante, un bar..qualcosa..?" la sua voce arriva di colpo frizzante  fresca.

"In realtà no.." sentenzio accennando un sorriso.
Avrei dovuto pensarci prima in effetti.

"Poco male, c'è un posto in cui voglio portarti io e sono sicura che potrebbe piacerti.." sorride. ricambio e dentro id me si attiva un moto i protezione nei suoi confronti, devo starle accanto, non so perché non so cosa mi spinge a sentire questo sentimento.

"Andy Barker's Bistro" cita l'insegna verdone scuro tipica inglese. 

"Ecco, vieni.." trilla.

Spinge la porta e con dita esili la tiene per farmi passare.

"June..!" un ragazzo sulla trentina, le corre incontro e l'abbraccia

"Andy..!"

"Pensavo fossi sparita di nuovo come stai..?" commenta sorridendo. Sparita di nuovo..? mi domando.

"Sto bene dai, e sono ancora qui per tua sfortuna, volevo presentarti Ed.." Si volta verso di me e allunga il braccio mi avvicino.

"Ed, Andy, Andy Ed.." Sorride.

Stringo la mano al ragazzo sembra un tipo apposto è cordiale e sorridente e mi ha fatto subito una bella impressione, ci fa accomodare ad un tavolino nell'angolo vicino alla finestra. 

Questo posto mi piace e lei, June è così a suo agio qui dentro, scherza con Andy e sorride a più non posso, la fila dei suoi denti dritti riflette su ogni cosa luminosa presente nella stanza, sono passate meno di 24 ore e mi sembra di essere stato con lei una vita, mi sembra di conoscerla.

Una ragazza con grandi occhi verdi e dei bizzarri orecchi ci porta le liste

"Juni, finalmente è da un pò che non ti vedo, sei sempre così bella.." sorride. 

June arrossice violentemente, è così vulnerabile, è bastata una parola per far crollare il suo muro, o almeno sgretolarlo un pochino.

"Ho avuto, molto da fare, ma ti pometo che mi farò perdonare.."

La ragazza fa un vistoso occhiolino.

"Torno fra poco, fate pure con calma.." Apriamo entrambi le liste e cominciamo a studiarle silenziosamente.

"Quindi sei famosa qui, mi hai portato qui perché sai che non pagherai.." bisbiglio divertito. 

Ride cristallina.

"Ho lavorato qui per un bel pò quando mi sono trasferita a Londra, inoltre ti ho portato qui non perché so che non pagherò, ma perchè quando assaggerai questo cibo non sarai più lo stesso.." 

Rido. 

"Addirittura..?" 

"Giuro signor. Edward, provare per credere.." ci guardiamo negli occhi.  

Provare per credere ripeto nella mia testa come una mantra, siamo occhi negli occhi ma lei cede, abbassa lo sguardo sul menù e sembra volerci sprofondare dentro, così anche io sarei rimasto ore a guardarla. 

"Siete pronti..?" la ragazza di prima ci fa sobbalzare.

"Per me una zuppa di pomodoro, con crostini a parte." 

Poso la lista.

"Per me una bistecca ben cotta, con salsa, patatine a parte e….anelli di cipolla." 

Dove la mette tutta quella roba..? E' un fuscello, è così magra che sembra non mangiare mai abbastanza.

Siamo di nuovo soli.

"Dove la metti tutta quella roba..?" domando divertito. 

Ride.

"Qui..!" indica lo stomaco. 

Rido.

Parliamo, parliamo tanto mentre mangiamo, mentre beviamo e lei è buffa e spontanea, si tocca i capelli, storce il naso quando commenta cose che non gli piacciono, gesticola animatamente e ride cristallina, ride, sorride che credo gli facciamo male le guance, sto così bene dai con lei che il tempo vola, vola veloce.

"Io ti ho detto che studio e lavoro in un ristorante tu invece, cosa fai nella vita..?" chiede mentre affonda il cucchiaino nel gelato al cioccolato. 

"Lavoro..in un bar a Traflgar square e nel tempo libero….suono, canto..scrivo.."

"Scrivi..?" sorride con gli occhi, con quei benedetti occhi neri che mi fanno diventare scemo.

"Si, ma..niente di che.." concludo piatto.

"Cioè, tu scrivi le tue canzoni..?"

"Si.."

