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Autore: Phenex    21/01/2013    0 recensioni
Il mondo è invaso da una malattia che, anno dopo anno, ha consumato decine di forme di vita nell'intero universo.
L'unica speranza è in un messia mandato dalle stelle e nei suoi discepoli: gli "Illuminati".
Genere: Azione, Fantasy, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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I legami d'affetto schiacciano l'imperatore alieno. (pt 1)

 

 

Le esplosioni avevano dato il via a quella micidiale corsa contro il tempo da parte dell'unica ed esile forza al servizio del bene dell'umanità. I colpi dei carri armati e dei lancia razzi erano riusciti alla perfezione a creare scompiglio in mezzo alle armate di zombie e di alieni che adesso sembravano confusi ed interdetti, in particolar modo i primi non avevano ancora ben recepito che oltre ai Minder infetti adesso i nemici erano anche i soldati appena giunti, rendendo utile a questi il loro veloce abbattimento. La truppa infilatasi all'interno del massacro formata da alcuni uomini, i due Illuminati, Kuriel, Diana, Nalia e Gary si stava muovendo molto velocemente, eliminando qualsiasi bersaglio ostile in rapidi secondi. Tuttavia il loro movimento fu improvvisamente arrestato da una figura luminosa ed etera che atterrò proprio di fronte a loro: si trattava di Shumen che aveva dovuto con riluttanza interrompere lo scontro contro la sua nemesi aliena per fare fronte a quell'inaspettato problema bellico. L'attenzione di lui venne attratta prima da Rozen, poi da Diana che aveva creduto morta ed infine da Kuriel.

< Il fato è proprio strano Kuriel. Mi sarei aspettato un tradimento da chiunque, ma non da te. Detesto i traditori. >

Lo criticò con un fondo di collera nella sua voce.

< Guarda che hai una bella faccia tosta... >

Sbottò in risposta Rozen quasi annoiato da quella che per lui sembrava quasi una discussione tra bambini dell'asilo che se la prendevano con chi gli stava rubando l'astuccio.

Shumen non rispose alle parole dell'Illuminato e fece per sferrare un attacco, ma su di lui piombarono numerose scariche di mitra sparati dai militari ed una raffica di dardi luminosi provenienti da ogni direzione possibile sa parte di Diana. Quest'ultima stava cercando, anche con molto sforzo, di prendere il controllo di quante più armi Minder trovasse abbandonate lungo il cammino, in modo da capire quali fossero i limiti dei suoi poteri e per guadagnare quanta più potenza di fuoco possibile. Tuttavia quella combinazione di attacchi si rivelò praticamente inutile, infatti una scia biancastra schizzò verso di loro a velocità fulminea. Il suo percorso fu però intercettato da una raffica di proiettili scarlatti sparati da Kuriel. Il killer rimase però interdetto quando i suoi occhi alieni gli riferirono la presenza del nemico sopra di lui. Sollevò lo sguardo e riuscì appena in tempo a farsi scudo con il paletto argenteo del suo braccio Minder da un calcio talmente forte che generò un solco sotto i suoi piedi. Responsabile dell'attacco era sempre lo stesso nemico, Shumen aveva come rilasciato la sua immagine di luce vagare verso di loro confondendoli, mentre il suo scheletro corvino ne aveva approfittato per aggirarli.

< I traditori per primi. >

Giudicò, mentre la luce bianca tornava ad adornare il suo aspetto mostruoso ridonandogli un'immagine di se umana. Kuriel sentì il peso del calcio aumentare, se non si fosse mosso da quella situazione scomoda sarebbe rimasto travolto. Una raffica di luce multicolore intervenne improvvisamente in suo aiuto, urtando contro Shumen e facendolo forzatamente allontanare.

< Levati dalle palle sotto specie di addobbo natalizio! Abbiamo di meglio da fare che sentire i tuoi discorsi da uomo vissuto! >

Lo insultò Chrome, mentre il suo corpo emetteva numerose forme di luce di svariati colori, segno che l'Illuminata stava per fare ricorso alla luce Minder. I compagni intendettero subito le intenzioni di lei, tenere occupato uno dei nemici più pericolosi mentre loro continuavano ad avanzare. Anche Shumen però intese il loro piano e si lanciò con la velocità di un treno sui suoi bersagli, ma improvvisamente sei immagini di luce, l'una di un colore diverso rispetto all'altra, dalla forma di donna si schiantarono su di lui respingendolo, per poi svanire in un ammasso dal quale fuoriuscì Chrome, ancora avvolta dall'aura Minder.

< Evidentemente non mi hai ascoltato prima. Ti ho detto di levarti dalle palle! >

Urlò poi, lanciandosi contro il nemico che, a sua volta, si scontrò frontalmente. L'impatto diede vita ad una colonna luminosa dai mille colori che si schiantava contro una metà composta esclusivamente da fiamme bianche.

 

Il gruppo, indebolito dall'assenza di un membro, continuò ad avanzare all'interno del campo di battaglia. Non erano preoccupati per Chrome, stavano seguendo il piano che si erano prestabiliti prima di dare il via a tutto ovvero intrattenere i nemici più pericolosi mentre veniva sventata la minaccia della torre. Questi erano infatti troppo forti per consentire una loro eliminazione rapida, di conseguenza non c'era altro modo se non fidarsi dei propri compagni e procedere senza guardare indietro. Rozen però era rimasto alquanto interdetto. Egli avrebbe infatti preferito rimanere al posto di Chrome, ma quando la ragazza si era messa in mezzo non aveva ritenuto opportuno intromettersi, non c'era tempo per la vendetta e forse era proprio per questo che l'amica gli aveva impedito di affrontare quel tipo di avversario, voleva che Rozen continuasse la sua missione come Illuminato, non come essere umano. Tuttavia, già generare quel ragionamento era stato per lui in grave errore perché non riuscì ad intravedere una sorta di piccolo flash blu abbattersi su di lui. L'impatto fu così improvviso che lo fece cadere in avanti, per poi costringerlo a sbattere sul terreno in pieno volto. A consolarlo però ci fu anche l'immediata caduta di alcuni zombie e di un paio di soldati che, come lui, non avevano minimamente capito cosa fosse successo.

< Ci sono proprio tutti a questa festa allora! >

Esclamò una voce stridula e fastidiosa. L'Illuminato si alzò in fretta, ignorando il formicolio ed il dolore per poi far cadere lo sguardo su di un enorme verme viscido che chinava la testa dotata di numerosi denti affilati su di lui e sul suo gruppo. Sopra il cranio dello Skeviler mutato in laboratorio c'era Zyeru piegato sulle gambe e con un lungo palo trasparente con all'interno scariche elettriche poggiato sulla schiena da dove fuoriuscivano le due faretre di aste luminose, simili ad ali.

< Oh! >

Esclamò il killer, indicando con una delle dita rivestite d'argento e venature rosse Diana.

< Sono contento di vedere che stai bene, però se fai così mi fai passare dei guai! >

Quelle parole scossero violentemente sia Rozen che Diana, mentre gli altri rimasero semplicemente interdetti, non comprendendo a pieno cosa intendesse dire il nemico di turno. Improvvisamente però dal corpo dello Skeviler gigante, proprio sotto la mascella, una figura umana si materializzò come rilievo della pelle viscida e piena di bruciature e ferite dovute al combattimento.

