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Autore: Izzy Stradlin Italia    22/01/2013    3 recensioni
E' una raccolta di 10 Flashfic tratte dal primo album di izzy, Izzy Stradlin And The Ju Ju Hounds appunto, ogni Flashfic è ispirata e tratta dal titolo della canzone, manca Pressure Drop perchè è una cover e ho deciso di non includerla. Buona lettura.
Le tracce sono:
1. Somebody Knockin
2. Time Gone By
3. Shuffle it All
4. Bucket O' Trouble
5. Train Tracks
6. How Will It Go
7. Cuttin' The Rug
8. Take A Look At That Guy
9. Come On Now Inside
10. Morning Tea
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Axl Rose, Izzy Stradlin
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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          - IZZY STRADLIN AND THE JU JU HOUNDS -
 
 
'Somebody Knockin'
 
E lui era lì, steso sul letto a fissare il soffitto, a pensare a lui. A pensare a quei lunghi capelli rossi, a quell'intenso profumo che persisteva persino nei suoi sogni. Nulla, nulla che variasse nei suoi pensieri, ormai l'unica cosa che gli interessava era il suo amico, il suo amore. 
Un suono secco interruppe la linea dei suoi pensieri, qualcuno bussava alla porta. Izzy si alzò, svogliatamente e, con lento passo arrivò dinnanzi alla porta per aprirla. Un candido tocco si posò sulla maniglia spingendola con dolcezza e, di conseguenza aprendo la porta, i suoi occhi s'illuminarono. Axl era lì, davanti a lui, non era un sogno, era vero.
"M-ma non eri partito?". Chiese ingenuamente il moro.
Axl sorrise per poi posare una dolce carezza sulla guancia del moro, per afferrargli con altrettanta dolcezza il mento.
"Già, sarei dovuto partire ma sono qui, qui per te Izzy. Come potevo starti lontano infondo? Ti amo". Disse Axl con quella voce calda che faceva lo letteralmente impazzire. 
E mentre quelle dita bloccavano nella loro dolce morsa il mento egli si apprestò a posargli un bacio sulle labbra. Un dolce e lieve bacio che aveva il solo e unico scopo di trasmettere calore, di trasmettere l'amore di due cuori il cui destino era incrociato.
 
'Time Gone By'
 
Le  dita affusolate erano incrociate fra le rosse ciocche quasi a tener su la testa. Calde e amare lacrime gli rigavano il volto, annegavano le sue iridi blu smeraldino della loro salina consistenza. Già, le lacrime, acqua marina a bagnare iridi blu, blu come il mare, blu come ciò che esse compongono, bell'ossimoro, ma ancor più bello, se ironicamente lo si può definire tale, era il fatto che dopo tutto, tutto il tempo passato insieme, tutte le emozioni provate e le difficoltà affrontate, era finita. Nulla in quel momento poteva fermare le sue lacrime, nulla a parte lui. Si, lui, quella stessa persona artefice del poco che c'era stato di buono nella vita di Axl, quella stessa persona che per lungo e lungo tempo lo aveva sopportato, lo aveva ascoltato, capito, consolato, aiutato, ma che ora, a meno che questa volta non fosse stato lui e solo lui a chieder scusa, la avrebbe chiusa. Axl strinse i pugni, e, alzandosi in piedi si asciugò le lacrime, sussurrò al vento due sole parole.
"Izzy arrivo". Prese la giacca e uscì, tornando da ciò che ormai, era diventato la sua vita, ciò che ormai, era diventato il suo mondo.
 
