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Autore: xonedsmile    22/01/2013    0 recensioni
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Niall Horan
Note: Cross-over | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Caro diario,
sono io, Ally. La stessa ragazzina che ti scriveva tutti i  giorni. La stesa ragazzina che a sette anni si ruppe la gamba e restò a casa due settimane. La stessa ragazzina che adesso è cresciuta e ha affrontato tanti di quelle cose che… a stento ne ricorda un paio. La stessa ragazzina che adesso è diventa una ragazza con una vita quasi del tutto normale. 
E’ tanto che non ti scrivo, e volevo raccontarti quello che è successo in questo tempo.

 
L’anno scorso.
-Josh sbrigati. L’aereo sta partendo.- dissi mentre prendevo il mio bagaglio e lo incastravo nel bagagliaio.
-arrivo piccola- disse mentre si chiuse la porte alle spalle e girò la chiave.
Era da tanto che non facevamo un viaggio, giusto per rilassarci e passare un po’ di tempo insieme. Ormai Josh era sempre occupato o era sempre al lavoro. Lo vedevo solamente quando tornava a casa, altre sere non lo vedevo nemmeno, era ‘impegnato’ con gli amici. Ubriacone. Lo è sempre stato e sempre lo sarà.
Josh era quel tipo di ragazzo, solita faccia da duro, solito carattere da stronzo e solita sfacciataggine. Si, ero innamorata di un tipo del genere, che trattava male tutti. Così, per divertirsi. Non ricordo precisamente quante volte mi ha picchiato per divertirsi; ma sai… prima non era così. Non so ancora perché stavamo insieme. Le cose tra noi andavano di male in peggio e quel viaggio, pensavo, potesse cambiare le cose.
Arrivammo a Parigi, la città dell’amore. Almeno così la chiamavano tutti coloro che c’erano stati.
Il tassista ci abbandonò in un quartiere poco ospitale e malfamato urlandoci contro in francese.
-ben fatto Josh. Ben fatto.- dissi guardandomi attorno.
-ah adesso sarebbe colpa mia?- disse spavaldo.
Mi limitai a non rispondere. Avrei voluto strapparli la bocca. Josh ormai faceva sempre così.
-spiegami come facciamo ora a trovare l’hotel- dissi prendendo la mia valigia da terra e iniziando a camminare.
-cosa ne so io? Non hai una mappa?- disse acido.
Provammo anzi, provai a chiedere informazioni ma il francese proprio non lo capivo. Josh si limitava a starsene immobile senza fare nulla. A suo solito dopotutto.
Eravamo sperduti chissà dove a Parigi senza saper dove andare. Ma in fin dei conti c’era Josh a farmi compagnia. Si, come no.
La sua compagnia era piacevole come un mal di denti, divertente come un’operazione al ginocchio e apprezzata come il ciclo il giorno del proprio compleanno.
-salve scusi se la disturbo, può dirmi dove si trova l’hotel ‘Bel Ami’ ?- chiesi sperando in un miracolo.
- Excusez-moi madame, je ne comprends pas.- mi rispose
Bene, non capivo nulla. Intanto Josh se la rideva.
-Che ti ridi?- dissi acidamente.
-oh qualcuno qui è parecchio scontroso…-
-ti prego Josh, invece di startene li impalato aiutami.-
-mi chiedi troppo… lo sai-
Cazzo lo odiavo quanto faceva così.
-ragazzi cercate l’hotel ‘Bel Ami’ ? –
Una voce. Una voce che riuscivo a capire. Un miracolo.
Mi girai di scatto. – si. Grazie al cielo.-
-oh siete fortunati. Noi stiamo andando proprio li. Vi serve un passaggio?-
-Si. GRAZIE MILLE.- dissi prendendo la valigia e seguendo questi gentilissimi signori.
Arrivammo all’Hotel, era maestosamente bellissimo. Quando entrammo il signore che ci aiutò pochi minuti prima, ci prese la chiave della stanza e ci salutò. Lo ringraziai e salii al terzo piano dove si trovava la nostra camera.
-di lusso…- disse Josh lasciando cadere la sua valigia per terra e buttandosi sul letto con tanto di scarpe.
- togli. Quelle. Fetide. Scarpe. Dal. Letto. Grazie- dissi prendendogli i piedi e tirandoglielo giù.
Andai in bagno, mi feci una doccia veloce, giusto per rinfrescarmi un po’ e mi cambiai per la cena. Josh era sempre sul letto.
-sarebbe l’ora di cena. Se magari alzi il culo e mi raggiungi…- dissi aprendo la porta della stanza.
-arrivo Ally. Arrivo!- disse irrigidendo la mascella scandendo le ultime parole.
Sbatte la porte alle sue spalle e tirandomi per il polso andò al ristorante.
Finimmo di cenare e me ne ritornai in camera mentre Josh restò al bar. Ovviamente doveva bere, bere fino a star male e vomitare anche l’impossibile.
 
