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Autore: bellina3000    20/01/2013    8 recensioni
Se io vi dicessi che ogni vostro desiderio si potrebbe realizzare immediatamente?
Che tutto ciò che avete sempre desiderato, anche ciò che è impossibile, apparire davanti ai vostri occhi per magia?
Basta solo trovare uno speciale gattino e aiutarlo. Poi se vi dico che questo gattino non è altro che il nostro Edward, pronto a realizzare ogni nostro desiderio, come si può dire di no?
Ops quasi mi dimenticavo!
L'unico piccolo problemino è che in cambio lui vuole la nostra anima.
Che cosa fare?
È la stessa domanda che si pone anche Bella, la quale durante la sua vita ha visto distrutto ogni suo sogno...
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Bella/Edward
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
Capitoli:
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Ciaooooo a tutti!!!! Su non fate quei visi spaventati.

Ok, lo ammetto. Ho altre storie da continuare, ma non ho resistito a pubblicare questa ff. E poi era da così tanto tempo che non mi divertivo a scrivere una nuova storia. Spero che vi faccia sorridere anche a voi.

È una storia leggera, priva di tematiche “pesanti”, dunque non troveremo niente spie, assassini, psicopatici e altri di questi “carucci” personaggi che compaiono di solito nelle mie ff. E poi non sarà lunga, durerà pochi capitoli.

Comunque, se non vi piacerà, naturalmente la cancellerò. Voi fatemi sapere che cosa ne pensate!!!! Non so, temo che abbia lasciato agire troppo la mia parte malata. Ma ormai il danno è fatto. Dunque se vedo che questa storia non piace immediatamente sparirà ;)

 

Trama

Se io vi dicessi che ogni vostro desiderio si potrebbe realizzare immediatamente?

Che tutto ciò che avete sempre desiderato, anche ciò che è impossibile, apparire davanti ai vostri occhi per magia?

Basta solo trovare uno speciale gattino e aiutarlo. Poi se vi dico che questo gattino non è altro che il nostro Edward, pronto a realizzare ogni nostro desiderio, come si può dire di no?

Ops quasi mi dimenticavo!

L'unico piccolo problemino è che in cambio lui vuole la nostra anima.

Che cosa fare?

È la stessa domanda che si pone anche Bella, la quale durante la sua vita ha visto distrutto ogni suo sogno...

 

BUONA LETTURA!

 

Il mio gattino!

 

1 capitolo:

 

<< quindi lei mi comprende benissimo il motivo della mia decisione? >>

<< sì >> non c'è la faccio davvero più. Adesso prendo la pianta che si trova dietro di lui e gliela tiro in testa.

<< ormai il pubblico è abituato a leggere nella rubrica di moda il nome di Jessica. Inoltre Isabella, mia cara, sei ancora in prova.... >>

COSA? Se ormai è passato quasi un anno da quando mi avete assunto. Questo qua osa ancora parlare di prove?!?

<< quindi metteremo il nome di Jessica al suo articolo >>

Anche questa volta è riuscito a fregarmi.

<< ma, vi prometto mia cara Isabella che la prossima volta lotterò contro tutti per far inserire il suo di nome >>

Certo, come no? Ed io ho scritto sulla fronte: avete qua difronte una completa stupida.

Dovrei ribattere in qualche modo, ma come al solito non ci riesco.

<< allora, io vado a casa >> sto per girarmi, quando lui mi blocca il braccio con la sua grassottella mano. Oh merda!

<< se fosse un pochino più carina con me, io... >> Mi fa schifo, Mike! Come puoi chiedermi una cosa del genere.

<< mi dispiace, ma adesso devo.... proprio andare >> mi stacco dalle sue mani che sanno di sporco e con la testa che mi gira un po' esco dall'ufficio del mio capo, Mike Newton, sbattendo la porta.

Jessica, vedendo il mio viso afflitto, ride felice ed entra nello studio di Mike sculettando, muovendo il suo sedere da una parte e l'altra. Ma come ci riesce?

