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Autore: Zonzi_Kuchiki    22/01/2013    5 recensioni
Una ragazza e il suo sogno. Una fine, o forse un inizio? Non è facile combattere con la morte, non ci è concesso, ma forse lei avrà una possibilità per cambiare la sua vita, e non solo.
Un nuovo paese, nuove emozioni, nuove scelte. Quale sarà la sua?
Genere: Angst, Malinconico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bill Kaulitz, Nuovo personaggio, Tom Kaulitz
Note: Lemon, OOC | Avvertimenti: Violenza
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Sei giorni.

Tom si svegliò con questo pensiero nella testa. Sarebbe stato meglio svegliarsi con una secchiata d'acqua gelida.
Sei giorni, se non cinque, per stare con Fey. E poi sarebbe dovuto partire per il tour, ovvero 28 giorni. Fortunatamente Febbraio ne aveva solo 28.
Tom aveva meno di una settimana per viverla e conoscerla un po' di più, e forse per innamorarsi.
Voleva mostrarle com'era fatto veramente, voleva mostrare anche a sé stesso, forse, che lui non era come tutti lo descrivevano.
Avrebbe voluto chiamarla, ma non aveva il suo numero di telefono.
Diamine, quella ragazza era così misteriosa! Non sapeva nulla di lei, a parte ciò che lei gli aveva raccontato. Tom non sapeva neanche dove Fey abitasse.
Come avrebbe fatto a incontrarla di nuovo?
Pensò che probabilmente sarebbe stato come i giorni precedenti, si sarebbero incontrati per caso perché ad entrambi piaceva uscire a fare due passi.
Tom era confuso più che mai, non sapeva che scelta prendere, come conquistarla. Cosa si sarebbe inventato dopo la pattinata sul ghiaccio?
Non ha mai avuto di questi problemi, lui.
Solitamente le ragazze le incontrava ad una festa, le invitava a cena fuori e poi succedeva quello che doveva succedere.
Ma con Fey no. Non sarebbe andata così.
Non che non gli sarebbe piaciuto, sia chiaro.
Fey era davvero bellissima e Tom si sentiva molto attratto da lei. 
Lo era perché lei era diversa dalle altre. 
La sua timidezza, il suo modo di fare così pulito e ingenuo avevano un non so che di sensuale e Tom se ne accorgeva ogni giorno di più e ne veniva catturato.
Decise di sdraiarsi sul divano a guardare un po' di TV.
Guardare la TV, per Tom, significava cambiare continuamente canale finché non trovava qualcosa di abbastanza interessante.
Lo colpì una folata gelida in pieno viso.

-Mamma! Chiudi quella porta, ti vorrai per caso ammalare?!
-Tom non vedi com'è ridotta questa casa? Sembra di vivere in un porcile e tu e tuo fratello non mi aiutate per nulla!

Il pavimento era completamente lucido, pareva di cristallo.
Simone aveva una fissazione per la pulizia e Tom certe volte non la sopportava proprio. Soprattutto quando gli metteva in ordine la camera, distruggendo così l'habitat naturale di Tom e incasinandogli completamente tutto, finendo poi col ragazzo che non trovava mai niente.
Tom sbuffò e si concentrò di nuovo sulla televisione, cambiando canale.
Si sentirono dei passetti veloci e poi un urlo di Simone.

-Tom Kaulitz! Il tuo cane è appena passato dove avevo lavato! Ha lasciato tutte le sue impronte! Mio Dio, adesso dovrò ricominciare da capo!

Tom si girò verso la porta e vide Scotty in lontananza che correva verso la fine della via.
Il moro sgranò gli occhi e balzò dal divano, sollevandosi i jeans over
size e rincorrendo il cane, cercando in tutti i modi di raggiungerlo.

-Scotty, cazzo fermati!

Il cane correva a gambe levate, come se si stesse dirigendo verso una bistecca gigante.
Tom si sentiva un rincoglionito, correva tenendosi i pantaloni.
Pensò di cambiare stile, ma la sua immagine con dei jeans stretti lo fece rabbrividire e gli fece scacciare quell'idea dalla testa.
Il moro rallentò quando vide la coda del cane scodinzolare da dietro un cespuglio, e dopo poco lo sentì abbaiare festoso.
Avvicinandosi un poco vide che c'era qualcuno con Scotty.
Lei.
Fey lo vide sbucare dal cespuglio e sorrise a Tom quasi senza accorgersene.
Era stato come se quel sorriso avesse rischiarato la giornata grigia di quel pomeriggio di fine Gennaio.
La ragazza si alzò e corse ad abbracciarlo, un gesto così naturale che non aveva bisogno di essere spiegato in alcun modo.
Nonostante questo, però, Fey si sentì in imbarazzo e arrossì leggermente.

