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Autore: cartacciabianca    22/01/2013    9 recensioni
Quella parte era sempre la più difficile: la caccia poteva durare per giorni senza sosta, senza respiro, perché un solo sopravvissuto avrebbe potuto fare la differenza tra la vittoria definitiva e una nuova sconfitta.
E il suo Maestro era decisamente quel genere d'uomo che non ammetteva la sconfitta.
Genere: Azione, Dark, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Charles Lee, Haytham Kenway
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Incompiuta, Spoiler!, Violenza
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- Questa storia fa parte della serie 'Hunting Cats'
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IL LIBRAIO DI CHARTER STREET

I parte

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Il Governatore

 

 

 

 

 

 

Boston,

primi di agosto 1757

 

— UCCIDE A SANGUE FREDDO TRE UOMINI E BRUCIA IL CAPANNO! SCOPERTO L'ASSASSINO DEL MASSACRO DI CHARLESTOWN! LO CHIAMANO IL TAGLIALEGNA PAZZO! —

Tra i versi d'animali, lo scalpiccio degli zoccoli e il passaggio dei carri, spiccava la voce energica dello strillone di quartiere, che si era piazzato in cima ad una pila di casse quella mattina e all'ora di pranzo aveva ancora fiato per sfondargli le orecchie. La confusione del mercato davanti alla Old State House saliva tutta insieme fin nell'androne del secondo piano, dove la sua pazienza era stata messa a dura prova.

Seduto ad un tavolino da corridoio sotto la finestra, Haytham si rigirava il cappello tra le mani. Erano delle ore che aspettava di poter avere udienza con il neo Governatore Thomas Pownall, salito in carica giusto la mattina precedente e non senza una piccola spinta dell'Ordine. Era venuto lì per reclamare la sua metà dell'accordo, ma da quando si era accomodato a quel tavolino, quasi due ore prima, non aveva fatto altro che contare le volte in cui il segretario di Pownall aveva attraversato il corridoio davanti al suo naso, raggiungendo l'inconcepibile traguardo di ben quarantadue transiti solo nella prima ora.

— Vi prego, siate così gentile da ricordare al Governatore che Haytham Kenway lo sta aspettando, — aveva detto con cortesia alzandosi e afferrandolo al volo per una manica, prima di vederlo scomparire di nuovo.

Il segretario lo aveva squadrato dalla testa ai piedi e aggiustandosi il parrucchino aveva risposto: — Il Governatore Pownall vi riceverà quanto prima, sir Kenway; ma per adesso questioni amministrative ben più urgenti lo tengono impegnato. —

Più urgenti della sua stessa vita?

Haytham aveva sorriso compunto e si era riaccomodato lentamente, pensando con disgusto alla ormai macchinosa burocrazia che aveva infettato come un morbo anche quella giovane istituzione; che, ne era certo, una voce Templare avrebbe coordinato con molta più…

La porta di fronte a lui si aprì di colpo ed Haytham alzò gli occhi.

— Siete stato gentile a venire, sir Kenway, ma il Governatore mi ha incaricato di riferirvi che, come già vi è stato detto, egli non può fare nulla per voi. La Guerra coi Francesi nelle Colonie del nord e le sue ambascerie non sono più di sua competenza. Vi augura buona giornata. —

E si richiuse.

Educazione, concluse Haytham nella sua mente, costringendosi a reprimere l'allettante idea di far visita a Thomas Pownall lontano dall'orario di ricevimento.

Si alzò scostando rumorosamente la sedia e imboccò le scale rimettendosi il cappello.

 

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Charles arrivò al galoppo da Cornhill e smontò agilmente di sella. Dando una pacca al collo del cavallo, fece passare le redini sopra alla sua criniera e le affidò ad un uomo che lo attendeva vicino ai gradini d'ingresso per la Old State House. Lanciò una moneta allo strillone ed entrò nell'edificio con un largo sorriso sotto ai baffi.

Haytham  gli venne incontro senza dargli il tempo di fare due passi sul tappeto e lo costrinse ad uscire di nuovo, stringendogli un braccio. Gli occhi e la mascella induriti da qualcosa che a Charles parve subito come la rabbia più nera.

— Pitcairn non verrà, — disse Kenway scendendo i gradini quasi di corsa.

— … SCOPERTO IL RESPONSABILE DEL MASSACRO DI CHARLESTOWN!... —

— Cosa? — chiese Lee con le orecchie appestate di suoni.

Senza pensarci due volte Haytham allungò una mano alla collottola dello strillone e lo tirò giù dal suo piedistallo di casse.

— Per oggi hai cantato abbastanza, galletto. Vattene a casa! — gli intimò per poi liberarlo con uno strattone. Il ragazzo corse via come una lepre e il Boston Market si fece un po' più tranquillo.

— Pitcairn: dovremo arrangiarci senza di lui,— ripeté Haytham avviandosi sulla strada.

