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Autore: FlyingEagle    22/01/2013    4 recensioni
Universo alternativo in cui Santana passa quasi tutte le sue serate per locali ad ubriacarsi, in compagnia del suo gruppo di cui fanno parte Puck e Quinn. La sua vita le sembra un vicolo cieco e soffocante. Ma forse non tutto è perduto. Forse c'è ancora qualcuno da incontrare e che può cambiarle la vita. Tutto il resto è da scoprire ;)
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: FemSlash, Slash | Personaggi: Brittany Pierce, Quinn Fabray, Santana Lopez, Un po' tutti | Coppie: Brittany/Santana
Note: AUOOC | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 36






Quando Santana si alzò dal tavolo lasciandosi alle spalle la sua ragazza e sua madre poteva sentire il proprio cuore battere in una corsa sfrenata all'autodistruzione.
Calma, si ripeteva avvicinandosi rigidamente al bancone della caffetteria, che sarà mai? È tutto sotto controllo. Tu sei Santana Lopez .
Ma questo tentativo di auto-incoraggiamento non sembrava funzionare.
L'unica cosa che la tratteneva dal dare completamente di matto era il pensiero che Susan non sapeva della relazione che correva tra le due.
Tormentandosi il labbro inferiore gettò una rapida occhiata verso il tavolo che aveva appena lasciato , riuscendo appena a distinguere la chioma bionda e solo leggermente striata di grigio di Susan.
Si mise in fila e si sentiva le ginocchia deboli, sentiva il sangue nelle tempie e un senso di irrealtà dentro.
Tutto aveva preso una piega inaspettata anche se, pensandoci, era qualche tempo che succedeva.
Più o meno da quando aveva fatto irruzione dalla finestra di Brittany le cose non facevano altro che diventare sempre più assurde.
Si sollevò sulla punta dei piedi, cercando di sbirciare quanta fila, ancora, la aspettava.
Per l'orario in cui si ritrovava lì dentro c'era parecchia gente in fila e Santana quasi si pentì di aver lasciato il proprio posto di fianco a Brittany.
Quasi.
Di sicuro non le sarebbe piaciuto sentire lo sguardo dell'altra donna su di sé, già ne aveva avuto abbastanza nel breve tragitto fin lì e sapeva che una volta tornata a sedersi avrebbe potuto apprezzarne ancora.
Sbuffò insofferente, desiderando soltanto tornare nella stanzetta ,che in quei giorni sentiva accogliente molto più di quanto lo fosse la propria casa in tutti quegli anni, e lasciarsi cullare da Brittany, al calduccio, sotto le coperte.
<< Signorina Lopez! >>
Santana si irrigidì, sentendo il sangue gelarsi nelle vene.
Ci mise qualche secondo di troppo per voltarsi, l'espressione più annoiata, arrabbiata e meno spaventata che le riusciva.
E Ridley se ne stava lì, in piedi di fronte a lei, nel suo vestito estremamente costoso ed estremamente fuori posto, occhiaie nuove sotto gli occhi ma nello sguardo la stessa limpidezza sconcertante per un uomo così ricco.
<< Non mi dica che si è già dimenticata di me! >>
Santana non riusciva a smettere di fissarlo, in silenzio, senza osare battere ciglio.
Non sapeva come comportarsi, una parte di lei lo associava a suo padre e alla sua cricca e avrebbe, quindi, voluto saltargli al collo, l'altra parte, però, non riusciva a distogliere lo sguardo da quello profondo di lui.
Sentiva che c'era qualcosa di profondamente simile nello sguardo bluastro dell'uomo e in quello azzurro cielo di Brittany e forse quel qualcosa ce l'aveva anche lei.
Forse era la bontà che solo un certo tipo del dolore regala.
Il suo istinto, però, non faceva che urlarle all'orecchio, facendo fuoco e fiamme, e la latina negli anni aveva imparato che il suo istinto spesso le salvava la vita.
Così, nel dubbio, scelse l'atteggiamento ostile e si voltò nuovamente, sempre rigida come un'asse, le braccia incrociate sul petto, cercando di ignorare la sensazione pungente che la presenza dell'altro le riversava addosso.
<< Capisco perché lei non voglia parlare con me, noi vecchi uomini d'affari siamo tutti noiosi ruderi... >>
Santana strinse i pugni e la sensazione di comprensione reciproca, quasi di vicinanza, sparì.
Non aveva voglia di scherzare, soprattutto non con lui, soprattutto non di un argomento del genere, soprattutto non mentre la sua ragazza era a pochi metri di distanza.
