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Autore: miseichan    21/01/2013    4 recensioni
“Sono sicuro che lei e Artù andrete d’accordissimo.”
“Artù?” balbettò Aurora, giocherellando nervosa con l’orecchino “Mi prende per il culo?”
“Non mi permetterei mai, signorina.”
Genere: Comico, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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3

 

 

Questione di  frizione

 

 

 

“Ciao.”

“Ciao. Scusa il ritardo.”

“Non sei in ritardo.”

“E allora perché sei già seduto in auto?”

“Ti anticipo.” sorrise Arturo, facendole segno di prendere posto.

“Hai allacciato la cintura?” chiese lei, chiudendo la portiera e aggiustando lo specchietto.

Arturo sospirò e obbedì, l’espressione esasperata:

“Devo dedurne che ancora non ti fidi di me?”

“Il problema sono io, non tu.” negò Aurora, accendendo la macchina.

“Mi stai forse lasciando?”

“Non oserei mai, c’è il rischio che tu poi mi schiacci.”

Arturo aggrottò la fronte, fulminandola:

“E questa è un velato riferimento a cosa, di grazia?”

“Alla tua spropositata altezza.” annuì lei, convinta “Ora. Cominciamo o restiamo fermi, oggi?”

“Non sono così alto.” borbottò il ragazzo, indicandole di immettersi nel traffico.

“Non ci pensare.” gli sorrise Aurora “Dove andiamo?”

“Autostrada.”

“Quindi vado a destra?”

“Sì.”

“Qualcosa non va?”

“Stai correndo troppo.”

Aurora decelerò e inarcò un sopracciglio castano:

“Non ti sarai offeso, spero.”

Un grugnito indefinito le giunse in risposta.

“Oh, ma dai, Artù! Non è un male essere alti! Stavo scherzando!”

“Guarda la strada.”

“Sei permaloso, sai? Non è un bene, ragazzo mio.”

“Come mai sei così tranquilla, oggi?”

“Mi è finito il ciclo.” gioì lei, prendendosi anche il lusso di accendere la radio.

“Che... ma che dici?!” scattò Arturo, irrigidendosi.

“Cosa? Ho solo detto che mi è passato il ciclo, non sei contento?

“Oh, Signore! Non sono cose da dire con tanta leggerezza!

“Ma...

“L’autostrada, Aurora, l’autostrada!”

“Dove?”

“Destra! Svolta a destra!”

“Sì, sì, non mi diventare ansioso!” sbottò la ragazza, girando il manubrio.

Un clacson li raggiunse da lontano, la macchina che si immetteva di gran carriera nella corsia. 

“Ti scandalizzi per così poco, Artù?” domandò Aurora non appena la situazione divenne più calma.

“Io non mi scandalizzo.”

“Il ciclo è una cosa normalissima di cui parlare.”

“Non mi trovi d’accordo. E smettila, per cortesia.” piagnucolò lui, reclinando il capo contro il sedile.

“Cos’è che ti impressiona tanto? L’idea del sangue?”

“Dio! Basta! Cos’è, un nuovo tipo di tortura?”

“Se ti chiedessi di comprarmi gli assorbenti me li compreresti?”

“Aurora...

“No, davvero. E’ una domanda seria.”

“Non lo so!”

“Metti che io sia bloccata in casa, okay? Ci andresti?”

“Certo che sì, ma non mi sembra comunque il caso di continuare a...

“Quanti orecchini hai?”

Arturo sbatté le palpebre, l’espressione persa:

“Come?”

“Orecchini. Li ho notati ieri: sull’orecchio destro, no? Quanti sono?”

“Fatti più a destra, così se vogliono gli altri possono superarti.”

“Non posso accelerare, invece?”

“L’obiettivo è riuscire a proseguire ad una velocità costante: non devi né accelerare né decelerare. Non puoi distrarti. E’ fondamentale.”

“E la mia velocità costante non può essere superiore a questa attuale.”

“Non alla tua seconda guida.”

“Alla terza?”

“Nemmeno fra un mese.”

“Perché?” si lamentò lei, mordicchiandosi il labbro.

“Perché sei agli inizi e non devi correre rischi inutili.”

“E va bene, ma così è noioso!”

“Stai aumentando la velocità.”

“Oh.”

“Stai più attenta.”

“Va bene, va bene, e tu rispondi.”

“Sette.”

“Sette? Ma dai, non sembravano tanti! Fai vedere!” fece lei, sporgendosi verso il ragazzo.

“Che... che diavolo fai?! Non ti spostare!”

“Da qua non riesco a vederli, però!”

“Li vedrai quando ci fermiamo!”

“Mi fermo ora, allora?”

“Non ti azzardare.”

“Oh. Va bene.” brontolò lei “Come mai sette?”

“Perché otto non c’entravano?”

“Prendi in giro?”

Arturo ridacchiò, dicendole di cambiare marcia. 

“E il tatuaggio?”

“Excalibur.”

E Aurora si girò di nuovo, la macchina che sbandava di diversi centimetri:

“Non devi perdere di vista la strada.” scandì con tono duro il ragazzo, fulminandola.

“Perché ti sei tatuato Excalibur?” fece lei, ignorandolo.

“Sai almeno cos’è?”