Charles si fece riconsegnare il suo cavallo e poi lo raggiunse con una corsetta.

— Cosa?! E perché? — domandò porgendo le redini al suo Maestro.

— Perché è stato rimandato al fronte, — rispose Haytham con stizza montando in sella, e l'animale, avvertendo il suo nervosismo, si agitò sotto di lui.

— Vi hanno detto per quanto tempo? — chiese Charles, reggendogli il morso e carezzando il manto della bestia per tranquillizzarla.

— Pownall non ha voluto neanche vedermi, quel verme… — ringhiò Haytham irrigidendosi sulla sella. — Johnson e Church sono già lì? — domandò poi accorciando le redini.

— Sì signore, — rispose Charles.

— Raccogli Hickey alla Green Dragon e raggiungeteci al tramonto, — disse facendo voltare il cavallo.

— Armati. —

Quindi piantò i talloni nei fianchi dell'animale e lasciò King's Street al galoppo.

 

. : : Ѻ : : .

 

West Boston,

lo stesso giorno…

 

Fox Hill a quell'ora della sera era uno spettacolo per gli occhi. Il pendio cadeva in acqua con una curva dolce e il sole calante riempiva le sponde del Charles River di riflessi brillanti, mentre cielo e terra si tingevano d'arancio. Attorno la placida campagna, il ronzio delle cicale e il ballo silenzioso di un vecchio mulino. Il caos della città solo un mormorio allontanato dal vento che gli soffiava contrario.

Sulla solitaria banchina che si tuffava nel fiume, quattro uomini con le mani legate dietro la schiena, bendati e inginocchiati verso il tramonto. Il sole estivo batteva sui loro volti stanchi e insanguinati, insinuandosi attraverso il tessuto delle bende, stuzzicandogli gli occhi che, grandi di paura, cercavano disperatamente di riuscire a scorgervi attraverso.

— Signori, mi piacerebbe molto trascorrere in vostra compagnia il resto della serata, — stava dicendo Haytham camminando avanti e indietro sulle loro ombre, — ma purtroppo la conversazione non è esattamente di mio gradimento. — Estrasse la pistola dalla fondina e premette la canna sulla nuca del primo detenuto, che come avvertì il metallo sulla pelle non poté trattenere uno spasmo nel corpo.

— Pertanto vi converrebbe renderla più interessante, — sussurrò Haytham e l'uomo cominciò definitivamente a tremare.

William Johnson e Benjamin Church, con le armi da fuoco puntate sugli altri prigionieri, si scambiarono un'occhiata.

Ci fu un lungo silenzio e poi Haytham premette più forte la canna della flintlock sulla nuca dell'uomo, ma tutto ciò che ottenne fu solo l'ennesima goccia di sudore.

Il Templare sospirò.

Cominciava a perdere la pazienza.

Il corpo cadde con un tonfo sulla banchina, ma nonostante il boato dello sparo che risuonava nella valle del Charles, nulla sembrava aver turbato la quiete di quella zona remota di Boston che, ignara, viveva alle loro spalle.

Haytham sorrise.

Con la coda dell'occhio aveva scorso un sussulto negli altri prigionieri.

— Da adesso il primo che parlerà ha la mia parola che lo risparmierò, — disse ricaricando la pistola con un sorriso ambizioso. — Voglio Dumas. Ditemi dove si nasconde. —

— Non ascoltatelo! Credete davvero che lo farà?! — strillò ad un tratto il più anziano dei tre. — Non ha intenzione di lasciare in vita uno soltanto, di noi, perché anche il più piccolo sasso può impedire ad una porta di chiudersi. La tua lingua biforcuta non ci incanta, Haytham. La tua fama di traditore ti precede e… —

Johnson lo colpì ad un fianco con il calcio del moschetto e quello, accartocciandosi come un vecchio pezzo di carta, tornò in silenzio.

Haytham attraversò la banchina e si chinò su di lui poggiando un ginocchio a terra. — Vuoi dirmelo tu, Brigham, dove posso trovare quel codardo? — gli chiese con falsa cortesia, avvicinando lentamente la canna dell'arma alla sua tempia. — Perché solo uno schifoso vigliacco lascerebbe i suoi compagni a morire mentre porta il suo sedere altrove; non sei d'accordo? —

Il vecchio chiuse gli occhi.

— Fallo, — sussurrò.

— Vi sentite degli eroi, voi Assassini, — ridacchiò Haytham sommessamente. — Ma siete solo dei pazzi esaltati dal vostro utopico sogno di uguaglianza. Dimmi. Dove. Si nasconde. —

Il crepitio del proiettile che scendeva in canna.

— Charter Street, — disse qualcuno.

Il vecchio Assassino sgranò tanto d'occhi. — Michel… — sussurrò, sconcertato.

