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Autore: ohgiuls    22/01/2013    3 recensioni
« Amore come sei carino con quella cuffietta. » Malik è lì di fronte a lui, che ride e se a Liam dicessero che quella è una visione probabilmente non vi dubiterebbe, perché chiuso in quel giubbotto di jeans, seduto al tavolino con le gambe accavallate, Zayn sembra l'essere più bello ed irreale esistente sulla Terra. [ ziam ]
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Liam Payne, Zayn Malik
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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underground love.

 

 

La metropolitana alle 7:30 della mattina è fredda, oltre che affollata. E questo Liam Payne, uno a cui piace avere tutto sotto continuo controllo, lo sa fin troppo bene bene. Ecco perché ha passato più di due giorni, prima dell'inizio del semestre, a calcolare quanti minuti avrebbe impiegato a raggiungere il Goldsmith College, contando sia il viaggio sia il piccolo percorso da fare per raggiungere la metro una volta uscito da casa.
Prima di trasferirsi a Londra per lo studio viveva insieme ai suoi genitori e a sua sorella maggiore in una ragionevole casa a Wolverhampton.
Ha dovuto sacrificare la sua famiglia per il giornalismo, ma contando che ogni fine settimana sale da loro, non può lamentarsi, se non per la paga bassa che riceve nel bar in cui lavora per pagarsi l'affitto dell'appartamento.
E Liam ha calcolato che, per arrivare al college in tempo, ci vogliono quarantadue minuti esatti, salvo imprevisti come ritardi -non di certo per colpa sua- o rallentamenti a causa pioggia.
Sono le sette meno tre minuti quando scende le scali mobili che portano al binario giusto e, infreddolito, si siede su di una delle tante panchine ad attendere la metro.
In stazione non c'è anima viva, come previsto, e l'aria di febbraio si fa sentire anche se l'ingresso a quel sotterraneo è lontano, perciò con le cuffiette nelle orecchie si stringe nella sua giacca pesante, chiudendo gli occhi per godersi il silenzio, rotto solamente dall'annuncio degli orari di partenza per i prossimi sessanta minuti.
Non gli interessa il doversi essere svegliato prima per prendere l'unica metropolitana a corto di studenti impazziti o di lavoratori che vanno in ufficio: l'importante per lui è fare bella figura arrivando in tempo, anche se questo vorrà dire svegliarsi alle sei del mattino e una volta uscito da scuola lavorare fino a tarda serata.
Apre gli occhi di scatto, per paura di perdere la metro e quindi rendere vano tutto il suo impegno, e solo adesso nota di non essere più solo; lì sotto adesso sono in tre.
Oltre a lui, ci sono un clochard dall'aria stanca, che farnetica cose senza senso e cammina avanti e indietro sul marciapiede forse per scaldarsi, e un ragazzo sulla ventina che, seduto a qualche panchina da lui, legge un libro che poi Liam identifica essere un manga.
Quel ragazzo è Zayn Malik, ma Liam non può saperlo, non essendo neanche mai stato a conoscenza della sua esistenza.
Il suo capo moro è chino su quel libro di piccolo spessore e non sembra che il freddo lo spaventi, perché indossa una semplicissima giacca in pelle tenuta slacciata.
Liam distoglie lo sguardo, nonostante quel ragazzo sia l'unica cosa interessante da guardare là sotto, perché sua madre gli ha sempre detto che fissare le persone è sinonimo di maleducazione.
Lo guarda giusto un altro attimo, per stamparsi l'immagine di quel moro dalla pelle ambrata in mente, poi si alza, infilando le mani nel cappotto e avvicinandosi al binario, sul quale qualche istante dopo arriva la sua corsa.
Sale sul vagone e tira un sospiro di sollievo nel vedere che, sempre come previsto, lui è il solo della carrozza, perciò può sedersi dove vuole.
Si accomoda vicino al finestrino, rannicchiandosi con le gambe contro al petto sul seggiolino non molto comodo sul quale si è ritrovato e guarda fuori, proprio nell'istante in cui il ragazzo dalla provenienza sicuramente mediorientale alza lo sguardo dal fumetto in bianco e nero.
E' una frazione di secondo, giusto pochi istanti prima che i vagoni inizino a muoversi, ma il primo a distogliere lo sguardo è comunque Liam, arrossendo appena sulle guance per essere stato beccato, ma soprattutto per il sorriso che quel ragazzino gli ha rivolto.