< Zyeru di cosa stai parlando!? >

Squittì la figura, facendo comprendere a tutti che solo una persona poteva essere così disgustosa da nascondersi in quel modo: il dottor Marley.

< Suvvia dottore! Lo ha detto anche lei “noi vogliamo salvare vite non il contrario” e io ho eseguito! >

Rispose Zyeru con sufficienza, facendo capire ai presenti che se Diana era viva altro non era se non merito suo. Il volto stampato sulla pelle dell'alieno gigante si calò immediatamente sulla rossa, inquadrando soprattutto le numerose armi che le fluttuavano intorno.

< Razza di imbecille! La hai resa più pericolosa di quanto tu possa immaginare! Non ci si può fidare di te! >

Sbraitò il dottore in preda alla collera. Nello stesso momento Zyeru assunse una posizione eretta ed indicò con la sua arma Kuriel, accennando un sorriso di intesa.

< E invece Kuriel cosa è figo? Sta dalla parte dei nemici e non ti sogni neanche di insultarlo! >

Disse in tono scherzoso, quasi come se fosse felice del fatto che Kuriel fosse suo avversario in quella guerra e non più un suo alleato. Marley si limitò a fare finta di nulla, mentre il suo volto svaniva così come era comparso, impartendo gli ultimi ordini.

< Assicurati che non interferiscano. >

Dopo quelle parole l'enorme creatura si voltò di scatto, gettandosi con tutta la violenza della propria mole verso la torre. Nello stesso momento Zyeru si lanciò da essa verso gli avversari.

< Dì un po Kuriel cosa si prova ad agire di testa propria?! >

Esclamò vittorioso, lanciando il bastone elettrificato che andò ad impattare contro il proiettile sparato dalla bocca da fuoco centrale di Kuriel.

< Non voglio sentire questo genere di domande. Sono ancora confuso a riguardo. >

Rispose il Killer, mentre il fumo continuava a fuoriuscire dal suo braccio alieno.

Zyeru sfoderò dalle due faretre altre due armi identiche a quella che aveva appena lanciato poi, una volta atterrato, le utilizzò per far rimbalzare un affondo della lancia di Rozen. L'Illuminato sentì come una scossa pervadergli il corpo, cosa che gli fece capire che forse non era il caso di affrontare corpo a corpo quel tipo di nemico. Ad evitargli un contrattacco emersero le armi di Diana che accerchiarono Zyeru e lo bombardarono senza esclusione di colpi. Tuttavia al killer bastò far ruotare una delle due aste per far rimbalzare in ogni direzione i dardi luminosi che rischiarono di investire in pieno Nalia se solo Kuriel non li avesse intercettati con la sua spada distruggendoli.

< Smettila di sparare! >

Urlò poi, trascinando via ogni possibile bersaglio dalla traiettoria confusa ed imprevedibile di quei colpi che rimbalzavano ovunque. Diana eseguì l'ordine, ma proprio quando smise di attaccare Zyeru lasciò cadere a terra le sue armi ed afferrò con le mani corazzate due proiettili di luce e li schiantò sul petto dell'ignaro Rozen che venne sparato a terra con violenza.

< Breccia del triceratopo! >

Quell'urlo improvviso, proveniente dalle spalle di Zyeru, che dovette fermare ogni qualsiasi nuovo attacco per parare un calcio da parte di un nemico che non aveva notato prima lasciò tutti interdetti.

< Max?! >

Esclamò Rozen, tenendosi il petto dolorante con una mano e rimanendo sorpreso nel vedere quel semplice calcio spedire a terra il killer che lo aveva appena messo ko.

< Se dovete raggiungere la casa della strega caro Franklyn io non posso che aiutare! Sono Maximilian Max! L'eroe apocalittico stellare e nessuno mi può fermare! >

Le espressioni di tutti i presenti si contorsero in una smorfia di disgusto mista ad una sotto specie di ammirazione mentre approfittavano di quel momento per superare anche il secondo ostacolo che si era messo tra loro e la torre Minder. Tuttavia Diana, per un paio di secondi, si fermò accanto a Zyeru che si stava alzando lentamente e gli sorrise incrociando per un secondo il suo sguardo.

< Grazie. Buona fortuna! >

Quest'ultimo accennò un sorriso, poi si portò entrambe le mani argentee di fronte al volto per parare un colpo di tacco piovuto dal cielo da parte di Max.

< Piombata gastronomica! >

Il colpo emise un tonfo assordante quando si abbatté sui due polsi del killer che fissò il suo avversario con scarso interesse e tirò un sospiro.

< Forse intendevi dire “astronomica” … ma anche in quel modo non suona affatto bene. >

< Riscossa sorprendente! >

Urlò Max, come se non avesse la minima idea di ciò che ci fosse intorno a lui. Quell'attacco però, nonostante il nome ridicolo, fu per Zyeru una sorpresa, perché non riuscì ad evitare che il secondo piede avversario gli facesse perdere l'equilibrio colpendolo ad un ginocchio.

< Questi... >

Mormorò il killer, venendo investito in pieno da un potente pugno sul volto che lo fece sbattere a terra con violenza.

< … Non sono affatto attacchi guidati dal caso! >

< Pugno del Piranha! >

 

 

 

Rozen scompose la lancia Minder nella sua mano destra, poi avvolse i frammenti nel fumo nero e schiacciò l'ammasso di lame roventi sul petto di un gigante precedentemente azzoppato da Kuriel per metterlo fuori gioco. La loro avanzata stava andando bene, ma incontravano molte più difficoltà di quante ne incontrasse Marley che sembrava continuare a spostarsi da un corpo contenente Skeviler all'altro, come se non avesse più una forma propria, rendendo impossibile il suo rintracciamento.

< Non temiamo di arrivare tardi! Essere preceduti da Marley era già tra i nostri piani! >

Annunciò Nalia, lanciando una granata a frammentazione sotto i piedi di alcuni zombie che vennero falciati dalla potenza dell'esplosione. La ragazza aveva con se una striscia di granate, una pistola ed un lancia granate incendiare m32 legato dietro la schiena, un'arma che paragonata al suo fisico sembrava quasi un cannone di una contraerea. Gary correva proprio di fianco a lei, sparando qualche colpo di mitra su nemici più morbidi ed evitando di infastidire i Minder, decisamente più difficili da abbattere. La loro avanzata fu però nuovamente ostacolata da un nemico impossibile da eliminare senza impiegarci troppo tempo. Immerso da una spessa nebbia rossa che trasformava macerie e terreno in fiamme era appena apparso Alan che, con quella corazza aliena, sembrava seriamente essersi trasformato da salvatore dell'umanità a demonio dell'apocalisse. La sua espressione non era più compiaciuta e strafottente, ma seria e determinata.

< Ancora voi? E' inaccettabile che mi insultiate così. Inaccettabile. >

In un flash multicolore l'imperatore alieno svanì nel nulla per poi manifestarsi di fronte a Rozen che, nonostante la sorpresa, riuscì a parare il colpo di alabarda diretto verso il suo volto con l'asta della lancia.

< L'arma di Stilzar...E' un oggetto più sacro di quello che tu creda umano! Come ti permetti anche solo di toccarlo? >

< Sparisci. >

Sentenziò Rozen, scomponendo l'arma ed aggiungendovi un getto di fumo oscuro. Alan venne investito in pieno dall'attacco, ma questo non sembrò riuscire minimamente a scalfirlo.