-Josh sei tu?- dissi accendendo la luce che si trovava al mio fianco. –Josh…?!-
-stai zitta. Stai zitta!- mi disse tappandomi la bocca.
Farfugliò qualcosa di incomprensibile e staccò la sua mano dalla mia bocca.
-che ti prende? Sei pazzo per caso? Sono le tre del mattino. Ti pare l’ora di ritornare? Per giunta ubriaco fradicio. Josh per cortesia mettiti a dormire.-
-A-Ally ti ho detto di stare zitta. Me ne sbatto delle tue critiche.- disse dandomi uno schiaffo così forte da lasciarmi la stampa delle sue dita sulla mia guancia.
Non era la prima volta che faceva così, non era la prima volta che ritornava a casa ubriaco, non era la prima volta che mi ‘maltrattava’.
Il suo massimo di maltrattamento sono degli schiaffi, e ne ero ormai abituata. Quindi non dissi nulla. Mi alzai dal letto e andai vicino a lui.
-Josh so che sei ubriaco e che non volevi farlo. Mettiti a dormire.- dissi restando calma.
-HO DETTO CHE DEVI STARE ZITTA. – urlò tirandomi un altro schiaffo, sta volta scaraventandomi al suolo.
Quello schiaffo fu forte, più forte di tutti gli altri. In quello schiaffo c’era rabbia, molta rabbia e io forse ero la causa di tutta quella rabbia.
-mi dici che ti prende? SMETTILA DI FARE COSI- dissi rialzandomi a fatica.
Non fiatò. Si era pentito di quello che aveva appena fatto? Assolutamente no. Non era quel genere di persona, non più.
-sei cambiato Josh, non sei più lo stesso ragazzo di qualche tempo fa.-
-non ti è bastato? Vuoi altro? Vuoi assaggiare la mia collera?- disse buttandomi, di nuovo, a terra.
Indietreggiai, lui si avvicinava pian piano. Ammetto, avevo paura.
-J-Josh, scusa… no-non volevo.- dissi tremolante.
Niente da fare. le mie spalle erano attaccate alla porta e cercavo di proteggermi il volto con le gambe ma niente poteva proteggermi quando Josh era incazzato e per giunta anche ubriaco.
Iniziò a stringermi i polsi, tanto forte che il mio sangue smise di circolare. Sentivo i miei battiti diminuire e da li a poco sarei svenuta.
Lasciò i miei polsi e iniziò a tirarmi schiaffi sul volto a tutta forza. Mi ribellai con tutte le forze che avevo ma non serviva proprio a nulla.
-sei solo una puttana- mi urlava.
Mi stesi sul pavimento. Lui si alzò.
-sei un essere inutile. Potevo fare tutto quello che volevo ma poi sei arrivata tu e mi hai distrutto la vita. Ora io distruggerò la tua.- disse guardandomi negli occhi. Avevo capito le sue intenzioni, e non era nulla di buono.
Iniziò a darmi calci sullo stomaco, poi prese ad insultarmi pesantemente.
Iniziai a piangere. Ma come ho potuto innamorarmi di uno così? Finì di picchiarmi e andò in bagno.
Ero inerme sul pavimento e capii che quello sarebbe stato il momento giusto per scappare.
Cercai di alzarmi, cercai di utilizzare le poche forze rimaste. Presi il telefono e prima di uscire dalla camera mi guardai alla specchio che c’era di fianco alla mini tv. Ero messa male, avevo un labbro sanguinante e segni su tutta la faccia. Sentii la chiave della porta aprirsi e corsi via.
Iniziai a correre per il corridoio deserto del terzo piano e andai nella Hole. 
  
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