'Shuffle it All'
 
Le cose non andavano bene, affatto; litigavano, spesso, troppo spesso. Axl incazzato era qualcosa da evitare bellamente, qualcosa che Izzy odiava. Diventata violento, persino con lui, e se c'era una cosa che Izzy odiasse ancora di più che vedere Axl in quello stato era la violenza stessa. 
Axl gli bloccò il polso, lo fissò con occhi glaciali. Gli occhi che Izzy tanto amava, in quei momenti lo facevano rabbrividire, erano come acqua ghiacciata al posto del solito mare blu in cui annegava, era orribile.
"Axl basta, ti prego lasciami il polso. Ti supplico tranquillizzati, mi fai paura quando fai così..per..per piacere". Izzy gli accarezzò con dolcezza il volto, e, incredibile ma vero il rosso cessò la presa che esercitava su quell'esile e magro polso da chitarrista.
"..H-hai ragione scusa". Prese un sospiro per calmarsi e chiuse gli occhi. 
"Ultimamente sono tanto stressato, lo sai, mi irrito più facilmente del solito.. Scusami Iz". Axl prese un'altro sospiro e il moro lo strinse, senza esitare.
Il loro amore era puro, puro ma difficile, però, bastava prendere quegli ampi cambiamenti di situazione ed unirli, mescolare il tutto per ottenere un buon rapporto. Peccato che per quanto si sforzassero non sempre ci si riusciva. Tutto precipitava inevitabilmente quando uno di quegli elementi veniva a mancare. Quando, il loro amore, perdeva un qualcosa co-esistente con il resto, in qualcosa che faceva sbilanciare le cose, un qualcosa senza il quale loro, non potevano esistere.
"Grazie Izzy, grazie di sopportarmi". Sussurrò Axl al suo orecchio.
"Grazie Axl, grazie di esserci". Rispose Izzy stringendolo a se in una dolce morsa che entrambi avrebbero sperato durasse per sempre.
 
'Bucket O' Trouble'
 
"Via via, sbrigati Jeff dobbiamo scappare". Il piccolo bimbo rosso prese per mano l'amico con le tasche colme di dolci e iniziò a correre con il padrone del negozio alle calcagna.
"Piano Will, piano, non ce la faccio". Una flebile voce uscì dalle labbra del piccolo Jeff.
Will correva, sapeva che se li avessero presi avrebbero passato una benna di guai, che se li avessero presi oltre a non avere caramelle si sarebbe preso tante di quelle botte dal padre che nemmeno Jeff lo avrebbe più riconosciuto.
Jeff inciampò, cadde sbucciandosi un ginocchio. Avevano ancora il padrone di quel bel negozio di dolci col fiato sul collo.
"Will non ce la faccio, fa male, brucia". Disse Jeffrey dolorante.
"Jeff, Jeff ti prego dobbiamo andare, su avanti, ti aiuto io". Detto ciò Will lo prese in braccio, e, facendo attenzione a non toccargli la ferita se lo mise sulle spalle riprendendo a correre. Lo avevano seminato.
Arrivarono ad un piccolo parco lì nei dintorni e Will, facendo sempre molta attenzione l'amico non si facesse male lo mise giù per poi tirare fuori i dolci. Li divise. Tre quarti a Jeff e un quarto a lui.
"Will ma così non è equo, ne ho più io". Will sorrise.
"Fa nulla Jeff, infondo, ti sei fatto male per colpa mia, sarai tu ad avere più dolci". Disse Will. 
Il piccolo moretto seduto davanti a lui lo strinse facendo un cenno di ringraziamento con la testa. 
Se non fossero riusciti a scappare altro che dolci, altro che sorrisi ed abbracci, solo e soltanto un mare di guai per entrambi. Ma loro erano furbi.
"Grazie Will". Disse Jeff con gli occhi che riflettevano la flebile luce solare prossima a calare. 
Un dolce sorriso fiorì sul volto di entrambi portando la primavera.
 
