Fanfiction
scritta di getto, ma ho cercato di tenere il più possibile i personaggi
IC ed una buona grammatica, oltre che ortografia. Ah, giusto! Spero anche di
essere riuscita a mettere i vari personaggi nella loro linea temporale, anche
se purtroppo non ho avuto tempo di andare a guardarla, visto che fra poco parto
e perciò non sono riuscita a guardare sui vari siti la cronologia
corretta.
Sperando di
esserci riuscita, buona lettura.
OooO
Avrei dovuto adorare questo giorno. Avrei dovuto, infatti: i miei genitori
sono riusciti a farmelo odiare.
Mi sento tremendamente in imbarazzo, confuso ed irritato, mentre
con passo veloce raggiungiamo il treno che fra cinque minuti partirà
conducendomi ad Hogwarts.
Giusto il tempo di salutare con nervosismo le mie tre cugine
Narcissa, Bellatrix ed Andromeda Black, che subito la mia attenzione viene catturata da un nuovo commento pronunciato dai miei
genitori contro un…
“Sento puzza di babbano caro! Come vorrei poter scagliare un bel cruciatus contro quella
ignobile creatura!” Stringo i pugni. Sin dalla primissima infanzia, i
miei genitori mi hanno inculcato il principio del Purosangue Perfetto (scritto
rigorosamente con la maiuscola) e del babbano feccia (scritto tutto in
minuscolo) che deve assolutamente sentirsi superiore a confronto con la seconda
entità: ascolto da talmente tanto questi principi che ormai la mia
mente, per puro spirito di ribellione, si rifiuta di accoglierli come manna dal cielo. Sottostare a questo ragionamento mi
renderebbe succube di regole che io non riesco a sentire mie per quanto ci
abbia provato in questi anni, sforzandomi di credere che i bambini che vedevo
giocare nel parco che si intravedeva dalla finestra di
camera mia, fossero delle futili esistenze che noi purosangue avremmo dovuto
estinguere dalla faccia della terra, come il nobile Salazar Serpeverde avrebbe
voluto. Inutile dire che non ce l’ho fatta.
Scruto alcuni ragazzini spaventati dalle parole di mia madre,
molto probabilmente perché colpiti direttamente dalle sue parole ed
immediatamente vorrei scomparire, mentre carico la mia valigia ed aiuto a fare
lo stesso con le mie tre cugine.
Sotto questo impegno, il saluto finale
arriva in un lampo esaudendo almeno una delle mie molteplici preghiere:
finalmente libero!
I miei genitori mi hanno fissato e mormorato
brevi frasi di incoraggiamento, rammentandomi di non farmi mettere i
piedi in testa da nessun babbano ed augurandomi di scagliare almeno una fattura
contro uno di essi. Non mi hanno minimamente raccomandato di finire a
Serpeverde perché forse ritengono scontato che io capiti proprio nella
casa che per generazioni ha accompagnato il nome della famiglia Black e sinceramente mi è dispiaciuto che non mi
abbiano nemmeno sussurrato un piccolo –ti voglio bene-.
Non sono uno che ha sempre bisogno di attenzioni,
ma mi avrebbe reso felice una minuscola manifestazione d’affetto, anche
se la loro austerità li rende poco propensi a qualsiasi effusione
familiare.
Sbuffando per il peso del baule che finalmente riesco
a sistemare, oltre alla gabbia che contiene il mio gufo, mi volto alla ricerca
di uno scompartimento libero: Andromeda mi ha chiesto gentilmente se voglio
unirmi a lei ed a Narcissa e Bellatrix, ma ho declinato l’offerta.
Conoscendo le altre due cugine, so per certo che sarei finito in scompartimento
in compagnia di Lucius Malfoy che all’inizio poteva pure essermi
simpatico, ma non ho mai accettato il fatto che la
scorsa estate abbia fatto levitare, così per gioco, un povero bambino
babbano che passava davanti l’ingresso di casa nostra, sotto lo sguardo
fiero del padre: decisamente non l’ho sopportato.