< Non lo hai ancora inteso? Quello che deve sparire sei tu. >

Sibilò minaccioso, mentre sulla punta dell'alabarda si formava un agglomerato rosso pronto a piombare sull'Illuminato.

< Rozen abbassati! >

L'urlo di Kuriel fu seguito dal rumore, simile ad uno stridio metallico, dell'enorme cannone da braccio in possesso del killer. Rozen non esitò un secondo ad abbassarsi, per poi gettarsi a terra mentre il proiettile energetico si schiantava su Alan, riuscendo però solo a spingerlo indietro, anche se gli effetti dell'arma servirono a liberare la strada dai nemici più deboli.

< Oddio, ditemi che si è rotto almeno un unghia... Quell'arma spazzava via i carri armati come mosche! Perché non ha funzionato!? >

Urlò Gary in preda al terrore nel vedere il volto furioso di Alan che si preparava a tornare all'attacco. Questa volta però sembrava intenzionato a lanciare sui bersagli la lunga frusta argentea che brandiva nell'altro braccio. L'arma si scagliò come un serpente, andando a zig zag ed evitando tutti i colpi che Diana e Nalia le sparavano addosso per arrestarne l'avanzata. Ad impedirgli di raggiungere i bersagli furono, con la sorpresa di tutti, una serie di legamenti violacei che si legarono su di essa schiacciandola a terra.

< Beauty, avresti dovuto accettare la morte questa mattina, quando il sole sorgeva e la mia collera non era ancora nata. >

Mormorò l'imperatore alieno, intravedendo la figura dell'Illuminata che gli aveva impedito di portare a segno l'attacco.

< Avevi detto che non eri in grado di capire le nostre emozioni Alan. Allora perché dici di essere arrabbiato? >

Lo ammonì lei, agitando le numerose fruste purpuree che le fuoriuscivano da sotto le maniche del vestito. Gary esplose di gioia nel vederla di nuovo dalla loro parte e le lanciò un urlo di incoraggiamento, anche se sapeva che a lei non importava molto dei suoi alleati, semplicemente voleva raggiungere Alan e ci era riuscita.

< Non hai la minima idea di cosa significhi essere luce, emozione, sentimento puro. Fa silenzio schiava! >

Furente, Alan abbatté la sua arma ad asta sul terreno causando come una scossa sismica che emetteva forti raffiche di fumo rosso dalle crepe che si generavano sull'asfalto. Improvvisamente però una luce accecante lo investì, impedendogli di continuare ad usare quella mossa altamente distruttiva che aveva già fatto sprofondare nelle viscere della terra alcuni veicoli armati. Diana aveva abbandonato tutte le piccole armi Minder per provare ad utilizzare uno dei giganteschi cubi dei giganti. L'attacco le era riuscito alla perfezione, ma la aveva sfiancata a tal punto da impedirle di mantenere il controllo su quell'oggetto che cadde rovinosamente a terra.

< Ci pensiamo io e Beauty qui. Fate in fretta! >

Annunciò la rossa, riportando a se quante più armi di piccola dimensione potesse controllare, mentre dal fumo del precedente attacco stava riemergendo Alan praticamente illeso.

< Non se ne parla neppure! >

Esclamò Rozen che, al contrario degli altri, non si era lanciato oltre il nemico. Diana lo fissò e gli sorrise.

< Eddai, per Chrome non hai detto nulla perché per me dovrebbe essere diverso? Tranquillo, non morirò, sono curiosa di sapere cosa hai da dirmi dopo la fine della guerra! >

Rozen si morse il labbro inferiore, poi si voltò cercando di sopprimere il suo cervello ed il suo cuore. Lanciò un ultimo sguardo ad Alan, un altro nemico che avrebbe voluto fronteggiare lui stesso veniva lasciato alle sue spalle. Mentre procedeva più veloce di quanto il suo corpo ferito potesse realmente permettergli pensò che si trattava della prima volta in vita sua che, durante una guerra, gli importasse veramente del suo esito, di ciò che sarebbe accaduto ai suoi compagni, ai suoi amici.

< Bene e adesso? >

Chiese Gary, una volta che uno degli enormi vermi Skeviler si era parato di fronte a loro ringhiando. Tutti i membri del gruppo frenarono ed aprirono il fuoco sul bersaglio che, ritrovandosi bombardato da proiettili di svariato tipo, emise un gemito di dolore e con la possente parte inferiore del corpo falciò il terreno, facendo scivolare tutti a terra. Tutti tranne Rozen che si era precedentemente lanciato in corsa verso la mastodontica creatura e si preparava a colpirla con la mano libera chiusa a pugno.

< Adesso si balla! >

Urlò l'Illuminato, mentre le sue nocche si abbattevano sulla viscida superficie di pelle e la luce Minder dentro di lui si attivava scatenando una sorta di calore infinito. Il corpo dello Skeviler venne all'istante pervaso da fumo nero che però, invece di consumare il bersaglio, cominciò a roteare su se stesso generando una specie di enorme tornado oscuro che distrusse per forza centrifuga e per corrosione la creatura, sparpagliandone le frattaglie per tutto il campo di combattimento. L'enorme tromba d'aria rovente però non svanì, rimase ferma immobile a roteare di fronte al gruppo che stava per imbattersi in una prima linea di giganti armati che si preparavano a fare fuoco con gli enormi cubi che portavano sulla schiena.

< Mac! Lancia i missili ora! >

Urlò Nalia alla radio, sperando che la vicinanza con la torre non fosse troppa per causare delle interferenze. Per sua fortuna il compagno ricevette l'ordine e fece spalancare le bocche da fuoco attorno al Royal Palace. I missili vennero sparati in aria, poi si prepararono a ricadere. Nello stesso momento Rozen aveva compreso come utilizzare i suoi poteri al massimo ed era riuscito ad aprire il tornado in due, generando un colossale muro della cremazione che adesso li stava proteggendo dai potenti raggi luminosi.

< Quei missili sono troppo sprecisi... >

Osservò l'Illuminato.

< Le nubi rosse impediscono l'agganciamento di un bersaglio specifico! Possiamo solo sperare nella fortuna! >

Spiegò la soldatessa.

< O forse... potremmo dar loro una mano. >

La corresse lui, cominciando a disfare il muro in tanti filamenti fumogeni che con una velocità inaspettata si fusero con i reattori dei missili. Gli ordigni esplosivi, al contrario delle previsioni più nere di Rozen, non esplosero e lui riuscì ad assumerne il controllo tramite il movimento del fumo stesso. In pochi secondi la prima linea di difesa della torre Minder fu letteralmente spazzata via da una tempesta di missili perfettamente guidati sui bersagli.

L'Illuminato si lasciò cadere in ginocchio stremato, con il fiatone e con la fronte che grondava sudore come una fontana. L'utilizzo della luce Minder era stato qualcosa di sorprendente anche per lui.