Tutti sanno della relazione che c'è tra i due, bé se devo essere sincera non la sanno neanche nascondere. Appena stanno insieme subito vanno in cerca di un angoletto dove potersi togliere i vestiti. Una volta Angela, una mia collega di lavoro, li ha beccati, durante una festa tenuta per il compleanno del direttore, dietro un albero del giardino del ristorante. È rimasta traumatizzata a vita.

Entro nel mio piccolo possiamo dire ufficio, anche se sarebbe meglio chiamarlo sgabuzzino, e mi butto sulla poltrona lasciando cadere la testa sulla scrivania piena di scartoffie che devo ancora controllare. Non c'è a faccio più.

Sono stanca di lavorare come una matta per avere in cambio una misera paga e il nome di quell'ochetta sul mio articolo. Da quando ero piccola ho sempre desiderato diventare, neanche tanto una giornalista, ma piuttosto una scrittrice di favole per bambini.

Avevo in mente di lavorare per qualche mese in un giornale, per perfezionare il mio modo di scrivere e ovviamente anche per campare, ed invece sono passati la bellezza di due anni.

E credo che passerò altri anni qua rinchiusa, a combinare il niente nella mia vita.

Sento il mio cellulare squillare e sono quasi tentata di non rispondere, ma so che poi me la farebbe pagare.

<< ciao Tanya >>

<< Ciao bellissima! >> ma come fa ad essere di buon umore anche se è solamente lunedì mattina? << allora com'è andata con il maiale? Lo hai fatto a brandelli? >>

<< no >> sospiro rumorosamente << ha detto che anche questa volta l'articolo verrà pubblicato sotto il nome di Jessica >>

<< CHE COSA? >> urla la mia migliore amica, rompendomi per un pelo il timpano << adesso vengo io e lo faccio a pezzi per poi mangiarmelo, anche se credo che sarà inutile anche come salsiccia... >>

Sbotto a ridere.

Io e Tanya ci conosciamo dall'asilo e come al solito fu lei a fare il primo passo. Anche da bambina ero sempre stata timida, rinchiusa nel mio mondo fatto da elfi, sirene, animali parlanti e naturalmente dal stupendo principe azzurro che con il suo cavallo bianco andava a salvare la principessa e poi si sposavano e tutti vissero felice e contenti.

E stavo appunto da sola, a giocare con le mie bambole quando lei si è seduta accanto a me e mi ha osservato per qualche secondo prima di dire

<< sono proprio belle! >>

<< g.. grazie >> ho borbottato io, imbarazzata.

<< guarda le mie, invece >> ed ha tirato fuori dalla sua borsetta tutta colorata due bambole molto carine. E ci siamo messe a giocare. Da quel momento credo che abbia avuto inizio la nostra amicizia.

<< so io di cosa hai bisogno >> esclama Tanya, facendomi ritornare al mio schifosissimo presente << questa sera si va in disco a rimorchiare un po' di ragazzi. Che te ne pare? >>

<< no, ti prego no >> avevo in mente questa sera di rimanere a casa, a vedere un film strappalacrime e a mangiare chili e chili di gelato alla fragola.

<< ti prego! Ti prego! TI PREGO! >> il suo tono di voce diventa di una finta malinconia << dai, è da tanto tempo che non ci vediamo >>

<< in realtà sono solo due giorni >>

<< per favore >>

Faccio un lungo respiro.

<< hai vinto. >>

<< EVVIVA! Passo a prenderti alle ventuno. Baci >>

<< Ciao >>

 

* *** *

 

<< e poi come se non avessi altri guai a cui pensare mi si è rotta la lavatrice! >> esclama, esasperata, la povera Angela che mi sta raccontando tutti i suoi problemi. << e Ben ha dato la colpa tutta a mia. Ma chi me la detta a me di sposarmi? >>

Siamo davanti alla macchinetta del caffè per la meritata pausa dove ci possiamo sfogare un po'.

<< e poi il colpo di grazia. Ben mi ha detto che per il giorno di Natale ci tocca andare da sua madre. Ti rendi conto? Ogni volta che ce una festa sono costretta ad andare da quella vecchiaccia. E la mia famiglia? Mai >> sbuffa, innervosita.