Sentì che l'uomo si preparava di nuovo a parlare, approfittando del suo silenzio, ma la mora non aveva voglia di ascoltarlo, così decide di troncare la conversazione.
<< Non so davvero chi lei sia, signore. >>
<< Una Lopez non si dimentica facilmente, signorina. Avete tutti un temperamento molto... focoso! >>, replicò l'altro, sicuro di sé.
Santana lanciò un'occhiata dietro di sé e vide l'altro grattarsi la barba bianca, una volta perfettamente curata, con indifferenza, lo sguardo rivolto ai primi clienti in fila.
La ragazza alzò gli occhi al cielo, pensando non fosse decisamente dell'umore adatto per una chiacchierata con l'uomo che aveva assistito alla propria autodistruzione in diretta.
In qualche modo quel pensiero la faceva sentire più vulnerabile, un sentimento che non era abituata a provare e che per evitare era stata disposta a tutto.
Si voltò nuovamente e fronteggiò l'altro, cogliendo per bene, e per la prima volta, i lineamenti dell'uomo, cercando di indovinare l'uomo che vi si nascondeva dietro.
Non era imponente e non era massiccio, ma aveva il tipico fisico di chi ha abbastanza in tavola e non ha bisogno di correre a lavoro per procurarselo, l'abito elegante era leggermente sgualcito e la corta barba canuta un po' troppo lunga e irregolare.
Per il resto nulla cambiava dal ricordo che Santana aveva di lui.
<< Non ho voglia di giocare, Ridley. >>
L'altro sembrò sorpreso dall'atteggiamento ostile della mora, ma si ricompose in un attimo.
<< Neanche io, Santana, puoi credermi. - la mora aggrottò le sopracciglia all'uso del proprio nome, ma l'altro non le diede il tempo di replicare, - Ma ti ho cercata questi ultimi giorni, più o meno da quando quell'incapace di tuo padre, perdonami ma è così, ti ha cacciata di casa. E, so che potrà sembrarti strano, ma ho una proposta da farti. >>
Le sopracciglia, che quasi si toccavano tanto erano corrugate, saettarono verso l'alto, in un'espressione incredula.
C'erano troppe cose assurde in quell'unica, breve frase.
La parte dell'incapace era la sua preferita, ma aveva anche registrato il fatto che l'altro la stesse cercando e che avesse una proposta per lei.
Erano diverse cose su cui ragionare e la mora, nel traffico di informazioni e impulsi contrastanti, non riusciva a bloccarne neanche una per analizzarne i pro e i contro.
Quell'uomo andava dritto al punto.
Per questo le piaceva e solo per questo decise di dargli la possibilità di continuare.
<< Proposta? E come è venuto a sapere che mio padre mi ha cacciata? >>, chiese con un filo di voce, tremante sulle ultime parole.
<< Santana, per favore... Possiedo una delle testate giornalistiche più importanti dell'Ohio, sicuramente sono stato il primo a saperlo. E poi conosco il dottor Lopez da parecchio tempo, dopo aver visto quella scenata a casa vostra, o forse dovrei dire sua, sapevo che non scherzava su ciò che diceva. >>
Santana non avrebbe potuto inarcare ulteriormente le sopracciglia nemmeno volendo.
Sapeva che Ridley possedeva fabbriche e imprese edili, non sapeva nulla di una presunta testata giornalistica.
E normalmente, quelle stesse parole pronunciate da chiunque altro, l'avrebbero fatta sospirare con sufficienza mentre roteava gli occhi, ma quell'uomo aveva un modo di dire le cose, così genuinamente leggero, libero da ogni implicazione, come se stesse semplicemente raccontando fatti nudi e crudi che non lo toccavano affatto, da metterla, anzi, a suo agio.
In più, il contatto, che l'altro non aveva mai spezzato, tra i loro sguardi, le permetteva di frugare nelle intenzioni di quelle parole e constatare che neanche il minimo ondeggiare disturbava l'indolenza di quel blu stanco e spento, seppur ravvivato da una scintilla d'intelligenza.
Ma piuttosto,ora capiva perché suo padre era così fuori di testa, quella sera.
Stava cercando di prendere due piccioni con una fava, una buona pubblicità ed una sostanziosa donazione.
Sbuffò lievemente, soddisfatta di aver mandato per lo meno a monte un affare così importante.
