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Autore: Amberle_Dubhe    20/01/2013    2 recensioni
Naruto quella mattina arrivò a scuola entrando in ritardo, era già intervallo, perché era dovuto andare dal dentista. Quando entrò in classe però, vide che il suo banco, rigorosamente in ultima fila, era già occupato da un bambino che non conosceva: il resto dei sui compagni, invece, era in giardino a giocare. Aggrottò le sopracciglia e zampettò fino al suo posto, per poi sbattere la cartella di Dragon Ball davanti alla faccia dello sconosciuto, che stava con la testa appoggiata alle braccia incrociate, semisdraiato sul banco, fissando il vuoto.
Genere: Fluff, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sasuke Uchiha
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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VIAGGI INTORNO AL MONDO E PITTURA ROSSA

 

Naruto quella mattina arrivò a scuola entrando in ritardo, era già intervallo, perché era dovuto andare dal dentista. Quando entrò in classe però, vide che il suo banco, rigorosamente in ultima fila, era già occupato da un bambino che non conosceva: il resto dei sui compagni, invece, era in giardino a giocare. Aggrottò le sopracciglia e zampettò fino al suo posto, per poi sbattere la cartella di Dragon Ball davanti alla faccia dello sconosciuto, che stava con la testa appoggiata alle braccia incrociate, semisdraiato sul banco, fissando il vuoto. 
-Questo è il mio posto!- Sbottò Naruto, era sempre stato abbastanza prepotente. L’altro bambino non si lasciò spaventare e rispose –E io cosa ne sapevo?  Sono arrivato qui prima io. E chi va via perde il posto all’osteria.-  Naruto rimase a bocca aperta, non si aspettava una risposta del genere.
-Ma è dall’inizio dell’anno che io sto qui! Quello è il mio posto, levati! Lo dico al maestro!- Il piccolo non accennò a muoversi .
-Lui ha detto che potevo sedermi dove volevo, sei tu che sei arrivato tardi!-
-MA IO ERO DAL DENTISTA!- Sbraitò il bambino biondo, poi fece il giro del banco e gli diede uno spintone tale da far cadere lui e la sedia sul pavimento. Lo sconosciuto strillò, gli aveva fatto male! Ma poi si rialzò e gli restituì la spinta, insieme a un pugno in faccia. Finirono di nuovo per terra, avvinghiati.
-Mi hai fatto male!- Urlò Naruto, e gli diede un cazzotto sulla spalla.
-Hai iniziato tu!- Urlò l’altro di rimando, e cercò di tirargli un calcio.
-Non è vero! Sei tu che mi hai rubato il posto!- Furioso, Naruto tirò un pugno che colpì il moro dritto sul naso.
-AHIAAA!- E scoppiò in lacrime per il dolore, ma pur mezzo accecato riuscì a tirargli una sberla sulla faccia, lasciandogli l’impronta delle cinque dita. A quel punto anche Naruto scoppiò a piangere, tenendosi la faccia.
Fortunatamente, il maestro Kakashi entrò correndo in classe, attirato dalle urla.
-Naruto,  Sasuke! Cosa state facendo?!- Esclamò trovandoli per terra in un groviglio di braccia e gambe. Naruto mollò immediatamente i capelli dell’altro bambino e si mise a singhiozzare.
-Maestro! Questo qui mi ha picchiato ma io non gli ho fatto niente! Guarda, guarda, ho ancora i segni sulla facc…-    
-Non è vero ha iniziato lui!- Strillò Sasuke, che ancora si teneva il naso –Mi ha spinto giù dalla sedia!- E si impegnò anche lui per piangere più rumorosamente possibile.
- T-tu mi-mi a-avevi detto che-che potevo s-s-sedermi d-dove volevo, ma lui poi mi ha s-s-spinto!-
Kakashi li sollevò per un braccio e si chinò per guardarli severo.
-Visto che siete tutti e due colpevoli, passerete l’intervallo in classe, in castigo-
-Ma…!- Esclamò Naruto arrabbiato
-Niente ma! Naruto, mi meraviglio di te! Sasuke è appena arrivato, avresti dovuto accoglierlo, non litigare! E  tu, Sasuke, tuo fratello mi aveva detto che eri un bambino educato!-  L’interpellato distolse lo sguardo, accigliato. Il maestro allora prese due sedie e le appoggiò al muro, accanto alla porta della classe.
-Sedetevi qui- I bambini obbedirono, silenziosi .
-Adesso io mi siederò in corridoio, e voi starete qui per tutto l’intervallo. Voglio che facciate la pace, quindi, se mi accorgo che state in silenzio, salterete l’intervallo per tutta la settimana. Se scopro che alzate di nuovo le mani, starete in castigo fino alla fine dell’anno. Chiaro?-
I bambini lo guardarono con il medesimo sguardo risentito, ma annuirono. Con un’ultima occhiata ammonitrice, il maestro uscì, ma lascio la porta socchiusa.
Con uno sbuffo, Naruto si sedette sulla sedia, imitato da Sasuke. A quest’ultimo non spaventava molto il castigo del maestro, piuttosto che far pace con quell’odioso preferiva rimanere in punizione per tutto il resto delle elementari. Ma Naruto non la pensava così, non poteva permettersi di perdere altri sette giorni di intervallo, o non avrebbe potuto fare i dispetti a Sakura-chan. Quindi, scocciatissimo, tentò di cominciare una conversazione.
-Come ti chiami?- Il tono non era dei più amichevoli, ma era un inizio. Sasuke lo guardò infastidito.
-L’ha già detto il maestro Kakashi, come mi chiamo. E poi guarda che io con te non ci faccio pace- Naruto  lo guardò male.
-Lo so che ti chiami Sasuke. Volevo sapere tutto il nome. Comunque neanche io ci faccio pace con te.
-Sono Sasuke Uchiha- Sputò il bambino, seccato.
-Io sono Uzumaki Naruto, e da grande diventerò il re di questa città!- Sasuke lo guardò stupito.
-Ma qui non c’è il re. Non puoi- Disse con fare saputello.
-Invece si! Perché in realtà sono un Sayan, e conquisterò tutto il mondo!- Esclamò il bambino con gli occhi che luccicavano. –E la prima cosa che farò sarà metterti in prigione! A pane e acqua!- Sasuke si accigliò.
-Che scemo che sei, non sei mica un Sayan. E poi se provi a toccarmi io lo dico a mio fratello Itachi, che è più grande di te! E più forte!-
-Quanto anni ha?-