<< non potete fare una volta dalla tua di famiglia, una volta dalla sua >> non riesco proprio a capire dov'è problema.

<< a Ben non gli va bene >>

Vedo ad un tratto Angela portarsi una mano sul volto coprendolo

<< poi c'è Ted che sta per mettere il suo primo dentino. Non mi fa dormire da tre giorni >>

Ted, soprannome di Teodosio, è il figlio di Ben ed Angela. Un bambino davvero delizioso, ogni volta che mi vede mi chiama Tietta Bella. Come si fa a non adorarlo?

<< Angela, ti posso aiutare in qualche modo? >>

<< hai inventato la macchina del tempo? >>

Scuoto la testa, divertita.

<< allora non puoi fare nulla >> anche se Angela parla in questo modo ama suo marito e suo figlio. Quando sta insieme a Ben si illumina tutta come una lampadina.

E non riesco a non domandarmi se anch'io un giorno riuscirà a trovare il mio principe.

<< quello stronzo di Mike mi ha chiesto anche di riscrivere alcune lettere al posto di Jessica. Uffa! Sono talmente tante che mi toccherà finirle a casa. Ma quando? Oggi mi viene il tecnico per la lavatrice >>

<< Angela, se vuoi posso occuparmene io di quelle lettere >> anche se non so ancora quando.

<< davvero, puoi? >>

<< sì, certo >>

<< grazie. Sei un mito >>

Ci abbracciamo, per poi ritornare ognuna al nostro ufficio.

 

Ore 18:00.

Esco dal lavoro di fretta con in mano la mia cartellina piena di lettere che devo correggere. Jessica non sa proprio scrivere, ma tutti nel mondo dell'editoria – tranne io ed Angela – credono che sia un genio. Peccato che i suoi articoli li faccio io.

Sospiro rumorosamente.

Odio la mia vita.

Odio me stessa.

Odio l'autobus che sta passando in questo momento, proprio...

Aspetta, un attimo!

Merda! Quello è il mio autobus.

Mi metto a correre per arrivare alla fermata in tempo, ma il mio senso d'equilibrio mi abbandona proprio nel momento più cruciale e mi ritrovo per terra sul marciapiede con l'autobus che tranquillamente se ne va.

Ma la mia vita può andare peggio di così?

<< mi scusi, signorina >>

Alzo il volto e mi ritrovo davanti a me una signora anziana dagli occhi azzurri, i capelli bianchi legati in una morbida treccia, un buffo cappellino di paglia. Quelle tipiche anziane che compaiono nei film, pronte a dare una mano o qualche consiglio.

Imbarazzata, con il volto in fiamme, mi alzo dal marciapiede.

<< salve. Posso esserle utile? >> domando incerta.

La donna mi osserva con attenzione, mettendomi in soggezione.

<< Sì, sì ho proprio bisogno d'aiuto e lei è la persona che cerco >>

<< io? >> mi prende per un braccio e mi trascina al parchetto che si trova difronte al giornale, correndo quasi.

Che cosa vuole da me?

Osservo il parco accorgendomi che alla fine non è così tanto piccolo, è la prima volta che ci entro, notando con stupore che ci sono anche dei giochi per i bambini.

Alla fine l'anziana donna mi ferma difronte un enorme albero.

<< oh, signorina, mi deve aiutare >>

<< s... se p... posso lo farò >>

<< il mio micio è salito su quell'albero e non riesce a scendere. Non è che potrebbe andarlo a prendere? >>

Che cosa? Io, salire su un albero?

Deglutisco.

Non ci riuscirò mai! Mica sono una scimmia!

<< forse è meglio che chiamiamo i pompieri... >>

<< no! >> esclama, quasi spaventata << il mio micio ha la fobia dei pompieri, polizia, carabinieri, preti... >>

<< ok. ok. Ho capito >> Sfortunatamente quando ti serve di un maschio atletico che salga su un albero, questi scompaio dalla circolazione. Intorno a me vi sono solamente gruppi di mamme che parlano fra di loro, mentre i loro bambini giocano.

