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Autore: ereviv    22/01/2013    8 recensioni
Gli amori più belli sono quelli che durano per sempre, peccato che siamo anche i più rari. Qui una ragazza ne ha trovato uno che le ha cambiato la vita.
Genere: Drammatico, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ciao. Sono una ragazzina di appena diciassette anni e credo che li avrò ancora per un bel po’, più del previsto. Mi chiamo Halley e vorrei raccontarvi la mia storia. Cominciamo..
 
-Idiota svegliati! E tardi!- ringhia mio fratello.
-Si! Ora mi alzo.- dico io stropicciandomi gli occhi.
E come un automa inizio la routine mattutina.  Lavata e vestita corro giù  per fare colazione con il ‘simpatico’ ragazzo che mi aveva svegliata bruscamente poco prima.
-Cretino, cosa vuoi per colazione?- dissi scherzando.
-Fammi due frittelle, schiava.- risponde lui con un sorrisetto impertinente stampato in faccia.
Finita la colazione prendiamo gli zaini e ci avviamo verso la fermata del bus che ci avrebbe portati a scuola.
Siamo arrivati. Metto giù prima un piede e poi l’altro, stando ben attenta a non cadere.
 
Ero piuttosto sbadata.
 
Vedo Jenna, la mia migliore amica, venirmi incontro.
-Ehi Hall tutto bene?- mi dice con uno splendido sorriso bianco.
-Ho ancora un po’ sonno, ma sto benone.-
Ci avviamo per entrare a scuola quando veniamo improvvisamente rapite dagli amici di mio fratello Zayn, il fatto che fossero tutti più grandi di me li rendeva ancora più affascinanti. Io vengo colpita in particolare da un ragazzo: capelli castani con riflessi miele e ricci, occhi di smeraldo, un sorriso talmente perfetto da sembrare surreale e un corpo da favola.
 
Si chiamava Harry, Harry Styles.
 
Saluto mio fratello per il solito bacio sulla guancia per poi avviarmi, insieme a Jenna, in classe.
Le lezioni sono finalmente terminate; la campanella suona e la mandria inizia subito ad uscire. Io, invece, faccio lo zaino molto lentamente perché assorta dai miei pensieri, quando mi accorgo che sto per perdere l’autobus. Corro fuori dalla classe a tutta velocità, percorro il corridoio che mi sembra essere infinito, quando ad un tratto mi ritrovo stesa sul pavimento azzurrino. Alzo gli occhi.
-Oddio scusami! Non ti avevo proprio visto!- dico preoccupata.
-Non ti preoccupare- mi dice Harry porgendomi una mano per rialzarmi. Io la afferro e al solo contatto il mio cuore smette per un attimo di battere.
 
Ahah. Ricordo che avevo fatto una figura di merda tremenda! Ma ero talmente eccitata per avergli stretto la mano che non ci feci caso.
 
Lui mi raccoglie gentilmente lo zaino.
-Comunque, come mai tanta fretta?- mi dice con uno dei suoi bellissimi sorrisi.
-Cercavo di prendere l’autobus, ma ormai l’ho perso. Ora non so come tornare a casa.- rispondo.
-Ti accompagno io. Ti fidi a venire in auto con me?- mi dice ridacchiando.
-Mmm.. non saprei- dico scherzando.
Per un attimo i nostri sguardi si incrociano e ci avviamo verso l’ auto.
 
Di quel piccolo tragitto in auto ricordo solo che rimasi a fissare il suo sguardo concentrato sulla strada. Il vento che faceva ondeggiare i suoi ricci lo faceva sembrare ancora più sexy. Era il ragazzo più bello che io avessi mai visto.
 
Arriviamo davanti casa. Zayn era appena arrivato con l’autobus.
-Ti eri andata a fare un giretto con Harry, eh sorellina?- dice ridacchiando.
-Eh si- rispondo un po’ imbarazzata.
-Harry spero che tu non ti sia fatto anche lei.- continuava Zayn.
-Tranquillo.- rispose con una risatina.
Entriamo in casa e Zayn inizia subito a prepararmi da mangiare. Finito di pranzare ci mettiamo abbracciati sul divano, con addosso una morbidissima coperta rossa.
-Zayn..- dico con un filo di voce.
-Dimmi Honey-
 
Zayn mi chiamava sempre così quando eravamo solo io e lui. Diceva che ero dolce come il miele. Dio.. adoravo mio fratello.
 
