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Autore: Metalotaku    09/08/2007    0 recensioni
Questa è una ff originale che ho scritto l'anno scorso. Da allora il mio stile di scrittura è migliorato ma spero che vi possa piacere ugualmente
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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Il cacciatore di demoni-capitolo 1

Un enorme moto sfrecciava lungo le strade di Mutan City viaggiando ad una velocità spaventosa. Alla sua guida c’era un ragazzo di circa ventidue anni dai capelli neri tagliati a spazzola e dagli occhi coperti da moderni occhiali da sole. Dal suo abbigliamento era facile capire quale fosse il suo colore preferito. Indossava un giubbotto di pelle nera, dei pantaloni da motociclista neri, dei guanti in pelle nera e degli stivali lunghi e neri. Anche la sua moto aveva la carrozzeria nera e assomigliava vagamente a uno scuro cavallo impazzito.

Le strade percorse dalla moto erano tutte uguali, enormi agglomerati di palazzi di cristallo e di grattacieli di metallo che si protendevano verso il cielo come lunghe braccia meccaniche. Le strade erano, con l’unica eccezione dell’oscuro ragazzo, completamente deserte. Del resto solo un pazzo avrebbe corso il rischio di uscire a quell’ora del pomeriggio quando “le cose” erano sveglie e in caccia di prede. Naturalmente il ragazzo era a conoscenza dei pericoli che stava correndo, ma la sua missione non poteva aspettare.

L’enorme moto nera iniziò a rallentare quando raggiunse una strada che i cartelli indicavano come “Dream street”, la via dei sogni. Il ragazzo osservò con attenzione i vari palazzi che sfilavano sotto i suoi occhi e quando individuò quello che aveva già visto in fotografia posteggiò la moto vicino alla costruzione di cristallo, spense il motore e scese.

Le porte del palazzo si aprirono non appena fu di fronte ad esse, così da rivelare l’enorme atrio che tenevano celato dietro di loro. Il ragazzo si avviò subito all’ascensore e una volta davanti ad esso premette il bottone di chiamata. L’ascensore arrivò velocemente al piano terra aprendo le sue porte per far entrare il giovane che una volta dentro premette il pulsante del dodicesimo piano e aspettò.

Raggiunto il suddetto piano il ragazzo iniziò a cercare l’appartamento in cui viveva la famiglia Desh e una volta trovato suonò il campanello. La porta dell’appartamento venne aperta da una donna che doveva avere a occhio e croce quaranta anni, aveva folti capelli rossi e occhi neri che fissavano stupiti il misterioso ragazzo.

“Buongiorno, signora. Sono Alexander Bown, cacciatore di demoni professionista. Vorrei parlare un momento con sua figlia, Rechel Desh, di una faccenda che la riguarda personalmente.” si presentò il giovane. La donna lo guardò per un po’ , perplessa, poi disse : “Ma certo, entri pure.”

L’appartamento della famiglia Desh era composto da un salotto, due camere da letto, una cucina e un bagno.

L’ingresso permetteva di accedere direttamente al salotto dove la signora Desh fece accomodare Alexander, mentre lei andava ad avvertire la figlia. Alexander si sedette su un comodo divano in pelle bianca e nell’attesa osservò la stanza in cui si trovava. Era una stanza vecchio stile, col pavimento in parquet che era coperto per buona parte da un tappeto rosso, su cui appoggiava le gambe un piccolo tavolino di legno. Gli scaffali erano pieni zeppi di libri di ogni tipo e sparse per la stanza c’erano parecchie riviste di musica new rock, un nuovo stile musicale che si stava diffondendo a macchia d’olio tra le nuove generazioni di giovani, che probabilmente erano della giovane Rechel. La stanza era illuminata e riscaldata da un caminetto dentro cui ardevano alcuni pezzi di legno. Davvero una stanza vecchio stile pensò Alexander tra sé e sé.

Rechel Desh arrivò dopo alcuni minuti. Era una ragazza di quindici anni dall’aspetto grazioso ma che aveva uno sguardo veramente determinato. Come la madre aveva lunghi capelli rossi e lisci, invece i suoi occhi non erano neri come quelli della madre bensì di un azzurro molto intenso. Era piuttosto alta, anche se meno di Alexander e aveva un corpo sinuoso e sensuale. Indossava una maglietta a mezze maniche blu, un paio di jeans strappati al livello delle ginocchia e un paio di scarpe da tennis color grigio metallizzato.

Appena la vide arrivare Alexander si alzò dal divano e le andò incontro fino a trovarsi di fronte a lei, a quel punto tese la mano e aspettò che la ragazza la strinse. Rechel non si fece attendere, soprattutto perché non vedeva l’ora di sapere quello che quel ragazzo misterioso aveva da dirgli.

