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Autore: AxXx    21/01/2013    1 recensioni
Anno 1918. Dopo la fine della prima guerra mondiale le forze Bolschviche di Lenin stanno affrontando una guerra incredibilmente violenta per affermare la loro ideologia.
Gli assassini hanno una missione da compiere in questo pericoloso territorio.
Con i templari da una parte e un gruppo di assassini traditori dall'altra, un giovane assassino discendente di Ezio Auditore si dovrà confrontare con le forze in campo e soprattutto con il suo stesso credo per portare in salvo l'ultima discendente dei Romanov.
Questa è la mia prima storia unicamente di Assassin's creed. Non mi aspetto un capolavoro, ma vorrei davvero avere delle recensioni che mi permettano di migliorare, grazie a chi leggerà e dirà la sua anche se è una rcensione negativa.
Genere: Guerra, Romantico, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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Sospetti e Ricordi

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

'Ok, calma e concentrati, dobbiamo evitare ad ogni costo di farti manovrare da lui.' Pensò mentre apriva la porta e rientrava nella sala di Rasputin.

 

Ah, ben tornato, Assassino, stavamo giusto parlando della vostra fuga dalla città.”

 

Io incrociai le bracvia, per niente convinto della loro 'disponibilità.'

 

Avevo ascoltato abbastanza da capire che loro avevano altri piani che non erano proprio quelli degli assassini.

 

Forse dovremmo aspettare anche sua altezza, non trovi, Templare?” Chiesi, cercando di ritardare un po' la riunione per elaborare una soluzione.

 

Sembra quasi che tu definisca la parola 'Templare' come un insulto, comunque, hai ragione, anche perché credo che anche lei debba conoscere la verità.” Disse con un sorriso accondiscendente sedendosi.

 

'Certo: la vostra verità.' Pensai mettendomi seduto osservando gli altri Templari che mi squadravano con un misto di odio e paura.

 

'Probabile che temano per i loro piani...' Pensai, mentre una porta alle spalle di Rasputin si apriva facendo entrare Anastasia.

 

Ah, vostra altezza. Benvenuta, stavamo giusto parlando di voi.” Disse facendo un cenno alla sedia al suo fianco.

 

Lei la osservò un attimo per poi ignorarla e sedersi alla mia destra.

 

Bene.” Disse il Templare facendo buon viso a cattivo gioco. “Credo che, data la situazione, possiamo aiutarci a vicenda. Come per esempio una via d'uscita dalla città.”

 

E cosa vorresti, in cambio?” Chiesi alzando le sopracciglia dubbioso.

 

Mi credi davvero così meschino?” Chiese divertito nascosto dalla barba.

 

Mi stai chiedendo se non mi fido della tua parola o di quella di un templare? Perché io non mi fido né dell'una né dell'altra.” Risposi io incrociando le braccia.

 

Aaah, ma io sono onesto. Vi darò una via di fuga ed una strada per lasciare il paese.” Rispose lui alzando la mano.

 

Io osservai un attimo l'uomo e la donna che lo accompagnavano.

 

Entrambi sembravano pronti a scattare verso di me ed in particolare l'uomo, aveva la mano stretta intorno al manico di un coltello.

 

Noi accettiamo, certo, ma voi non avete detto cosa vorreste da noi.” Rispose Anastasia a sorpresa di tutti.

 

bene. Io vi aiuterò ad uscire. Voi riposerete, nel frattempo. Vi chiamerà Aisha, la mia consorella, quando sarà il momento.” Disse Rasputin indicando una quarta porta che sembrava dare sul piano superiore dell'edificio.

 

Ci incamminamo insieme accompagnati dalla donna che ci indicò due stanze.

 

Entrai nella prima senza dire una parola e mi ritrovai un una piccola stanza.

 

Era un ambiente abbastanza piccolo, con un letto ad una piazza ed un cassettone.

 

Tutto era in legno comprese le pareti, tuttavia era un luogo abbastanza confortevole e tranquillo, se non fosse stato per il fatto mi trovassi in una base dei templari.

 

Passai le ore che seguirono a pensare e concentrarmi.

 

Il senso dell'aquila non era ancora ben sviluppato in me, tuttavia potevo percepire decine di movimenti contemporaneamente.

 

Non percepii niente di sospetto, ma non volevo abbassare la guardia.

 

'Hanno sicuramente qualcosa in mente, ma non so cosa. Cosa vogliono che recuperi?' Pensai, ricordando la conversazione che avevo origliato in precedenza.

 

Ero così assorto che mi accorsi della persona davanti alla mia porta solo quando quella sospirò.

 

Mi misi subito in allarme e, impugnando il coltello, mi appostai a sinistra delle porta, in modo che non rimanessi dietro di essa quando si sarebbe aperta.

 

Si aprì lentamente cigolando, qualcuno entrò.

 

Fu una fortuna che io mi fermai in tempo, altrimenti non mi sarei accorto che ad entrare era stata Anastasia.

 

Lei fece un leggero salto indietro, quando si accorse che le ero alle spalle con un pugnale in mano.

