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Autore: POPster    20/01/2013    3 recensioni
Seguito di The Preps
A qualche anno di distanza dalle vicende del collegio i protagonisti di Preps tornano ad intrecciare le loro storie...
Genere: Commedia, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Frank Iero, Gerard Way, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'The Preps'
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#3  Titolo qualsiasi esso sia

#3

Ancoranonhountitolomaok

 

    Daphne sorrise, lasciando entrare Gerard e Liz per primi nell'auto scura che li aveva attesi nel parcheggio privato del suo appartamento.
Era particolarmente di buon umore, nonostante fossero in ritardo e Liz avesse fatto colazione con un Martini. Per quel giorno non le importava, quello era l'ultimo dei suoi pensieri. Certo, si era ripromessa che avrebbe cercato una soluzione, avrebbe fatto un'altra di quelle pallose ramanzine che Eliza tanto detestava, riguardo quanto fosse poco necessario iniziare a bere gia dalle prime ore del mattino. Ma per ora aveva preferito lasciar correre.
    L'importante era che fossero tutti pronti e pimpanti per il servizio fotografico dei My Chemical Romance che si sarebbe svolto in un vecchio garage nei bassifondi di New York.
    La sera prima, alla festa di presentazione dei nuovi artisti della Quinn Recordings, Daphne aveva puntato gli occhi sul fotografo che avrebbe rivisto tra poco, e l'idea di incontrarlo di nuovo la faceva stare bene.
    Liz aveva notato che l'amica era particolarmente serena quella mattina, ed aveva compreso che c'era qualcosa sotto, aveva assistito alla lunga chiacchierata che Daphne aveva avuto con quel fotografo alla festa, e poteva giurare che l'amica fosse del tutto attratta da quel tipo. Ma sapeva anche che da tempo Daphne non frequentava sul serio un ragazzo, e anzi, forse non ne aveva mai seriamente frequentato uno. Nonostante non ne parlasse mai, perché era una ferita che forse era ancora aperta e - Liz forse era frivola, ma non idiota - probabilmente non si sarebbe cicatrizzata mai, Eliza aveva ben chiaro il momento in cui Daphne era cambiata. Risaliva ai tempi del liceo, all'incidente con quell'idiota di Michael Pedicone che aveva provato ad abusare di lei.
    E sapeva che quell'episodio aveva segnato per sempre l'amica, nonostante non se ne parlasse mai.
Era un argomento tabù. E forse era giusto che fosse così.
    Liz sapeva quanto male ancora facesse. In fondo Daphne aveva lasciato la scuola per cercare di riprendersi, per cercare di lasciarsi tutto alle spalle.
    Pensava che non avrebbe mai potuto veramente comprendere comunque come dovesse essere. Daphne non portava mai un ragazzo a casa. Aveva raccontato di essere uscita con qualcuno, ma Eliza non sapeva mai quanto fosse vero. Perché aveva visto Daphne allontanarsi e cambiare improvvisamente umore ogni volta che magari in qualche discoteca qualche ragazzo provava ad avvicinarsi per ballarle intorno. Ed aveva notato un altro milione di cose, delle quali Daphne non avrebbe mai parlato liberamente.
   