-Domani è la festa della mamma..-
-Lo so. Domani andiamo insieme a prendere i fiori per la mamma, ok?- mi disse con un po’ malinconia.
Rimaniamo su quel divano per tutto il pomeriggio, nessuno dei due ha voglia di uscire.
Come ogni mattina vado a scuola. Arrivata nel cortile, la prima cosa che vedo è Harry che, con mia grande sorpresa, viene verso di me e mi saluta.
-Ciao Halley.- mi dice con il suo solito sorriso dannatamente perfetto.
-C-ciao Harry- balbetto io.
-Senti.. ehm.. io non vado molto bene in biologia. Potresti darmi una mano?- mi dice un po’ imbarazzato.
-C-certo.-
-Grazie mille! Allora oggi mi metto d’accordo con tuo fratello per il giorno, ok?-
-Ok-
-Perfetto. Ci vediamo Halley.- dice sorridendo.
-Ci vediamo Harry- dico, ricambiando il sorriso.
Corro in classe per raccontare tutto a Jenna.
 
Ricordo le emozioni di quel giorno. Oh.. ero felicissima, perché il ragazzo più bello di questa terra, ovviamente dopo mio fratello, mi aveva chiesto ripetizioni. Ero più gasata di una coca-cola.
 
Terminate le lezioni raggiungo Zayn fuori da scuola.
Andiamo insieme a scegliere i fiori per la mamma. Scegliamo le rose, la mamma le adora.
Arrivati da lei, la cerchiamo; finalmente eccola. ‘Qui giace Rebecca Morrison’. Come ogni volta leggo l’iscrizione sul marmo bianco. Mi scende una lacrima fredda sulla guancia.
-Ecco mamma. Le rose rosse le ho scelte io, Zayn pensava che le tue preferite fossero le bianche, ma io so che sono le rosse.- sussurrai.
-Ehi Bec. Auguri..- disse Zayn con la voce strozzata.
 
Zayn chiamava sempre la mamma ‘Bec’, diceva che gli piaceva di più. Io da due anni non avevo più la possibilità di abbracciare mia madre..
Un giorno mamma e papà litigarono più forte del solito; io e mio fratello vedevamo tutto dalla porta della cucina. Papà si alterò più del dovuto, molto di più.. 
Andò a prendere il suo fucile, sparò alla mamma e poi dalla disperazione o dalla pazzia, non so, si sparò un colpo alla tempia. Tutto ciò successe sotto i nostri occhi.
 
Mentre guardo la tomba della mamma mi passano ancora davanti agli occhi i momenti di quel giorno. Papà che si arrabbia, spara prima una, poi due volte.
-Ciao mamma. Ti voglio bene.- dico con gli occhi rigonfi lacrime.
-Ciao Bec. Ti voglio bene anche io.-
E torniamo a casa.
E’ già venerdì. Harry deve venire da me per le ripetizioni di biologia. Così quando esco da scuola vado da lui e, come spesso succedeva in quei giorni, mi accompagna a casa. Questa volta scende anche lui, entriamo ed io inizio a preparare il pranzo.
-Mi devo fidare a mangiare quello che cucini tu?- dice Harry ridacchiando.
-Beh tu i fornelli non li tocchi, oppure mi farai esplodere casa.- ribatto io.
Ridiamo insieme e lui mette in bocca la prima forchettata di pasta.
-Oddio Harry!- esclamo io.
-Che c’è?!- dice preoccupato lui.
-Stai diventando tutto blu! Non dovevi mangiarla la mia pasta!- esclamo, proseguendo con una risatina.
Lui mi guarda con la faccia di chi ti compatisce e poi scoppia a ridere.
Finiamo di mangiare e ci mettiamo un po’ a guardare la tv sul divano.
Siamo così dannatamente vicini. E lui è così dannatamente irraggiungibile.
Dopo un’ora ci mettiamo a studiare.
 
Quel giorno passai alcune delle ore più belle della mia vita. Ero al settimo cielo. E nei giorni seguenti era Harry a portarmi a casa, a Zayn non dispiaceva e a me neanche. Inoltre veniva spesso da me per le ripetizioni, era davvero una frana in biologia.
 