-Boh, non lo so, è grande però- Naruto lo guardò con aria di sufficienza.
-Tanto io ho lo zio Iruka che mi difende! Però da grande, quando sarò il re, metto in prigione anche lui, così impara a farmi mangiare le verdure. A lui gli darò solo insalata. Però da bere la Coca Cola, perché non è così cattivo. Ieri infatti mi ha comprato il pupazzetto di Goku. A te invece ti do solo pane secco!- Sasuke ignorò il discorso sconclusionato del biondino e chiese- Lo zio Iruka? Ma tu non ce li hai i genitori?-
-Certo che ce li ho! Però non sono qui. Sono a fare il giro del mondo, me lo ha detto lo zio Iruka. Io non me li ricordo perché sono partiti quando ero piccolo. Però un giorno torneranno e mi porteranno tantissimi regali e saranno contenti perché sarò il re del mondo!- Nel dire l’ultima frase si era alzato dalla sedia e si era messo a saltellare.
-Non vedo l’ora che tornano! Ormai non dovrebbe mancare molto-
Sasuke lo fissò, poi disse –Anche i miei genitori sono andati via, però solo il mese scorso. Anche Itachi mi ha detto che tornano. Però io non ho capito perché se ne sono andati- Cominciò a mordicchiarsi le unghie. Naruto smise di saltellare e lo fissò.
-Perché?- Sasuke alzò lo sguardo su di lui, sui suoi occhi scese un’ombra nera.
-Allora, un giorno Itachi mi aveva portato al parco e mi aveva spinto sull’altalena, poi mi prendeva al volo quando scendevo dallo scivolo- Nel ricordare, Sasuke sorrise. –Poi siamo tornati a casa e Itachi aveva scordato le chiavi, ma tanto la porta era aperta, però per questo Itachi si è spaventato ma non mi ha detto perché. Allora siamo entrati in casa ed era tutto buio, sono anche inciampato perché era tutto in disordine, c’era un sacco di roba per terra! Itachi ha detto che forse la mamma stava facendo le pulizie, ma a me sembrava il contrario- S’interruppe un momento per prendere fiato. Intanto Naruto si era seduto di nuovo
-E poi?-
-Poi Itachi ha acceso la luce e siamo andati in sala- Per qualche strano motivo, ripensare alla scena  gli aveva messo in corpo  un’incredibile paura e una gran voglia di piangere – E abbiamo visto la mamma e il papà che dormivano per terra, però erano tutti sporchi di rosso. C’era anche molta puzza, ma non sapevo di cosa. Io ho provato ad andare a svegliarli, perché era ora di cena e avevo fame, ma Itachi mi ha spinto via, mi ha anche fatto male! Mi sembra che stava piangendo, cioè aveva gli occhi tutti rossi. Poi non mi ricordo bene cosa è successo. Però era venuta la polizia! Allora Itachi mi ha detto di stare tranquillo e mi ha preparato un panino, poi mi ha abbracciato, era la prima volta che lo faceva! Così ho fatto il bravo mentre Itachi parlava con la polizia.- Naruto si grattò il mento, pensieroso.
-Che strano. La polizia di solito viene quando c’è un cattivo. Ma tu hai detto che c’erano solo i tuoi genitori che dormivano- A quelle parole Sasuke sentì  lo stomaco stringersi per la paura. Reagì piuttosto bruscamente.
-Non è vero! È venuta perché i miei genitori sono molto importanti,  probabilmente il mio papà li aveva chiamati per aiutare la mamma a mettere a posto le cose!- Affermò con aria di superiorità. –Ah, e poi Itachi mi ha detto che erano sporchi di pittura. Era quella che puzzava. Ha detto che non sono bravi come me, infatti avevano sporcato un po’ il muro e il pavimento, io invece sto attento quando faccio i disegni a casa- Naruto annuì.
-Anch’io. Lo zio Iruka mi fa mettere i giornali per terra! Però non si arrabbia se mi sporco le mani, perché poi tanto mi fa fare il bagno- Si interruppe un secondo. –Ma finisci la storia! Dove sono andati poi i tuoi genitori?- La domanda di Naruto lo mise un po’ in difficolta. Si agitò sulla sedia, poi riprese a parlare.
– Itachi ha detto che dovevamo trasferirci così loro potevano mettere a posto la nostra casa. Infatti adesso viviamo in una nuova  casa, però io in realtà abito molto lontano da qui. I miei genitori devono fare avanti indietro tutti i giorni, quindi è da molto che non li vedo. Itachi dice che tornano a casa solo il giovedì, però arrivano quando io sono a letto e se ne vanno prima che mi sveglio.- Si morse le labbra con occhi tristi. – Comunque Itachi dice che mi salutano sempre. Una volta ho provato a stare sveglio ad aspettarli, ma Itachi si è arrabbiato e mi ha mandato a dormire.- La curva della bocca del bambino ormai era piegata all’ingiù. Naruto, ormai dimentico del loro litigio, gli sorrise ed esclamò –Ma dai, guarda che tornano! Pensa io, che non li ho neanche conosciuti! Mica mi metto a piangere!- Sasuke tirò su col naso e cerò di nascondere una lacrima traditrice
-Guarda che lo so! Mica piango!-
Naruto aggiunse –Poi quando tornano ti invito a casa mia, lo zio Iruka dice che mia mamma è bravissima a cucinare!-  A Sasuke si illuminarono gli occhi .
-Anche la mia mamma! È la cuoca più brava del mondo!-  Naruto saltò di nuovo giù dalla sedia.
-Allora quando sarò il re le nostre mamme saranno la nostre cuoche personali! E cucineranno solo dolci e ramen e niente verdure!- Strillò entusiasta il bambino.
-Tu magari puoi fare il vice-re. Però con il trono più piccolo, e di ferro, mentre il mio lo voglio di cioccolato!-Sasuke sbuffò. Quel Naruto non era così male, ma era abbastanza svitato.
-Vabbè, tanto a me non importa fare il re-
-Sasuke, giochiamo a Dragon Ball?- Strillò Naruto abbandonando l’argomento.
-Io faccio Goku Super Sayan perché sono il più forte e poi ho i capelli biondi, tu puoi fare Vegeta perché non sei un Super Sayan perché non sei biondo- Detto questo si sputò sulle mani e tento di mettere in piedi i già disordinati capelli, ignorando le proteste di Sasuke che non aveva nessune intenzione di fare Vegeta non Super Sayan.
-E vabbè, tu però hai i capelli neri!- Protestò, ma poi saltò su un banco e urlò –PREPARATI, VEGETA! ADESSO TI DISTRUGGO! KAAAAAMEE...AAAAAAAMEEEEE...AAAAAAAAAH!!

