Mi svegliai sola nel grande letto dove ero stata ospitata dal moccioso del Phatomhive, guardai il soffitto e pensai a cosa successe ieri sera, in questa stanza, io e lui, Kaname. Allora...prova quello che provo anche io? Mi ama? Mi vuole? Vuole stare con me? Con questi problemi che mi balzavano di qua e di là in testa, mi alzai per portar,e il mio corpo davanti allo specchio e guardarmi "Sono bella per lui?" una domanda senza risposta, una domanda che forse mai avrà una risposta, alzai piano il camice per vedere meglio il simbolo del contratto: un cerchio ovale con all'interno una rosa nera. Seguii con l'indice il disegno, delicatamente poi, avendo dei brividi lungo la schiena, lasciai cadere la stoffa che avevo in mano e con la mano toccai le labbra, lui mi ha baciata, lui ha toccato queste labbra, lui ha violato la sua natura, ha violato se stesso, dopo tutto era un diavolo di maggiordomo. Qualcuno bussò alla porta ed entrò in stanza, era Sebastian, il maggiordomo del moccioso. Si sorprese quando mi vide in camicia da notte, e per non farlo vergognare, mi coprii con la vestaglia.
"Va bene"
"Perfetto, a presto"
Uscii con Kaname e mi diressi verso la carrozza per andare al Palazzo Reale ad incontrare la Regina. Ero nervosa, un po' troppo direi, non sapevo cosa mi aspettasse, non sapevo a cosa a pensare, e se mi voleva incastrare? Per tutto il tragitto guardavo fuori dal finestrino della carroza e vegavo nei miei pensieri, non sentii neanche Kaname che mi chiamò.
"Mia Enfer, siamo arrivati"
"Bene, andiamo"
Scesi dalla carroza ed entrai nella sala reale del Palazzo. Era fatto tutto fatto d'oro, un tavolo lungo di cristallo puro, boccali in diamante raffinato, candelabri accessi che illuminavano un po' di più la stanza insieme al sole. Ero in ansia, Kaname era tranquillo, per niente preoccupato, mi chiedo se i demoni si preoccupano. Stavo per domandare a Kaname quando entrò una donna, dai vestiti si direbbe che era una cameriera.
"Lei è la contessa Enfer?"
"Sì"
"Prego, le faccio guida dalla Regina"
"Grazie, posso portare con me il mio maggiordomo?"
"Sì Contessa, prego."
Seguii la cameriera, ci trovammo davanti a una porta, semi chiusa, fatta d'oro con dei disengni, la cameriers aprii la porta e ci fece cenno di entrare. Entrai
Entra nella stanza e davanti a me c'era una tavola di legno antico, più che tavola era una scrivania, e dietro ad essa una figura di un anziana donna, sicuramente è la regina. Addosso aveva un vestito nero e un velo che le copriva il viso di statura media e un corpo esile.
"Salve contessa la stavo aspettando con ansia"
"Salve sua maestà"
"Gradisce un tè contessa?"
"No, grazie"
"Ha pensato al l'offerta che le ho fatto?"
"C'ho pensato e ho preso la mia decisione"
"Ossia? Accetta?"
“Accetto, ma ad una condizione”
“Sentiamo”
“Voglio sapere chi ha ucciso i miei genitori, anche se so chi è stato, ma voglia avere la certezza che sia quella persona, e se morirà, non dovrà fare nomi di chi è stato ad ammazzarlo”
“Perfetto”
Ciel Pov:
Uscii dalla mia residenza e mi recai verso al Palazzo Reale, sicuramente mi darà foto, indagini della polizia e con chi dovrò investigare oltre con Sebastian. Salutai la cameriera della Regina e gli dissi se mi poteva riceve, mi disse di aspettare e mi accomodai in uno dei divano che c’erano. Arrivò la cameriera.
“Prego, mi segua”
“Va bene”
Seguii la cameriera ed entrai in stanza di ricevimento, non ci potevo credere. Perché Enfer era lì con la Regina? La lettera…la Regina ha mandato una lettera a lei, voleva riceverla? Perché lei?
“Contessa Enfer, che ci fa lei qui?”
“Me lo domando anche io, Conte”
“Vedo che voi due vi conoscete”
“Si Mia Regina. La Contessa abita da me perché la scorsa notte è stata aggredita”
“Capisco. Bene, voi due, da oggi, collaborerete insieme”
“Cosa? Sua Maestà, per la Contessa è pericolo fare delle indagini del genere!”
“Conte Phantomhive, decido io! E’ chiaro?”
“Sì, Mia Regina”
“Scusate il disturbo Sua Maestà, quale indagine?”
“Sono state uccise delle famiglie, ma solo i genitori, i figli rimangono in vita, non so per quale motivo lo faccia. Sappiamo solo che è una donna, per lo più una ragazzina, non sappiamo altro”
“Mh…quindi bisgona indagare tutte le ragazze del quartiere che hanno questa descrizione, credo che bisogna interrogare anche le Contesse. Non crede Conte?”
“S-sì, lo credo anche io”
“Perfetto, credo che dovremmo iniziare, quindi, io incominciamo ad andare”
“Conte Phantomhive, Contessa Enfer, vi auguri buona fortuna. Ah sì, aggiornatemi, mi raccomando”
“Senz’altro Sua Maestà. A rivederla”
Uscii dalla stanza e guardai Enfer male.
“Contessa, potrei parlarle in privato?”
“Certo, Kaname, lasciaci soli”
“Certo, Mia Enfer”
“Sebastian, anche tu”
“Yes, My Lord”
Rimasi solo con Enfer, cavolo, perché non me lo ha detto?
“Contessa, mi ha deluso.”
“Perché Conte? Non ho fatto nulla!”
“Nulla? NULLA!? Sei diventata il cane della Regina! Io sono da anni che lavoro per lei, e non puoi andartene, se accetti devi restare fedele fino alla morte!"
"Tanto peggio di così Conte, decido io quello che voglio fare!"
"Contessa, lasci il caso!"
"No!"
Se ne stava andando e la bloccai. Si voltò e di scatto l'abbracciai, non volevo perderla, non lei.
"Per favore, lascia perdere io caso"
"M-mi dispiace Conte, ma lo devo fare. Stia tranquillo, me la cavo, sono forte"
"Ieri non sembrava"
"Non si preoccupi, ho Kaname al mio fianco"
"Ha anche me al suo fianco, Contessa"
"Grazie"
Mi staccai e tornammo a casa senza dire nulla.
Enfer pov:
Era notte ed ero a letto, sola, senza di lui. Ero a vedere le carte, ora come ora non potevo uscire, di notte, a fare quello che dovevo fare. Entrò Kaname con una candela in mano e sorrise.
"Che fa a quest'ora sveglia mia Enfer?"
"Stavo guardando le carte, dobbiamo fare qualcosa"
"Ossia?"
"Ora devi fare te questi compiti"
"Mia Enfer ma..."
"Sapranno che avranno un complice, ancora meglio"
"Lei crede?"
Scesi dal letto e mi avvicinai a lui prendendo al candela e posandola in un comò.
"Kaname, certo che sono sicura, non preoccuparti"
"Come vuole lei, Enfer"
Lo baciai e lui ricambiò subito, un bacio passionale mi travolgeva, il fuoco che avevo cresceva sempre di più. Ci sdraiammo suo letto, iniziai a spogliarlo e lui fece con me, labbra bollenti sul mio collo, sul petto, poi su fermò.
"Basta così, mia Enfer"
"Va bene"
Scese dal letto e ci vestimmo, prese la candela ed aprì la porta.
"Buonanotte, Contessa"