<< Bene e allora? Se questa proposta riguarda la sua pietà nei miei confronti può risparmiarsela, Ridley, non ne ho bisogno. >>
Non ne abbiamo bisogno, pensò la mora tra sé.
<< No, al contrario. Riguarda la mia ammirazione nei suoi confronti. >>, rispose prontamente, con un lieve sorriso che raggiungeva a stento gli occhi.
Santana strabuzzò gli occhi, sorpresa dalla svolta che aveva preso la conversazione.
<< Mi prende in giro? >>, chiese sospettosa la mora.
<< Mi spiego meglio... - aggiunse l'uomo, paziente, dondolando sui talloni e non staccando lo sguardo dal suo, - Questo non è il posto migliore per parlare di questo, ma no paura che lei non mi seguirebbe mai ad un tavolo per sederci in tranquillità, non è vero? >>
Santana si limitò ad annuire, aspettando che l'altro continuasse e spostandosi, distrattamente, all'indietro, mentre la fila si muoveva lentamente.
<< Mi sbrigo, allora, temo che non avremo molto tempo. >>
Frugò brevemente nel taschino interno della sua giacca, ne estrasse un cartoncino rettangolare e lo porse a Santana.
<< Quello è il mio biglietto da visita, – disse mentre la mora lo osservava – ci sono i numeri di cui avrai bisogno qualora decidessi di accettare. Devi sapere, Santana, che sono qui perché mia moglie è molto malata. Ciò mi ha fatto rendere conto che il tempo passa anche per chi avrebbe tanto potere e tanti soldi da fermare qualunque altra cosa. - Ridley fece una pausa e Santana non riuscì a sostenere il suo sguardo, spostandolo brevemente sul pavimento anonimo prima di tornare a fissare l'altro; avrebbe voluto sapere cosa dire quando qualcuno ti informa che la persona più importante della propria vita è gravemente malata, ma il silenzio sembrava l'unica cosa calzante. - Sono vecchio, ormai, devo quindi cominciare a pensare anche ai giovani e voglio cominciare proprio dal giornale, perché nulla ha bisogno della gioventù come le idee. Che paese è un paese ricco di idee vecchie e decrepite? Un paese che sta per morire! >>
L'uomo deglutì, guardando brevemente altrove e Santana ne approfittò per studiare con attenzione il nome, le sigle e le cifre in rilievo sul cartoncino tra le sue mani.
Nel corpo si sentiva una specie di intorpidimento che le impediva di ragionare chiaramente, riusciva solo ad assorbire, una dopo l'altra, le parole che l'altro le rivolgeva.
<< Quindi quando ho visto, e sentito, le tue parole così infuocate, sapevo che la gioventù che cercavo era in te, Santana. Voglio che tu lavori al mio fianco al giornale, che impari questo mestiere e, in cambio, insegni al mondo come dovrebbero essere i giovani, come dovrebbero combattere per essere ciò che sono! >>
Santana lo fissava, ora, apertamente sbigottita, la bocca spalancata.
Si aspettava che qualcuno saltasse fuori da dietro un tavolo gridando e ridendo di lei, contento della buona riuscita dello scherzo.
La mora fece scorrere brevemente lo sguardo sulla sala, incastrandosi per un secondo su una chioma bionda, ma nessuno rispondeva al suo sguardo, nessuno gridava, nessuno rideva, nessuno saltava fuori da dietro alcun ostacolo.
Riportò lentamente lo sguardo su Ridley, che continuava a fissarla, un guizzo di curiosità negli occhi, questa volta, e non riuscì a trattenersi:
<< Ma è pazzo?! >>
L'uomo, preso chiaramente in contropiede dalle parole della ragazza, esitò un secondo, quanto bastava alla mora per subentrare.
<< Non ho neanche finito la scuola, per quanto ne sa potrei essere analfabeta, oh, aspetti, lei sa tutto, non è vero? Non ho soldi per andare al college e non ho intenzione comunque di andarci, ho altro a cui pensare, in questo momento! E poi...! >> c'erano così tante assurdità su cui porre l'accento che Santana si ritrovò con la mente piena di argomenti e la bocca secca di parole.
<< Santana, non devi preoccuparti per il college, avrai una borsa di studio completa e sì, so tutto del suo rendimento scolastico... >>, concluse con un'ombra di sorriso beffardo.
La mora boccheggiò come un pesce per alcuni secondi, dondolando tra incredulità e irritazione per i modi ben poco discreti dell'uomo.
In fondo si sentiva lusingata dalla sua offerta e non poteva non ammettere che avesse un certo fascino, ma l'amore della sua vita era a pochi passi da lei e non avrebbe potuto né voluto scegliere di abbandonarla.