"Voglio sentirle..!" annuncia irremovibile.

"No, non lo vuoi davvero.." sorrido, sono teso.

"invece si.."

"Facciamo così..quando..quando sarà il momento le sentirai.." mi guarda storto, ma sorride.

"Ok.." si rassegna e mangia un'altro cucchiaio di gelato.

Quando paghiamo e usciamo, mi accorgo che il tempo e volato e vorrei maledirlo per questo, ora dovrò riaccompagnarla a casa e chissà quando la rivedrò, lei, la mia estate, il mio solstizio. Così bella nei suoi jeans, con i suoi capelli. Che cosa mi ha fatto.

"Allora, cosa mi dici del Bistrò..?" mi prende a braccetto. Dentro di me sussulto e mi comando di stare lucido. un contatto semplice che ha innescato in me maccanismo di puro caos.

"Dico che non avrò altro Bistrò all'infuori di quello.." Ride. 

"Fa molto 10 comandamenti.."

"Più o meno lo è" concludo ridendo.

Dobbiamo separarci. Estate e inverno si scontrano si mischiano ma come l'alcol etilico e l'acqua poi si separano.

"Sono stata bene con te.." mormora.

"Io di più.." alza gli occhi su di me, sorride timida.

"Senti, ti va se ti lascio il mio numero.." chiede fingendo di essere distratta o disinteressata, sorrido e le sue guance si colorano di porpora. Un bel porpora acceso.

"Certo, figurati.." estraggo il cellulare dalla tasca, lei detta diligente. 

"Ti passo il mio.." 

Adrenalina.

"Si.." comincia a frugare nella borsa, scuoto la testa e sorrido divertito, sembra lo scirocco il vento estivo, quando si abbatte sulla città.

"June..facciamo così, ti chiamo io, ok..?"

"Ah..si, ok.." sembra delusa, forse teme che non lo faccia.

"Ti chiamo, te lo prometto.." dico piano. 

Sorride insicura e annuisce.

"A presto.." mormora e mi abbraccia.

Sorrido.

Ci separiamo, alcol etilico e acqua. Inverno ed estate. Ho freddo, mi stringo nella felpa.

 

Pov June 
 

Apro il portoncino, mi tremano ancora le mani, mi cadono le chiavi. "Merda June, che ti succede..?". 

Entro in casa. 

Mi sento fredda, come se il tepore della primavera fosse svanito, come se l'inverno fosse arrivato rigido e incombente su di me.

Ed, diamine, cosa mi ha fatto quel ragazzo, mi sento così diversa. 

E  se non  mi chiama, magari, ho parlato troppo. Penserà che sono una chiaccherona ciarlatana. 

Entro in camera e mi spoglio, mi infilo leggins neri e il mio solito maglione da casa. 

Lego i capelli in uno chignon scombinato. Insicura di tutto, insicura del mio nome, sicura della primavera, spaventata dall'inverno, ne ho passate un bel pò e ho imparato che non ci si deve fidare delle persone, ma lui..lui sembra così diverso, lui, è arrivato per caso, ma si sa che le cose accadono per un motivo. 

Mi faccio un thè, le mie mani sono così fredde che temo possano paralizzarsi. e mentre l'acqua bolle, bolle anche il mio sangue. 

Avrei voluto stare con lui ancora un pò..mi sento così stupida, non lo conosco neanche da un giorno e già ne sento la necessità..? 

Forse è la mia sete di conoscenza verso i suoi conformi, o forse non mi ricordavo una primavera così da quando avevo quattro anni. Tanto tempo fa. 

Chiamami, ripeto nella mia mente, faccio rimbombare questa frase contro le pareti del cervello.

Il telefono squilla, mi riprendo dal mio stato di pensiero. Corro in camera dove c'è la borsa, con un gesto deciso la svuoto sul letto.

"Pronto.."

"Sono Ed.."

Sorrido.

"Ciao.."

"Te l'avevo promesso.." sussurra.

"Si.." bisbiglio.
Il mio sangue riprende a scorrere.

"Passa una bella serata June.." silenzio.

"Anche tu Ed.." sorrido.

"A presto.."

"Si..a presto"

Lancio il telefono sul letto. Sorrido che mi fanno male le guance, ma non importa, non fa niente, mi piace questo dolore, forse lo sento perché da tanto nessuno mi faceva sorridere così. Fino a fare male.