    Hailey fece un respiro profondo, guardandosi allo specchio.
Aveva pensato tutta la notte a come i suoi sogni stavano diventando realtà ed ancora non le sembrava vero. Ma era arrivato il momento di annunciare ai suoi genitori che aveva ottenuto un contratto discografico. Sapeva che i suoi non avrebbero mai capito quanto elettrizzante fosse quella notizia. Sapeva anche che, Marcus specialmente, l'avrebbero criticata, derisa e probabilmente avrebbero impiegato meno di quattro secondi per tornare a farla sentire un'illusa senza speranza.
    Avrebbe pagato oro per avere Frank al suo fianco, in quel momento.
Ma le regole di casa Oster erano più rigide di quelle di un carcere di massima sicurezza, quindi niente Frank finché Marcus sarebbe stato ancora in vita.
    Sbuffò, Hailey, scuotendo la testa. Non ce l'avrebbe mai fatta, era sicuro.
    Decise di rimandare quel momento ad un futuro prossimo. Tanto prima o poi avrebbe dovuto dirlo.
    Ma non quella mattina.
    Legò i lunghi capelli castani in una coda e con poca voglia uscì dal bagno della sua camera per trascinarsi nella sala da pranzo.
    Marcus e sua madre erano già seduti a tavola. Entrambi stavano leggendo un giornale. Marcus leggeva le notizie sull'economia, sua madre la cronaca rosa.
    Si sedette al suo posto. Lo stesso posto da quando viveva lì. La tavola era apparecchiata sempre allo stesso modo, da quando viveva lì.
    Al centro del tavolo c'erano una caraffa di succo d'arancia, una d'acqua ed un thermos di caffè bollente.
La loro cameriera sorrise ad Hailey e le avvicinò un vassoio colmo di muffin ai mirtilli e cioccolata.
    Hailey ne afferrò uno, poi si schiarì la gola per attirare l'attenzione dei suoi.
Entrambi posarono il giornale e la guardarono «Buongiorno, tesoro» disse con tono amorevole sua madre, versandosi una tazza di caffè.
    «Il tuo amico è già sgattaiolato via?» chiese Marcus addentando una fetta di pane e miele.
    Hailey alzò gli occhi al cielo «Il mio fidanzato.» precisò arrossendo «E comunque ovviamente non è possibile che sia sgattaiolato via dato che non ha dormito qui, in quanto i carcerieri gli avrebbero sicuramente sparato a vista» aggiunse acida.
    Marcus sollevò un sopracciglio, con quella sua aria così noiosa che Hailey non sopportava «Sembri quasi sincera quando lo dici. Dovresti ricordare che abbiamo delle cameriere alle quali piace tantissimo chiacchierare, nelle cucine» fece notare lanciando una frecciatina alla più giovane delle donne di servizio che arrossì abbassando lo sguardo.
    Hailey cominciò ad innervosirsi, come al solito. Lasciò il muffin ancora intatto nel suo piatto e si alzò dal suo posto «Bene. Scusatemi, ma l'ora d'aria è finita, torno nella mia cella a disegnare tacche sul muro contando i giorni di reclusione che mi restano».
    Prima ancora che Marcus potesse pronunciarsi su come fosse maleducata Hailey, la ragazza lasciò la sala e tornò nella sua camera.
    Afferrò il cellulare e chiamò Frank. Aveva bisogno di vederlo. Erano passate meno di dodici ore da quando si erano salutati dopo la festa della Quinn, ma aveva bisogno di passare del tempo con lui.
    Aspettò un pò, poi partì la segreteria telefonica.
    Hailey sbuffò, riposando il suo cellulare sul comodino accanto al letto e lasciandosi cadere di peso sui cuscini. Avrebbe riprovato a chiamarlo più tardi, probabilmente era esausto per la serata precedente e stava ancora dormendo.
    Decise che avrebbe passato la mattinata a suonare, magari tutto l'odio che provava nei confronti di Marcus le avrebbe ispirato una nuova canzone.