Come ogni sabato ci mettiamo in camera mia a studiare, Zayn non c’era e questo sabato il suo viso era stranamente più vicino del solito al mio.
Mi sta fissando da un po’ ma non ci faccio caso.
-Dunque, gli organismi autotrofi sono in grado di..- le mie labbra vengono improvvisamente immobilizzate dalle sue.  Non capisco più niente. Chiudo gli occhi sperando che non sia solo uno dei miei stupidi sogni, ma quando li riapro sono ancora nella stanza insieme a lui.
-Perché?- dico, accorgendomi subito dopo di quanto fosse stupida la domanda.
-Non lo so, ma dovevo farlo.- risponde guardandomi negli occhi.
-Ora è meglio se vado- continua lui.
Scendiamo al piano di sotto, ma quando arriviamo alla porta lui si ferma di scatto.
-Halley, ti andrebbe di venire al ballo di fine anno con me?- mi chiede con le guance rosse d’imbarazzo e gli occhi bassi.
-Ne sarei molto felice- dico sorridendo.
Ci salutiamo e con la sua auto torna a casa.
 
I giorni che seguirono furono bellissimi e veramente perfetti. Ora Harry mi abbracciava quando mi vedeva e ogni tanto mi trascinava nello sgabuzzino del bidello e ci scambiavamo qualche bellissimo bacio. L’unica persona a sapere di noi era mio fratello. A lui dicevo tutto e non gli dispiaceva il fatto che io stessi con Harry, ma continuava a ripetermi di non stare da sola dopo gli allenamenti di atletica. Quanto avrei dovuto ascoltarlo..
 
Ho appena finito gli allenamenti. Sono esausta. Mi avvio verso le docce quando vedo il mio professore di ginnastica in fondo al corridoio.
-Professor Lionel le serve qualcosa?- chiedo incuriosita.
 
Non ebbi risposta ma l’uomo iniziò a correre veloce verso di me. Io feci lo stesso, ma dalla parte opposta a lui. Il mio cuore iniziò a battere velocissimo e talmente forte che lo potevo sentire rimbombare in testa. Correvo ancora e ancora, per tutta la scuola, fino a ritrovarmi di nuovo in palestra. Non c’era nessuno.
Ad un tratto non sentii più la terra sotto i piedi, ma solo una voce che disse ‘Presa!’. Iniziai ad urlare, ma nessuno poteva sentirmi. Non sapevo cosa mi avrebbe fatto, lo capii solo quando iniziò ad abbassarmi i pantaloncini..
 
Urlo.
-La smetta! Perché sta facendo questo?! La prego, basta!-
ma l’uomo sembra quasi non sentire le mie parole e continua imperterrito la realizzazione della sua idea perversa.
Sento le sue mani percorrermi il corpo, mentre provo un orribile senso di ribrezzo per lui e per ciò che stava facendo. Lo guardo nei suoi occhi spiritati implorandolo di lasciarmi, ma come un leone con la sua gazzella, non mollava la presa da me.
Dopo vari tentativi riesco a liberarmi per un attimo, ma sento di nuovo la sua presa soffocarmi. Mi butta a terra e inizia a picchiarmi ripetutamente; sulla pancia, stomaco, gambe. Urlo con tutta la voce che mi è rimasta e poi stremata perdo i sensi.
 
Da quel momento non so cosa successe dopo, ma ho ben impressa l’immagine dei bellissimi occhioni di Harry quando mi trovò sul pavimento della palestra.
 
-Harry.. - mi sforzo di dire con un filo sottile di voce.
-Ehi bellissima, non ti preoccupare ora ci sono io con te. Ti porto in ospedale.- dice con una voce soave, rassicurante ed uno dei suoi bellissimi sorrisi sul viso.
In ospedale mi fanno visite su visite.
Sono passati alcuni giorni dall’aggressione ed io sono ancora sul letto dell’ospedale, con una stupida camicia da notte bianca, cerotti ovunque e una flebo infilata nel braccio destro, quando entra mio fratello Zayn.
-Hall, come stai, tesoro?- mi dice con le lacrime agli occhi. Non l’avevo mai visto piangere così; neanche al funerale di mamma e papà.. forse è perché sono tutto ciò che gli è rimasto, in fondo anche lui lo è per me.
-Adesso sto bene. Ehi fratellone, non starai mica piangendo?- gli dico cercando di distrarlo.
Fa un piccolo sorriso, smorzato da un sospiro.
Vedo Harry entrare nella stanza. Anche lui stava piangendo.
-Vi lascio un po’ soli.. – dice Zayn, mentre esce dalla stanza.
_Halley mi dispiace.. se solo fossi arrivato prima.. – dice tenendo gli occhi bassi.
-Non devi minimamente pensarci! E’ successo e non ci possiamo fare niente. Non è colpa tua.- ribatto.
-Hall.. – non mi aveva mai chiamata così –Zayn ha voluto che fossi io a dirtelo ma.. –
-Ma cosa? Harry cosa c’è?- chiedo insistente.
-I medici dicono che quell’uomo probabilmente ti abbia trasmesso una malattia chiamata HPV.. – dice quasi sottovoce.
-E cioè? Harry parla chiaro. Che cos’ho?!-
-Hall, hai un tumore all’utero.- dice piangendo.
-Ehi! Sono sopravvissuta all’aggressione di un professore con seri problemi mentali, supererò anche questo.- dico sorridendo per cercare di sdrammatizzare, ma dentro di me ho paura.
Ma non ho paura di morire, ho solo paura di perderlo.
 
