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Autore: NanaK    21/01/2013    4 recensioni
Mi chiamo Penelope e ora vi racconterò la mia storia. Preparatevi ad ascoltare qualcosa di tanto surreale che spesso mi chiedo se non sia stato tutto un sogno. Il Titanic era appunto chiamata la nave dei sogni, ma di certo mai avrei creduto che potessi salirci. Tutto cominciò una sera di aprile, il dieci aprile 2012..
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jack Dawson, Nuovo personaggio, Quasi tutti, Rosalinda Dewitt Bukater
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 7

 

< Sei davvero strana > mi disse con un mezzo sorriso perplesso. Alzai gli occhi al cielo: avevo perso il conto di quante volte mi aveva fatto quel complimento da quando ero lì.

< Ma perché?? > domandai leggermente stizzita. Insomma cosa c’era di strano nel dire che avevo voglia di un frappè? Scosse la testa e borbottò qualcosa a proposito di “ diavolerie ” e “ futuro ”.

Ci rimuginai su: forse non gli andava giù il fatto che..

< Odio il fatto che fino ad ora tu abbia vissuto in una realtà in cui non sono compreso e di cui non so assolutamente nulla! >. Ecco appunto. Avrei giurato di cogliere una leggera vena di frustrazione nella sua voce. Un’ondata di tenerezza mi riempì e mi fermai guardandolo. Aveva la fronte aggrottata. Vi posai sopra le dita delicatamente e si rilassò subito.

< Anche io avrei voluto passare con te tutti gli anni della mia vita > sussurrai con tono tanto basso da dubitare che mi avesse sentita. Venni travolta dalla veridicità delle mie stesse parole. Una domanda mi sorse spontanea: erano passati quattro giorni. Era possibile amare qualcuno dopo solo quattro giorni? Si. Ma solo perché questo qualcuno era Jack. Avevo la certezza di amarlo così appassionatamente che il solo pensiero di dovermi allontanare da lui era per me fonte di inesprimibile dolore. Sapevo che era una possibilità da non sottovalutare, ma non volevo, non potevo pensarci. Avrei goduto di quegli istanti con lui goccia a goccia come un assetato che portava lentamente alla bocca la scarsa acqua che aveva a disposizione in mezzo al deserto. Forse dovette comprendere la desolazione del deserto che vedevo intorno a noi perché mi prese un polso e mi attirò a sé stringendomi in un abbraccio. Chiusi gli occhi e mi concentrai sul battito regolare del suo cuore. Quella era l’unica certezza.

Forse mi sarei anche addormentata nuovamente, lì su due piedi, se un’imbarazzata voce femminile non chiamò il mio nome.

< Ehm.. Miss Penelope? >. Sciolsi velocemente l’abbraccio. Rose era accompagnata da una signora formosa. Quest’ultima aveva un viso allegro e buono e la riconobbi subito. A stento mi trattenni dal gridare “ Molly! ” col tono di una bambina che aveva appena ricevuto un giocattolo nuovo.

Mi limitai a sorridere alla mia amica e le chiesi se doveva dirmi qualcosa.

 Vidi Jack che la osservava con curiosità.

< Vorrei prima presentarti Margaret Brown, una cara amica. Le ho già parlato di te >

< Incantata Miss Penelope. Hai davvero un bel faccino > mi disse divertita.

< Ecco.. Desideravo invitarti a cena questa sera con mia madre e alcuni amici, per ringraziarti. Anche il tuo amico può unirsi a noi se vuole >. Rosalinda attirò gentilmente la mia attenzione, ricambiando lo sguardo curioso del ragazzo accanto a me, che si strinse nelle spalle. Fece un passo avanti e le porse la mano.

< Sono Jack Dawson, molto piacere >

< Rose Dewitt Bukater >

< Dovrò chiederle di scrivermelo il suo > esclamò di rimando Jack ridendo e riuscendo a strappare un sorriso anche a lei. Improvvisamente mi sentivo molto fuori luogo. Cercai di ignorare il lento strisciare di un qualcosa di non definito all’altezza dello stomaco e accettai l’invito. Prima che se ne andasse però le presi un braccio e le sussurrai che purtroppo non ero in condizione di essere presentabile per quella sera con tutti quei signori di prima classe e che dubitavo che anche Jack lo fosse. Lei mi sorrise, come se se lo aspettasse e mormorò che aveva qualche vestito che pensava mi potesse andare senza problemi. Riguardo a Jack sapeva che Molly aveva un figlio della sua età ed era sicura che l’avrebbe aiutato. In fondo aveva un gran cuore. Infine le chiesi se stesse bene.