E così mi ritrovo a vagare per il
corridoio alla ricerca di un posto e con la fortuna che ho, i primi cinque sono
pieni di ragazzi che si conoscono già tutti: sono in ritardo per
inserirmi nella combriccola.
Ma grazie al cielo la dea bendata mi manda
un aiuto ed a metà strada incrocio un ragazzo spaesato quanto me alla
quale rivolgo un sorriso che lui contraccambia: le buone basi per intavolare
una conversazione.
“Anche tu alla ricerca di un posto, vero?” Annuisce
imbarazzato ed io lo osservo cercando di memorizzare un po’ i suoi
tratti: corti capelli castani, occhi marroni e
l’aria un po’ malaticcia a parer mio, visto il colorito della pelle
cinereo e le occhiaie non profonde, tuttavia visibili.
“Perdonami se non ti ho detto subito il mio nome: mi chiamo
Sirius Black.” Decido di presentarmi subito per
evitare che si accorga dello sguardo indagatore che
gli ho rivolto prima e per fortuna non sembra averci fatto caso, forse
perché lui stesso sospetta di risultare un po’ anomalo con quel
aspetto non proprio in salute.
“Piacere! Invece io mi chiamo Remus Lupin.” Ci
stringiamo la mano imbarazzati e con un’occhiata
ed una mezza-frase, iniziamo a cercare uno scompartimento insieme: forse
sarà l’occasione per instaurare un’amicizia.
Nonostante l’impegno, l’unico scompartimento
–libero- che troviamo è occupato da due persone, ma decidiamo che
rispetto agli altri ci è andata di lusso e
così ci sediamo.
“Oh! Visto Peter che abbiamo subito trovato compagnia? Mi
presento: sono James Potter per servirvi!” Uno dei due, precisamente
quello con i capelli mori più spettinati che io abbia mai visto, naso
dritto ed affilato e due occhi nocciola vispi ed attenti, non si perde in
convenevoli e ci regala subito il proprio nome e senza neanche darci il tempo
di rispondere, aggiunge.
“Coraggio Peter! Ti sarai pur ripreso dagli insulti di quel antipatico di Goyle!” Il ragazzetto al suo fianco
alza lo sguardo mostrandoci gli occhi marroni lucidi per un pianto da poco
conclusosi ed ansioso di non mostrarci la sua debolezza, si asciuga
immediatamente le ultime lacrime nella veste ed afferma con voce squillante che
ne io, ne Remus ci saremo aspettati, il proprio nome.
“Ciao! Sono Peter Minus ed il piacere è tutto mio!” Mentre cerca di sistemarsi i capelli color topo,
sia io, sia Remus ci presentiamo.
“Io sono Remus Lupin.”
“Io sono Sirius Black.” Al
sentire il mio nome gli occhi di James scintillano.
“Black, eh? Credo che la moglie del
fratello di mio nonno abbia il tuo stesso cognome…Possiamo considerarci
parenti alla lontana.” Poi si rabbuia di colpo.
“Ho avuto il dispiacere di conoscere una certa Bellatrix
Black qualche decina di minuti fa: aiutava il tizio di nome Goyle a prendere in
giro il povero Peter ed era piena di se in un modo…Ma lasciamo
perdere che è meglio.”
“Era mia cugina se ti può interessare, ma non ti
preoccupare.” Mi affretto ad aggiungere al suo
sguardo iroso.
“La detesto anch’io, visto che la scorsa estate si
è divertita a scagliare fatture contro innocenti babbane a destra ed a
manca e non sono mai riuscito a capirne il motivo.”
Lui sorride a trentadue denti alla mia affermazione ed all’improvviso mi
sento molto più tranquillo.