< Io dovrò fermarmi qui temo. >

Disse poi, mentre vedeva un'enorme figura emergere dal fumo dei missili da lui stesso precedentemente controllati. Anche se l'aspetto dell'alieno era cambiato, Rozen riconobbe immediatamente Anduriel che, dopo aver assorbito tutte le armi presenti nel Royal Palace, si era trasformato in una sorta di gigante Minder molto più possente dei suoi simili e con il corpo cosparso di svariati oggetti dalle mille forme geometriche che si muovevano a destra ed a sinistra, come tanti anelli si muovono attorno ad un pianeta.

< Voi due? Nella civiltà Minder quello che voi chiamate caso è da noi interpretato come un evento voluto dalle stelle: il vostro destino è di venire annientati da me. >

Ringhiò il golem di armi multi forma, individuando Kuriel e Rozen e ricordando come lo avevano ridotto quella mattina stessa, sconfiggendolo come se fosse il più inutile dei tirapiedi di Alan.

< O forse è destino che saremo noi a ridurti in pezzi. >

Lo corresse Rozen, sollevandosi da terra e preparandosi ad un nuovo uso della luce Minder. Fortunatamente per lui il suo tipo di abilità non richiedeva un mantenimento continuo di uno stato di potenza, a differenza di quello di Chrome che invece sembrava una sorta di potenziamento attivabile e disattivabile.

< E' interessante la loro visione del futuro. >

Commentò invece con tranquillità Kuriel, sentendo la sua arma più forte pronta a riscattarsi dopo la figuraccia fatta contro Alan. Tuttavia l'Illuminato gli impedì di avanzare tendendo la mano sinistra, per poi lanciargli un'occhiata di intesa.

< La tua missione è proteggere Nalia fino alla cima, non scordarlo. Lui lo abbatterò io, con questi poteri non posso riscontrare grossi problemi no? >

Kuriel abbassò lo sguardo. Era la prima volta che valutava la situazione di un compito al di fuori dell'obbiettivo stesso, così senza accorgersene stava iniziando a prendere in considerazione svariati punti di vista che lo portavano ad evidenziare altri fattori assieme a quello principale.

< Ti ho già spiegato che il tuo grande errore è crederti più resistente di quanto non sei. Quella forza speciale ti consuma da dentro, senza contare che è da questa mattina che combatti. Sei davvero certo di riuscirci? >

Chiese poi, incurante del fatto che l'enorme braccio destro di Anduriel si stava contorcendo sino a trasformarsi in tre lunghe piramidi collegate tra loro e scoperte sulla punta. Ognuna delle tre figure geometriche stava per caricare una sorta di colpo energetico di color azzurro vivo. Nessuno dei presenti si chiese quanta distruzione potesse scatenare un colosso di quella portata, si limitarono semplicemente a prendere le dovute distanze.

< Se non ci riuscissi... >

Mormorò Rozen, lanciandosi sul braccio del nemico per poi colpirlo con la punta della lancia avvolta da una intensa nube di fumo nero.

< … allora come potrei sperare di proteggere ancora le persone a cui voglio bene!? >

Aggiunse, mentre la mira di Anduriel andava ad abbattersi su alcuni alleati Minder che vennero come elettrificati a morte da numerosissime ragnatele di fulmini purpurei.

< Dobbiamo muoverci forza! >

Esclamò Nalia, superando assieme a Gary ed ad alcuni soldati l'enorme Skeviler armato dalla testa ai piedi. Kuriel rimase per un secondo a fissare le spalle dell'Illuminato poi, mentre la collera di Anduriel portava l'alieno a modificare ulteriormente il suo corpo per effettuare un nuovo attacco, si sbrigò a liberare la sua nuova indipendenza mentale.

< Chi sei tu per Chrome? >

Chiese insicuro. Rozen si voltò giusto quel tanto che bastò per incrociare gli occhi scarlatti del killer poi sorrise.

< Il suo migliore amico, suppongo. >

< Allora voglio dirti grazie. >

< Per quale motivo? >

Chiese l'Illuminato, correndo con la lancia stretta in una mano ed un agglomerato di fumo nell'altra verso il nemico alieno.

< Per averla protetta, come spero continuerai a fare anche in futuro. >

Sussurrò il Killer, svanendo in una cortina di fumo.

 

 

Zyeru non riusciva a credere a quanto stava accadendo. Quello strano tipo dalla barba da messia e le mosse dai nominativi improponibili lo stava ostacolando? Inizialmente credeva si trattasse solo di un pazzo con poteri rigenerativi e forza sovrumana, ma lentamente aveva compreso che le sue mosse erano precise e seguivano uno stile personale nato dalla fusione di numerose arti di combattimento. Chi era quell'uomo prima che Marley ci mettesse sopra le sue sporche mani? Quello però per Zyeru non era affatto il momento di chiedersi certe cose, egli aveva infatti molto altro a cui pensare prima che la guerra giungesse a termine, in particolar modo voleva sfruttare quell'occasione per riuscire finalmente a sconfiggere Kuriel, la persona che lo aveva sempre superato durante ogni addestramento.

Egli ricordava ancora il giorno in cui quel ragazzino biondo e silenzioso fece la sua comparsa al centro di addestramento. Tutti i bambini che facevano parte di quel posto erano aggressivi, forti e violenti. In particolar modo Rezal, adesso divenuto Thunder Blast, era conosciuto come quello che si divertiva ad importunare i più deboli e non gli ci volle molto a prendere di vista Kuriel. Quest'ultimo agli occhi di Zyeru quel tempo sembrava un indifeso piagnone. Non reagiva mai agli insulti e neppure alle percosse fisiche. Fu così che un giorno Zyeru stesso si parò di fronte a Rezal, impedendogli di continuare a fare i suoi sporchi comodi. I due furono separati dalle guardie che controllavano che nessuno si ammazzasse durante quelle liti. Da quel giorno, Zyeru si mise in testa di aiutare Kuriel, non sapendone però bene il motivo. Infatti quest'ultimo non gli rivolgeva mai la parola, tanto da fargli credere che fosse muto dalla nascita. Quello però non fece che aumentare il senso di protezione che però venne infine a meno il giorno in cui gli istruttori li misero l'uno contro l'altro. Quella volta Kuriel non solo dimostrò di avere il dono della parola rispondendo all'istruttore, ma addirittura sconfisse Zyeru durante il loro duello di dimostrazione, il tutto senza dargli neppure il tempo di capire cosa stesse succedendo. Da quel giorno Zyeru divenne, invece che una sorta di fratello maggiore, il rivale più accanito che potesse esistere. Tentava ogni giorno di capire cosa rendesse Kuriel più forte di lui, ci passava sempre più tempo insieme, ma ogni volta il risultato dei duelli era sempre lo stesso. Capì infine che a rendere Kuriel un assassino perfetto era la sua freddezza, l'incapacità di essere travolto dalle emozioni, cosa che invece Zyeru non poteva evitare. Per un lungo lasso di tempo lo aveva invidiato, ma adesso, in mezzo a quella guerra, tra non morti e alieni aveva visto il suo rivale fare una scelta. Egli si era come risvegliato dal suo sonno da automa ed aveva iniziato ad essere un essere umano come tutti. Finalmente erano sullo stesso gradino, finalmente avrebbe potuto dimostrare chi fosse il più forte dei due.

