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Autore: KatnissClaire_Somerhalder    21/01/2013    0 recensioni
Si rivedono dopo tanto tempo: sono sempre stati legati, sin da bambini, ma lei non avrebbe mai immaginato di poter cominciare a provare qualcosa per lui, così come lui non avrebbe mai immaginato di poter amare ancora. C'è solo un problema: sono cugini.
Dal capitolo 1.
"Sento le farfalle nello stomaco in quel momento, camminare e allontanarmi verso casa mi è piuttosto complicato. Volto l’angolo e quando giungo al fienile mi fermo. Cerco di capire che cosa abbia il mio cervello in quell’istante, ma l’unica cosa a cui riesco a pensare sono gli occhi penetranti di Noah che mi scrutano e che per un attimo mi hanno impedito di parlare. "
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Prima o poi tutti scegliamo una strada, puoi non voler guardare indietro ma a volte la vita ti obbliga.
One tree hill.



«Annabelle, sei pronta?» le chiedo urlando dalla mia stanza.
«Sto arrivando, non ti scaldare.»
Mi metto la tracolla sulla spalla e scendo le scale seguita da mia sorella. Noah è giù da basso che ci aspetta, questo pomeriggio abbiamo deciso di andare al fiume, che si trova circa una mezzora da casa. Incominciamo a camminare per i campi sotto il sole cocente; Annabelle si è rifiutata di andarci in bici, così siamo costretti ad andarci a piedi. Io l’avrei anche lasciata a casa, ma mia zia non era d’accordo.
«Non lamentarti, Claire, magari così prendi anche un po’ di sole e ti togli quel pallore dalla faccia» mi stuzzica Annabelle. La guardo storta e continuo  a seguire Noah.
Quando arriviamo alla meta l’aria si trasforma: ci sono parecchi alberi e un’arietta fresca piacevole ci scompiglia i capelli. Annabelle distende subito l’asciugamano per terra e si libera del suo vestito rimanendo in costume; dopodiché incomincia a prendere il sole. Alzo gli occhi al cielo e guardo Noah, che sta osservando incantato il flusso veloce dell’acqua. Senza pensarci prendo la rincorsa e cerco di spingerlo in acqua, ma lui mi afferra le braccia e si dimena per liberarsi ridendo.
«Se io vado dentro, tu vieni con me!»
Finiamo entrambi, vestiti, nel fiume e quando riemergiamo incominciamo a schizzarci giocosamente, ridendo come dei bambini. Mi fa cenno di andare sott’acqua e io mi lascio guidare dalle sue indicazioni, ma anche dal mio istinto; la temperatura dell’acqua è fredda per essere inizio luglio, ma non ci faccio molto caso. Sott’acqua apro gli occhi e vedo la sagoma offuscata di Noah nuotare verso il fondo, così decido di seguirlo. Tocchiamo con le mani i grossi sassi al suolo e ne troviamo di colorati, lisci, ruvidi. Dopo pochi secondi ritorniamo in superficie, per mancanza d’aria.
«Quei sassi sono bellissimi, ne voglio prendere uno dico» ansimando.
«Come lo vuoi?» mi chiede Noah con un sorriso stampato sulle labbra.
«Mmh, colorato e ruvido, se lo trovi.»
Noah si immerge in acqua immediatamente, senza neanche aver prima preso una boccata d’aria. Riemerge dall’acqua dopo quasi un minuto e non sembra nemmeno senza fiato.
“Ma come fa?”
Mi prende la mano e la apre, poi mi stende sul parlo un sasso verde, ruvido, con riflessi biancastri. Mi accorgo dopo poco che sotto di esso si cela qualcosa di estremamente luccicante e cattura sguardo: è un braccialetto molto semplice, una catena argentea, sobria e lucida. Spalanco gli occhi ed emetto un gemito per la sorpresa.
«Noah, è bellissimo!»
«L’ho trovato sotto una miriade di sassi, ho pensato fosse un peccato non raccoglierlo!»
«È davvero splendido.»
«Puoi tenerlo, se vuoi.»
«Mi farebbe davvero piacere.»  Chiude la catenella intorno al mio polso mingherlino, poi sparisce sott’acqua riemergendo metri dopo di me. Decido di uscire dall’acqua e di mettermi sotto un albero, all’ombra, per asciugarmi senza essere costretta a prendere il sole. Il platano a cui mi appoggio è liscio e la mia schiena non subisce graffi improvvisi; mi ritrovo a fissare il corpo di Noah sprofondare e riemergere dal fiume, noto come riesce a nuotare in modo fluido in diversi stili, come si rigira su sé stesso, come i capelli corvini gli ricadono appiccicati sul viso, come i suoi occhi azzurri si accendono alla luce del sole. È bellissimo, non riesco a smettere di pensarlo. Guardo di soppiatto mia sorella per vedere se per caso si è accorta che sto fissando da ormai cinque minuti buoni, con occhi sognanti, nostro cugino, ma sembra essere persa nei suoi pensieri e nella musica che sta ascoltando. Bene, perché se qualcuno si
accorgesse dell’attrazione che provo per lui probabilmente sarei spacciata, poi non vorrei mai subire una così grande umiliazione da parte dei miei parenti, nemmeno da parte di Noah.