“Anche tu un –rinnegato-
della nobile stirpe purosangue a quanto pare! La mia famiglia credo si sia beccata un centinaio di maledizioni quando ha
rivelato che delle fisse di Salazar Serpeverde non gliene importava un tubo:
mio nonno mi ha raccontato che dopo una lite furibonda contro i sostenitori del
pensiero –purosangue-, le sue costole non sono state più le
stesse.” E guidati dalla parlantina di questo
ragazzo, noi tre ci lanciamo nella conversazione dimenticando ogni imbarazzo
iniziale: non ci rendiamo nemmeno conto di aver preso, quando la strega del
carrello è passata, cinque cioccorane a testa e circa una dozzina di
zuccotti di zucca, oltre ad una maxi scatola di gelatine tuttigusti +1.
“Avevamo fame, eh?” Chiede con retorica Remus
addentando uno zuccotto.
“Puoi scommetterci!” Esclamo infischiandomene di
essermi appena beccato una gelatina al gusto di cipolla.
“Comunque, sai una cosa Sirius? Un
po’ si notava che eri purosangue.” Il mio sguardo si sposta quasi
immediatamente su James e non si può dire che
mi piaccia la sua osservazione: lui, intuendo il mio fastidio, aggiunge.
“Ma non perché sembra che tu abbia la puzza sotto al naso, intendiamoci! Semplicemente perché quando
cammini, hai un’aria un po’ distratta, però passo elegante
e…E…Ecco! Felpato rappresenta meglio l’idea!” Io non
posso fare a meno di ridere: devo ammettere che la mia risata somiglia un
po’ ad un latrato.
“Tu invece James mi sembri un tipo
molto sicuro di te ed in un certo senso, forse è anche merito del tuo
sangue –puro-, la tua presenza incute un po’ di leadership,
perciò assomigli ad un…Cervo! Ramoso ti starebbe d’incanto
sai?” Lui ride a sua volta e mi lancia una
sfida.
“Allora d’ora in poi ci chiameremo così,
intesi? Testimoni di questa promessa saranno Remus e Peter!” Io accetto subito ed i nostri due compagni di scompartimento acconsentono
docilmente ad essere i nostri –testimoni-.
“Ora però dobbiamo trovare i soprannomi anche per
Peter e Remus!” Affermiamo io e James quasi all’unisono: Remus
protesta un po’, ma alla fine cede sorridendo curioso di sapere quale
sarà il nome che gli affibbieremo.
“Non noti anche tu Felpato che il caro Remus abbia
l’aria un po’ malata?” Domanda Ramoso
osservandolo con occhio clinico.
“Già, già…Sembra che si sia alzato con
il piede sbagliato.” Replico fingendomi un
curatore che deve operare un mago ferito gravemente da una manticora: Remus
continua a sorridere paziente, mentre Peter squittisce pieno di
ammirazione per la nostra disinvoltura.
“O magari con la luna
storta…Ecco ci sono! Sentite qua: Lunastorta, eh?!
Che te ne pare Remus?” La sua faccia si apre in
una risata amara, ma sincera e risponde tranquillo.
“Soprannome più azzeccato non poteva esistere e dico
sul serio!” Io e Ramoso ci sorridiamo e subito portiamo la nostra
attenzione su Peter.
“Allora, allora…Che te ne pare collega Felpato? Quale
soprannome sarebbe più adatto per il piccolo Peter?” In risposta fisso scrupolosamente Peter che trattiene il
respiro emozionato.
“Uhm…Hai notato anche tu il colore dei suoi capelli?
Assomiglia a quello di un topo…Senza offesa Peter, eh!” Concludo in fretta per non scatenare nessuna nuova crisi di
pianto.
“Già…Sono anche molto lisci ora che mi fai
notare il colore…Topoliscio!” Lo guardo indignato: un soprannome
del genere è orribile!
“Ma no! Credo che sarebbe
più adatto un soprannome come…Come…Codaliscia! Questo
sì che è carino!” Peter trilla il suo assenso battendo le
mani ed io e Ramoso così siamo alla pari
nell’ideare i soprannomi.
Dopo questa breve parentesi le nostre chiacchiere riprendono
normalmente ed ognuno di noi racconta un po’ di se ed inoltre facciamo la
conoscenza di un ragazzo del quinto anno di Grifondoro molto disponibile e
simpatico: mi pare si chiamasse Arthur Weasley o un nome del genere e come
biglietto da visita ci regala a testa un modellino di un
automobile babbana.