< Scimitarra dello spazio! >

L'urlo euforico di Max destò Zyeru dai suoi ricordi, ma non abbastanza in tempo da evitargli un colpo con il taglio della mano dritto sul collo. Il killer barcollò per un paio di secondi, però riuscì ad evitare di cadere e si preparò al contrattacco. Le sue mani, ferrate ed artigliate erano divenuti degli ottimi mezzi per colpire senza ricevere alcun danno, senza contare che erano in grado di afferrare le masse energetiche delle armi Minder ed utilizzarle come armi o semplicemente respingerle. Tuttavia la sua punta di diamante erano le aste elettriche nelle due faretre argentee dietro la sua schiena. L'utilizzo di lunghi bastoni come armi corpo a corpo era sempre stata la sua specialità, ma oltre a questo quelle particolare armi erano in grado di aumentare il proprio potere grazie all'energia elettrica Minder.

< Adesso togliti di mezzo! Ho molto da fare prima che qui siano tutti un po morti! >

Esclamò, tentando di falciare il volto di Max con gli artigli. Quest'ultimo si abbassò con una velocità sorprendente, roteò su se stesso a stampò il suo piedi sulla guancia di Zyeru con violenza.

< Piroetta magica! >

Il killer si affrettò, ignorando il dolore, a portare le mani sulla gamba tesa del nemico, lo sollevò da terra e lo sbatte con forza sul terreno. Improvvisamente, una forte scarica elettrica piombò poco distante da loro, scaraventandoli via a causa dell'impatto. Con la coda dell'occhio Zyeru intravide Thunder Blast sulla cima della torre, intento a scatenare in finimondo sul campo di battaglia.

Alan aveva infatti ordinato telepaticamente al suo servo di fare piazza pulita di tutti i nemici possibili con una tempesta di fulmini. Con tutta probabilità l'imperatore alieno si era conto che la sua supremazia era stata messa in discussione ed era pronto a tutto pur di evitare la sconfitta, incluso decimare la sua armata.

< Rezal, figlio di puttana! >

Lo insultò Zyeru, sfoderando una decina di aste elettriche e sparandole con violenza verso il terreno, creando una sorta di percorso dove i fulmini veniva attirati sulle sue armi che ne assorbivano la potenza rendendoli innocui. Senza perdere tempo il killer si lanciò dentro il percorso da lui stesso creato, allungandolo quando necessario con nuove armi uscite dalle faretre, il suo obbiettivo finale era la torre.

< Preparatevi, sta arrivando il killer numero uno! >

 

 

 

< Ragazzina, ti sei battuta bene, ma ora mai il tuo corpo sembra al limite. >

Commentò Shumen su di una ansimante Chrome che sentiva la luce Minder continuare a deteriorare lentamente il suo corpo. Aveva combattuto per poco tempo, ma le era sembrata un'eternità.

< Mi sembrava troppo per una come te. Tenermi testa con una semplice arma Minder, doveva per forza esserci il trucco. Così è possibile raggiungere lo stato che avevo raggiunto io quando ero al servizio di Alan anche per voi Illuminati? Niente male lo ammetto, ma è come se voi foste dei sistemi di difesa del passato. Mentre io, instancabile e potente, sono il futuro. >

Aggiunse lui, incrementando il flusso di luce bianca su di una mano, segno che stava per sferrare un attacco. Chrome era rimasta allibita dalla resistenza del suo avversario. L'abilità donatagli dalla luce Minder di scomporsi in sei se stesse eteree e di volare trasformandosi in raffiche di proiettili luminosi le aveva consentito di colpirlo svariate volte, ma questi non sembrava accusare danni gravi. Al contrario lei aveva la sicurezza che se fosse stata colpita da uno dei flussi energetici aurei avrebbe sicuramente fatto una brutta fine.

< Sono paroloni per uno che fino a qualche ora fa era ridotto come un vecchietto dello spizio. Sai, uno di quelli che si fa la pipì addosso e che mangiano schifezze causandosi forti dolori intestinali. >

Lo schernì lei, portando furtivamente la mano sulla pistola legata alla vita.

< Originali come ultime parole. >

Rispose Shumen, rilasciando un pugno da cui si generò l'ennesima esplosione di luce bianca che si spostò in linea retta facendo a pezzi tutto ciò che trovava sul suo cammino. L'Illuminata attese l'ultimo secondo, poi si mosse quel tanto che bastò a farle evitare l'attacco, subito dopo puntò la pistola verso il bersaglio e fece fuoco. Grazie alla luce Minder, l'arma eruttò una sorta di proiettile che rilasciava scintille dai mille colori, come un fuoco d'artificio sparato da un bottiglia durante capodanno. Il razzo variopinto si schiantò su Shumen e, nello stesso momento, i fulmini di Thunder Blast raggiunsero anche quel punto di combattimento, scatenando l'inferno.

L'illuminata riusciva a malapena ad evitare l'impatto diretto con le numerose scariche elettriche, mentre Shumen sembrava svanito sotto il fumo generatosi. Chrome approfittò di quel momento per allontanarsi da una battaglia che non era in grado di vincere e, dopo aver disattivato la luce Minder, si lanciò a tutta velocità verso i piedi della torre. Mentre si avvicinava però, notò alcune scie rosse distaccarsi dalle nubi scarlatte, ne contò circa una trentina, ma senza riuscire a capire cosa fossero realmente. Per un attimo sperò che si trattasse di jet mandati in loro aiuto, ma poi realizzò che erano troppo piccoli per essere degli aerei. La risposta ancora mancava quando raggiunse il luogo dello scontro tra Rozen ed Anduriel. L'Illuminata era giunta appena in tempo per investire con un calcio uno Skeviler che stava per attaccare il compagno alle spalle con un'arma da taglio.

< Chrome? Dove è finito Edward? >

Chiese Rozen, costretto poi a gettarsi a terra per evitare l'impatto con numerosi cubi color rosso rubino che erano stati scagliati da una bocca da fuoco aperta sulla spalla di Anduriel.

< Preferisco non saperlo e poi... Credo che abbiamo un nuovo problema. >

Ripose lei, indicando al compagno uno degli enormi vermi Skeviler vomitati da Marley che veniva lentamente fatto a pezzi da una tempesta di scie volanti color cremisi. I due si accorsero anche che in quel momento Thunder Blast aveva cessato l'attacco, il che non faceva loro presumere nulla di buono. Era quindi giunto qualcuno talmente forte da poter rimpiazzare una tempesta di fulmini?

In tonfo assordante destò i due dalle loro supposizioni, facendo loro notare che una meteora bianca si era schiantata su Anduriel facendolo quasi crollare a terra.

< Fottuto animale. Non ti facevo così resistente. >

Imprecò Shumen, piantato con un pugno sulla superficie metallica e coriacea della creatura aliena. Lo sguardo di lui si posò poi sui due Illuminati che a loro volta lo scrutarono minacciosi.

< Allora Rozen? Hai qualcosa di nuovo anche tu da mostrare al tuo amico Edward? >

< Più di quanto tu creda... “amico”. >

Ringhiò in risposta Rozen, attivando la luce Minder dentro di se e sparando senza il minimo preavviso un tornado corvino di dimensioni titaniche. L'ammasso di vento e fumo venne però perforato da uno dei raggi lucenti di Shumen che, dopo essere stato disarcionato da Anduriel si ritrovò a parare con entrambi le mani la punta di lancia dell'avversario.

