Fumetti/Cartoni americani > A tutto reality/Total Drama
Segui la storia  |       
Autore: Bellatrix_ Black    21/01/2013    6 recensioni
Nuova vita. Nuovo lavoro. Nuova casa. Nuova città. Cambierà qualcosa? L'orgoglio si può perdere? E se si perde lo si può ritrovare?
Estratto dal capitolo 8:
-'' No Bridgette! È schifosamente schifoso! Come potrei mettermi... questa cosa? ''- Presi il pomposo e orribile abito e lo gettai in un angolo sotto il furioso sguardo dell'ossigenata commessa.
Chiedevo così tanto?
-'' Aspetta Gwen! Era bellissimo e poi ti stava d'incanto! Non fare così! ''-
-'' No Bridgette! Forse quello era il tuo stile! Non il mio, cavolo! ''-
-'' Signorina, se vuole... -''
-'' No! Non voglio un accidenti e arrivederci! ''- Mi rivestii velocemente e trascinai fuori Bridgette da quella sottospecie di... Argh! Lasciamo stare, non ne vale la pena.
-'' Senti Gwen, mi dispiace! Ti va di andare a provarne qualcun altro? Magari da un'altra parte, eh? ''- Mi sorrise gentilmente; quella ragazza riusciva sempre a farmi stare calma.
-'' Sì, però prima devo andare da una persona! Non che tu non fossi abbastanza, ma lei potrebbe sicuramente aiutarmi a trovare quello che cerco! ''-
*STORIA MOMENTANEAMENTE SOSPESA*
Genere: Commedia, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Courtney, Duncan, Gwen, Trent
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale, A tutto reality - Il tour
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Incidenti Parte III 