“Adoro quegli aggeggi! Mi piacerebbe tanto capire come li costruiscono!” Afferma con calore salutandoci
perché chiamato da una ragazza del quarto anno che mi pare si chiami
Molly.
Il tempo vola decisamente via e non ci
rendiamo conto che il treno ha iniziato a rallentare e pian, piano si ferma.
Capendo che il nostro viaggio sul treno è finito, tutti e
quattro (che nel frattempo avevamo già indossato da un pezzo le divise
scolastiche) sgambettiamo impazienti fuori dal mezzo
per ritrovarci davanti la figura imponente di un uomo dalla folta ed incolta
barba scura che chiama a gran voce.
“Primo anno! Primo anno! Da questa parte per favore!”
Non ce la sentiamo proprio di dissentire dal richiamo ed
infatti siamo i primi ad accorrere.
L’omone (che deve essere di sicuro alto almeno due metri,
anche tre) ci conduce verso alcune barche che, a quanto pare,
ci permetteranno di attraversare un lago che si oscura con il calar del sole e
si rende molto più spaventoso di quanto non sarebbe in realtà. Anche se, a pensare a quali creature potrebbero popolare le
sue profondità, un po’ di terrore mi pizzica lo stesso la nuca.
La traversata ovviamente la facciamo tutti e quattro assieme nella
stessa barca dell’omone che scopriamo chiamarsi
Hagrid…
“…Custode delle chiavi e dei luoghi di
Hogwarts!” Ci spiega osservando il paesaggio come se riuscisse a scorgere
ogni albero o ogni creatura che popola la foresta che
anche noi riusciamo ad individuare, nonostante la bruma e
l’oscurità.
“Sai che sei davvero…Davvero…Davvero
forte?” James avrebbe voluto dire enorme, ma credo
che –forte- sia stata un’ottima scelta!
“Oh, bhe…Grazie! Spero che Hogwarts vi piacerà!”
E da una forte pacca sulla spalla di James: credo che se fosse stato in piedi,
sarebbe caduto come un sacco di patate, vista la forza dell’azione.
Una volta toccata la riva opposta, siamo finalmente liberi di
voltare lo sguardo in qualsiasi direzione senza il pericolo di perdere
l’equilibrio e di cadere nelle acque gelide del lago: proprio un posto
incontaminato non c’è che dire! La foresta sembra anche più
nitida.
Guidati da Hagrid, ci dirigiamo verso l’ingresso del
castello e sulla soglia ad attenderci troviamo una donna seria e composta,
fasciata in un abito di colore verde scuro, con grandi occhiali cerchiati sul
naso ed un cappello a punta ben piantato in testa dalla quale non sfugge
nemmeno un singolo capello, probabilmente troppo stretto in una crocchia che
non si vede: potrà avere massimo una sessantina d’anni, anche se
l’età di una signora non si dovrebbe mai rivelare.
“Molto bene Hagrid, ora ci penso io grazie.” Il tono di voce non tradisce le aspettative:
professionale e rigido.
“Vi do il benvenuto ragazzi alla
scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts: io sono l’insegnante di
Trasfigurazione, la professoressa Mcgranitt e vi annuncio che fra poco verrete
smistati in una delle quattro case della scuola che, per tutto l’anno
scolastico, saranno un po’ come una famiglia a cui potrete far guadagnare
punti…Oppure farli perdere, a seconda della vostra disciplina.” Quasi, quasi era meglio Hagrid. Questa professoressa
è fissata con le regole e si capisce subito, vista la
puntigliosità con cui ha marcato l’ultima affermazione.
“Ora siete pregati di seguirmi prima che tutto ciò
avvenga.” Ci porta in una sala in cui dovremmo
attendere fino al nostro ingresso in Sala Grande, ma prima…
“…Prima ragazzi, vorrei parlare con lo studente Lupin
Remus per discutere dei suoi problemi famigliari.”