< Ti ho già detto che non voglio ucciderti. Perché metti a prova la mia pazienza? >

< Edward, sei davvero un egocentrico. Tu non vorrai uccidermi, ma io voglio schiacciarti il cranio a terra a forza di cazzotti. >

< Così hai scelto. Mi dispiace. >

Le parole di Shumen vennero divorate dal rumore di caricamento proveniente delle molteplici armi di Anduriel che fece fuoco sui due ignorando totalmente la potenza del suo stesso attacco.

 

 

 

Alan aveva appena ordinato telepaticamente a Thunder Blast di interrompere l'offensiva con i fulmini. Il motivo di quell'arresto era dovuto al fatto che nuovi suoi soldati erano giunti sulla terra. Si trattavano di Minder speciali, i quali erano stati infettati con un'arma da lui stesso creata dalla forma ottagonale e che giaceva nel loro petto. I tubi Skeviler erano così nati dall'arma ed avevano infettato solo l'interno degli alieni, rendendoli privi di punti deboli visibili. L'arma però, oltre ad essere un'innovazione nel campo bellico per quanto riguardava la creazione dei soldati, aveva anche la funzione di incrementare i poteri della luce, dandole un colore rosso come il sangue, consentendo così ai proprietari di effettuare movimenti estremamente veloci e di rendere loro possibile il volo.

< Alan ascoltami! >

Lo intimò Beauty, cercando di riuscire ad instaurare un dialogo con l'alieno che, invece, sembrava tutt'altro che interessato a perdersi in chiacchiere.

< Io non sono tua nemica! Sono tornata per comprendere il perché delle tue azioni! Non per combattere! >

Le spiegazioni dell'Illuminata sembrarono però come sferzate via dalla stessa frusta aurea che adesso si stava lanciando su di lei. In quell'esatto momento però Diana intervenne, riutilizzando la grossa arma Minder a forma di cubo gigante contro Alan che venne investito in pieno ma si liberò dell'ostacolo con estrema facilità.

< Comprendere? Parolone inadatte all'essere umano. Siete solo capaci di provare emozioni, non di capirle sino in fondo. >

Disse, facendo crollare a terra l'enorme arma dalla forma cubica che disintegrò le macerie stesse sui cui si era appena posata.

< Apprendendo anche il vostro spettro emotivo non ho ottenuto altro che l'incremento del mio desiderio. Voi non potete capire cosa si provi ad essere unici, ad avere un intero mondo che si oppone alle tue idee e che continua a sminuire le tue capacità. Siete solo dei piccoli esseri viventi con la sola brama di deprimersi per motivi futili e nulla più. >

Gli uncini montati sulle spalle del Minder infuriato cominciarono a rilasciare, come milioni di lucciole, raffiche di dardi bianchi identici a quelli sparati da Diana, con la sola differenza che questi non si schiantavano su di un singolo bersaglio, ma continuavano a vagare in ogni direzione abbattendo tutto ciò che intralciava il loro cammino. L'attacco continuò ad infuriare per diversi secondi, facendo a pezzi anche soldati e zombie, fino a che uno dei proiettili non falciò il piede destro di Diana facendola cadere a terra. La ragazza tentò di attivare le numerose arme in suo possesso, ma il combattimento la aveva affaticata più del previsto e non sarebbe riuscita a difendersi in tempo con una contro offensiva. Le raffiche di materia bianca furono però trafitte una ad una da numerosi e sottili cavi purpurei che si rivelarono provenire dal corpo di Beauty. La ragazza era stata avvolta da una specie di seconda pelle violacea e luccicante che le mascherava i lineamenti. Dalla strana sostanza che la rivestiva si distaccavano numerose diramazioni che schioccavano come fruste a destra e a sinistra. Alan comprese che Beauty aveva attivato la sua luce Minder ed interruppe quell'attacco decisamente inefficace contro un nemico di quella portata.

< Grazie Beauty, mi hai salvata. >

La ringraziò Diana, riuscendo debolmente a rimettersi in piedi. La ragazza sembrava estremamente provata da quello che era per lei stato il suo esordio come una sorta di eroina, un inizio decisamente eccessivo per una novizia.

< Luce Minder? Pensare che quando rivelai a te ed a Thunder Blast questa funzionalità delle armi che ospitavate nel vostro corpo avevi commentato con qualcosa tipo “non voglio rovinare il mio aspetto”. >

Ironizzò Alan, brandendo minacciosamente l'alabarda e facendo si che questa rilasciasse continuamente fumo rossastro su tutto il campo di battaglia.

< Infatti non avrei mai voluto arrivare a questo. >

Disse lei con un accenno d'ira nel tono di voce.

< Sei davvero rivoltante sai? Nonostante continui ad amarti, ad ammirarti, non riesco a sopportare il fatto che uno come te si faccia schiacciare dai sentimenti negativi come un qualsiasi verme privo di volontà. >

< Che vorresti insinuare? >

Ringhiò Alan, facendo un passo in avanti in segno di sfida. Diana si affiancò all'Illuminata poi sorrise al nemico.

< In parole povere ha semplicemente detto il vero. L'unico che continua a vivere dentro una fitta rete di emozioni al solo scopo di deprimersi sei tu e non l'umanità, piccolo alieno rimbambito. >

 

 

 

Kuriel, Nalia e Gary, affiancati da alcuni soldati, erano appena riusciti a giungere all'interno della torre Minder. Il primo piano era, come gran parte di quelli successivi, composto esclusivamente da pareti luminose che, se guardate più attentamente, erano composte di tanti piccoli rombi lucenti che si montavano tra loro come se avessero vita propria, dando vita ad una struttura architettonica quasi inattaccabile. L'avanzata del gruppo fu però improvvisamente arrestata da trenta meteore scarlatte che erano piombate come missili all'interno della stanza. I Minder color cremisi che uscirono dal fumo da loro stessi creato puntarono immediatamente sui loro nemici, muovendosi a velocità quasi impercettibile all'occhio umano. Gli attacchi corpo a corpo degli alieni risultarono così devastanti da stroncare i fragili corpi di alcuni militari come se fossero burro. Kuriel afferrò prontamente Nalia, facendole evitare il calcio di uno dei Minder che aveva scelto lei come bersaglio, poi fece fuoriuscire il paletto argenteo per incassare l'attacco del nemico che si era gettato su di lui.

< E questi che accidenti vogliono?! >

Urlò Nalia, imbracciando il lanciagranate e facendo fuoco sull'alieno che aveva attentato alla sua vita senza pensarci due volte. Nello stesso momento Kuriel rinfoderò il paletto ed investì il nemico con una cannonata. I due Minder scarlatti però si rialzarono poco dopo, riportando solo alcune crepe sulla loro pelle di granito trasparente.

< Andiamo. >

Mormorò Kuriel, afferrando la ancora interdetta Nalia per un braccio e costringendola a seguirlo. La soldatessa faticava a muoversi alla stessa velocità del suo protettore, ma tentò di non fargli pesare anche quella sua pecca di umanità, però quando si trovarono di fronte alla rampa luminosa che portava al secondo piano inchiodò con violenza.

< Che hai intenzione di fare? Non possiamo abbandonare i miei uomini qui! Saranno massacrati! >

Urlò lei a Kuriel che si voltò mostrando uno sguardo confuso. Ancora una volta il killer stava agendo secondo quanto gli era stato insegnato, ignorando le perdite che portavano al compiersi dell'obbiettivo.

