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Autore: riccisexyallahazza    21/01/2013    1 recensioni
Ci consideravano tutti dei giocattoli,sopratutto noi donne,che donne non eravamo più,la femminilità di ognuna di noi era scomparsa velocemente,
scivolava con il sudore che tutte noi cacciavamo nei lavori terreni e faticosi,la carne mangiata dai parassiti e dalla stanchezza,
le ossa sporgenti e quasi visibili sotto la pelle ormai consumata,quasi trasparente,mentre gli occhi di ognuna di noi erano grigi come il cielo che
gopvernava da tempo in Germania,gli occhi stanchi,per la paura di essere sovvrastate dalla morte che qui ormai la fa da padrone,le sfumature violacee e verdi
delle occhiaie e delle more lividie che percorrevano il corpo che ormai andava a perdere la sua carne,le sue curve e la sua bellezza,
lo stomaco divorato dai crampi per carenza di cibo,il cuore spento,come ogni muscolo che si muoveva meccanicamente sotto la pioggia insistente,
che ormai scrosciava da giorni.
L'olocausto stava sterminando la razza umana,sopratutto quella ebraica.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Harry Styles
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Erano passati giorni,settimane,mesi eppure il tempo sembrava non passare mai,il ticchettio dell'orologio non si udiva da molto.
Noi schiavi della morte più rude,dura e languida,usati come macchine,sfruttati fino allo sfinimento.
Le donne e uomini si mischiano,non c'è più differenza di sesso,non c'è più differenza tra nessuno,nostante qui dentro la gente si catalogava per razze,
per appartenenza,eppure non c'era differenza tra questo el'altro.
Ci consideravano tutti dei giocattoli,sopratutto noi donne,che donne non eravamo più,la femminilità di ognuna di noi era scomparsa velocemente,
scivolava con il sudore che tutte noi cacciavamo nei lavori terreni e faticosi,la carne mangiata dai parassiti e dalla stanchezza,
le ossa sporgenti e quasi visibili sotto la pelle ormai consumata,quasi trasparente,mentre gli occhi di ognuna di noi erano grigi come il cielo che
gopvernava da tempo in Germania,gli occhi stanchi,per la paura di essere sovvrastate dalla morte che qui ormai la fa da padrone,le sfumature violacee e verdi
delle occhiaie e delle more lividie che percorrevano il corpo che ormai andava a perdere la sua carne,le sue curve e la sua bellezza,
lo stomaco divorato dai crampi per carenza di cibo,il cuore spento,come ogni muscolo che si muoveva meccanicamente sotto la pioggia insistente,
che ormai scrosciava da giorni.
L'olocausto stava sterminando la razza umana,sopratutto quella ebraica.
Venivo da una famiglia italiana,la mia bella patria da cui sono allontanata e portata qui in questo campo di sterminio,concentramento e mistamento.
La mia vita oprmai da tempo non aveva più senso,nessuno qui aveva una ragione di vita,chi prima aveva figli o parenti che sono morti,qui nemmeno le lacrime la gente spende,
perchè il tempo scorre e il tempo è denaro,quel tempo che nessuno sente ormai più,sembrache ormai la nostra esistenza sia stata meccanizata,
macchine da morte,da schiavitù,la tristezza,la felicità quale possa esserci non veniva tollerata,le persone non spendevano un secondo ad ascoltare ne
la loro mente,ne il loro cuore,tantomeno i loro sentimenti.
Io avevo fatti come tutti o almeno come tanti,avevo spento il mio corpo,ormai abituata al lavoro e alle violenze dei tedeschi,non reagivo più a nessuno stimoloqualunque esso fosse.
il ricordo della casa della famiglia che avevo perso totalmente non riafforava mai nella testa,niente ero come un vegetale,immobile e inerme a ciò che ci stavano facendo,
impotente in confronto a tutto.
Il mio corpo mangiato da tutto il male,il lavoro,la fatica;i miei occhi grigi con occhiaie viola e le clavicole spigolose come ogni parte del mio corpo,
le ossa che spingevano all'infuori e i capelli corti usati per i tessuti,i miei amati capelli ramati usato per uno scopo così frivolo,le mie mani fatte di ossa e di vene
nemmeno più la pelle reggeva attaccate alle giuntire,ormai tutto aveva perso il senso.
La mia morte era qui in questa baraccha di divisione,affiancata alla baracca di divisione maschile.
Donne che riconoscevano la loro figura in quella maschile e viceversa vedendo la stessa gente,ciò che i tedeschi non riuscivano ad ammirare o forse non volevano vedere.
Stessa gente mangiata dal tempo e da quella morte brusca e ormai consapevole a tutti.
  
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