 

Liam ha sempre negato la sua vera natura.
Ha sempre guardato con particolare occhio i suoi compagni e mai una volta si è interessato delle bambine, troppo chiuse nel loro mondo di bambole e piagnistei infiniti per cose inutili.
All'inizio credeva che andasse così, il mondo. Credeva che i maschi dovessero amare i maschi perché era una cosa normale per lui e anche per gli altri, ma crescendo ha capito che no, non era come pensava.
I suoi compagni avevano iniziato a dichiararsi alle bambine più carine della scuola e a dargli nomi strani ( all'epoca non capiva cosa volessero dire le parole 'gay' o peggio ancora 'finocchio' ) o a non invitarlo ai compleanni solamente perché, nella sua ingenuità infantile, aveva confidato loro di avere una cotta per il professore di ginnastica.
Come se non bastasse, sua madre aveva iniziato a fare domande circa le sue presunte 'fidanzatine', così le chiamava. Gli chiedeva chi gli piacesse, se ne avesse una -o anche di più!- e lui, un bambino di appena dieci anni, scuoteva la testa rasata, finendo in lacrime.
Gli stessi bambini che prima lo prendevano in giro, con il tempo l'hanno abbandonato totalmente e lui si è chiuso nella sua corazza, fingendo di essere chi in realtà non è mai stato.
Ha invitato qualche ragazza a casa sua, facendola conoscere ai suoi genitori, ma solo sua sorella è riuscita a capire la verità dietro a quelle messe in scena.
Ha avuto solamente un amico al liceo, Harry, che tuttora frequenta e che adesso è anche il suo migliore amico, ma con lui il discorso non vale, dato che è gay fino al midollo nonché felicemente fidanzato con un ragazzo dall'aria divertente che lavora come gelataio su Oxford Street.

 

Liam scuote la testa, accorgendosi di essere finito a pensare riguardo al suo passato, e sbuffa appena, poggiando il mento sull'incavo formato dalle due ginocchia di fianco.
A volte gli piacerebbe essere stato coraggioso come Harry, che ha detto tutto alla sua famiglia e che adesso non deve vivere con l'angoscia di essere scoperto mano nella mano con Louis.
Vorrebbe aver detto a sua madre che non avrà mai una ragazza da portare per cena e vorrebbe anche averle detto che non potrà renderla nonna come lei desidera, a meno che lui e il suo ragazzo, che neanche ha, non adottino un bambino. E non è così semplice.
A sua madre verrebbe un infarto, mentre suo padre non riuscirebbe neanche a guardarlo più negli occhi, lo sa.

L'altoparlante posto a pochi metri dalla sua testa annuncia il quasi arrivo nella stazione, perciò il riccio si alza e prende il suo zaino dal posto vuoto, caricandoselo in spalla con rapidità, perché non vuole rimanere su quel vagone, perdendo la fermata e arrivando quindi al capolinea.
Le porte si aprono di fronte a lui con uno sbuffo d'aria fredda, la stessa che lo accompagna nei cinque minuti di tragitto dall'uscita della metropolitana allo stabilimento del College.