< Non abbiamo nessuna speranza di eliminare quei nemici. Sono troppi e troppo forti. >

Sentenziò lui, cercando di costringere Nalia a muoversi con la forza.

< Abbiamo abbandonato altri compagni lungo il percorso. Perché adesso dovrebbe essere differente? >

Aggiunse poi, notando che la ragazza non sembrava intenzionata a muoversi.

< Rozen e gli altri sono in grado di affrontare ciò che c'è la fuori! Se lasciamo qui questi uomini saranno fatti a pezzi! Io non li abbandono! >

Urlò Nalia in tono autoritario, liberandosi dalla stretta dell'alleato a prendendo una distanza di qualche passo.

< Perché? >

< Perché? Che cazzo di domande fai!? Sei forse idiota? >

Ignorando totalmente le parole di lei, Kuriel si gettò su di lei costringendola a cadere a terra per evitare l'impatto contro uno dei Minder rossi che era appena stato scagliato contro la parete alle loro spalle.

< Merda! Questi qui ci danno giù pesante, sono quasi più veloci di me! >

Tuonò la voce di Chrome, che si trovava in mezzo ai sopravvissuti tra i quali vi era anche uno spaventato e tremante Gary.

< Chrome! >

Esclamò Nalia rimettendosi in piedi. La soldatessa si accorse però immediatamente che non era il caso di festeggiare perché i Minder rossi si erano appena lanciati al di sopra del soffitto e stavano piovendo su Chrome ed i soldati come una tempesta di sangue. L'Illuminata comprese l'entità del pericolo solo dopo aver visto l'espressione dell'amica, quando ora mai era troppo tardi per scappare.

< Pensate che mi lasci schiacciare dagli ultimi arrivati alla festa?! Rifate i vostri calcoli! >

La luce Minder all'interno di lei si attivò ed una serie di immagini umanoidi dai mille colori impattarono contro i Minder in picchiata. Lo scontro fu talmente forte da far tremare l'intero piano, mentre i frammenti trasparenti degli alieno schizzavano come proiettili in tutte le direzioni. Alla fine dei nemici non era rimasta alcuna traccia e Chrome si trovava in piedi in mezzo ai soldati che già la stavano osannando.

< Per fortuna... >

Sospirò Nalia. Kuriel era rimasto interdetto di fronte alla dimostrazione di forza della ragazza che adesso era acclamata da tutti quegli uomini che aveva salvato. Ancora una volta sentì una sensazione diversa dalle altre pervadergli il corpo, ma ancora non riusciva a capire come fargli fronte. Improvvisamente però l'Illuminata si irrigidì e, dopo un colpo di tosse, del sangue le fuoriuscì dalla bocca. Gary, che era il più vicino a lei, si accorse che l'amica stava cadendo a terra e al afferrò prima che accadesse.

< Cosa le succede?! >

Chiese allarmata Nalia, giunta in mezzo al gruppo, mentre Kuriel si era già piegato sull'Illuminata strappandola istintivamente dalle mani dell'amico.

< E' colpa della luce Minder... >

Mormorò lei, sorridendo al viso preoccupato del suo tutore, pensando che raramente aveva visto quell'espressione visto che era sempre uno pronto a qualsiasi tipo di sorpresa.

< ...Mi danneggia ad ogni suoi utilizzo... >

Aggiunse, venendo nuovamente travolta da un colpo di tosse che le fece sputare ancora una volta il sangue dalla bocca. Il gruppo però non ebbe tempo di prestare soccorso alla ragazza, perché dalla rampa di scale che portava al secondo piano della torre era appena disceso un Gigante Minder dotato di due spesse strutture rettangolari sulle braccia che fluttuavano sospese al di sopra dei suoi pugni. Sotto gli ordini di Nalia i militari si portarono in formazione di fronte alla creatura, tutti tranne Kuriel e Gary. Il primo sentiva il solito istinto tattico e colmo di disciplina che lo portava a muoversi verso la nuova minaccia, ma questa volta le emozioni avevano prevalso alla sua natura di assassino, mentre il secondo era ancora troppo spaventato per muoversi e combattere ancora.

< Kuriel? Non stare qui con me... Devi andare da Nalia... >

Disse Chrome sorridendo, mentre alcuni rivoli di sangue le attraversavano il mento. L'Illuminata sentì la mano del tutore che posava sulla sua spalla stringersi sempre più forte, poi scrutò il suo viso e per la prima volta nella sua vita riuscì ad intravedervi una immensa collera.

< Sei una stupida... >

Sussurrò, utilizzando quell'insulto che ogni volta Chrome usava su di lui nei momenti imbarazzanti.

< … una bambina molto stupida... >

Aggiunse. Lei si mise debolmente in piedi, appoggiandosi alla spalla di Kuriel, poi ansimò ancora per la fatica.

< Non sono una bambina... >

Mormorò tra un colpo di tosse e l'altro, ma Kuriel le aveva già voltato le spalle, incamminandosi verso il gigante che aveva rotto le linee dei soldati e si avvicinava lentamente a loro. Nella figura di quell'alieno Kuriel vedeva ancora Chrome, la sua bambina, cadere a terra sputando sangue dalla bocca. Non avrebbe più permesso a quelle creature di ridurla in quel modo, non finché in lui ci sarebbe stata vita, non finché quella collera che lo stava invadendo non si sarebbe spenta.

< Kuriel attento! >

Urlò Nalia allarmata, mentre il gigante schiantò uno dei suoi possenti guantoni fluttuanti sul volto di Kuriel. La testa del killer si spostò verso destra, ma il resto del suo corpo rimase perfettamente immobile di fronte alla creatura aliena.

< Rabbia... >

Sussurrò poi, ricordando come un tempo la sua bambina le aveva a suo modo descritto la collera: “Senti come il desiderio di spaccare tutto.” quella era stata l'infantile spiegazione che, in quel momento, si era rivelata più che adatta. Il paletto argenteo del killer si piantò violentemente sull'addome del gigante, poi il braccio prese la forma dell'enorme cannone da fuoco e sparò all'interno della cavità generatasi. Il grosso Minder esplose in mille pezzi come una scultura di vetro, mentre le urla entusiaste e motivate dei soldati invadevano l'intera stanza.

< Tu resta qui ok? Riposati. Avremo bisogno di te se qualcosa andasse storto, perciò non sforzarti ancora. >

Ordinò Nalia ad una Chrome stupefatta di fronte alla reazione che Kuriel aveva avuto nel vederla in quelle condizioni. Finalmente l'uomo che la aveva allevata era tornato al suo fianco e adesso ne era certa più che mai.

 

 

 

Una scia di fumo nero si distaccò dal terreno di fronte alla torre Minder per poi lanciarsi in cielo verso Shumen che fluttuava a diversi metri da terra. Sopra la punta del getto fumogeno vi era, in posizione lievemente chinata in avanti, Rozen che brandiva in entrambe le mani ammassi oscuri corrosivi. I due si scontrarono in cielo lanciandosi contro rispettivamente enormi meteore corvine ed infiniti raggi di luce bianca, mentre si rincorrevano a poca distanza dalle fitte nubi scarlatte che invadevano il cielo di Minder City.