-Come stai? Scotty mi è corso dietro, stavo andando verso casa mia.
Fey indicò la casa del signor Franz, qualche metro più avanti.
-Io stavo beato sul divano e il signorino a quattro zampe ha pensato di fuggire e farmi correre come un dannato.- disse indicando il cane.
Fey rise.
-Se non l'avesse fatto non ci saremo incontrati.
-Già.
Fey lesse nella mente di Tom che il ragazzo si chiedeva della casa.
-Vuoi vedere dove abito?
-Sì, mi piacerebbe molto.

Il signor Franz aveva lasciato scritto di non vendere nè affittare la sua casa. L'aveva fatto per Fey. Lui non aveva figli e nessun parente stretto al quale dare la casa o per lo meno i soldi della vendita.
Fey aprì la porta color cioccolato e i ragazzi entrarono in una casetta dalle pareti spugnate color salmone.
Vi era un piccolo uscio e un salottino con due bei divani neri e un caminetto. Una grande libreria strapiena di libri di ogni genere e al centro della stanza un grande tappeto persiano.
Sulla destra si intravedevano delle scale che portavano al piano superiore e poi un'altra stanza dove vi era la cucina.

-Mi piace, il profumo di colonia è di tuo padre?
Gli occhi di Fey si velarono di tristezza.
-Sì.
-Stai bene? E' come se, non so, ti si fossero spenti gli occhi.

Fey si sentì colpita nel profondo. Non era colpa sua se quella dannata luce aveva deciso di spegnersi ed abbandonarla per andare chissà dove.
Non era colpa sua se suo padre e sua madre non erano più con lei.
Anche la luce della macchina che la investì era spenta, e le portò via la vita.
La ragazza rispose stizzita.

-Sì. Sto bene.
Tom rimase colpito dalla risposta di Fey e lei si sentì immediatamente una stronza per avergli risposto in quel modo, lui dopotutto non centrava nulla, non sapeva nulla.
-Vieni, ti faccio vedere la mia stanza.
Fey gli rivolse un sorriso, sperando che bastasse per mettere a posto la sgarbatezza che aveva usato nei confronti di Tom.
Arrivati nella stanza, il ragazzo si mise a ridere.

-Peccato, credevo fosse piena di poster e mie immagini!
Fey gli diede una leggera spinta.
-Non credere che sia già caduta ai tuoi piedi, Mr. Kaulitz!
-No?
Tom si avvicinò alla ragazza, cingendola per i fianchi e avvicinandosi al suo viso.
Fey non sapeva se stesse andando a fuoco, se fosse sul punto di sgretolarsi in mille pezzi o svenire.
Osservare Tom da così vicino le provocava le vertigini. Era una bellezza strana, particolare. Lo definiva perfetto.
Fey gli posò una mano sulla spalla, quando il telefono del moro squillò dalla tasca dei jeans.
Tom socchiuse gli occhi e strinse i pugni.
-Bill.

La ragazza indietreggiò, portandosi il dorso della mano sulle labbra, nascondendo un sorriso divertito.
-Spiegami che diavolo vuoi. Dimmelo Bill, ti prego, illuminami.
Fey scoppiò a ridere.
-Sì, è la sua risata quella che hai sentito e sì, sono con lei. Ti ringrazio tanto.

Bill l'aveva sentita.
Sicuramente perché era il gemello di Tom. E avendo un legame così stretto era possibile che Bill potesse addirittura vederla.
Tutto questo scaricava su Fey un'adrenalina indescrivibile. Non si sentiva morta, per niente.
Il ragazzo chiuse la chiamata.

-Devo andare, però passo a prenderti alle sette. Ti va?
-Dove mi porti?
-Sarà una sorpresa. - disse ammiccando.
-Neanche un indizio?!
-No, questa volta no. Voglio stupirti!
Le diede un bacio sulla fronte e uscì.
Oltre al profumo di colonia del signor Franz, adesso si sentiva anche il profumo di Tom in quella casa.