Per sei giorni Liam si sveglia alle sei, dopo essersi addormentato minimo a mezzanotte estenuato dal lavoro al bar, e per tre giorni incontra quel bizzarro ma affascinante ragazzo moro in stazione che, seppure arrivi al suo stesso orario, in ritardo di forse due o tre minuti da Payne, prende la corsa successiva.
Solamente una settimana dopo Liam si accorge di quanto Zayn sia interessante nonostante sia uno sconosciuto bell'e buono.
Per sei giorni si sono guardati, sorridendosi gentilmente ogni volta che i loro sguardi si incontravano, e per sei giorni si sono studiati in modo indisturbato.
Liam reputa quel ragazzo indiscutibilmente bello, nonostante forse sia un po' troppo nerd, con quegli occhiali da vista dalla montatura pesante e quei manga sempre a portata di mano.
Il suo stile non è male e i suoi capelli gli sembrano la cosa più perfetta e soffice che possa esistere, anche se non li ha mai visti a meno di due metri di distanza.
Gli ci vogliono sei giorni, a Liam, per capire di avere una cotta per quel ragazzo dalla pelle abbronzata e tatuata.
Quando il settimo giorno di quella muta conoscenza Liam sale sul suo solito vagone, Zayn non è ancora arrivato e forse non arriverà.
Liam si siede al suo solito posto di fianco al finestrino, appannato per colpa dell'aria fredda all'esterno ma tiepida all'interno.
'Se domani lo becco, ci parlo' è quello che ha pensato la sera precedente, prima di cadere nel suo classico sonno post-lavoro.
E forse, visto che lui non si è presentato, vuol dire che non era destino. Che loro non si dovevano parlare.
Sospira, premendo la cuffietta dell'ipod nell'orecchio.
Il suo telefono si è scaricato durante il tragitto a piedi che l'ha portato in stazione, perciò tutto ciò che gli è rimasto è quel piccolo aggeggino della Apple, regalatogli per Natale, e spera vivamente che almeno lui non lo abbandoni.
Un rumore fastidioso proveniente dalla sua destra lo distrae, perciò si volta verso il finestrino e si accorge solo ora che quel rumore era in realtà qualcuno che bussava contro il vetro.
Aggrotta la fronte, non riuscendo a definire la figura presente all'esterno, e prima che possa muovere anche un solo muscolo, l'indice di una mano inizia a scrivere sul vetro.
Una Z un po' traballante, una A leggermente storta, una Y perfetta e una N al contrario.
Cosa significa? Sbatte le palpebre, sorpreso, ma l'indice continua subito sotto e inizia a scrivere delle cifre.
O si tratta di uno scherzo o .. Liam sorride quasi meccanicamente, senza neanche accorgersene, e proprio mentre quell'ammasso di ferro si sta mettendo in modo, una mano libera uno spazio sul vetro, sul quale spunta la testa arruffata del moro, che gli sorride ma soprattutto ha finalmente un nome.
Zayn. Liam potrebbe urlarle al mondo quelle quattro lettere. Zayn, Zayn, Zayn.
Gli sembra il nome più bello che abbia mai sentito, la parola più dolce che possa esistere a questo mondo.
Forse non è vero che non è destino. Forse per una volta il karma è stato buono anche con lui.
Cerca il cellulare nella tasca ma solo quando fa per accenderlo, si ricorda che è scarico. E no, non pensa alla penna nel suo zaino, nonostante sia uno a cui piace tenere tutto sotto minuzioso controllo.
Sbuffa e tenta di imprimersi nella mente quella serie di numeri ( tra l'altro anche quelli gli sembrano perfetti ) guardandoli e ripetendoli a voce alta.
Perché sulle metro non c'è un controllore? Potrebbe chiedergli una penna. Ma si, la penna. Rovista nello zaino e riesce a trovarne una, senza cappuccio, che ovviamente quando prova su un pezzo di quaderno non funziona, lasciando solamente un impercettibile solco. Vorrebbe prendere a testate il vetro, ma poi avrebbe paura di scordarsi tutta la sequenza di numeri.
Quando arriva in stazione, scende al volo e prima che riparta cancella quella scritta, per paura che qualcuno la possa leggere dall'interno e impossessarsi del numero.
E' il suo piccolo tesoro e non vuole condividerlo con nessuno, tra cui anche Harry per adesso perché non vuole darsi false speranze.