Era lei il fuoco di cui parlava Ridley e senza sarebbe stata semplicemente cera sciolta e informe.
Si riprese, raddrizzandosi, e sospirò:
<< Mi dispiace Ridley, devo rifiutare. >>
L'altro, evidentemente, non si aspettava una risposta simile, perché vide i suoi occhi spalancarsi e, sebbene null'altro nella sua posa tradiva sorpresa, Santana sapeva che era sconcertato dalle sue parole.
Di certo nessuno avrebbe rifiutato un'offerta simile... poteva sentire l'odore di soldi da miglia di distanza.
Ah, Santana, cosa ti ha fatto l'amore! , sorrise tra sé e sé.
<< La ringrazio, perché capisco che lei è un uomo onesto, almeno in questo momento, - non poté fare a meno di aggiungere, – ma non sono più sola e non sceglierei di tornarci per tutto l'oro del mondo. Non posso accettare. >>
Spinse il biglietto da visita, “Ridley Industries” stampato a caratteri rossi e ben visibili, verso l'uomo.
Questi chinò il capo e Santana osservò incuriosita il sussultare delle sue spalle fino a quando l'uomo non sollevò la testa e scoppiò in una risata fragorosa, facendo voltare i pochi ancora in coda davanti a loro.
<< Santana Lopez, ti voglio nel mio giornale! >>
Santana sollevò un sopracciglio, attonita dalla reazione dell'altro.
<< Mi piace la tua sincerità, Santana. E voglio ricompensarti per questo. Immagino tu non voglia incontrare tuo padre, ma lui tra qualche minuto dovrebbe entrare da quella porta e discutere inutilmente d'affari con il sottoscritto. >>
Santana si ritrovò, per l'ennesima volta quella sera, senza fiato dalla sorpresa, a fissare sconvolta l'altro.
Ridley aveva detto giusto.
Tra tutte le cose che non voleva vedere suo padre sicuramente occupava la posizione numero uno. Non aveva più paura di lui, non si sentiva più una marionetta senza valore nelle sue mani, ma non voleva incontrare più il suo sguardo freddo e noncurante.
Tornò ad assumere un po' del contegno perso e si guardò alle spalle.
In coda c'erano ancora due persone, non avrebbe fatto in tempo a prendere nulla per Brittany, anche nel caso in cui sarebbero potute restare ancora.
Odiava doverla trascinare via così, soprattutto ora che aveva finalmente l'occasione per confrontarsi con sua madre, di parlarle e chiarire, se avesse voluto.
Lanciò uno sguardo verso il proprio tavolo, di nuovo completamente oscurato alla propria vista, spostò ancora lo sguardo su Ridley, soppesando la scelta migliore da fare, e poi si incamminò verso il centro della caffetteria, lasciandosi alle spalle l'uomo fin troppo elegante e i suoi modi enigmatici ma allo stesso tempo diretti e schietti.
Sentì soltanto distrattamente un: << A presto, Santana Lopez! >> e non si disturbò a salutare a sua volta.
Aveva troppo su cui rimuginare, un pensiero si accavallava all'altro ma, per il momento, quello di evitare suo padre prevaleva nettamente sugli altri.
Si avvicinò al tavolo, caricando il suo cuore d'agitazione ad ogni passo.
Vide l'espressione scura e tormentata di Brittany e sentì distintamente un groppo in gola.
Avrebbe voluto soltanto prenderle il viso e baciarla fino a farle dimenticare dov'era il cielo e dov'era la terra.
Ma forse, si ritrovò a realizzare,quello era un dolore necessario.
Brittany ne aveva avuto bisogno proprio per poter affrontare i fantasmi che la tormentavano e rendersi conto della propria forza, proprio come lei.
Arrivò col cuore a mille di fianco a Brittany, accampando la prima scusa che le venne in mente, cercando di trovare la via fuori di lì il più in fretta possibile.
Santana guidava in silenzio, la mano stretta a quella di Brittany, ognuna persa in dedali di pensieri che in un modo o nell'altro riconducevano sempre all'altra.
La mora sentì la presa calda dell'altra stringersi e non aveva bisogno di guardarla per sapere che stava sorridendo nel modo contenuto e discreto in cui sorrideva ogni volta che troppi pensieri affollavano la sua mente.
Ruppe il silenzio, prendendo coraggio e chiedendole com'era andato l'incontro con Susan.