Le labbra diventano ancora più sottili al pronunciare le parole
–problemi familiari-, ma io e James siamo gli unici ad accorgercene: Lunastorta
si avvicina alla professoressa, intimidito dal modo in cui torreggia sopra tutti noi. Mentre si allontanano,
noi tre ci buttiamo in congetture su congetture.
“Sarà successo qualcosa di grave ai suoi
genitori?” Domanda preoccupato Codaliscia.
“Spero proprio di no! Forse ha dimenticato qualcosa di importante a casa: non mi stupirei se fosse una
medicina…” Non ci dilunghiamo troppo perché una chiacchierata
fra due ragazze ci distogli momentaneamente da Lunastorta.
“Ma non ti fa senso?!”
Esclama una ragazza dai capelli mori raccolti in due trecce.
L’altra, una ragazza dai lunghi e folti capelli rossi e con
un paio di bellissimi occhi verdi, risponde.
“Assolutamente no! Trovo che
Grimilde abbia un bellissimo colorito e soprattutto una pelle davvero
piacevole!” Stringe a se il rospo guardandolo come se fosse il più
fidato amico.
“Però Lily…I rospi
sono di moda fra i maschi!” Esclama disgustata un’amica, molto
probabilmente più attratta da un gatto o da un coniglietto. I suoi occhi
scintillano di collera.
“Solo perché i rospi vanno di moda fra i maschi non vuol dire che io non possa adottarne uno! Inoltre so fare qualsiasi cosa anche meglio di un
uomo!”
“Ma davvero?” Ramoso non ha
resistito: ha annusato l’odore di una possibile gara.
“Scommettiamo?” Lei cammina sicura e presto si
ritrovano faccia a faccia: non mi stupisco della
notevole differenza di altezza che permette a Lily di arrivare appena agli
occhi di Ramoso.
“Certo! Sono pronta a scommettere che ti batterò in
un duello e che ti dimostrerò la mia superiorità!”
“Se ne sei convinta Lily…”
“…Per te sono Evans caro il mio…”
“…James Potter.” Entrambi due tipi da botta e
risposta.
Indietreggiarono di alcuni passi e
sfoderarono le bacchette contemporaneamente, sotto gli occhi di molti ragazzi
che avevano assistito alla disputa.
Ma dovettero concluderla lì per il
momento:
Ma la nostra prima preoccupazione era Remus che campò la
scusa di sua mamma che si era ferita gravemente
duellando contro un vampiro: sinceramente mi sembrava molto falso, però
non era questo il momento di indagare, anche perché eravamo sommersi da
ben altri tipi di domande.
“Come credete che sarà la prova per smistarci?”
Chiese un ragazzo mangiandosi le unghie per l’agitazione.
“Forse qualcosa di pericoloso!” Rispose Codaliscia
spaventato: io scossi la testa.
“I miei genitori mi hanno già detto tutto: ci
sarà un cappello magico che esaminata la tua testa, urlerà il nome
della casa più adatta alle tue potenzialità.”
Ramoso ridacchia e sussurra piano.
“A Tassorosso i leali, a Corvonero gli intelligenti, a
Serpeverde gli ambiziosi ed a Grifondoro i coraggiosi: spero proprio di finire
nell’ultima casa, anche perché sarebbe un insulto al mio continuo
sbattermene delle regole!” Sorrido e non so perché, ma in quel
momento sento un’intesa straordinaria che mi lega a quel ragazzo:
un’intesa che già dalla prima occhiata ti dice
che quello sarà il tuo migliore amico. E voglio
fidarmi di questo presentimento.
Quando finalmente veniamo condotti in sala
grande, il mio unico desiderio è quello di non finire a Serpeverde: non
voglio rovinare delle amicizie solo perché il mio sangue mi lega ad una
famiglia purosangue che detesta qualsiasi mago proveniente da una radice
babbana. Non voglio.
