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Autore: Aries Pevensie    21/01/2013    2 recensioni
Il fuoco nel camino scoppiettava allegro e il tepore emanato da Eleanor gli fece capire che sì, l’Isola che non c’è esiste, ma non è da ricercarsi lontano. L’Isola che non c’è è nella vita di tutti i giorni, perché se deve essere un posto felice, perché non può esserlo quella stanza? Perché l’Isola che non c’è non può essere Eleanor? Il suo corpo, la sua risata, il suo profumo? Perché non possono essere loro due?
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Do you bet?'
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Questa os è stata scritta in risposta alla sfida di Yvaine0
Pairing: Louis Tomlinson e Eleanor Calder
Prompt: tazza, rossore, Peter Pan e prato

Neverland


Eleanor e Louis erano seduti sul divano di casa Tomlinson, distanti l’uno dall’altro. Si studiavano con la coda dell’occhio, mentre fuori imperversava la solita tormenta di neve. Eleanor amava la neve, ma non il freddo. Louis amava il freddo, ma non la neve. Erano due anime complementari. Eleanor era caffè, Louis era latte. Eleanor era luna, Louis era sole. Eleanor amava stare in casa, cul divano con il suo migliore amico, Louis preferiva la gente, le strade, gli incontri. Erano diversi tra di loro, ma nel profondo erano uguali. La stessa persona. Erano i pezzi di un puzzle. Si erano trovati, dovevano solo capire il verso giusto per attaccarsi indissolubilmente.
Lei tremava dal freddo, ma non aveva il coraggio di chiedere al ragazzo una coperta. Nonostante fossero amici da anni, nell’ultimo periodo Eleanor si sentiva in imbarazzo con lui. Non riusciva più a vederlo solo come un amico. Era come se per la prima volta l’avesse notato come uomo. Come possibile fidanzato. Come pezzo mancante della propria anima.
-El, ti va una tazza di tè?- domandò Louis, guardando la sua migliore amica, che annuì tremando leggermente. Louis la vide livida, un sorriso tirato e gli occhi stranamente spenti. Quella non era la Eleanor di sempre. C’era qualcosa che non andava. Forse se si fosse seduto più vicino a lei…
-Ma hai freddo? Perché cavolo non me lo hai detto?!-, si avvicinò a lei e le cinse le spalle con un braccio. Eleanor scrollò il capo e sorrise timidamente. Si arrese a quel contatto spontaneo e appoggiò la testa alla spalla di Louis, che strinse leggermente l’abbraccio.
-Perché non ho poi così tanto freddo, Lou!- balbettò. Il ragazzo la fissò accigliato.
-Ma se stai tremando!- la contraddisse allarmato. Si alzò e corse in camera da letto, senza che Eleanor potesse dire qualcosa.
Quando tornò, teneva tra le mani la sua coperta preferita: Peter Pan dominava la scena, mentre Capitan Uncino lo minacciava con la sua mano mancante. Eleanor rise di cuore: quella era la coperta di Linus, era sacra e stava sempre ai piedi del letto di Louis. Da quando aveva cominciato a frequentare quella casa, la coperta era sempre rimasta lì. Poche volte l’aveva vista utilizzata. E quasi sempre era lei ad usarla. Louis la prestava solo a lei.
-Lou, quanti anni avevi, quando usavi questa coperta?-, indicò il pezzo di stoffa che Louis le stava porgendo. Sapeva benissimo la risposta, ma le piaceva vedere la luce negli occhi di Louis, il suo sorriso da bambino. In fondo Louis somigliava parecchio a Peter Pan. Eleanor lo amava anche per questo.
-Credo…quattro!-, sorrise apertamente e stese la coperta addosso alla ragazza.
-Grazie!- mormorò lei, arrossendo lievemente. Nascose il viso nella coperta e inspirò profondamente: il profumo era fresco e sapeva di pulito e le venne in mente quando la mamma stendeva i panni e lei la guardava seduta sul triciclo. Sognava di fare la stessa cosa, con i suoi figli che correvano in giro per il prato e suo marito che le passava i panni, oppure le baciava le guance o semplicemente giocava con i bambini.
-Figurati!- disse lui semplicemente. Nessuno dei due voleva che calasse il silenzio. Entrambi avevano bisogno di nutrirsi della voce dell’altro, di sentire qualsiasi parola uscire dalle labbra.
Louis osservò il leggero rossore che colorava le guance di Eleanor e si trovò a sorridere. Da un paio di giorni sentiva qualcosa per lei, qualcosa che andava oltre il semplice affetto per un’amica di vecchia data. Eleanor era ormai diventata parte di lui.
Sospirò lievemente e andò a sedersi vicino a lei.
-Vieni anche tu sotto la coperta, Peter!- disse la ragazza, alzando la trapunta e lasciando che il corpo di Louis entrasse in contatto con il suo. Si lasciò abbracciare da dietro e appoggiò la nuca alla spalla del ragazzo.
-Grazie, Pan!-, rise dolcemente e le posò un bacio sui capelli.
Quello erano: lui era Peter e lei era Pan. Uno senza l’altra non potevano esistere. Non avevano senso separati.
Il fuoco nel camino scoppiettava allegro e il tepore emanato da Eleanor gli fece capire che sì, l’Isola che non c’è esiste, ma non è da ricercarsi lontano. L’Isola che non c’è è nella vita di tutti i giorni, perché se deve essere un posto felice, perché non può esserlo quella stanza? Perché l’Isola che non c’è non può essere Eleanor? Il suo corpo, la sua risata, il suo profumo? Perché non possono essere loro due?

Right around the corner
Hi! Questa os l'ho dovuta riscrivere, era effettivamente venuta uno schifo! Non so per quale motivo, ma -come mi ha prontamente fatto notare Yvaine- era spenta e mancava qualcosa. Così l'ho riscritta ascoltando Breakeven dei The Script. La canzone stona assolutamente con il contesto, però mi ha dato la carica per migliorare la os e metterci un po' più di emozione! Era un pochino apatica, prima!
Grazie a tutti quelli che hanno letto! 
See you!
Mariuga
   
 
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