 

Sei matta ad entrare in camera mia a quest'ora!? Avrei potuto ucciderti per sbaglio!” Dissi rimettendo l'arma nel fodero, sedendomi a terra.

 

Lei mi si avvicinò con lo sguardo basso, come se volesse chiedermi qualcosa, ma non fosse sicura di farlo.

 

C'è qualcosa che ti turba?” Chiesi più dolcemente.

 

Non ero abituato ad essere gentile con gli altri, anche perché non ero mai cresciuto al difuori della confraternita, ma sapevo che sarebbe stato crudele continuare ad essere duro ed insensibile.

 

Lei rimase in silenzio per alcuni secondi prima di chiedermi: “Che facciamo, ora?”

 

Io mi fermai a riflettere: la sua domanda era lecita, chiedere aiuto al nemico non era una cosa da prendere alla leggera, soprattutto se si trattava dei Templari, ma non avevamo scelta.

 

Per adesso li seguiremo, ma dobbiamo stare attenti: ci tradiranno alla prima occasione. Tu che pensi?” Feci io, cercando di riordinare le idee.

 

Io... io non lo so. Fino a qualche ora fa mi sarei fidato del Signor Rasputin, ma ora... ora non so di chi fidarmi. Mi sembra di essere entrata in una specie di mondo diverso da quello in cui vivevo.” Rispose massaggiandosi le braccia lentamente, come se avesse freddo.

 

Mi alzai, non so in preda a quali dannate emozioni che non riuscivo a controllare nonostante tutto il mio addestramento: avrei dovuto mantenere un po' di contegno, controllare le mie emozioni, invece mi lasciai trasportare da esse.

 

puoi fidarti di me...” Risposi mettendole una mano sulla spalla, cercando di rassicurarla.

 

Lentamente, la mia mano si spostò dalla spalla alla guancia mentre lei alzò il viso verso di me avvicinandosi.

 

Mi sentivo come il polo di una calamita attirato da quello opposto, lentamente edi inesorabilmente, mi avvicinai a lei, bruciando centimetro dopo centimetro, lo spazio che mi separava dalla sua bocca.

 

Le sue labbra avevano la consistenza del velluto mentre mi baciava con tenerezza stringendomi per le spalle, mentre io le abbracciavo la vita, cercando di non sembrare troppo irruento.

 

Il mio cervello si spense, entre il cuore accellerava e, per la prima volta nella mia vita, abbassai ogni difesa: l'unica cosa su cui mi concentravo era il corpo caldo e morbido di Anastasia che era diventato il centro del mio universo.

 

Persi la cognizione del tempo, mentre ci portavamo sempre più vicini l'uno all'altra e sarei potuto anche andare oltre se lei non si fosse lentamente staccata, lasciandomi con una sensazione di vuoto nel petto.

 

Scusami... io... Mi sono lasciata andare, perdonami se ti ho messo in imbarazzo!” Disse, un po' confusa allontanandosi un po'.

 

Io ero talmente stordito che riuscii solo a scuotere la testa, per poi riuscire a parlare di nuovo: “No, davvero... mi ha fatto piacere, cioé, no... ho solo... mi sono lasciato andare, non accadrà più.” Dissi confuso.

 

Mi resi conto che avrei voluto che questo accadesse di nuovo, ma non potevo permettermi un legame stabile con lei: l'avrei resa un bersaglio ancora più importante per i Templari e i miei confratelli non vrebbero approvato.

 

Lei sembrò rilassata e delusa al tempo stesso, ma non indagai la strana reazione, rimanendo, così, in un silenzio imbarazzante.

 

Be', ero venuta qui anche per chiederti una cosa.” Disse dopo qualche minuto di silenzio.

 

Certo, nessun problema.” Risposi io, lieto di avere un'altro argomento di cui parlare.

 

Io non so più che fare, ultimamente mi sembra di essere un peso, per di più inutile: vorrei che tu mi insegnassi a difendermi, almeno potrei aiutarti e sapri difendermi da sola.” Disse, di nuovo seria.

 

La richiesta mi lasciò un po' interdetto: non mi sarei aspettato una determinazione del genere da lei, soprattutto, dato che, essendo anche una donna, non era stata educata a combattere.

 

Certo, il fisico non le mancava, era abbastanza magra e slanciata, ma non era ossea, quindi aveva sufficente forza, ma avrebbe dovuto abituarsi a cambiamenti davvero radicali.

 

Io... potrei, certo, ma devi essere sicura, altrimenti, non servirà a niente se non sei sicura.” Concessi con un po' di imbarazzo.

 

Ho già dovuto sopportare parecchio, da quando ho visto... morire i miei... i miei genitori. Non credo che ci sia qualcosa di peggio, poi ho bisogno di qualcosa a cui pensare he non sia quello... che è successo.” Rispose abbassando lo sguardo, mentre la sua voe si incrinava.

 

Aveva ragione, aveva sopportato troppo per poter essere spezzata da qualche allenamento, ma non volevo che si mettesse in pericolo.