Chiudo gli occhi e smetto di pensare. Quando li riapro Noah è di fianco a me, sdraiato sull’erba. Osservo che la luce del sole è offuscata e che non c’è traccia di mia sorella.
«Mi sono addormentata?» chiedo confusa a Noah.
«Indovinato.»
«Dov’è Annabelle?»
«Si è avviata verso casa, stufa di fare la lucertola. Ho preferito aspettare che ti svegliassi prima di andarmene» si alza di colpo e mi offre la sua mano, che afferro per aiutare ad alzarmi. «Si sta facendo tardi, Clarissa ci aspetta per cena.»
«Ma che ore sono?»
«Quasi le sette e mezza.»
«Siamo in ritardo.»
«Ce la faremo» alza le spalle, mi sorride e indossa la maglietta.
Ci incamminiamo attraversando i campi e all’improvviso ci mettiamo a correre. Facciamo a gara per chi riesce ad arrivare a casa prima, un gioco che facevamo anche da piccoli. Corro con il vento caldo che mi scompiglia i capelli e sono in vantaggio. Tuttavia lui riesce a raggiungermi, mi afferra cingendomi la vita con le braccia e insieme cadiamo a terra.
«Il mio era un tentativo scarso di riuscire a fermarti.» Lui è sopra di me e mi sorride, i suoi occhi azzurri hanno leggere sfumature di grigio intorno all’iride, il sole sta calando sempre di più e sono quasi le otto di sera. Sono quasi le otto di sera e sto sognando le labbra di Noah, che continuano a tentarmi come se fossero cioccolato.
Come se mi avesse letto nel pensiero, Noah si china su di me e mi dà un casto bacio sulle labbra. Mi manca il respiro per qualche secondo, non riesco né a sorridere né a parlare, la mia mente è piena zeppa di arcobaleni e unicorni rosa che saltano felici e rapidi da una collina all’altra. Senza che io lo chieda mi dà un altro bacio: stavolta si lascia andare e io varco la soglia dell’universo. Infine si sdraia accanto a me e mi prende la mano, incominciando a carezzarla con le dita. Cosa faremo adesso? I gesti d’amore che ci siamo appena scambiati lasciano intendere che non proviamo un semplice amore tra cugini, ma qualcosa di più.
Improvvisamente si alza e si mette a sedere, mi guarda sorridente e mi stringe maggiormente la mano; le mie guance saranno diventate color lampone, ne sono sicura. Ci avviamo verso casa mano nella mano, non dicendo una parola; a poca distanza dal quartiere residenziale lui me la lascia e si avvia verso il portone, lo apre, saliamo le scale ed entriamo in casa. Sono le otto e siamo in perfetto orario. Zia Clarissa sta apparecchiando la tavola e quando ci vede sorride.
«Claire, hai preso il sole!» mi dice. Mi guardo riflessa allo specchio fissato alla parete e osservo il mio viso bordeaux.
“No zia, non è stato il sole a farmi quest’effetto.”
Sorrido imbarazzata e filo in camera mia. Noah è già nella sua. 



Angolo di Claire:
ciao a tutti, scusate per il ritardo dell'aggiornamento. 
un bacio e buona lettura a tutti.
  
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