Guardo l'albero, guardo la signora e poi mi decido. Tolgo le scarpe con il tacco, maledicendole mentalmente e faccio un lungo respiro. Dai, posso farcela a rampicarmi su un albero. Su se ci riesce Tarzan! Appoggio la mano sul ramo con il cuore che batte con forza.

Non ce la farò, cadrò e mi romperò la testa.

Però là sopra ce un gattino in pericolo e qui accanto a me la sua povera padrona che è disperata. È talmente anziana che scommetto che potrebbe morire se è successo qualcosa al suo “amico”. Devo salire.

<< aspettate, signorina! >> esclama la donna, proprio mentre io tentavo, invano, di iniziare a salire << eccolo! >>

Seguendo l'indice della signora, i miei occhi vanno a finire su un gattino completamente nero che si avvicina a noi tranquillamente, ignaro di quello che ha causato a me e alla sua povera padroncina. Meno male.

Sto per prenderlo in braccio quando lui mi graffia la mano. Ok, non è molto socievole.

<< mi scusi. Sai il mio Ed è molto timido >> la donna da un occhiataccia al gatto come se fosse stato suo figlio e lo dovesse punire. Lo prende in braccia e gli accarezza con la punta delle dita il musetto.

Li osservo incanta.

<< grazie signorina >>

Arrossisco.

<< n... non ho fatto nulla >>

<< era disposta a salire su quell'albero >> sorride << adesso noi andiamo. Arrivederci >>

<< a... ar... arrivederci >>

Rimango a fissarli fino a quando la figura dell'anziana signora non scompare dalla mia visuale. Che persona strana! Ed? Che nome insolito per un gattino...

Merda! Se non mi sbrigo sarò in ritardo e Tanya si arrabbierà tanto.

 

* *** *

 

La musica è forte, mi sta provocando un violento mal di testa. Bevo a piccoli sorsi il bicchiere di coca cola che ho chiesto osservando Tanya, in pista, che balla circondata da quattro uomini. È come se lei fosse il miele e gli uomini api attratti da lei, e come dargli tolto. Tanya è semplicemente stupenda! Alta, bionda piena di boccoli, occhi blu e penetranti, per non parlare poi del corpo. Inoltre è seducente, simpatica, intelligente. Peccato che per lei tutto è un gioco. Esiste solo il divertimento nella sua vita, se il ragazzo cerca qualcosa di più o semplicemente diventa noioso per lei, viene subito scaricato.

Invece io sono la solita ragazza romantica alla ricerca del suo principe.

<< ciao! >>

Alzo lo sguardo trovandomi davanti a me un ragazzo biondiccio, un po grasso, che assomiglia troppo a Mike. Già mi è antipatico.

<< ti ho vista qui da sola... >>

Allora? Una non può più stare da sola?

Sento una sua mano accarezzarmi la mia gamba scoperta dal vestitino nero che mi ha regalato Tanya. Ma come si permette?!?

Mi alzo e gli do uno schiaffo talmente forte che gli cadono gli occhiali per terra.

<< maniaco >>

Senza dire nient'altro, senza neanche avvertite Tanya, lascio il locale indignata, ma allo stesso tempo con uno strano sentimento. Amarezza? Disperazione?

Non troverò mai nessuno da amare.

Nessuno mi amerà mai.

Fisicamente so che sono passabile: capelli ondulati scuri, occhi color nocciola, le labbra troppo sottile da essere invisibili, carnagione talmente chiara da sembrare quella di un morto, ma nel complesso sono decente.

Il problema è il mio carattere... perché sono così timida? Il realtà questo non sarebbe neanche un problema grandissimo, vi sono molti uomini che piacciono le donne che arrossiscono, timide, il vero mio problema è che a volte la mia bocca non è connessa al mio cervello e sparo idiozie.

Rimarrò per sempre sola.

Miauuuu

Che cosa?

Alzo lo sguardo e vedo seduto per strada un gattino nerissimo. Che sia Ed?

Scuoto la testa. Improbabile che sia lo stesso gatto,anche se ci assomiglia tantissimo. Però infondo chissà quanti gatti neri esistono al mondo.