Sapeva che non doveva essere stato facile, lo si capiva da lontano quanto fosse combattuta, quanto stesse rimuginando, quanto stesse tentando di capire lei stessa cosa ne pensasse.
<< Non so... - rispose dopo alcuni secondi, - anche se non vorrei ammetterlo sapevo già come sarebbe andato a finire il discorso, non posso arrabbiarmi con lei per essere la persona che è. Ha dei difetti ma ha anche dei pregi e non scambierei quei pregi per niente al mondo. >>
Santana non era sicura di capire fino in fondo cosa Brittany intendesse, non sapeva con precisione cosa si erano dette, ma sapeva cosa riguardava.
Non riusciva a capire come l'altra potesse semplicemente accettare una cosa simile.
<< Non si tratta di pregi e difetti, secondo me, ma di come una madre dovrebbe comportarsi! Avrebbe dovuto mettere te al primo posto!>>
Santana non riuscì a trattenersi, vomitando parole che forse tentavano di nascondere un incoraggiamento a sé stessa, che tentavano di motivare e cristallizzare la scelta che aveva compiuto. Perché forse le parole di Ridley continuavano a vorticare nella sua testa con un'insistenza fuori luogo.
<< Santana, lei credeva davvero di star facendo la cosa giusta. La sua debolezza, la sua ingenuità, sono la sua forza nello stesso momento. E non c'è un qualcosa che una madre deve fare, perché se lo fa perché deve allora non ha più un vero valore. Per me è così, di qualunque cosa si parli. La cosa giusta non è sempre la più visibile. >>
Santana le lanciò un'occhiata, sorpresa dalle parole che ancora galleggiavano tra loro.
Brittany aveva il viso appoggiato al finestrino, rivolto verso il paesaggio imperscrutabilmente buio al di là .
Forse era auto-suggestione, ma le parole della bionda suonavano doppiamente vere nelle sue orecchie, si adattavano alla forma che i suoi pensieri avevano preso e accendevano nuove, pericolose domande.
Scosse la testa, con forza.
Se anche Brittany avesse avuto ragione, ed era sicura che molta parte ce l'aveva, lei senza la bionda non era nulla.
Solo ora che valeva qualcosa poteva accorgersi di quanto inutile fosse stata in precedenza.
<< E quel Ridley a te cosa ha detto? >>
Santana tornò a guardarla, questa volta più che sorpresa.
Le aveva raccontato di aver incontrato un certo signor Ridley, conoscente di suo padre, e che questi le aveva detto che proprio il dottor Lopez era in arrivo nella caffetteria, spiegandole così il motivo della sua fretta.
Non aveva aggiunto altro, non pensava di aver dato ad intendere che avessero parlato.
<< Sei troppo silenziosa per aver semplicemente scambiato un saluto con lui, San... >>, aggiunse la bionda a mo' di spiegazione.
Santana si ritrovò a sorridere all'ennesima dimostrazione di quanto Brittany la conoscesse bene.
La cosa le avrebbe dato ai nervi se si fosse trattato di chiunque altro e invece, con la bionda, si ritrovava a sciogliersi nel calore che quella consapevolezza propagò dentro di lei.
Parcheggiò l'auto nel piazzale semideserto della pensione.
<< Mi ha fatto una stupida offerta, quell'uomo è pazzo, giuro. Questi ricconi non sanno più come spendere i soldi. >>, disse con faticosa noncuranza, scendendo dall'auto.
Brittany la seguì, intrecciando il braccio al suo e riprendendo la sua mano appena sentì la latina al suo fianco.
<< Che tipo di offerta? >>
Continuarono a camminare nella notte fino alla porta e Santana trafficò per un po' con le chiavi tra le mani, fino ad aprire la porta e ad accasciarsi, esausta sul letto.
<< San? >>
Evidentemente non era nelle intenzioni di Brittany lasciar cadere l'argomento.
Sospirò, sconfitta, come in tutte le dispute che le riguardavano.
Non sapeva perché la metteva a disagio parlarne con Brittany.
Forse perché non riusciva a smettere di rimuginarci? O forse perché sospettava di sapere quale sarebbe stata la reazione dell'altra?
<< Mi ha proposto un lavoro. Un lavoro al suo giornale, ma ovviamente per lavorarci ho bisogno di uno straccio di titolo di studio che sia sia superiore al diploma, capisci? E lui mi ha offerto di... di darmi dei soldi per ottenere questo titolo di studi e lavorare per lui... - non voleva dire la parola college, o laurea, non voleva dire ciò che sapeva star passando per la testa della bionda, come se potesse impedirle, per questo, di pensarci, - E la cosa pazzesca è che vuole tutto ciò solo perché ho mandato al diavolo mio padre davanti a lui! >>, tentò di sdrammatizzare, la mora.