    Eliza se ne stava seduta accanto a Daphne intenta ad osservare come Gerard sapeva sembrare un vero e proprio fotomodello davanti all'obiettivo di Ryan. I My Chemical Romance erano stati cosparsi di sangue finto e tutta l'ambientazione sembrava presa da un film horror. Non era affatto male come idea.
    Daphne invece più che al servizio fotografico, prestava attenzione al fotografo.
    Era impossibile che Liz non se ne rendesse conto, così sorrise avvicinandosi all'amica per parlarle nell'orecchio «Te lo stai mangiando con gli occhi, D.» sussurrò divertita.
    Notò le labbra di Daphne sollevarsi agli angoli in un lieve sorriso «Mi ha invitata a cena fuori, questa sera...» disse cercando di sembrare più rilassata di quanto fosse in realtà.
    Eliza sollevò un sopracciglio «Lui? Ti ha invitata a cena fuori?» chiese. L'amica alzò gli occhi al cielo. Tutto l'alcool che circolava nel corpo di Liz ventiquattro ore al giorno l'aveva resa stupida, probabilmente.
    «No, la sua macchina fotografica!» sbuffò scuotendo la testa «Certo che lui. E ok...» fece un respiro profondo, giocherellando con una ciocca di capelli «...sono dannatamente nervosa. Forse avrei dovuto rimandare ad un altro giorno, non lo so...» ammise rivolgendo lo sguardo al suolo.
    Liz roteò gli occhi «Non essere stupida, è solo una cena, non un impegno a vita. Ti divertirai e quando tornerai a casa verrai a raccontarmi ogni minimo dettaglio della serata!».
    Daphne annuì. Eliza aveva ragione, era solo una cena, non c'era nulla di cui preoccuparsi.
Avrebbero mangiato in un ristorante di lusso e poi... cominciò a sentire un peso nel petto, chiedendosi se Ryan avrebbe voluto portarla in qualche posto dove sarebbero potuti stare da soli.
    Non era pronta per stare da sola con un uomo. Non in quel senso.
    Deglutì sentendo il bisogno di prendere un pò d'aria. Avrebbe proposto di andare con la sua auto, in modo che anche in macchina ci sarebbe stato il suo autista, perché insomma, non si poteva mai sapere.
    Guardò il suo cellulare e sospirò. Non appena ne avrebbe avuto il tempo, avrebbe chiamato la sua terapista. Aveva bisogno di parlarle prima di gettarsi in una serata che le avrebbe procurato qualche attacco di panico.
    Scusandosi con l'amica, si diresse fuori dal set.