“La spada di Artù.” 

“E allora perché lo domandi?”

“Non vedo il nesso.” scosse il capo Aurora “Sei forse convinto di essere la sua reincarnazione?”

“Stai straparlando.”

“Il film a cartoni l’ho sempre adorato, sai?”

“Attenta alla moto.”

“Quale moto?”

Arturo si sporse verso di lei e afferrò il manubrio, girandolo verso di sé.

“Oh. Non l’avevo vista.” fece spallucce Aurora “Che dicevo?”

“Ti stai distraendo troppo.”

“Anacleto era il mio preferito.”

“Chi?”

“Il gufetto, hai presente? O era una civetta?”

“Prendi la prossima uscita.”

“Perché?”

“Da lì possiamo cominciare a tornare.”

“Di già?”

“Sei troppo a sinistra.”

“Non mi hai ancora spiegato il perché della spada.”

“Non lo farò.”

Aurora sospirò e mise la freccia a destra.

“Quanti anni hai, Artù?”

“Venticinque.”

“Come fai a essere un istruttore?”

“Non potrei.”

“E quindi come fai?”

“Papà è il proprietario della scuola.”

“Oh. Non lo sapevo.”

“Conosci la strada?”

“Sì. Alla prossima rotonda a sinistra, no?”

“Sì.”

“E insegni solo o hai qualche altro lavoro?”

“Devi scalare di marcia, Aurora.”

“Lo so.”

“C’è uno stop.”

“L’ho visto.”

“Rallenta.”

“Sto rallentando.”

“Aurora, rallenta!”

La macchina si fermò dolcemente, il sopracciglio di lei che s’inarcava al tempo stesso:

“Mi sono fermata.” sibilò, punta sul vivo “Chi è che non si fida, adesso?”

“Io... non mi sembrava che stessi rallentando e...”

“Lo so che ci si deve fermare agli stop.”

“Scusa, non volevo. Ora con calma riparti, su.”

“Stai per dirmi di nuovo di non emozionarmi?” brontolò lei, mettendo la prima.

“No. Mi fido di te.”

“Paraculo.” soffiò la ragazza, premendo l’acceleratore.

E la macchina si spense. 

“Tranquilla,” fece Arturo, girando la chiave “riprova.”

Aurora mise in moto, prese un bel respiro e ritentò. Con calma.

E la macchina si spense.

“Al diavolo!” sbottò “E’ colpa tua!”

“Come fa a essere colpa mia?”

“Mi hai abbattuto l’autostima, ecco come!”

“Riprova.”

“Non ci penso proprio. Abbiamo di nuovo la fila dietro.”

“Riprova.”

“E se uno di quelli scende e vuole picchiarmi?”

“Riprova.”

“Perché non lo fai tu e ci togliamo il pensiero, invece?”

“Aurora, riprova.”

“E va bene! Sei insopportabile, lo sai? Ne sei consapevole, almeno? Come fai a...

“Siamo partiti.”

Aurora guardò davanti a sé e vide la macchina camminare tranquilla.

“Oh.”

“Basta farti arrabbiare per riuscirci, a quanto pare.”

“Non scherzare.” sussurrò lei con un filo di voce “Sono incapace.”

“Non è vero.”

“Siamo quasi arrivati, contento?”

“Non sei incapace, Aurora. Anzi. Sei migliorata tanto in un solo giorno, sul serio.

“Hai rischiato l’infarto due volte.”

“Quest’ultima curva l’hai fatta da Dio.”

Aurora sorrise, gli occhi che si illuminavano divertiti:

“Ruffiano.”

“Parcheggia, da brava.”

“Ecco fatto. Soddisfatto?”

“Tanto.” annuì lui, slacciando la cintura con un sospiro rilassato.

“Ci vediamo domani?”

“Certo. E giriamo per la città.”

“Uh. Livello successivo, eh?”

“Riusciremo ad espugnare il castello alla fine, non temere.”

Scesero insieme e lei gli restituì le chiavi, aggiustandosi la sciarpa azzurra:

“Dì la verità.” disse poi Aurora, a mo’ di saluto, cominciando ad allontanarsi.

“Su cosa?” 

“Excalibur.” ghignò lei “E’ un’allusione al tuo attrezzo?”

“No comment.”

“E se imparo a usare la frizione come si deve?”

“Anche gli asini ogni tanto volano.” si strinse nelle spalle il ragazzo.

“Oh. Colpo basso. Cattivo.” soffiò lei “Questa me la segno.”

Arturo le diede le spalle, salutandola con la mano:

“Ricorda: è tutta una questione di frizione.”

 

§

 

 

Mmm.
Piove. Tira vento. Il cielo è di un triste che non vi dico.
L’unica soluzione sembrerebbe una cioccolata calda davanti al camino e qualcosa di bello in tv.
Qualche bono che si spoglia anche, se proprio volessimo raggiungere l’apice u.u
Da voi che si dice? Com’è il tempo?
… divagazioni (o si dice divagamenti?) inutili a parte, devo ancora rispondere alle recensioni; ma non temete, lo farò appena posso.
Anche perché siete state tutte dolcissime <3
Spero continuiate a seguire con piacere,

un bacio
    Sara

   
 
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