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Autore: MrsNobody    22/01/2013    0 recensioni
"Lei aprì gli occhi. E smise di respirare.
Vide il cielo, e poi le fiamme, negli occhi di chi, a pochi millimetri dal suo viso, le stava strappando fuori il cuore, l’anima.
Vide davanti a sé i compassionevoli occhi di un angelo e il vorace sguardo di un demone.
Vide l’universo, in quegli occhi"
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Una volta aver provato l'ebrezza del volo, quando sarai di nuovo coi piedi per terra, continuerai a guardare il cielo.

-Leonardo Da Vinci

 

 

Non c'è limite all'umana illusione, e come astri da tempo estinti ingannano l'occhio umano con il loro rassicurante bagliore, gli ingenui pensieri di una ragazzina ne tormentavano la ragione disillusa.

Christine ci aveva sperato; inconsciamente, inconsapevolmente forse, ma ci aveva sperato. Sebbene sapesse benissimo che le probabilità che tutto quel che era successo nelle ultime settimane fosse qualcosa di più che una semplice elucubrazione mentale partorita dalla mente di una fervida sognatrice erano ben meno che scarse, c'era sempre stata una microscopica, insignificante parte del suo subconscio che aveva coltivato il miraggio di lei e Jared insieme, come una coppia. Lei, proprio lei che di sentimenti non ne sapeva un cazzo, lei che d'amore era vergine. 

E così era tutto finito ben prima che cominciasse, come una cometa scintillante si perde in mezzo al cielo d'inchiostro in una notte d'estate; doveva rassegnarsi, basta sciocchezze.

Dopotutto era lì per questo, no?

Era un po' come rivivere la sua prima notte allo Universe: nel suo cuore era annidata la stessa identica angoscia, nella sua testa gli stessi dubbiosi pensieri; perversa ironia della sorte, persino quel corridoio, quella porta sembravano gli stessi alla luce giallognola dei lampadari di quell'ennesimo hotel di cui peraltro neanche ricordava il nome.

Silenzio.

Non era la cosa più giusta e neanche la più sensata, lo sapeva; anzi, non sapeva proprio niente, quello era il punto. Eppure lo fece.

Toc toc.

Questa volta la risposta non si fece attendere, arrivò nello spazio di un respiro spezzato. Sembrava proprio che provasse una sorta di macabra gioia, quello strambo regista che alcuni chiamano caso, altri Dio ed altri ancora destino; come se non fosse abbastanza, come se infierire su di lei fosse una sorta di liberazione, il sadico divertimento di un pazzo più pazzo di lei e del resto del mondo messi insieme. Era semplicemente troppo, persino per Christine.

" Guarda un po' chi si rivede! Quanto tempo...ehi. ma stai bene?"

Dio, perchè era sempre tutto così complicato? Perchè se ne stava lì ferma, immobile come un baccalà, bianca come un cencio e per giunta con la faccia di una che aveva tutta l'aria di stare per andare al patibolo? Perchè, se era stata lei stessa a decidere, a trascinarsi fino a quel punto, fino alle parole che stava per pronunciare e che, lo sapeva, avrebbero cambiato ogni cosa, da quel momento in poi? Perchè?

Non si capiva neanche lei.

" Io..sì, sto bene. Insomma...per colpa di QUALCUNO non ho praticamente dormito e probabilmente ora ho l'aspetto di uno zombie ambulante, ma nel complesso sì, è tutto okay"

" Dai, entra, ho appena fatto il caffè"

Il suo sorriso aperto e sincero e la sua voce calda e avvolgente come una coperta parvero darle quel briciolo di determinazione in più di cui aveva bisogno; Shannon era fatto così, riusciva sempre a farla sentire bene, tranquilla, protetta: era esattamente ciò di cui aveva bisogno.

" Caffeinomane che non sei altro"

Era ancora piuttosto presto e fuori faceva un gran freddo, ma a Shannon pareva non importare: si aggirava per il minuscolo ma funzionale cucnino della stanza con fare noncurante, mezzo svestito e con i capelli ancora umidi dopo la doccia; nel guardarlo Christine si convinse definitivamente che dopotutto non è che il suo fosse tutto quel gran sacrificio che si era figurata solo poche ore prima: insomma, quante donne, quante ragazze avrebbero volto essere al suo posto? Sì, quella era decisamente la cosa più giusta e meno potenzialmente problematica da fare.

" Sai, ci ho pensato, a quello che mi hai detto stanotte"

Shannon rimase come pietrificato con un'enorme tazza di caffè a mezz'aria. La guardava in un modo... come se non l'avesse mai vista prima; sembrava sul punto di avere un infarto o qualcosa del genere.

" E...ehm...cosa...?"

Spiazzato, l'aveva totalmente spiazzato. Il suo subconscio sorrise vittorioso.

" Ci sto. Proviamoci"

" Sul serio?"

Bentornato sulla terra, Shannon.

" Sì"

Non disse niente, si limitò a lanciarle una della sue occhiate strappa-vestiti, poi, con calma quasi straziante, posò la tazza sulla credenza, le si avvicinò e la baciò. Le sue labbra erano così morbide, così carnose; erano il suo rifugio sicuro.

Christine si ritrovò presto sul letto ancora sfatto, lo spensierato e sensuale scintillio degli occhi di Shannon puntati nei suoi ed il corpo scosso dai fremiti del desiderio; ogni millimetro della sua pelle scottava come brace ed ogni sensazione veniva sempre più amplificata man mano che sentiva avvicinarsi l'orgasmo. Eppure, quando si sentì ad un passo dalla vetta, ad un passo dal precipizio della felicità, o quantomeno della pace interiore, qualcosa la trattenne, legandola stretta come fil di ferro: un'altra camera d'albergo, un'altro giorno, un'altra vita; lei ed un bacio rubato ad un demone dagli occhi d'angelo. Jared.

  
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