O almeno di distogliere in parte l'attenzione da quell'imbarazzante mina vagante.
<< E tu cosa gli hai risposto? >>, la prevedibile replica arrivò con qualche imprevisto secondo di silenzio che sembrò solo prolungare quella che per Santana era una tortura.
Tesa ma sicura rispose:
<< Ovviamente gli ho detto di no. >>
<< COSA?! SEI IMPAZZITA? >>, la mora sobbalzò, colta di sorpresa, non tanto per il contenuto, ma per la fragorosità di quelle parole.
<< Britt- >>
<< Perché hai rifiutato? >>, chiese ancora, a voce più bassa, stavolta.
<< È chiaro il perché! Non voglio lasciarti qui! >>
<< Ma Santana, è il tuo futuro! >>
<< Sei tu il mio futuro. >>, rispose sicura, allungando una mano a cercare quella della bionda, poco distante.
Raggiunse le dita dell'altra e le strinse, ma non sentì la stretta sicura che sperava, in risposta. << Non fare discorsi del genere, hai migliaia di possibilità davanti a te, non puoi buttare via tutto! >>
Santana non voleva credere a ciò che stava sentendo:
<< Buttare? Britt, solo adesso sto vivendo! Ho buttato via diciotto anni della mia vita, ora che ho te non voglio buttarne ancora! Non credevo fosse uno spreco di tempo, questo, per te... >>, concluse amareggiata.
Sentì Brittany avvicinarsi, si sentì prendere il viso tra le mani e vide il viso dell'altra abbassarsi al suo livello mentre si sedeva sul letto di fianco a lei.
<< Certo che non è uno spreco di tempo, San... Questa è la cosa migliore che mi sia capitata in vita mia, non avrei potuto sperare di meglio, ma... nello stesso tempo devi capire che io non posso seguirti, non posso fare tutto ciò che fa una persona normale, anche se lo vorrei. Non posso sostenerti e non posso allontanarti. Ma nello stesso tempo non posso frenarti. Io sono sicura che tu diventerai una donna straordinaria se solo decidessi di diventarlo e di non abbandonare tutto! >>
<< Brittany... >>
<< Per me non c'è molto da dire... quali sono le mie possibilità? Non ho nulla da darti, vorrei quindi che almeno tu possa prendere tutto ciò che ti spetta! Ogni possibilità che puoi cogliere! Io sarei comunque qui, San, ti aspetterei! Tu sai cosa è giusto che tu faccia. >>
Le parole della bionda la bruciavano.
Aveva il volto in fiamme, le mani e le ginocchia tremavano ed era sull'orlo delle lacrime.
Deglutì, rumorosamente, e si accorse che non c'era più confusione nella sua testa, tutto era chiaro ed aveva un suo posto, una sua ragione.
<< Io so che ti abbandonerò mai, Britt. >>, disse con quanta più convinzione possedeva.
Sentì l'altra indugiare per un momento, vide i suoi lineamenti angelici contrarsi nel constatare la sua testardaggine.
<< Ma San- >>
Santana la bloccò, afferrando la mani che ancora accarezzavano il suo viso e stringendole forte.
<< Mi ami? >>
<< Ti amo >>, le rispose, senza riuscire a frenare il piccolo sorriso che le carezzò le labbra.
<< Anche io... Fai l'amore con me, Britt. >>
E Brittany non poté negarle quel bisogno che sentiva tanto impellente nella voce della mora quanto lo era nelle sue stesse membra.







Eccomi qui, di nuovo informa, aggiungerei! xD
Ebbene sì, recentemente sono migliorata molto, quindi, incrociando le dita, dovrebbe essere meno travagliato il prossimo capitolo xD
Comunque parlando, invece, di questo, cosa ne pensate? Ditemi le vostre impressioni! Chi aveva scommesso che Ridley si sarebbe rifatto vivo, prima o poi, ha vinto! xD Ringrazio tutti e mi scuso in quella che è, ormai, una prassi, quasi =/... vorrei essere più veloce, ma non sempre le cose vanno come vorrei...
Senza dilungarmi ulteriormente vi invito a lasciarmi sapere cosa ne pensate, anche a d insultarmi, se volete, basta non siano offese pesanti u.u A presto! :)
  
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