 

I giorni scorrono lenti e inesorabili, io e Ed ci sentiamo con regolarità, ma non siamo ancora riusciti a vederci, causa degli impegni di entrambi. 

Eppure avrei voglia di vederlo non mi ricordo quasi più com'è la sua voce dal vivo.

Leggo un libro con Miko appallottolato sulla mia pancia, dorme beato. Fuori piove. devido di chiudere gli occhi per un pò. Di colpo il campanello suona, mi alzo e Miko miagola, svegliato di soprassalto.

"Chi è..?" 

"Sono Ed..ho portato i muffin.."

"Sali veloce allora..!" scherzo.

Quando poso la cornetta realizzo che è lui, e dentro di me scatta il panico, mi specchio e mi guardo nella mia tenuta di casa, cerco di sistemarmi alla rinfusa, apro la porta. Eccolo  comparire per le scale. Il mio cuore galoppa, sembra che sti per uscire dal petto, mi fa quasi male. Ha il cappuccio sulla testa.

"Ciao.." 

Alza lo sguardo

"Ciao, che sorpresa..vieni entra.."

Scrolla le spalle, come per torgliersi il freddo di dosso.

"Sei tutto bagnato.."

"Sono solo due gocce, i capelli sono asciutti.." dice abbassandosi il cappuccio.

"Vieni facciamo un the..".

Con le tazze bollenti tra le mani siamo seduti sul divano, mangiamo muffin mentre lui fa amicizia con Miko.

"E' molto geloso e protettivo nei miei confronti.." ironizzo.

"Sul serio..?" dice mentre gli gratta dietro le orecchie.

"Però sembra che tu gli piaccia.." dico bevendo un sorso.

Sorride. 

Piaci anche a me, piaci anche me, ripeto mentalmente scuoto piano la testa, ah sta zitta, mi dico.

"Grazie per i muffin, non dovevi disturbarti.." 

"Figurati.." sorride e sorseggia il thè.

"Sono buonissimi.." Ne addento un'altro morso, sono strepitosi, morbidi e con un buon sapore. Ci volevano.

"Non è che sono avvelenati vero..?" chiedo scherzando, ride.

"Ci ho pensato sai, mi fai spendere un sacco di soldi quando ti chiamo al telefono" ride.

 "Non è vero.." fino di essere offesa. In cuor mio spero non sia una mezza verità.

Gli lancio un cuscino. 

Ride. 

Mi si apre il cuore.

Siamo vicini, si volta verso di me, faccia a faccia, occhi negli occhi.

"Mi piace quando mi racconti la tua giornata e quando ti sento ridere al telefono per le mie battute stupide.." dice, il mio cuore accelera.

"Oppure quando imprechi perché non trovi le chiavi, o quando mentre sono al telefono con te tu parli con Miko..mi piace June.." sorrido.

Siamo vicini, così vicini che potrei contare le sue ciglia.

"Ed..io.." sussurro. 

In un 'attimo, frazione di secondo, posa la tazza sul tavolino, circonda il mio viso con le mani.

 Le sue labbra sulle mie, si appoggiano rapide, ma si fermano, tutto si ferma, io seduta a gambe incrociate con la tazza ancora tra le mie mani. 

Ci baciamo.

Senza staccare le labbra prende la mia tazza e la posa in terra, ho le mani  libere, la mente no, le avvolgo dietro il suo collo e caldo contro la mia pelle fredda, le sue labbra hanno il sapore più dolce che abbia mai sentito, il più dolce esistente presumo. Non sono mai stata baciata così, sento tutto quello che non ho mai sentito. La primavera mi avvolge con le sue braccia e mi stringe mi sento un bocciolo di rosa appena sbocciato. Ci stacchiamo piano, rimaniamo vicini, fronte contro fronte. Sorrido e anche lui. appoggio un mano sul suo viso e sfioro i suoi lineamenti come se lo stessi studiando, chiude gli occhi. mi avvicino piano alle sue labbra gli lascio una bacio casto e delicato, quasi naive, poi un'altro, un'altro ancora. 

Finchè la primavera non decide di stringermi tra le sue braccia e baciarmi di nuovo, come se non ci fosse un domani.

 

Eccomi, spero vi piaccia, ora comincia il tutto, fatemi sapere..! 

 

MUCH LOVE..<3

  
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