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Autore: LyStyles    21/01/2013    2 recensioni
La potenza, la forza del fiume dopo il temporale mi disarma, mi lascia incapace di riflettere.
Rimango lì, ad osservare il blu dell’acqua, il bianco della schiuma venire acciabattato da un argine all’altro.
Immobile.
Genere: Angst | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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The river.


La potenza, la forza del fiume dopo il temporale mi disarma, mi lascia incapace di riflettere.
Rimango lì, ad osservare il blu dell’acqua, il bianco della schiuma venire acciabattato da un argine all’altro.
Immobile.
Penso a come lui, subito dopo la tempesta abbia voglia di affermare la sua forza, la sua identità, quella voglia di vivere, di definire ancora una volta i suoi confini con la terra, di strappare foglie, rami, di portarli a valle, sempre con quella forza.
Io dopo la tempesta ho solo voglia di morte.



Le ginocchia deboli, lo stomaco contorto, osservo il blu del fiume diventare marrone di rabbia, forse è solo il suo pianto.
La terra che strappa. Il rumore sordo dell’acqua contro i sassi.
Il silenzio assordante che avvolge tutto.

Mi sento male, le lacrime escono dopo aver giurato che dovevo essere forte.
Mi spezzo in due. La nausea e i tremori, non a causa del freddo vento che sbatte contro la pelle chiara del mio viso.
Anzi, era una delle poche sensazioni che mi diceva ancora che ero vivo.

Il cuore che batte solo perché devo farlo.
Le promesse che se ne volano con quelle ultime foglie  che si staccano da quel ramo per adagiarsi sull’acqua del fiume.
Pronte per essere portate via.
Non si sa dove, ma lontano. Quello è certo.


Sento i capelli che mi vanno davanti al viso, le lacrime calde colpite dal vento lo fanno bruciare. Le macchine per la strada ignare passano.
Indifferenza, immagini lampeggiano nei miei occhi.
Fine.


Parole fuori delle sue labbra fine. Suoi occhi che si incrinano di lacrime, cose che escono dalla mia bocca analizzate male.
Io non volevo.
Mano che raggiunge il mio viso. Ci si infrange contro. “Scusa” Gemo, piango, urlo.
Sento solo la valigia che mi porge e altre parole che leggo nei suoi occhi che non vuole dire.

Singhiozzi escono dalle mie labbra, il respiro che manca, la notte in bianco, con la mente che vagava per i pensieri, per i ricordi e i piedi che camminavano per le strade, senza meta.

“Va dove ti porta il cuore.” Dicono.
E se il cuore mi portasse in un luogo in cui ho divieto di andare?

Potrei andare sotto casa sua, che era nostra, urlargli che ho sbagliato che è stato un malinteso, che lo amo più della mia vita, che ho bisogno di lui come ho bisogno dell’ossigeno.
Potrei inginocchiarmi davanti a lui, scoppiare in un pianto stringergli una gamba e supplicarlo.
Ma suppongo che l’orgoglio me lo impedirebbe. Oppure la paura che quando arriverò a prenderlo per un piede mi schiacci definitivamente.
Nemmeno accorgendosi che sono lì.
Sono io.

“Se mi vedrai in giro, ignorami, ti prego. Non voglio più sentire parlare di te” Crollo in ginocchio sull’asfalto, mi tappo le orecchie con le mani schiaccio i palmi, eppure quella voce acute non la smette di urlare.
Mi penetra i timpani, il cuore.
Una lacrima cade dal parapetto e finisce nel fiume.
E lì capisco.

La vedo finire contro il fiume.
Cadere in quel fiume e disperdersi.
Potrei lasciarmi cadere anche io, alla fine.
Potrei lasciarmi trasportare.

Senza lui nulla ha senso, nulla; anche l’ossigeno diventa una cosa superflua.
Sarebbe da vigliacchi, vigliacchi lasciare tutto così.
La voglia di lasciarsi cadere e andarsene, come ha fatto quella foglia e quelle promesse è così forte.
Trema, di rabbia e di voglia.
E in quel momento scatta in piedi.
Prende la valigia in mano, senza curarsi di asciugarsi le lacrime cammina, quasi corre, dio lui ha bisogno di lui.

“Ignorami” Scusami, ma non ce la posso fare.
No, gli correrà dietro per sempre.
No, deve stragli vicino.
Perché lui le promesse non se le è dimenticate.
E “Louis” Comincia ad urlare.

E in quel momento capisce che ora anche lui ha trovato la forza del fiume.
La forza si strappare alla terra i territori che essa si era presa, quella forza distruttiva e naturale, per la quale bisogna lottare.
Con la forza di un fiume, capisce che non può accasciarsi a terra e implorarlo, l’unica cosa che può fare è stare in piedi, di fronte a lui.
Stringerlo come non ha mai fatto prima.

Andarsene con la corrente sarebbe troppo semplice.
Lui è debole come una goccia di pioggia che cade dal cielo, ma per Louis ha la forza di un fiume.

“Louis”








Torno con una One-Shot dopo secoli e scrivo questa schifezza?
Si, potete infamarmi, ma mi è venuta in mente oggi e dovevo scriverla.
Ditemi che ne pensate.

-Ly.
   
 
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