< Sembri avere molto più controllo della tua amica su questa peculiare abilità Rozen! >

Si complimentò Shumen, rilasciando con un calcio invece di un colpo in linea retta una sorta di barra che cancellava tutto ciò che incontrasse sul suo cammino. Rozen spiccò un salto al di fuori della scia di fumo nero, poi con un gesto delle mani fece si che questa evitasse l'impatto contro l'attacco accecante e si sparasse verso Shumen come un missile. Quest'ultimo però non ebbe problemi a schivare l'offensiva, rilasciando dal suo stesso corpo una sorta di esplosione aurea che gli consentì di schizzare verso un'altra direzione. L'Illuminato mosse ancora le dita e fece in modo che il fumo tornasse sotto i piedi per garantirgli di non precipitare, poi schizzò all'inseguimento nemico lasciando nuovamente una fitta cortina fumogena nera alle proprie spalle.

< Ma come ho detto a lei: si tratta di qualcosa di inferiore rispetto a ciò che sono in grado di fare io. Cercate di non dimenticarvelo! Doppio tsunami della volontà! >

Dopo l'esclamazione, Shumen rilasciò un doppio pugno che diede vita a due scie di luce avvolte da numerose circonferenze, troppo veloci per essere evitate e troppo forti per essere arrestate. L'Illuminato rimase in silenzio, poi venne investito in pieno da uno dei colpi che passò sopra di lui come una ventata di aria distruttrice. I due attacchi, dopo aver superato il bersaglio primario, andarono successivamente a schiantarsi nel campo di battaglia mentre, dietro di esse, appariva l'immagine di Rozen perfettamente integro.

< Vi divertite proprio a mettermi in dubbio non è vero? >

Ringhiò Shumen, nel vedere il corpo dell'avversario avvolto da rivestimenti di fumo che prendevano lievemente la forma di scaglie e rivestimenti simili ad un'armatura. Il viso dell'Illuminato era però lasciato semi scoperto ed i suoi capelli scarlatti dondolavano all'interno delle cortine fumogene oscure emesse dal suo stesso corpo rendendosi simili a fiamme ardenti.

< Un tipo piuttosto bravo a combattere mi ha detto che incasso più di quanto posso permettermi. Chissà se quando vedrà questo la sua opinione cambierà: Spettro di vendetta, esoscheletro della cremazione. >

Di fronte a quelle parole Shumen esplose a ridere di gusto poi, dopo aver ripreso fiato, portò lo sguardo sul suo vecchio amico di infanzia.

< Vedo che anche tu non hai perso totalmente il vizio che avevi da bambino. Dare nomi particolari ai nostri attacchi speciali nati dalla più che pura fantasia era uno dei nostri passatempi preferiti. Allora ti mostrerò una cosa che ti farà ricordare chi dei due fosse più abile in quel campo! >

Rozen assunse una posa di combattimento difensiva poi cercò di prestare più attenzione alle condizioni del suo corpo. Utilizzare quell'ultima mossa difensiva lo aveva consumato parecchio, certo sarebbe stato peggio incassare l'attacco nemico, ma la sua non era di certo ne una condizione di parità ne tanto meno una di superiorità. Doveva sbrigarsi ad eliminare il suo nemico altrimenti ci avrebbe rimesso la vita a causa della luce Minder.

< Sto arrivando! >

Urlò esaltato Shumen, esplodendo nuovamente in una raffica di scintille bianco e schizzando in avanti a tutta velocità. Rozen tentò di seguire il movimento nemico come meglio poteva, ma sapeva che anche se fosse riuscito ad anticiparlo gli ci sarebbe voluto molto di più che un semplice ammasso di fumo nero per dargli un colpo risolutivo.

L'Illuminato attese l'esatto momento in cui Shumen si trovasse vicino a lui, pronto per colpirlo con un pugno, poi con un movimento delle dita fece si che la scia di fumo nero sotto i suoi piedi si diramasse in tante piccole comete nere. L'attacco però non riuscì a centrare il bersaglio, perché questi dopo una nuova esplosione si era già catapultato alle spalle dell'avversario. Rozen ebbe solo il tempo di voltarsi, prima che il palmo scheletrico di Shumen si posasse su di lui. Al contrario, l'immagine aurea e luminosa di quest'ultimo aveva assunto una posizione diversa rispetto a quella dello scheletro, infatti si era appena lanciata con un pugno su Rozen, colpendolo in pieno. La figura etera di Edward si trasferì dallo scheletro nero sul corpo dell'Illuminato, spostandosi come se venisse risucchiata dal corpo di questo. Un forte boato simile al rombo di un tuono invase l'intero cielo mentre Rozen si sentì come se un treno in corsa lo avesse centrato in pieno.

< Riflesso emotivo: desiderio. >

Sussurrò Shumen, mentre tante scie lucenti tornavano ad adornare il suo corpo per poi prendere forma umana e scagliarsi ancora contro Rozen ora mai privo di protezioni a causa del primo potente impatto che aveva mandato in frantumi l'esoscheletro fumogeno. L'illuminato sputò con violenza sangue dalla bocca, mentre i suoi occhi avevano perso la visione della realtà e riuscivano solo ad intravedere l'immagine dell'amico Edward venire come continuamente divorata da tutto ciò che esisteva nella sua vita. Dopo aver subito quel devastante attacco il corpo del ragazzo cadde nel vuoto, mentre la sua mente aveva finalmente compreso ciò che Shumen desiderava più di qualsiasi altra cosa: il potere. Egli desiderava così tanto potere da sputare sopra qualsiasi altro valore o legame.

L'Illuminato riuscì ad evitare di schiantarsi al suolo richiamando con una sforzo immane una lieve quantità di fumo funse dal cuscino, salvandogli la vita.

< Sei ancora vivo? Ammirevole non c'è che dire, probabilmente quella tua corazza di fumo ti ha salvato la vita. >

Commentò Shumen, toccando terra di fronte all'avversario esausto.

< Sarebbe stato divertente testare anche qualcosa di superiore. Ma temo che tu non sia in grado neppure di alzarti vero Rozen? Voglio essere leale con te e ti spiegherò da cosa sei stato colpito. La luce Minder è in grado di riflettere gli amori, gli obbiettivi e molto altro. Ciò che ti ha colpito altro non è se non il mio infinito desiderio di potere e di ambizione. >

Rozen, udendo i vanti del proprio avversario, strinse i denti e si sollevò da terra sputando sangue e sentendo tutte le ossa del suo corpo frantumarsi ed emettere suoni preoccupanti.

< Non voglio neanche più sentire una parola da uno come te. Un essere talmente insicuro di se da ubriacarsi di potere dimenticando chi gli voleva davvero bene. La tua voce è come le unghie sulla lavagna perciò... >

Mentre pronunciava quelle parole intrise di rabbia e disgusto, l'esoscheletro della cremazione e la lancia Minder furono evocate con velocità fulminea.

< … chiudi quella cazzo di bocca. >

L'immagine aurea e luccicante di Edward storse lo sguardo, poi si portò una mano sulla fronte.

< Dunque è questo che vuoi vedere? Chi mi voleva davvero bene? Bene, sono contento che tu ti sia spontaneamente proposto come volontario. Adesso preparati! >

Esclamò entusiasta allargando le braccia.

< Stai per finire all'altro mondo dopo aver visto tutte le persone che hanno perso significato nella mia esistenza. >

   
 
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