Comunque sia o non sia Ed è pericoloso che rimanga lì in mezzo alla strada, una macchina lo potrebbe prendere in pieno.

<< eh, miciotto >> mi sento così ridicola inchinata che cerca di attirare l'attenzione di un gatto. Nulla. Mi osserva e mi sembra che stia ridendo di me. << bene, se ti investono a me non mi interessa >>

Rifiutata anche da un gatto, può andare peggio di così questa serata?

Faccio solamente un passo in avanti per allontanarmi, quando sento il rombo di un motorino che corre a tutta velocità.

Merda! Prenderà in pieno il gatto, lo ucciderà.

Senza pensarci e per la prima volta nella mia vita riesco a correre senza cadere, prendo dalle braccia il gattino e mi butto dall'altro lato della strada.

Per pochi centimetri non colpisco la testa addosso ad un lampione della luce. Ho tutto il corpo che trama ancora e l'adrenalina che scorre all'interno di me con violenza.

Abbasso lo sguardo per osservare il mio caro amichetto che si lascia toccare da me tranquillamente.

<< piccolo, è tutto al posto. Siamo sani e salvi >> gli accarezzo la testa con delicatezza, rimanendo sorpresa di quanto è morbido, profumato il suo pelo. Potrei stare così, a toccarlo per tutta la notte.

Mentre lo sto accarezzando noto che ha il collare.

<< vediamo chi sei? E dov'è la tua padrona ? >>

Ed “

Allora è davvero il gatto di questo pomeriggio? Ma dai è impossibile! Chissà quanti gatti hanno il nome Ed, no?

Uffa! Ma non ce scritto né il numero di telefono o l'indirizzo per rintracciare la padrona. Adesso che faccio?

Miaoooo

<< ok, per questa notte potrai dormire da me. Domani andremo dalla polizia, appenderò anche dei manifesti... >> tenendolo stretto fra le mie braccia lo porto a casa mia.

 

* *** *

 

Vivo in un piccolo appartamento che mi hanno regalato i miei genitori quando mi sono decisa di trasferirmi dalla sperduta Forks a Seattle. Quando speravo ancora nel mio futuro.

Entro in casa e per una volta non mi sento sola. Sono in compagnia di un affascinante gattino, bè sto facendo dei notevoli passi in avanti.

Lo poso con estrema delicatezza sul pavimento di marmo chiaro

<< fai come se fossi a casa tua, Ed >> ridacchio, mentre mi tolgo le scarpe a tacco alto che mi hanno letteralmente massacrato per tutta la serata lanciandole vicino al divano, per poi andare in cucina. Apro il frigo mezzo vuoto in cerca di qualcosa per il mio amichetto.

<< spero che il latte vada bene... >> mormoro tra me e me, mentre riempio il liquido su un piattino per poi andare in salone dove Ed guarda incuriosito una pianta appassita.

Merda! Me l'aveva regalata mia madre per mettermi alla prova.

tu non sai badare neanche ad una piantina “ aveva urlato mia madre quando aveva saputo della mia decisione di trasferirmi a Seattle. “ e vuole andare via da Forks per vivere da sola”

invece sì. “ aveva gridato più forte di lei, mentre mio padre ci osservava in silenzio consapevole che se fosse intervenuto alla disputa non ne sarebbe uscito vivo.

bene “ uno strano sorriso apparve sulle labbra di mia madre, mettendomi in allarme. Ed ecco che all'interno dell'appartamento trovai la povera pianta.

scommettiamo che appassirà presto? “

Appunto, si realizzò ciò che aveva predetto mia madre.

Mi sono proprio dimenticata di quella dannata pianta che ora mi sembra che mi stia osservando con odio. E come darle tolto?

Riempo il latte in una piccola ciotola e la poso per terra, accanto ad Ed che osserva guardino come se stesse decidendo se berlo oppure no.

<< guarda che mica è avvelenato!>> non so perché ma mi appare naturale sorridere con tenerezza e parlare al gattino che si trova accanto ai miei piedi.