 

Solo quando è arrivato a casa, dopo un turno di ben quattro ore al bar, può mettere il cellulare in carica ed accenderlo.
Trova parecchi messaggi di segreteria di Harry, uno di sua madre e anche qualche sms di sua sorella, ma non ci fa più di tanto caso, perché il suo pensiero è rivolto altrove e cioè a Zayn.
Per la prima volta in molti mesi non ha sonno, nonostante abbia lavorato più di ogni sera, essendo venerdì.
Accende il suo laptop e si connette ad internet, con uno scopo ben preciso. Facebook.
Si collega, aprendo quell'account in pratica inutile, dato che non ha amici con cui chattare, e nella barra delle ricerche scrive quelle quattro letterine famose. Zayn.
Spera che non ce ne siano molti, altrimenti sarà inutile tutta quella ricerca.
Lo trova quasi subito, grazie ai due amici che hanno in comune ( Harry e Louis! ) e si fa forza, prima di premere il tasto del 'aggiungi agli amici'.
Ha provato a memorizzare il numero, ma si ricordava tutte le cifre tranne l'ultima, perciò questo gli sembra l'unico modo possibile per mettersi in contatto con ..Malik. Non ha mai sentito un cognome del genere e tutta quell'aria orientaleggiante e misteriosa non fa che mettergli curiosità.
Si addormenta con il portatile ancora aperto sul comodino e il cellulare in mano.

« Non mi hai scritto .. » è ciò che legge sullo schermo acceso quando quattro ore dopo Liam si sveglia, con il sonno addosso che sembra essersi triplicato. La chat con Zayn è aperta, ma ormai il moro è offline. Il riccio si maledice, prendendo a testate il cuscino e, per non arrivare in ritardo in stazione e quindi a scuola, si veste continuando ad imprecare mentalmente contro se stesso.
Quando raggiunge il sotterraneo della metro non trova Zayn e stavolta il ragazzo non arriva neanche prima che i vagoni si mettano in moto. Merda. Ha rovinato tutto? Forse si. Ok, togliamo il forse.

 