< Si. Ho intenzione di seguire il tuo consiglio Pen. Non ne posso più di stare in mezzo a tutta quella gente che non si accorge di me, né dei miei reali sentimenti. O meglio, che non se ne preoccupa affatto. Ho una pazzia in mente e spero che fino all’ultimo avrò il coraggio per compierla! >

Mentre mi parlava una luce di entusiasmo le illuminava gli occhi. Eccola, la Rose che conoscevo.

Troppo emozionata per risponderle le buttai le braccia al collo, mandando al diavolo l’etichetta. Lei rimase un attimo interdetta, ma poi mi abbracciò anche lei.

Quanto ci staccammo la sentii sussurrare un grazie al volo prima che trascinasse via la sua accompagnatrice che stava ridendo di gusto mentre parlava con Jack. Lei non si era accorta del nostro scambio di effusioni, ma Jack era troppo furbo per esserselo fatto sfuggire. In ogni caso non disse nulla.

< Come mai hai accettato l’invito? > domandò curioso.

< Beh non perderò di certo l’occasione di sedermi con persone del loro calibro, vestita sontuosamente e pettinata come una lady della prima classe > risposi ridendo. Adoravo i vestiti d’epoca!

< Sfruttatrice > scherzò scompigliandomi i capelli. Poi assunse un’espressione pensosa < Ma come hai fatto a conoscerla? Siete molto unite a quanto ho visto >

< Le ho salvato la vita > dissi semplicemente. < Come mai ti interessa tanto saperlo? >

Alzò un sopraciglio < Gelosa? >

Gli voltai le spalle iniziando a camminare in direzione opposta a lui < Affatto >

Rise raggiungendomi e passando un braccio intorno alla vita per volgermi verso di lui. < Sei una bugiarda, tesoro > mi soffiò tenero nell’orecchio. Come.. Come mi aveva chiamata? Ebbi un piccolo capogiro e dovetti poggiare la testa sulla sua spalla. Sapevo benissimo che stava sorridendo davanti al mio smarrimento, ma andava bene così. Posò le labbra sul mio orecchio e sussurrò che in effetti quel fuoriprogramma avrebbe potuto essere divertente.

 

-          -    -    -    -

 

< Ecco! Scegli quello che vuoi >. Avevo davanti l’enorme guardaroba di Rose. Nel film si vedevano solo tre o quattro abiti, ma in realtà ne aveva un’infinità ed erano tutti uno più bello dell’altro. Quale scegliere? I miei occhi vagavano avidi da sinistra a destra e purtroppo la mia amica se ne accorse e scoppiò a ridere.

< Ti consiglio questo qui. Te lo vedo bene addosso >. Osservai con attenzione il vestito che aveva tra le mani. Era la cosa più bella che avessi mai visto. Dopo Jack ovviamente. Risi tra me e lo presi meravigliata. Mi voltai e guardai la mia immagine riflessa allo specchio adagiandomelo sopra. Era bianco con striature nere piene di brillantini; le maniche erano corte e leggermente a sbuffo ed aveva la scollatura quadrata. Rose aveva capito dallo scintillio dei miei occhi quanto mi piacesse e mi disse di provarlo. Mentre mi aiutava a metterlo mi sembrò di essere per la prima volta un’altra persona. Non pensate che fossi così frivola da sentirmi una “ principessa ” solo perché indossavo quel vestito, c’era qualcosa di molto più grosso dietro. Era tutto l’ambiente, la situazione incredibile che stavo vivendo, le persone che mi circondavano, l’amore per Jack. Tutto ciò mi aveva e mi stava ancora cambiando dentro. Aveva stravolto la mia intera vita, ed ora stravolgeva anche la mia persona e il mio modo di pensare. Di certo da quel momento in poi vissi la mia vita sicura che l’impossibile non esisteva. In un nano secondo i miei occhi riflessi scoprirono tutto questo e ne rimasero spaventati. Ma tuttavia ansiosi di scoprire cosa il futuro mi avrebbe riservato.

La vita è un dono e non ho intenzione di sprecarlo ”

Si, avrei fatto di tutto per far valere ogni mio giorno.

< Allora? >. Mi guardai abbigliata in quel modo sontuoso e sfoderai un sorriso smagliante.