'Train Tracks'
 
Il fischio del treno ne annunciava la partenza, tutti i passeggeri erano saliti tranne lui. Lui che nella sua ingenuità di ragazzo sperava che anche dopo quella litigata il suo Axl lo sarebbe andato almeno a salutare. Mancavano si e no cinque minuti ma, di Axl nemmeno l'ombra. Izzy tratteneva a stento le lacrime, con il bagaglio imbracciato e i sogni legati al dito assieme a una chitarra che pendeva dalla sua spalla destra. Stava andando lontano da quei luoghi natii, stava andando nella città dagli angeli per trovare fama e fortuna. Aveva trovato il coraggio che Axl tanto andava dicendo ma che infondo, non stava dimostrando. Diceva sempre di odiare quel posto, di odiare con tutto se stesso quella merda che era Lafayette, eppure, quando il suo amore gli aveva proposto di andare con lui a Los Angeles aveva rifiutato. Lo aveva liquidato. 'Ti prego Izzy, solo un'altro anno, solo un'altro e verrò con te, so che non tornerà, so che forse non lo vedrò mai, ma voglio solo un'altro anno per capire chi è il mio vero padre, anche a costo di scoprire che è più bastardo di quel porco di Bailey'. Aveva detto lui, ma Izzy era stanco di aspettare, doveva inseguire i suoi sogni ora che poteva, e non aveva la minima intenzione di rinunciarvici. Un'ombra si avvicinava. Ramati capelli rossi rispendevano al sole e aveva un borsone imbracciato, gli occhi di Izzy si illuminarono.
"A-Axl? Perchè sei qui? E quella borsa?". Chiese il moro.
"Mi pare ovvio no? Vengo con te, fanculo tutto, voglio te e basta". Axl lo baciò, lo baciò senza minimamente curarsi della gente intorno che li guardava schifati. 
Quel dolce bacio fece scomparire tutto e tutti, c'erano solo loro due. Il treno fischiò ancora, chiamò per l'ultima volta, e dopo un dolce ed incondizionato sorriso entrambi salirono, lasciandosi alle spalle tutto. Lasciandosi alle spalle genitori violenti, merda di tutti i tipi e cazzi vari. Non che a Los Angeles non ne avrebbero trovata di roba così ma, qualcosa, qualcosa in entrambi gli diceva che il meglio li aspettava lì, proprio lì, e mentre le porte si chiudevano un'ultimo e lungo bacio consolidò quel momento unico.
 
'How Will It Go'
 
Ed ecco che un'altro caldo goccio di Jack Daniel's percorre la mia gola, la logora sino ad arrivare all'intestino, lo sento scendere lentamente, ancora una volta. E via via, un'altro ed un'altro, la bottiglia finisce, ma questa volta, questa volta manca qualcosa. Izzy, Izzy dove sei? Perchè non sei qui con me? 
Mi alzo. Diamine barcollo, sono già brillo, beh poco male. 
Il liquido acido mi risale per la gola, cerco di mandarlo indietro ma è troppo forte. Un conato di vomito mi sgorga dalle labbra, dio, ho sempre odiato vomitare. No cazzo, i capelli..prima c'era Izzy, c'era lui a tenerli indietro..dio quanto tempo è passato. 
Un'altro conato di vomito mi sgorga dalle labbra tremanti. Dio sto tremando..Izzy ti prego..dove sei? 
Una lacrima mi scende lungo il volto. Con rapidità mi passo la mano sulla labbra, le pulisco, no cazzo ancora. Un'altro lieve filo proveniente dal mio stomaco esce riluttante, non dovevo bere così tanto.
Con le mani tremanti prendo una sigaretta, l'ultima. M-ma aspetta..q-questo è il pacchetto di Izzy..e così ancora e ancora, lacrima dopo lacrima inizio a piangere. 
Dio, dio come farò senza lui? Ed ora? Solo qui, seduto su una letto sfatto, come sempre ma, ma questa volta sono solo, si, solo, Izzy non c'è più. 
I sensi di colpa mia assalgono la sigaretta mi cade nel momento in cui alzo lo sguardo. L-lui è lì e io sono ubriaco.
L'odore di alcool si percepisce persino da lui, vedo le sue narici annusare l'aria, qua dentro è uno schifo.
Un lento passo si avvicina, alzo lo sguardo ritrovandomelo davanti.
Mi guarda, in silenzio, senza toccarmi, con il capo chino a scrutare il mio essere.
M-mi ha afferrato la mano, c-che vuole fare? 
Le sue affusolate dita accarezzano la mia guancia, la sua mano mi fa da leva, mi aiuta ad alzarmi.
E' lui a sostenermi.
Mi rendo conto solo ora che mi sta abbracciando, mi abbandono a lui.
'Izzy'. Sussurro.
Lui mi tiene stretto, non mi lascia e sapete, spero non lo faccia mai.
'Grazie Izzy, grazie'. Un'altro dolce sussurro esce lieve dalla mia bocca, ma viene sveltamente zittito con un bacio. 
Grazie Jeff..
 