Sono passate tre settimane dalla morte di mia madre e una settimana e mezza dal suicidio di mio padre. Distrutta. Sì, distrutta è la parola che meglio mi si rispecchia in quel momento. Prima la rottura con Duncan, poi il licenziamento di mio padre, poi la morte accidentale di mia madre per uno stupidissimo incidente, e infine questo. Il suicidio di mio padre. Non so come farò a sopravvivere, cosa farò e di cosa vivrò visto che ora non ho niente. Niente di niente. Ho solo una stupida casa enorme, piena di brevi e tristi ricordi, brevi istanti di momenti che non si ripeteranno mai più. Non ho un lavoro, non relazioni sociali, e la colpa è solo di quel cretino di un troglodita! Se non mi avesse tradita, con quella sottospecie di morta ossigenata, se mi fosse rimasto fedele, nulla di tutto questo sarebbe mai successo!
Prendo il cappotto color panna ed esco di casa, il vento ancora gelido mi accarezza i capelli. È già buio, solo circa le nove di sera e io non ho certo voglia di ritornare a casa, ormai non ho più nulla da fare. Passo davanti a centinaia di Pub, ignorando i fischi della gente ubriaca, e tiro dritto. Non ho la più pallida idea di dove sia finita, e di come farò a ritornare a casa; noto una specie di cartello vicino ad una casa, credo che dica: 'Sex and Sex'. Giro i tacchi imbarazzata, cercando la via del ritorno quando una ragazza mezza nuda dalla folta chioma rossa mi fermoò: ''Ehi bella! Vuoi fare un giro? O stai cercando lavoro? Una bella ragazza come te...'' Non ebbe finito la frase che subito mi giro imbestialita, ma come si permetteva! Una puttana non può di certo pensare che io, Courtney Barlow, signorina educata e rigida cerchi lavoro in un posto così squallido! In un bordello da quattro soldi tra l'altro!
-'' Ma come osa! Io, sono una ragazza per bene! Non di certo come voi! ''
-'' E per quale motivo scusa ti trovi qui, cara?''
-'' Non chiamarmi cara! Io..ecco, mi trovo qui...per-per tornare a casa, ecco!''
-'' Se vuoi una casa te la diamo noi. Non devi pagare niente, sono tutti gentili qui, devi solo...ecco, soddisfare i tuoi clienti, ma è solo lavoro e fai una montagna di soldi. Non c'è pericolo, nessuno ti farà del male, siamo gente per bene. Allora ti va?''
Non so che fare, come tirarmene fuori. Ma in fondo non ha tutti i torti. Faccio tanti soldi, e poi non ho più niente! Forse se mi sarei concessa agli altri avrei trovato un po' di affetto. Affetto che ormai nessuno me lo poteva dare. Affetto che mi mancava. E poi la verginità l'avevo data già a quell'idiota, nessuno mi farà più del male di quanto me ne abbia fatto lui. Ormai il cuore mi era già stato strappato da un bel pezzo quindi ero tipo, immune.
-'' Bhe, si. Forse non è una cattiva idea. Non sarebbe male lavorare qui, in fondo non ho più nulla da perdere.
-'' Benissimo! Io mi chiamo Eve! Sono nuova anche io, da qualche mesetto. Quindi è come se iniziassimo questa esperienza insieme, sarà un piacere per la Madama riceverti! Forza, entra!'' Mi prese la mano e con un sorriso a trentadue denti mi fece entrare. La casa era bellissima, per nulla volgare devo ammettere. Le pareti erano di un rosso pallido, le tende coloro marrone scuro. Sì, bhe, c'era qualche foto strana, ma non è importante. Forse potrò iniziare una nuova vita, una nuova Courtney, e per una volta ho l'opportunità di essere diversa. Eve mi portò davanti ad una signora, aveva dei capelli neri come la pece, una sottoveste nera in pizzo piuttosto corta, e delle lunghe ciglia finte del medesimo colore. Non era di certo quelle proprietarie vecchie e rozze dei bordelli che si vedono nei film, che sia chiaro, io non li ho mai visti. Avrà avuto circa trenta anni e la trovavo elegante per quel posto. Spiccava tra tutte. Oltre a me, ovvio.
-'' Madama, stavo fumando una sigaretta quando ho trovato questa verginella.''
-'' Ehi, non sono una verginella!''
-'' Zitta Eve! Non fare l'impertinente come al solito! Comunque, ragazzina, vedo che hai carattere da vendere. Ce ne sarebbe davvero bisogno in questo mondo ormai. Come ti chiami?''
-'' Mi chiamo Courtney. Courtney Barlow.''
-'' Bene, bel nome. Ma vedi, per quale motivo una bella ragazza come te si aggirava in questi quartieri?'' Mi stava girando intorno con fare interrogatorio, mi prese una ciocca di capelli da dietro e me la spostò lasciando in parte scoperto il collo. La cosa stava iniziando a darmi sui nervi.
-'' Ebbene, mi sono persa! Sì, mi sono persa.''
-'' Eve mi ha detto che volevi trovare un lavoro, ha forse sbagliato?''
-'' Ecco, in realtà non sarebbe una cattiva idea, infondo non mi è rimasto uno straccio di nulla. Anche la mia reputazione è andata a farsi fottere.'' Ero rossa come un pomodoro, non avrei mai pensato che un giorno mi sarei ridotta così. Insomma, si sa chi sono io!
-'' Bene lo prendo come un sì, vieni ti mostro la tua stanza, troverai dei vestiti e...altro.'' Pff, megera opportunista.
-'' La ringrazio, è molto gentile.''
-'' Dammi pure del tu. A proposito di nomi, hai già deciso come ti chiamerai?''
-'' Ehm. Perché? Bisogna scegliere anche un nome?''
-'' Certo, verginella!'' Mi rispose Eve, piuttosto aspra. Ma bastò un'occhiataccia per farla tornare al suo posto. Si sarebbe meritata un bel ceffone.
-'' A pensarsi, Madama, ho un nome.''
-'' E sarebbe?''
-'' Principessa.''
-'' Stai scherzando vero?''
-'' Zitta Eve! É la seconda volta che ti zittisco.'' Alle dure parole, Eve si mise al suo posto. Finalmente.
-'' È un ottimo nome.'' Sorrisi compiaciuta. Lo avevo detto che un giorno quel buono a nulla sarebbe servito a qualcosa.
-'' Penso mi si addica parecchio. Non trovi Eve?'' Iniziavo ad aver gusto nel stuzzicare quella ragazza. Si vede che è gelosa di me. Non la biasimo. Infondo, chiunque lo sarebbe.
-'' Ecco Principessa, questa è la tua stanza. Qui lavorerai solo. Se hai bisogno di una casa o di un pasto, devi pagare, bella mia.''
-'' Ehm. No, grazie dell'offerta. Ho una casa mia. Ho solo bisogno di soldi.'' E di dimenticare. E di ricominciare. Diversamente.
-'' Molto bene. Ti lasciamo sola. Per fare amicizia con la tua nuova stanza, che se vuoi potrai far ridipingere ed altro. E con quello che c'è dentro. Andiamo Eve!''
-'' Ciao Principessina!'' Aha. Che impertinente!
Avevo davanti a me la porta. Avrei avuto l'opportunità di tornare indietro. Il problema era che non ci riuscivo. Per una volta volevo sentirmi diversa. La prima volta che mi sono sentita diversa mi è piaciuta...e ho anche vomitato, ma quelli sono dettagli*.
Ma ormai avevo già deciso. Apro la porta, non voglio tornare indietro. Intanto sapevo per certo che non sarei mai stata una di quelle puttane squallide. Ma una prostituta per bene, mi sarei vestita elegantemente e mi sarei comportata altrettanto elegantemente. Apro la porta e noto che la stanza è grande. Ha le pareti color pervinca, a toccarle sembrano ruvide. In centro alla stanza c'è un letto matrimoniale semplicissimo color grigio cenere e in fondo ad esso ci sono degli ornamenti in legno, del color lavanda. Tonalità delicate. Mi piace e di certo non farò ridipingere nulla. È tutto perfetto. C'è anche un armadio; è molto grande ed è in legno. Inizio ad adorare il legno! È ruvido anche quest'ultimo, sulle ante ci sono incisi dei disegni. Sfioro anche quelli con i polpastrelli delle mie dita: sembrano gigli. Il fiore dell'eleganza. Però non avevo notato il grande specchio che vi è accanto all'armadio. È veramente maestoso. Intorno ci sono delle pietre. Presumo finte, ma sono belle ugualmente. Ci sono anche delle tende, morbide secondo il mio tatto, sono di un bel blu ceruleo, che riaccende un po' la stanza. Si vede che la Madama sceglie le stanze in base alla personalità della ragazza in questione. Apro l'armadio e noto un sacco di vestiti. Particolari. Non avevo voglia di provarli, anche perché sarebbe stato tempo perso. Voglio andare a casa, ma prima devo ringraziare la Madama. Scendo e appena giungo in atrio sento un mucchio di risatine.
-'' Pff. Oche.''
Feccio un breve cenno alla Madama ed esco dall'uscita principale.
Respiro. Finalmente aria fresca.





* Amici cari, vi ho fatto ritornare in mente qualcosa con questa frase? Ebbene sì. Ho voluto tornare indietro di un pochino. Vi ricordate quando lei e Duncan avevano rubato cibaglie varie dal ripostiglio di Chris e Chef? Ah che bei tempi. Bei tempi.
  
Leggi le 6 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fumetti/Cartoni americani > A tutto reality/Total Drama / Vai alla pagina dell'autore: Bellatrix_ Black