“Bene ragazzi: vi chiamerò in ordine alfabetico ed a
turno siederete sullo sgabello e vi infilerete il
cappello in testa.” Breve mormorio d’assenso.
“Incominciamo: Abboth Florence!” La ragazza con le trecce di prima si siede
tremante sullo sgabello e si infila il cappello in
testa: dopo qualche secondo il cappello urla.
“Corvonero!” Un applauso caloroso accoglie la ragazza
che sollevata si siede in uno dei posti liberi nella tavolata colorata di blu:
molti ragazzi le stringono la mano incoraggianti.
“Barrymore Victor!” Il
ragazzo di prima accorre senza alcun ripensamento.
“Tassorosso!” La tavolata opposta a quella di
Corvonero esplode in un boato, regalando a Victor un sorriso nervoso che
svanisce alla vista di un frate fantasma che gli corre incontro, ma si rallegra
appena scoperte le sue intenzioni amichevoli.
“Black Andromeda!” Ed eccola
lì la mia cugina preferita! Sarà l’istinto del
–cugino protettore- nei confronti della cugina più simpatica, ma
mi sembra davvero minuscola rispetto agli altri due e
vorrei starle vicino per aiutarla ad issarsi sullo sgabello, anche se ce la fa
tranquillamente da sola.
Il capello, appena indossato, pare non
essere in grado di esprimere un giudizio soddisfacente: rimane muto per
più di due o tre minuti, mentre le gambe di Andromeda si muovono
incontrollabili sbattendo per il nervosismo e l’impazienza contro il
legno dello sgabello.
“Serpeverde!” Alla fine Andromeda deve arrendersi al
destino: Serpeverde è la casa più adatta al suo carattere. Ed io mi sento più sconsolato di prima: non ho scappatoie.
Sono Serpeverde per
mio padre e mia madre e Serpeverde sarò per Hogwarts e
considerando che Ramoso finirà a Grifondoro…L’odio fra le
due case ho imparato a conoscerlo attraverso i discorsi dei miei genitori.
“Black Bellatrix!” Ed arriva anche il suo turno: passo calmo, aria che le dona una strana eleganza che
cattura tutti i presenti. Anche se ha solo undici
anni, il suo fascino precoce si nota subito. Il cappello non da neanche il
tempo di farsi appoggiare sulla testa che subito urla.
“Serpeverde!” Con la stessa sicurezza, Bellatrix si
toglie il cappello e camminando volutamente lenta, si gode l’attimo di
gloria suscitato dall’applauso della tavolata di
Serpeverde che le sembra evidentemente più forte di quello della
sorella, anche se a me risultano piuttosto uguali.
“Black Narcissa!” E non
poteva mancare lei! Riesce a far sparire ogni milligrammo di paura che poteva
avere all’inizio solo mulinando i capelli biondi che le conferiscono
un’aria importante.
Il capello non ha esitazioni.
“Serpeverde!” Ramoso all’improvviso mi avvicina
e mi sibila.
“Ma tu non finire a Serpeverde, eh!” Io scrollo le spalle sconsolato, ma Ramoso mi fissa con una decisione
ferrea.
“Non finire a Serpeverde!”
“Black Sirius!” Ormai la
tavolata verde applaude anche senza bisogno di sentire il cappello: le altre
tre si rilassano, aspettando che arrivi un altro studente che magari finisca
nella loro casa. Ormai tutto è deciso.
Scoraggiato come non mai, mi siedo e mi metto il cappello in testa
e mi preparo a non dover attendere per molto, prima che urli il nome
–Serpeverde!-
Ehm…Vedo che
questo anno è l’anno della famiglia
Black.
Trasalirei se potessi: parla!
Certo che parlo!
Ti aspettavi che esaminassi la tua testa senza prima
fare due chiacchiere con il diretto interessato? L’importante è
che non urli al vento la risposta, ma la pensi semplicemente.
A che scopo? Tanto so già che finirò a Serpeverde.
In effetti ammetto che nella tua testa c’è molta
ambizione ed intelligenza e non mi dispiacerebbe metterti in quella casa.