'Cuttin' The Rug'
 
Con la sua mano afferrò quella dell'altro e con l'altra gli cinse il fianco. Izzy gli posò  una mano sulla spalla iniziando ad assecondare i suoi movimenti. 
Axl era un ragazzo si, ma i suoi movimenti felini e sinuosi non li adoperava soltanto nel sesso, anche se dio, era eccitante. Sapeva ballare, e anche molto bene e, soprattutto, amava farlo in quei momenti nei quali riusciva a stare solo con lui, Izzy, senza grupie ne altri intorno, loro due soli.
Pensava li rendesse ancora più  uniti, e in effetti, erano sempre attimi magici quelli.
Axl si stacco, fece un passo indietro e si mise ad ammirarlo. Dio com'era bello il suo Izzy. Lo fissava, non riusciva a distogliere lo sguardo da lui, dai suoi bellissimi occhi marroni che, come i suoi però, rispecchiavano riflessi verdi. Izzy dischiuse le labbra sorridendo.
"Axl non lo trovi strano?". Disse il moro tenendo lo sguardo incrociato al suo.
"Cosa Iz?". Sussurrò il rosso mantenendo il contatto visivo.
"Noi siamo gli opposti caratterialmente, i colori dei nostri occhi sono opposti, tu chiari, io scuri, tu blu io marroni, ...eppure qualcosa ad unirci c'è, quel dolce verde che in entrambe le nostre iridi si riflette, non è curioso?". Axl lo guardò sbalordito.
Izzy lo abbracciò di botto stringendolo a se come se fossero stati mesi che non lo vedeva. Axl arrossì.
"Che fai Rose? Cerchi di mimetizzarti con i capelli?". Izzy lo lasciò scoppiando in una sana risata, che, di lì a poco contagiò anche il rosso.
Ed eccoli lì, a ridere come due vecchi amici, ad amarsi come due anime gemelle.
 
'Take A Look At That Guy'
 
Quel giorno di Novembre pioveva a dirotto. Il piccolo Jeff teneva per mano la madre, sotto l'ombrello, acciaccando ogni pozzanghera possibile e facendo ridere la madre. 
Jeff ora un ragazzino d'oro, dolce, premuroso, gentile e curioso, amava la musica ed ogni volta che vedeva suo nonno con quella grossa cosa di legno con le corde gli brillavano gli occhi, la adorava. 'Nonno, nonno insegnami ti prego'. Diceva il piccolo Jeff. 'Quando sarai più grande Jeffrey, quando sarai più grande'. Rispondeva di tutto punto il nonno facendogli una lieve carezza, ogni volta era così.
Jeff si voltò. Vide un bimbo della sua stessa età probabilmente piangere in un angolo, sotto la pioggia.
"Mamma, mamma guarda quel tipo laggiù, piange..". Disse Jeff con la sua vocina da bimbo di otto anni e lasciando la mano della madre.
Corse via, nella pioggia, in direzione del bimbo.
"Jeff, vieni qui, subito". Disse la madre preoccupata, Jeff non si voltò neanche.
Raggiunse il bimbo e gli porse la mano guardandolo con gli occhioni. Il bambino afferrò la mano di Jeff e lui gli fece da leva per tirarlo su.
"Ciao io mi chiamo Jeff, e tu?". Disse il piccolo tenendogli la mano e guardandolo curioso. 
"I-io mi chiamo Will". Disse il bimbo rossiccio davanti a lui.
"ciao Will". Sorrise Jeff. "Perchè piangevi?". Chiese mentre il piccolo rosso si asciugava le lacrime.
"Non piangevo, i-io non piango!". Affermò Will con un leggero tono di rabbia nella voce spezzata a causa delle lacrime.
"Tutti piangono, anche io. Che ti è successo?". Chiese nuovamente con estrema dolcezza Jeff.
Will abbassò lo sguardo e si asciugò nuovamente le lacrime cercando di coprire le ferite.
"M-mio papà m-mi ha picchiato..". Sussurrò Will con la voce tremante.
Il piccolo Jeff lo abbracciò, senza pensare, e, con l'ingenuo affetto di un bimbo lo tenne stretto tra le sue braccia consolandolo. Will si abbandonò a quell'abbraccio, forse il primo, vero abbraccio della sua vita. Aveva qualcuno, ora.
 