Il maestro Kakashi, che non si era perso una parola dei loro discorsi, si chiese se avrebbe  dovuto intervenire prima che si facessero male, ma ormai l’intervallo era quasi finito. Sapeva che quei due avrebbero finito per  andare d’accordo; ed era un bene che avessero fatto amicizia così in fretta, visto che, prima o poi, avrebbero dovuto affrontare la verità della tragedia che li aveva  colpiti. L’uomo sospirò, scoraggiato. E quel momento, ormai, non era molto lontano: Sasuke era un bambino sveglio, e Naruto prima o poi avrebbe capito che non sarebbe tornato nessuno, che nessuno gli avrebbe portato regali da posti meravigliosi e lontani. Ma sarebbe stato bello, se quei bambini innocenti avessero potuto vivere per sempre in un mondo in cui i viaggi intorno al mondo e la pittura rossa erano reali.
 
AMBERLE E LE SUE PARANOIE:
Buonasera, gente! Allora, due parole su questa cosuccia scritta tra i banchi di scuola (non è colpa mia, quando l’ispirazione chiama bisogna rispondere!): prima di tutto, i nostri piccoli protagonisti hanno all’incirca sette anni, diciamo che sono in seconda elementare. Ragion per cui parlano in modo un po’ sgrammaticato, storpiando congiuntivi e compagnia bella. E poi, sono ancora capaci di credere a tutto ciò che si racconta loro. Ho cercato di ricordare come pensavo io, a quell’età: è l’età delle favole, dove la morte è qualcosa di lontanissimo che non ci appartiene. Lo so, è un po’ strano forse che Sasuke non  abbia capito cos’è successo, ma un po’ è stato grazie alla rimozione della sua mente, un po’ per la bugia di Itachi.
Spero che vi sia piaciuta, sarei molto felice di sentire le vostre opinioni ;)
Bacioni,

Amberle

 
                                                                                                                                                                                                                                                                                                             
   
 
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