“Sono lieto di fare la sua conoscenza signorina Rechel Desh. Io sono Alexander Bown, cacciatore di demoni professionista” si presentò Alexander.

“Ti prego non darmi del lei, non ho mai sopportato le persone troppo cerimoniose” ribatté Rechel.

“Come vuoi tu. Anch’io odio dover fare tante cerimonie, ma sai com’è nel mio lavoro quando tratto con le persone devo seguire una certa etichetta. Penso però che con te non ce ne sarà bisogno” osservò Alexander.

“Certo che ne devi avere di coraggio per fare il cacciatore di demone. Coi tempi che corrono la gente disposta ad assumersi un simile rischio è davvero poca” commentò Rechel.

“Ho le mie buone ragioni per fare questo lavoro.”

“Capisco. Comunque mia madre ha detto che sei venuto qui per parlarmi di qualcosa, giusto?” chiese Rechel.

“Sì, devo parlarti di una cosa seria e forse è meglio se ci sediamo, la conversazione potrebbe dilungarsi” disse Alexander.

I due ragazzi ritornarono in salotto e si sedettero sul divano di pelle bianca.

“Come sicuramente saprai la situazione globale attuale non è delle migliori e la causa di tutto questo è sicuramente legata ai demoni. Da quando sette anni fa sono comparse per la prima volta queste creature demoniache hanno causato innumerevoli danni all’ambiente e hanno ucciso milioni di persone. A causa loro nessuno esce più di casa al pomeriggio dal momento che quello è il loro momento di caccia preferito, e questo comporta notevoli disagi a livello economico, dal momento che le ore in cui è possibile lavorare si sono notevolmente ridotte, e a livello di libertà personale. Converrai con me che questa situazione sta diventano insostenibile, giusto? Ebbene cosa diresti se ti dicessi che io so come porre fine a tutto questo?” disse Alexander.

Rechel lo studiò attentamente per qualche secondo poi disse: “Direi che la faccenda mi interessa, ma che non riesco a capire cosa centro io in tutto questo.”

“Per il momento deve bastarti sapere che il tuo ruolo in questa vicenda è di massima importanza e che un tuo rifiuto ad aiutarmi potrebbe rovinare per sempre il destino della razza umana. Purtroppo per il momento non posso essere preciso ma ti prometto che, se deciderai di aiutarmi, un giorno saprai tutto” rispose Alexander.

“Esattamente cosa dovrei fare per aiutarti a compiere la tua missione?” chiese Rechel.

“Dovrai affrontare un lungo viaggio insieme a me e a un altro ragazzo in cui dovremo rintracciare i tre pezzi del medaglione del sole e i tre pezzi del medaglione della luna. Non nego che sarà un viaggio difficile e pericoloso ma è l’unico modo che abbiamo per fermare i demoni” rispose Alexander. Prima che Rechel riuscisse a dare una risposta sua madre fece irruzione in salotto.

“So che non avrei dovuto, ma ho sentito tutto e non posso permettere a mia figlia di rischiare la vita!” esclamò la signora Desh.

“Non vuole liberarsi dei demoni, signora?” chiese Alexander.

“Sì,ma…”

“Allora deve lasciare che sua figlia affronti questo viaggio. Le assicuro che con me sarà al sicuro.”

“Ma…”

“Un momento!” esclamò Rechel “sono io che devo prendere una decisione, non voi!”

“Allora qual è la tua decisione?” chiese Alexander.

“Verrò con te”

“Ma Rechel, potrebbe essere pericoloso, potresti morire” protestò la signora Desh.

“Lo so. Ma se questo ragazzo conosce davvero il modo di distruggere i demoni penso che valga la pena correre il rischio. Non dimenticare quello che hanno fatto a papà.” ribatté Rechel.

“Non potrei mai dimenticarmene, mai. Ed è per questo che non voglio che tu parta. Se tu morissi rimarrei sola.”

“Stia tranquilla signora, come ho già detto finché sua figlia resterà insieme a me non le accadrà niente.” disse Alexander.

“Non ne dubito, ma…Insomma lei è davvero sicuro di sapere come distruggere i demoni per sempre?”

“Sì e la mia sicurezza è motivata da sette lunghi anni di ricerche.”

“Molto bene, allora Rechel ti do il permesso di andare, ma mi raccomando sii prudente.” disse la signora Desh.

“Lo sarò mamma”. Madre e figlia si abbracciarono per quella che temevano potesse essere l’ultima volta, poi si separarono.

“Allora, Rechel, sei pronta a partire?” chiese Alexander dopo qualche secondo.

“Sì.” rispose la ragazza.

“Allora arrivederci Rechel e buon viaggio” disse la signora Desh.

“Grazie mamma, ci vediamo presto.”

  
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