'Come On Now Inside'
 
Izzy adorava la neve, sin da bambino, Axl era l'opposto invece. Quel giorno nevicava, molto, l'unica cosa positiva che Axl ci riuscisse a trovare era vedere Izzy felice e sapere che con quel tempaccio nessuno li avrebbe potuti disturbare. Fece un sorriso perverso a quel pensiero. 
Izzy era troppo incantato a fissare la neve scendere per immaginare cosa Rose volesse fare quel week-end, sembrava tornato bambino tanto ne era attratto. 
"Ehm Iz, tu lo sai che siamo bloccati qui vero?". Chiese Axl mordendosi lievemente il labbro inferiore.
"Si, voglio giocare con la neveee". Izzy prese al volo la giacca infilandosela e uscì al gelo lasciando la porta aperta.
"Izzy non fare il bambino cazzo". Ringhiò Rose uscendo dalla porta per andare a riacchiapparlo.
"Nuoooo, voglio restare qui. Ehy coglione, guarda che sei a mezze maniche". Izzy rise e buttandolo nella neve si sedette a terra.
"Cazzo fai?". Axl si ritirò su e rientrò in casa sbattendo la porta. 
Il rosso prese una coperta tremando e, starnutendo si mise davanti al camino per scaldarsi.
"Oh su, mica te la sarai presa..". Disse Izzy rientrando e chiudendo la porta.
"Certo che no..". Rispose il rosso fulminandolo con gli occhi.
Con cautela Izzy gli si avvicinò, lo abbracciò da dietro, il rosso tirò un sospiro.
"No Iz, certo che non me la sono presa". Asserì Axl voltandosi per baciarlo. "Semplicemente volevo tornassi dentro per scaldarmi con il tuo abbraccio bel cazzone che non sei altro. Izzy rise.
Le bocce si posarono l'una sull'altra, si accarezzarono, le lingue iniziarono un vorticoso gioco con la neve che candida scendeva. Tutto d'un tratto il gelo era diventato nullo rispetto all'ardere di quell'unico bacio.
 
'Morning Tea'
 
"Si sono nato in Inghilterra e allora?". Disse il riccio facendo a scoppiare a ridere i due ragazzi davanti a lui.
"Hahhahahahahahahah sei Inglese? E che fai la mattina? Bevi anche il te? HAHAHAHAHAH". Il moro rideva assieme ad Axl, non la finivano più.
Il riccio fece un sorriso sghembo e rise.
"No, non lo bevo, lo fumo, ed è una fottuta figata". Disse Slash tenendo quell'espressione sghemba e soddisfatta agli sguardi allibiti dei due.
"ohoh sentilo come si vanta, proveremo". Una risata di gruppo colmò l'aria.
"Amico cazzo se sei dentro". Slash sorrise, non sapeva che con ciò che era appena successo sarebbe iniziato uno dei periodi più belli della sua vita.
   
 
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