 

D'accordo, ma sappi che io ti insegnerò a combattere a modo mio, sarà dura, ma sono certo che ce la farai.” Dissi rassicurandola. Avrei vololuto fare qualcosa di più, magari abbracciarla, ma non potevo farmi di nuovo dominare dai miei istinti, dovevo rimanere vigile, soprattutto per il fatto che ci trovavamo in una base dei Templari.

 

Per me non è un problema: Sono pronta, quando cominciamo?” Chiese subito incrociando le braccia, pronta.

 

Meglio non iniziare subito, appena ci faranno uscire ti insegnerò.” Dissi,. Meglio essere sicuri che nessuno ci ascoltasse. “Ora è meglio riposare, torna nella tua stanza prima che ti trovino qui.”

 

Lei annuì.

 

Si avvicinò e mi accarezzò ad una guancia, prima di andarsene.

 

'Dannazione!' Pensai mentre mi stendevo per riposare.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Devi stare più attento.” Disse mio padre, mentre ci allenavamo.

 

Stavamo combattendo nella sala di allenamento della nostra base sotto Roma ed io ero in svantaggio.

 

Lui era nella suatenuta da Assassino, mentre io ero a torso nudo, con solo un paio di pantaloni e la mia lama celata per difendermi.

 

Non ce la faccio...” Risposi ansiando tenendomi la ferita che mi era stata inferta con la lama celata di mio padre.

 

Un nemico non ti risparimierà, sopporta!” Mi ordinò lui con rabbia afferrando la sciabola cercando di colpirmi al ventre.

 

Mi scansai rapidamente saltando all'indietro.

 

Avevo una ferita al fianco, due alle braccia ed un'altra ferita alle gambe, senza contare le dita rotte ed il mal di testa.

 

Mi lanciai in avanti, cercando di colpire, ma mio padre si scansò di lato vibrando un altro colpo con la sciabola.

 

Io cercai di scansarmi, ma lui era troppo rapido ed il colpo mi raggiunse al fianco facendomi uscire altro sangue.

 

Caddi a terra sfinito, mentre sentivo le energie abbandonarmi.

 

Alzati, avanti!” Urlò lui tirandomi un calcio al fianco ferito.

 

Io lanciai un urlo soffocato, mentre un dolore lancinante mi attraversava il corpo paralizzandomi.

 

Cercai di alzarmi, ma avevo perso troppo sangue e non avevo più forze, così rimasi a terra continuando a subire i colpi di mio padre che continuava ad infierire, mentre sentivo le lacrime rigarmi il volto.

 

Ora basta!” Urlò qualcuno facendo cessare quell tortura.

 

Non interferire, sto allenando tu fratello!” Rispose mio padre con tono di sfida.

 

Questo non è un allenamento! È una tortura!” Rispose mio fratello, solo ora lo riconoscevo dalla voce.

 

io lo alleno come mi pare!” Ribatté nostro padre puntando contro Alex con fare minaccioso, ma lui non si fece intimidire e, con una rapida mossa, lo disarmò.

 

Tra i due calò un pesante silenzio, mentre io ritrovai un po' di energia cercando di alzarmi facendo leva sulle braccia.

 

Mio fratello se ne accorse e mi afferrò delicatamente per le braccia tirandomi su portandomi verso l'uscita.

 

Fu un attimo: uno strano riflesso mi attirò e quando mi voltai vidi nostro padre in preda all'ira lanciarsi in avanti con la sciabola in mano.

 

Agii di istinto e spinsi mio fratello di lato per evitare che venga colpito prendendo il colpo al posto suo.

 

 

 

 

 

 

 

Mi svegliai urlando.

 

'Merda, di nuovo.' Pensai alzandomi.

 

Quel sogno mi tormentava sempre e ricordavo ogni momento: avevo quattordii anni e non potevo certo dimenticare lo sguardo folle negli occhi di mio padre, quando aveva cercato di colpire Alex.

 

Mi alzai e mi avvicinai allo specchio che si trovava nella stanza, accendendo una candela.

 

Mi spogliai rimanendo a torso nudo: sul mio petto, partendodalla spalla destra fino al fianco sinistro c'era una lunga cicatrice di color viola leggero che risaltava in maniera inquietante sul mio corpo.

 

Ero rimasto tra vita e morte per giorni a causa di quella ferita e i migliori Assassini guaritori avevano fatto fatica a salvarmi.

 

Non ebbi mai l'occasione di restituire il favore: mio padre morì, prima che fossi considerato idoneo a riprendere l'allenamento.

 

Ero così concentrato che quando bussarono sobbalzai.

 

M rimisi velocemente la camicia e invitai la persona dall'altra parte ad entrare.

 

La porta si aprì mostrando la donna Templare che rispondeva al nome di Aisha, quella che era con Rasputin alla riunione.

 

Vieni, assassino. Siamo pronti a farvi uscire.” Disse invitnandomi a rivestirmi.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Angolo dell'autore

 

Rieccomi dopo un lungo silenzio a causa della mancanza di ispirazione e della gran quantità di compiti.

Allora, che ne pensate?

Questo capitolo è particolare, perché ho voluto mettere un “contatto fisico” tra i due protagonisti.

Spero di non aver deluso nessuno se vi aspettavate qualcosa di più.

Comunque a presto.

AxXx


 

  
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