Lui osserva prima me e poi la ciotola, prima di iniziare a bere il latte con gusto.

Con uno stupido sorriso stampato sulle labbra, mando un messaggio a Tanya avvertendole che sono ritornata a casa. Non aspetto la sua risposta, consapevole che in questo momento ha altro da fare.

Finalmente mi posso togliere vestitino nero che mi stringe troppo all'altezza del petto. E rimasta solo con l'intimo cammino per casa, canticchiando tra me e me, preparandomi psicologicamente a finire quelle stupidissime lettere.

<< come vorrei che Mike e Jessica morissero! >> subito mi mordo le labbra. Merda! L'ho urlato ad alta voce.

Mentre sto indossando una canottiera, sento due occhi che mi fissano con attenzione da dietro, studiando le mie azioni.

Deglutisco più volte.

Che sia entrato qualcuno, senza che io me ne rendessi conto? Merda! Adesso che faccio?

Cerco di tirare fuori dalla nebbia della mia mente qualche nozione di autodifesa.

Ma quando mi giro pronta ad attaccare, rimango di sasso trovandomi dietro di me Ed che mi osserva. Mi sembra che stia ridendo di me.

<< forse è meglio che finisco quelle dannate lettere domani. >> borbotto. Comunque prima di andare a dormire faccio un giro della casa, non trovando nessuna persona armata al suo interno.

Sarà che sto impazzendo!

Mi butto con la schiena sul letto con le braccia spalancate, chiudendo gli occhi con il violento desiderio di scoppiare a piangere. Ma io non sono un tipo da piagnistei. Anche se non si direbbe, anche se sembro così fragile ed indifesa, sono forte. Devo essere forte.

Sento qualcosa di umido accarezzarmi la guancia e quando apro gli occhi trovo Ed sul letto, vicino a me. Lo osservo notando per la prima volta che i suoi occhi hanno qualcosa di strano, anzi di umano: una strana sfumatura azzurrina.

<< non puoi rimanere qui. >> mormoro, prima che il buoi mi avvolga totalmente.

 

* *** *

Mi sveglio di scatto, un pochino intontita, con un lieve raggio di sole colpirmi proprio in pieno viso. Grugnisco, girandomi dall'altro lato con il forte desiderio di poter dormire un altro po'.

Sento qualcosa di delicato stringermi all'altezza della vita e mi beo della meravigliosa sensazione che sto percependo. Sembra tutto così reale. Le braccia che mi stanno stringendo, le labbra che sfiorano la mia fronte... Forse un po' troppo reale?!?

Spalanco gli occhi trovandomi due occhi ardenti, di smeraldo fuso che mi osservano con attenzione. Subito la mia mente si sveglia dalla nebbia del sonno comprendendo finalmente quello che sta succedendo. Uno sconosciuto sta nel mio letto!

Urlo a squarciagola e mentre cerco di alzarmi, le gambe cedono, cadendo così con il sedere per terra.

<< AIUTO!!! >> urlo, mentre lo sconosciuto mi osserva ridendo, con la testa lievemente inclinata di lato.

Sto nei guai, in grossi guai.

Devo trovare un modo per chiamare aiuto. Devo fare qualche cosa!

<< calmati, non temere. Non ti farò del male >> mormora lui con dolcezza, mentre i suoi occhi sembrano ipnotizzarmi. Calmarmi? Ma come posso calmarmi, se ho qui, a casa, un perfetto sconosciuto.

Faccio un lungo respiro. Mi sento così male, così vicina ad uno svenimento.

<< ch... chi s... sei.... >> la mia voce trema come tutto il mio corpo.

Mi sorride

<< sono colui che realizzerà ogni tuo desiderio. Anche quelli più proibiti >>

 

ANGOLO AUTRICE

Rieccomi qua giù! Secondo voi la dovrei continuare? Cosa ne pensate? È troppo stupida? Noiosa? Ridicola?

Che ansia!!!! Fatemi sapere se vi possa interessare questa storia, se avete dei consigli o altro, io sono qui.

Non temete. Se non vi piace, la cancello subito!!!

Un bacione enorme!!!!

Bellina

   
 
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