« Liam ci sono visite per te ..» fa Bud, apparendo nel retrobottega da dietro il bancone.
Liam è lì che prepara dei sandwich al formaggio da mettere in mostra per i clienti, ma quando sente quella semplice frase sorride raggiante, togliendosi il grembiule dai fianchi e lanciandolo sul tavolo da lavoro.
Esce e, sporco di pomodoro e con ancora la retina sui capelli ribelli, riemerge dal retro del bar, percorrendo a grandi passi il salone invaso dalle persone e dai tavolini.
Lo trova lì seduto al suo solito posto, dove da ormai due mesi sembra aver piazzato le tende.
Hanno scelto quel tavolino insieme, di fianco alla vetrata che dà sul Tamigi, e da sessanta giorni si incontrano lì alla stessa ora.
« Amore come sei carino con quella cuffietta. » Malik è lì di fronte a lui, che ride, e se a Liam dicessero che quella è una visione, probabilmente non vi dubiterebbe, perché chiuso in quel giubbotto di jeans, seduto al tavolino con le gambe accavallate, Zayn sembra l'essere più bello ed irreale esistente sulla Terra.
« Pronto per la cena di stasera? » fa', alzandosi dal suo posto e togliendo la retina dai capelli ingarbugliati di quello che da due mesi e qualche giorno è il suo ragazzo, e che adesso mostra una faccia a dir poco spaventata.
« Liam, andrà tutto bene .. sono i tuoi genitori! Dovrei esserci io, messo male come te. » Zayn ridacchia e lo abbraccia, tornando a sedersi poi per aspettare che il turno del biondo finisca.
Un quarto d'ora dopo sono seduti in treno, fin troppo silenziosi ma fianco a fianco.
E' la prima volta che Liam porta un ragazzo a cena dai suoi genitori ed ovviamente lo presenterà come un amico conosciuto grazie ad Harry.
Vorrebbe tanto dire la verità, ma come potrebbero accettarlo i suoi genitori?
Due ore e mezza di viaggio e alle otto in punto sono di fronte al cancello di casa Payne, entrambi assai intimoriti.
Ruth è la prima a comparire sulla porta, abbracciando sia Liam che Zayn, come se fosse uno di famiglia, seguita a ruota dai signori Payne.
Si siedono al tavolo solo venti minuti dopo e, dopo qualche domanda diretta a Zayn, giusto per conoscerlo, Karen chiede a Liam di aiutarlo con il dolce.
« Mi sta simpatico il tuo amico Lee » gli sorride, tirando poi fuori una torta dal frigorifero e iniziando a scartarla in modo da metterla sul vassoio.
« Mamma.. » eccolo, il peso sul petto che ha sempre sentito quando sua madre gli chiedeva se avesse la fidanzata o gli piacesse qualcuno.
Sente che adesso se ne deve liberare, o non riuscirà veramente a guardare sua madre negli occhi per il resto dei suoi giorni.
Lei in segno di risposta fa uno strano grugnito, troppo presa dal rendere presentabile la torta ai mirtilli che si è fatta fare appositamente per l'occasione.
«..Zayn non è un semplice amico. » non crede di averlo detto veramente, non è possibile. Chiude gli occhi, attendendo una qualsiasi risposta negativa o sconvolta da parte della madre, ma tutto ciò che sente è un braccio che gli cinge le spalle in un abbraccio materno.
« Tesoro lo so .. » e sentendo il respiro di Liam morirgli nel petto, prosegue « Io e papà sappiamo tutto, ma avevamo giurato di non dire niente finché tu non saresti stato pronto a parlarne con noi » si asciuga una lacrima, così come suo figlio, e lo stringe forte « Ruth ci ha detto tutto, ma non volevamo metterti fretta » Per la prima volta da quando ha confessato Liam punta lo sguardo in quello di sua madre e sorride, coinvolgendo anche lei.
« E ora porta di là questa torta, che ho fame, e non vorrai mica far aspettare quel bel signorino, no? » gli dà una pacca sulla spalla e gli carica il vassoio sulle mani, spingendolo verso il salone dove gli altri li stanno aspettando.
« Zayn, ti piacciono i mirtilli? » chiede Karen sorridendo e strizzando l'occhio al figlio.
« Si, grazie » e mamma Payn si piega su di lui in modo da tagliargli una fetta di quel ben di Dio, indirizzando un'occhiata a Liam e mimando un tenerissimo 'he's cute' con le labbra.
E finalmente Liam si sente leggero, libero. Non si sente più 'sbagliato'. Sa di essere giusto e sa di essere quello giusto per Zayn. 
Per una volta non ha bisogno di esserlo anche per il mondo.




Wooohooo.
Tanto (?) fluff come al solito ma su di una nuova coppia. ( non sono il genere di persona da rating rosso, a quanto pare ._. )
E' una os senza pretese e senza senso, ma come al solito deriva da una mia riflessione personale e cioè: stavo aspettando il treno per tornare dall'università insieme a un'amica, quando le ho detto 'sarebbe bellissimo innamorarsi di una persona dall'altra parte del binario e che questa ricambiasse, scrivendoti cose dolci sul vetro prima che tu parta..
Così ho pensato a un Liam un po' meno palla al piede ma completamente stravolto (:
E chi poteva starci meglio del suo *coff* ragazzo *coff* Zayn?
Spero che sia di vostro gradimento, nonostante io scriva questi scleri più per me -me li devo togliere dalla mente in qualche modo- che per gli altri ahahahah
phen_

  
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