Frank sorrise non appena vide Daphne fuori dal garage in cui Gerard e gli altri stavano scattando le foto promozionali.
    Era da almeno trenta minuti che girava per le vie di quella zona cercando quel dannato garage, ma tutto il quartiere sembrava un labirinto pieno di strade degradate e barboni all'angolo dei marciapiedi e ringraziò il signore di aver finalmente trovato Daphne.
    «Ehi, che ci fai da queste parti?» chiese la ragazza quando lo vide avvicinarsi, prima ancora che lui potesse salutarla.
Frank sorrise di nuovo. Uno di quei suoi fantastici sorrisi che effettivamente a Daphne piacevano da morire. «Ti stavo cercando, dovrei chiederti un favore...» spiegò.
    Daphne sollevò un sopracciglio «Se è qualcosa che ha a che fare con il lavoro, puoi rivolgerti a Judy. Se è qualcosa che ha a che fare con la tua vita personale, chiedi a qualche tuo amico, perché se non sbaglio è agli amici che si chiedono i favori, e io e te non siamo classificati come amici da un paio d'anni ormai, se non sbaglio...» disse.
    Oh, nonostante non fosse strettamente necessario rispondere in modo così acido, Daphne si sentì quasi sollevata dopo aver pronunciato quelle parole.
    Anzi, forse aspettava proprio il momento giusto per ricordare a Frank che le cose non erano più come ai tempi del liceo, e anzi, Frank aveva dato dimostrazione che anche ai tempi del collegio non erano poi così amici, visto come si era dimenticato di lei con tanta facilità.
    Però, all'espressione improvvisamente rattristata di Frank, si sentì in colpa. Che cavolo, non era affatto necessario rispondere in quel modo. Fece un respiro profondo «Ok, spara.» disse infine.
    Frank tornò a sorridere, tirando fuori dalla tasca dei fogli.
    Era il contratto che aveva appena firmato con la Quinn Recordings, e Daphne lo guardò confusa «Oh, ti prego, non dirmi che vuoi stracciare il contratto...».
    Il ragazzo scosse la testa «No, no, figurati... è che... qui-» spiegò andando alla terza pagina «si parla di spese a carico della casa discografica per quanto riguarda i bisogni, i comfort e blah blah blah per gli artisti e blah blah blah» disse indicando alcune righe «Ed io avrei bisogno di un chiarimento al riguardo...».
    Daphne annuì «Mh, in parole povere noi paghiamo la tua macchina, il tuo taxi, il tuo smartphone, la connessione ad internet, i tuoi soggiorni in albergo e-».
    Frank sollevò una mano per interromperla «Ed anche l'affitto di un appartamento per far si che io non debba fare avanti e indietro da Belleville a New York, per caso?» chiese speranzoso.
    Daphne annuì ancora una volta «Esatto, anche quello. Ovviamente tutte le spese verranno scalate dagli incassi dei vostri lavori eccetera eccetera, il che significa che tu puoi avere tutto ma in realtà non hai assolutamente nulla perché tutto quello che hai te lo stiamo semplicemente prestando. Quindi se vuoi diventare una specie di Puff Daddy con catene e denti d'oro aspetta per lo meno di cominciare a guadagnare sul serio...».
    Il ragazzo rise «Nah, non voglio i denti d'oro...» spiegò «In realtà, voglio andare a vivere con Hailey. E pensavo che a questo punto, voi della Quinn potreste, uhm, pagare i nostri bisogni fornendoci un appartamento, magari?».
    «Frank, io non faccio l'agente immobiliare, ok? Trova un appartamento da qualche parte e poi chiedi a Judy di occuparsene. Nel giro di un paio di giorni sarà il vostro nido d'amore...» disse con poco entusiasmo.
    Frank sfoderò un altro dei suoi mega sorrisi «L'ho gia trovato! E' in una palazzina privata a SoHo, di fronte al Trump Hotel a Spr-».
    «-Spring Street!?» terminò per lui la frase Daphne, con aria sorpresa.
    Lui annuì «Si, conosci la zona?» chiese entusiasta.
    Daphne sgranò gli occhi «Scherzi!? Non potete venire a stare lì, ok? No, New York è una città grandissima e fidati, troverete altri tremila appartamenti disponibili e carini ma non ho assolutamente voglia di condividere il pianerottolo della mia palazzina con voi!» disse d'un fiato, nervosa.
    Dio, sarebbe stato anche peggio del collegio, tornare a vivere con Hailey e Frank sempre intorno! Non ne aveva alcuna voglia, assolutamente.
    «Perché? Ti prego, il custode mi ha mostrato l'appartamento proprio questa mattina e sarebbe davvero fighissimo vivere lì! E' a due passi da tutto, in pratica, e Hailey adora quella zona, e sarebbe una sorpresa così fantastica che stasera potessi portarcela e-».
    Daphne si morse il labbro inferiore, pensosa. Come era geneticamente possibile che sulla faccia della terra esistesse davvero un ragazzo tanto dolce e premuroso come Frank? E come era danntamente possibile che oltre a lui, non ne esistevano altri esemplari e, nel caso esistessero, lei non ne avesse mai incontrato un altro?
    Pensò che fosse ingiusto. Frank se ne stava lì a preoccuparsi di realizzare ogni ridicolo sogno nel cassetto di Hailey come se fosse una questione di vita o di morte e... scosse la testa. Comunque cosa gliene importava, a lei?
    «Ok, smettila di fare quella faccia da cagnolino abbandonato in autostrada. Ma ti prego, parlane con Judy e lascia che se ne occupi lei, io non ho tempo per pensare a queste cose...».

- - -

 Ok che non aggiorno da una vita, e mi dispiace.
Spero che qualcuno ancora se la ricordi, sta storia.
Nel caso contrario, mi dispiace, ma vabbè, succede, volto pagina e vado oltre (?).
Dunque, ok, dovevo aggiornare.
XOXO
Tere
 

   
 
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