Ed allora fallo.
Ma sento anche che nella tua testa c’è uno
spirito di ribellione che grida a gran voce –Grifondoro-.
Ma…Anche mia cugina Andromeda non ama
particolarmente i pregiudizi della nostra famiglia nei confronti dei
babbani…Ed è finita lo stesso a Serpeverde.
Non posso
rivelarti le discussioni avute con gli altri studenti, ma è stata lei ad
optare per Serpeverde: ha ritenuto che , vista la sua
testa, sarebbe stata la scelta migliore.
Quindi…Se è vero che posso
scegliere…
Io posso
suggerirti la casa in cui sarebbe meglio che tu andassi, ma il decreto finale
spetta a te.
Allora vorrei andare a Grifondoro!
Sei sicuro di
quello che vuoi? Anche se hai il coraggio che
servirebbe per entrare in quella casata, Serpeverde ti aiuterebbe di più
per raggiungere i tuoi obbiettivi…Ed inoltre sai quello che
comporterà la tua scelta?
Mi spremo le
meningi e penso: sarò rinnegato da tutta la mia famiglia, sarò la
vergogna dei miei genitori, ogni parente mi scruterà
con disprezzo e questo comporta che non avrò mai ottimi legami con la
maggior parte delle famiglie purosangue…
Ma…Sarò
finalmente libero di poter scegliere da solo la mia strada, potrò
rivolgere la parola a tutti senza dovermi preoccupare delle sue radici ed
infine…Potrò scoprire se io e Ramoso siamo
veramente destinati ad essere amici per sempre.
La mia scelta non vacilla: Grifondoro!
E Grifondoro sarai.
“Grifondoro!”
Mi tolgo il cappello dagli occhi per vedere la tavola rossa
applaudire stupita di avere un –Black- fra le sue file: sento la
meraviglia che invade la tavolata opposta e le occhiate perplesse di cugine ed
amici di famiglia…Ma me ne infischio.
Corro verso un posto libero della tavola dei Grifondoro, mentre
ognuno degli occupanti cerca di stringermi la mano e di congratularsi con me.
“L’ultimo dei Black, a quanto pare,
ha scelto il meglio!” Esclama Arthur alla quale rivolgo un gran sorriso e
stringo la mano allegro come non mai: ho infranto il triste destino che mi
legava a Serpeverde.
Anche il fantasma che mi siede di fronte
sorride.
“Sono contento di vedere così da vicino il primo
Grifondoro della serata.” Sento che la mia
felicità non sarà intaccata per questa sera e sento di essere in
grado di affrontare le conseguenze di qualsiasi mio gesto.
Il preside (Albus Silente) mi scruta un
attimo con un sorriso, però quando rivolgo lo sguardo a lui non mi
osserva più, ma non me ne importa tanto, ora come ora.
E passano i minuti, mentre Corvonero
rimedia altri tre studenti, Tassorosso quattro, Serpeverde due e Grifondoro
raggiunge quota tre quando…
“Evans Lily!”
“Grifondoro!” Si unisce a noi sedendosi vicino al
fantasma con aria allegra.
E raggiungiamo quota quattro, quando…
“Lupin Remus!”
“Grifondoro!” Arriva al mio fianco con aria entusiasta
e sembra anche meno malato.
Poi arriva il turno di...
“Minus Peter!” Il cappello impiega un paio di minuti
per decidere.
“Grifondoro!” Codaliscia corre verso di noi entusiasta
e non può fare a meno di esprimere la sua gioia squittendo come un
topolino alla quale è stato regalata
un’immensa forma di groviera.
Ed ovviamente, dulcis in fundo…
“Potter James!” Non ci vuole molto al cappello per
sentenziare.
“Grifondoro!” Ramoso viene verso di
noi sicuro di se e si gode anche lui l’attimo di gloria, facendosi posto
fra me ed Arthur.
“Visto che non sei finito a Serpeverde? Devi ringraziarmi
per l’incoraggiamento mio caro Felpato!” Io, senza che lui se lo
aspetti, lo abbraccio per qualche secondo e poi mormoro.