< Sono pronta! >.

Quando, qualche tempo dopo, scesi lo scalone che tante volte sul divano di casa mia avevo sognato di scendere, ero al settimo cielo. Rose mi aveva acconciato i capelli in maniere perfetta ed ora sentivo morbide ciocche scendermi sul collo e ai lati del viso. Mi sentivo bellissima, anche con la mia amica al fianco, che era semplicemente perfetta. Molti signori e signore della prima classe, elegantissimi, camminavano in direzione della sala dove avremmo cenato. Quella nave era davvero meravigliosa e osservavo curiosa ogni dettaglio per cercare di imprimermelo bene in mente. Non volevo perdermi nulla.

Tutto però perse di importanza quando lo vidi ai piedi delle scale mentre tentava di copiare il modo in cui camminavano i gentiluomini che vedeva passare. Nel suo smoking nero era l’unica persona che illuminava la sala. All’improvviso ci vide e quando fissò il suo sguardo su di me sentii le gambe cedere e mi accorsi che arrossiva. Rimasi confusa per un attimo e mi accorsi che eravamo arrivati giù solo quando prese la mia mano e si inchinò baciandola. Lo stesso fece con Rose che gli sorrise gentile.

< L’ho visto fare una volta in un film di terza visione e non vedevo l’ora di farlo > sussurrò facendomi ridere appena. Cercavo di controllarmi e non negavo di essere un po’ nervosa. Jack invece sembrava a suo agio. Anche quando Rose ci presentò quell’odioso del suo fidanzato e sua madre.

< Tesoro! Non ti ho presentato la signorina Grey e il signor Dawson >

< Incantato >. Si inchinò e mi baciò anche lui la mano. Rudy invece si limitò ad un cenno della testa anche se ci guardava come fossimo insetti. Evidentemente aveva notato che avevo indosso un vestito di sua figlia e di certo non ci aveva messo molto a fare due più due: non eravamo degni di avere la sua compiacenza. Forse fu un po’ rischioso, ma lì per lì non ci pensai. Sostenni le sue occhiatacce cercando di apparire più tagliente possibile. Il nostro battibecco, se così si può chiamare, silenzioso fu interrotto dall’arrivo di Molly e tirai un sospiro di sollievo. Tanta gelidità mi stava congelando. Jack ci porse il braccio e ci condusse nella sala che brulicava di persone , il cui chiacchiericcio era accompagnato dalla musica di.. violino?

< Quella è la contessa De Bouce > ci sussurrò Rose < Quello è John Jacob Aston, l’uomo più facoltoso in viaggio su questa nave; la sua nuova mogliettina ha la mia età ed è in dolce attesa. A suo tempo fu uno scandalo >. Guardai nella direzione che ci indicava con gli occhi, mentre la ascoltavo attentamente.

< Da quella parte invece abbiamo Ser Cosmo e Lucille Levi Dafguerd.. >

< E scommetto che tra i suoi vari pregi c’è quello di disegnare biancheria audace > esclamai con un mezzo sorriso, elettrizzata. Vivere il proprio film preferito è qualcosa che tutti dovrebbero provare! Entrambi mi guardarono estremamente sorpresi ed io abbassai gli occhi. Forse avevo osato troppo. In fondo nessuno, nemmeno Jack, sapeva che nel mio mondo, loro erano solamente personaggi di uno sceneggiato che avevo visto e rivisto un centinaio di volte.

Per fortuna Rose fu distratta da certe persone che la salutarono.

< Non ti chiederò come fai a saperlo, sta tranquilla > mi sussurrò la sua calda voce all’orecchio. Mille brividi mi attraversarono la schiena mentre lo sentivo incredibilmente vicino. Lo guardai e rimasi come un pesce lesso. Insomma perché ogni volta doveva vincere lui?

< Ti farò impazzire come tu stai facendo impazzire me > concluse, allontanandosi definitivamente.

Sarebbe stata una lunga serata.

 

Ehm.. Ciao :S

Si lo ammetto, sono una persona orribile, sono mesi che sono sparita e non intendo giustificarmi. Spero che questo capitolo possa farmi perdonare  >_<  Ora che ho di nuovo il mio portatile a disposizione potrò aggiornare molto più in fretta, lo prometto! Vi adoro, e non vi ringrazierò mai abbastanza.

Un bacione enorme,

Orihime02

   
 
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