 
Come promesso il moro passò a prendere Fey alle sette, aspettandola poggiato alla sua Audi.
-Ti presento la mia bambina!- disse Tom mostrando a Fey la sua auto limpida come uno specchio e aprendole lo sportello per salire.
La ragazza si accomodò nei sedili di pelle e si tolse la sciarpa.
Fey era leggermente preoccupata, aveva preferito non ripetere a Tom quello che gli aveva chiesto la prima volta che erano usciti insieme perché si sarebbe potuto insospettire, però il fatto che stessero andando in macchina da qualche parte la preoccupava parecchio.
Non poteva essere vista da tutti, nonostante Bill l'avesse sentita mentre parlava al telefono.
Il ragazzo si accorse del silenzio dell'angelo e mentre cambiava la marcia si girò leggermente a guardarla.
-Va tutto bene?
Fey scrollò la testa come per uscire dai suoi pensieri e si poggiò più comoda nel sedile annuendo con un sorriso.
-Dove mi porti?
Tom invece di proseguire dritto verso il centro città svoltò a sinistra, e in lontananza si intravedeva un bosco.
-Non posso Fey, te l'ho detto è una sorpresa!
Il ragazzo svoltò una seconda volta, in una stradina sterrata dove non vi era anima viva. Poco più avanti Fey non riuscì a credere ai suoi occhi.

C'era un piccolo gazebo, circondato da enormi vetrate, ricoperto di neve. Attorno vi erano delle piccole lanterne e candele. Tutt'intorno il bosco innevato, tanto che sembrava di essersi catapultati dentro un libro di fiabe.
Tom fermò la macchina e scese. Poco dopo aprì lo sportello a Fey, che lo guardava stupita.

-Hai fatto tutto tu?
Tom rise.
-Sì. Dopo che mi ha chiamato Bill ho pensato a questo, ti piace? Tutte le coppiette vengono qui.- Tom si rese conto dopo di cosa aveva detto, e si passò una mano dietro la nuca, imbarazzato.
Fey finse di non aver colto le parole di Tom.
-Se mi piace? E' stupendo!
I ragazzi si incamminarono verso il gazebo.

Tom sentiva pugni e calci dentro il suo stomaco e non capiva il perché. Non aveva mai provato una sensazione simile, ma era sicuro che fosse a causa di quella ragazza che gli camminava accanto e che si guardava intorno.
Non riusciva a capire perché ci fosse così tanto legato, ma da quando c'era lei tutto andava bene, e in un certo senso Fey gli aveva salvato la vita.
Tom aprì la porta principale e fece entrare la ragazza, che si portò una mano alla bocca girandosi poi verso il ragazzo.
Al centro della stanza c'era un piccolo tavolo e sopra di questo due tazze che fumavano di cioccolata calda.
-Ti prego dimmi che non sei una di quelle ragazze che tengono alla linea e non sgarrano mai, neanche per una cioccolata col ragazzo dei propri sogni!
Fey scoppiò a ridere e scosse la testa.
-Io adoro la cioccolata!
Si sedettero e iniziarono a chiacchierare e giocare.

Fey riempì la sua tazza di panna e con un cucchiaino ne passò un po' a Tom, sporcandolo sulla punta del naso.
-Ah è così?!
Tom spostò leggermente la sedia e si trovò faccia a faccia con la ragazza e riempì il suo cucchiaino di cioccolata.
-No Tom, non provarci.
Tom esitò per un attimo e le sorrise per poi riempirle la faccia di cioccolata.
Fey si alzò in piedi cercando di fuggire dalla presa del ragazzo e entrambi caddero a terra.
La risata di Fey echeggiò per tutta la stanza, unendosi a quella del moro.
Lui si trovava sopra di lei.
Leggermente le spostò una ciocca di capelli dal viso e iniziò a baciarla dov'era sporca di cioccolato; il naso, la guancia sinistra e il mento. Si spostò poi sullo zigomo destro e infine l'angolo della bocca.
Rimasero a guardarsi per una manciata di secondi e poi Fey si avvicinò a lui.
Le loro labbra si unirono e si lasciarono provocando un leggero schiocco. Tom mise una mano sotto la schiena della ragazza, che era leggermente protesa in avanti e con l'altra le accarezzava una guancia.
Fey abbracciò Tom e lentamente gli accarezzava la nuca.
Le loro labbra si sfiorarono ancora, senza staccarsi questa volta.
Tom mordeva leggermente quelle fredde di Fey che si riscaldavano al contatto con quelle morbide e calde di Tom.
Non era certa che tutto quello fosse reale, le carezze e i baci umidi di Tom le facevano accapponare la pelle e il cuore.
Per un momento ringraziò colui che guidava quella macchina il 15 Dicembre.

Tom guardò negli occhi di Fey, e per la prima volta, oltre a vedere sé stesso riflesso, vide la luce.

 

  
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