I giorni passavano e la chemio continuava a farmi perdere sempre più capelli. Ma la cosa peggiore era che il professore che mi aveva aggredita si era trovato un avvocato fin troppo bravo, perciò fu scagionato.
Il giorno del ballo ero totalmente calva. Non me la sentivo di andarci, così dissi ad Harry di cercare un’altra ragazza e di divertirsi.
 
Stasera sono tutti al ballo mentre io sono a casa sul mio stupido divano. Zayn non c’è, anche lui è andato via, ho insistito io perché ci andasse, non voglio essere un peso per lui.
Ad un tratto suonano alla porta, non ho idea di chi sia. Mi metto un fazzoletto in testa e vado ad aprire.
-Harry! Ma non eri al ballo?- chiedo stupita.
-Cos’è un principe senza la sua principessa? Non potevo andarci senza di te. - disce accarezzandomi dolcemente.
Mi scende una lacrima luccicante sulla guancia.
Rifletto qualche secondo e poi mi decido.
-Harry andiamo di sopra- dico convinta.
-Cosa? Perché?- dice disorientato.
Lo prendo per mano e lo trascino al piano di sopra, prima nel corridoio e poi in camera.
-Baciami.- gli sussurro all’orecchio.
Tra un bacio e l’altro siamo coricati sul mio letto.
Lui inizia a sfilarmi la maglietta ed io a sganciare ogni singolo bottone della sua camicia, poi i pantaloni, via anche il mio reggiseno.
Sento le sue mani gelide, come sempre, passarmi sul collo, poi sulla pancia fino ad arrivare a farmi scivolare via gli slip. Io faccio lo sesso con i suoi boxer. I respiri si facevano sempre più affannosi e potevo sentire il suo percorrermi la pelle del collo.
 
Quella sera il mondo non esisteva, c’eravamo solo noi due. Era tutto perfetto. Io ero sua.
 
Il mattino seguente mi sveglio con il suo braccio attorno alla vita. Scendo dal letto facendo attenzione a non svegliarlo e vado in cucina a preparare la colazione. Zayn non è ancora tornato, non mi sorprende, quel ragazzo è instancabile. Faccio per prendere la padella per le frittelle quando di colpo vedo tutto nero e cado per terra a peso morto.
 
In quel momento caddi in un sonno profondo, da cui, forse, non mi sarei più risvegliata.
Harry aveva sentito il tonfo e mi aveva trovata priva di sensi sul pavimento della cucina. Iniziò la corsa verso l’ospedale. Nel frattempo aveva avvertito anche mio fratello.
 
Siamo arrivati in ospedale. Io non sono cosciente ma, non so come, riesco a sentire quello che dicono.
-Lei è Zayn Malik? Il fratello della paziente?- chiede un medico.
-S-si sono io.- balbetta Zayn con le lacrime agli occhi.
-Purtroppo il tumore di sua sorella si è esteso. Non le manca molto da vivere. Per ora è attaccata ad una macchina che la tiene in vita, le faccio le mie condoglianze.- dice il medico con una freddezza surreale.
-NO! NON ANCHE LEI! NON LA MIA PICCOLA HALL! NO, NO!- inizia a tuonare Zayn. E’ impazzito, non ragiona. Harry lo blocca.
-Zayn basta. Non possiamo fare niente.- dice sottovoce Harry.
-Come fai a stare così calmo?! Tu la amavi no?!- urla Zayn.
-E’ vero. E la amo ancora, ma le starò vicino ancora per molto. Capirai.-
 
Harry usci di corsa dall’ospedale. Prese la sua auto e andò a casa sua, salì al piano di sopra e aprì la cassaforte, ne estrasse una pistola e la mise tra l’elastico dei pantaloni e il suo corpo. Poi andò a scuola dal professore che mi aveva aggredita.
 
-Styles, cosa ci fa qui?!- urla il professore ancora intento a fare lezione.
Harry estrae la pistola e.. inizia a comparire un buco esattamente al centro della fronte dell’uomo. