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Autore: agnem    20/01/2013    2 recensioni
… come penso sia andata per lui, com’è andata per lei.
Non tutto capita per rendere la vita peggiore, a volte il caso è dalla nostra parte, solo che apparentemente ci sembra avverso.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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‘And I think of all the things, of what you're doing, and in my head I paint a picture […]
Oh wont you come on over, stop making a fool out of me..
Why don’t you come on over, Valerie.’


Ma Valerie non arrivò. Rick si sentiva terribilmente a disagio in quella casa, non sapeva né come comportarsi con Vin e Rachel, né con Ed, che l’aveva trascinato nella sua camera a giocare ad un videogioco a cui stava miseramente perdendo. Ad ogni minimo rumore si voltava verso la porta della stanza, sperando di intravedere Valerie entrare nella sua camera. Era come se si fosse portata via il suo cuore in solo due minuti che erano stati assieme. Finché certe cose non si vivono, si fa fatica a spiegarle: per quanto insensate possano essere, le emozioni legate all’attrazione sono profonde, magiche, inspiegabili e irrazionali. Irrazionale era anche tutta quella situazione: non era mai successo che una ragazza potesse mandarlo su di giri in così poco tempo; con Beth era stato diverso, prima di conoscerla non gli piaceva, non la riteneva attraente, non gli smuoveva niente. Ma con Valerie era stato tutto più veloce, più colpo di fulmine. Sì, un gran bel colpo di fulmine. A ciel sereno. Dritto al cuore. Era come se in quei pochi istanti in cui era stato con lei gli avessero permesso di conoscerla appieno. Doveva rivederla, parlarci e magari uscirci: non poteva non fare niente, non se lo sarebbe mai perdonato.

-Amber, non ci crederai. Mi ha folgorato con appena uno sguardo.                                                                                                                          
-Val, tu sei pazza. Non può cominciare a piacerti una persona solo dopo due minuti che la conosci.
-Non ho detto che mi piace. Ho solo detto che potrebbe, e sottolineo potrebbe, essere una persona interessante...                                             
-Se lo dici tu.. senti, ti va di rimanere a cena, così approfondiamo l’argomento?
-Uh, va bene! Comunque, non ti devi preoccupare: non si accorgerà mai di me.   
Valerie si sentiva invisibile, e in un certo anche il suo comportamento rispecchiava questo suo ‘cartello’ che ormai si sentiva avere appeso al collo. Sempre vestita di nero o blu, sempre sguardo basso, sempre in silenzio, sempre immersa nei suoi pensieri. I ragazzi non  l’avevano mai presa sul serio, per questo non ne aveva mai avuto uno. Si chiedeva cosa ci fosse di sbagliato in lei, ma non riusciva in alcun modo a darsi una spiegazione. Doveva uscire dal suo guscio e farsi vedere per quello che era, e non per quello che vedevano gli altri in lei. Doveva crescere, e non solo per farsi vedere da Rick, ma per farsi vedere da tutti e cominciare ad essere apprezzata .
-Valerie Michelle Stones, io ti giuro che quel ragazzo ti noterà, a costo anche di andare di persona da lui e minacciarlo. Te lo prometto.
-Dimmi, cosa farei io senza di te? Ti voglio bene.
 
‘Rick, le devi parlare. No,Rick, è la figlia del tuo capo. E poi sarà già fidanzata, lascia perdere. Chi se ne frega, non ti sei mai fermato di fronte a nulla, non sarà un altro ragazzo a metterti fra te e..VALERIE. Ecco come chiamava! Valerie..Valerie..Valerie. Wow.’ Non faceva che ripetere il nome della ragazza a bassa voce, come se fosse una ninna nanna per addormentarsi. Era completamente solo in quell’edificio, tutto intorno era avvolto dal buio, nessuna luce, nessun rumore di macchina. Era la sua prima notte ad Irving, e non avrebbe voluto essere da nessun’altra parte. Era quasi mezzanotte, per lui era stata una giornata lunghissima, ma nonostante la stanchezza non riusciva a prendere sonno. Era quasi agitato al pensiero di poter vedere la ragazza in qualsiasi momento, e la cosa gli piaceva un sacco. Doveva trovare un modo per cominciare a parlarle, di farsi conoscere. Ma come? Di certo non  avrebbe avuto senso parlare in presenza del padre, o meglio, non subito, e non di argomenti tipo “hai un ragazzo?” o “ti va di uscire con me?”, ma piuttosto doveva mantenersi su argomenti un po’ più ordinari, ad esempio sulla scuola o sulla città, cose così, insomma.
‘Bel piano, Rick. Ce la farai.’
Era contento, era elettrizzato da tutto quello che sarebbe potuto accadere. Così, pensando a Valerie si addormentò con un gran sorriso stampato in faccia.
 
-Sono a casa!
-Eccoti! Peccato tu non sia rimasta a cena. Tuo padre ha invitato Richard, anzi, Rick, il nuovo collega di tuo padre, a cena. È così gentile.
-Oh..sarà per la prossima! Sai com’è, Amber aveva bisogno di me.                                            
-Voi due è meglio se andate a vivere assieme, altrimenti non riuscirete mai a raccontarvi tutti! Solo quando siete assieme c’è il telefono libero!
-Si, si, lo so. Parliamo troppo, ma io ho preso da te! Ciao mamma, buona notte!
‘Era qui, in casa mia, e io dov’ero? Da Amber! Perché perché perché?!’. Aveva perso la sua buona occasione per conoscere Rick, per sentire la sua voce, per vedere ancora una volta il suo sorriso timido. Le sembrava diverso da tutte le altre persone che conosceva, molto più interessante, e sicuramente con una mentalità molto più aperta rispetto ai ragazzi che conosceva. I suoi coetanei avevano in mente solo l’aspetto esteriore di una persona, mentre l’interiorità, il carattere, il pensiero, veniva scartato, saltato a piè pari. Infatti, le ragazze più gettonate erano quelle che, come le sue compagne di classe, parlavano continuamente di argomenti inutili, mentre chi tentava di fare un discorso con del contenuto finiva emarginato. Questa era la società ad Irving ovest: una bolla di inutilità. Avere la possibilità di conoscere qualcuno che non era stato così plasmato era davvero raro, un vero miracolo. Un vero miracolo sarebbe stato anche quello di fargli conoscere la vera Valerie, quella che in pochi conoscevano. Si, era deciso: si doveva far conoscere per quello che era.
I pensieri che le affollavano la testa erano troppi, e aveva poco tempo per esaminarli uno ad uno, così si mise a letto, cercando di liberare la mente e riempirla al solo pensiero di Rick e del suo sguardo. 
  
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