“Ti va bene come ringraziamento?” Lui sorride
raggiante.
“Non potevano esisterne di migliori amico
mio!” E sento che l’intuizione avuta non poteva essere
più azzeccata.
E mentre anche tutti gli altri vengono
smistati (tra cui Malfoy Lucius che finisce ovviamente a Serpeverde ed uno
strano Piton Severus che finisce nella medesima) il mio cuore è in
completa festa e non potrebbe battere più velocemente: in fondo batte
per un Grifondoro!
*
Dopo quella sera successero molte cose, ma preferisco
elencare le più importanti:
·
Lily e Ramoso sono riusciti a
mettere in atto la loro sfida ed alla fine ha vinto Ramoso: non che mi
aspettassi il contrario, anzi… (anche se ora continua a prenderla in giro
per questo e qualche volta risulta snervante anche per Lunastorta sentire i
loro battibecchi)
·
Abbiamo scoperto che all’ingresso della foresta proibita era
stato piantato un albero piuttosto –manesco- di nome Platano Picchiatore
ed ovviamente io e Ramoso stiamo indagando…
(anche se Lunastorta impallidisce ogni qualvolta nominiamo l’albero il
che è sospetto)
·
Lo strano Severus Piton che quella sera era stata
smistato per Serpeverde si è rivelato essere una fra le persone
più antipatiche che avessi mai avuto modo di conoscere e con una rabbia
immotivata, a parer mio, nei confronti di coloro di origine babbana.
·
Io, Ramoso, Lunastorta e Codaliscia siamo
usciti più volte di nascosto e di notte, dal dormitorio sotto la
protezione di un mantello dell’invisibilità (Ramoso è stato
un genio per averlo portato) con cui abbiamo scoperto segreti e
curiosità su Hogwarts che neanche i miei genitori avrebbero potuto
sospettare!
·
Ovviamente qualche volta io e Ramoso siamo
stati beccati e messi in punizione separatamente per impedirci di commettere
altre bricconate. (ma grazie al cielo ho avuto
l’idea di portare gli specchi magici)
·
I miei genitori mi hanno spedito una strillettera
nella quale mi hanno scritto che sono stato diseredato: questo mi ha sconvolto
all’inizio, ma in seguito ho scoperto che non mi tocca più di
tanto l’idea di aver rotto i ponti con le finanze Black.
L’indipendenza comporta anche questo.
…
E molto altro! Mi sono chiesto qualche
volta –E se avessi scelto Serpeverde?-, ma per
fortuna la risposta è sempre stata –Avrei perso un anno
indimenticabile!- perché solo in un anno ho avuto modo conoscere e
vedere persone o cose che normalmente avrei incontrato dopo anni…
E’ stato Grifondoro a condurmi sulla via giusta e questo
l’ho capito ancor prima di aver concluso
l’anno scolastico.
E qualche volta mi è capitato di
incrociare ancora lo sguardo del preside che mi scrutava sorridente e non
potevo fare a meno di contraccambiare.
In fondo è stata una questione di scelte, no?
E Grifondoro fu con tutti i suoi problemi e le
sue…Vittorie.
Fine
Spero che sia
piaciuto a chi ha letto! ^^
E chiedo perdono
solo ora per la gaffe fatta: le tre sorelle Black era
impossibile che fossero tutte e tre al primo anno! Argh!
><
Chiedo scusa per
l’errore e chiedo anche scusa per la casa di Andromeda;
non mi ricordavo se fosse Serpeverde, ma spero di sì!
Per altri
eventuali errori nella “timeline” chiedo
venia! ^^
Ho semplicemente
provato ad immaginare il primo giorno di Sirius cercando di non stravolgerlo
troppo (spero di esserci riuscita)
Per qualsiasi
critica o lamentela l’accetto, l’importante è che mi aiuti a
migliorare, grazie! J
Salve a tutti ed
fior, fior di abbracci! :D