Haytham alzò lo sguardo sul più giovane dei prigionieri, un ragazzo biondo, esile, di una ventina d'anni al massimo.

— Puoi essere più preciso? — domandò il Templare senza muovere un muscolo.

— MICHEL! — gridò Brigham, ma Johnson gli abbassò la benda alla bocca stringendo il nodo, e il vecchio prese a dimenarsi come un ossesso.

Il ragazzo di nome Michel tirò su col naso e da sotto la sua benda scivolò via una lacrima, che attraversò la guancia lentigginosa appendendosi al profilo della mascella.

Deglutì.

— Lo spaccio dei libri all'angolo con Salem Street. E non troverete solo Cédric… —

Brigham era diventato paonazzo e anche il terzo Assassino, pur mantenendosi silenzioso e composto, aveva la stessa tempesta negli occhi.

Haytham si alzò e rinfoderò la pistola.

— Quando avete finito buttateli in acqua. —

— No, aspettate! — lo supplicò il giovane Assassino, inseguendo il suono dei suoi passi che si allontanavano sulla banchina. — La vostra parola! —

— Il tuo confratello più anziano forse aveva ragione sul mio conto, ragazzo, — disse Haytham senza voltarsi.

— Io… io non capisco, — balbettò il giovane.

Church ridacchiò, impugnando stretta la flintlock inglese. — Chi tradisce una volta… —

Dietro di lui Haytham sentì due spari quasi sincronizzati e poi il vecchio Brigham, che era riuscito a liberarsi dalla benda, gridare:

— Per quelli come te non c'è Inferno né reincarnazione, Haytham! Tu vivrai per sempre, maledetto bastardo, perché la tua condanna sarà convivere con te stesso! —

A quel punto Johnson ebbe finito di ricaricare.

 

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Più tardi…

 

Quando Haytham raggiunse il suo cavallo, che si era rifugiato a brucare sotto una querciaccia, il sole era ormai quasi scomparso dietro la collina. Sistemando le staffe, il Templare lanciò un'occhiata oltre la sella e vide Charles ed Hickey comparire sulla strada sterrata.

— Siete in ritardo, — li rimproverò senza emozione.

— Che ci siamo persi? — fece Thomas con leggerezza e Charles lo fulminò con un'occhiataccia.

— Ci hanno teso l'imboscata al mulino come ci aspettavamo. Johnson e Church si sono occupati dei corpi e poi abbiamo dato una pulita. Non voglio più sentir parlare di taglialegna pazzi… 

Hickey ridacchiò sommessamente. — È stata una mia idea. —

Haytham sospirò. — Non avevo dubbi. — 

— E Dumas? — domandò Lee.

— Non so come, ma è fuggito prima che arrivassi, — rispose Haytham stringendo con uno strappo deciso le ultime cinghie.

— Impossibile, li avevamo braccati! — obiettò Charles.

— Adesso comunque non ha più importanza, perché so dove si nasconde, — disse Haytham montando a cavallo.

— Intendete inseguirlo stanotte? —

— Non è prudente, certo… ma neppure dargli il tempo di sfuggirmi di nuovo lo è, — affermò.

— Signore… — cominciò Lee.

— Da solo, Charles, — lo interruppe Haytham. — È una cosa che posso fare benissimo da solo. —

Dopodiché diede di talloni all'animale e sparendo oltre la collina sembrò che il cielo nero e ancora senza stelle l'avesse inghiottito.

 

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Note

A parte l'essermi assunta la piena libertà di manipolare un personaggio di non poco spessore storico come Thomas Pownall, che fu autorevole uomo politico, penso che questo capitolo non contenga grandi eventi degni di approfondimenti.

Ci tenevo piuttosto a sottolineare per l'ennesima volta che questa fan fiction non avrà una trama ben definita e tenderà perciò ad oscillare dipesa dal mio livello d'ispirazione. I fatti citati non avvengono mai nel gioco e non sono ripresi da nessuna altra fonte ufficiale inerente ad AC III. Unici miei compagni di scrittura, durante la stesura di questa storia, la buon vecchia enciclopedia storica e la reale mappa di Boston o qualsivoglia luogo dove avrò voglia di ambientarne un episodio.

Come avrete forse notato, la narrazione si spartirà in racconti divisi a loro volta in parti, tre per ogni "episodio".

Allo stesso tempo, però, non voglio che consideriate la mia opera come una raccolta, bensì come una storia che racconta più eventi distinti raccordati da un filone centrale comune, ovvero (e qui spero che ormai l'abbiate intuito)  la caccia agli Assassini.

Detto ciò, sono sbalordita, davvero. Non contavo di arrivare ad un numero così alto di lettori, figuriamoci di recensioni. 8 commenti positivi solamente al primo capitolo è qualcosa di inaspettatamente appagante!

Perciò grazie :)

 

A voi la parola!

cartaccia

 

 

   
 
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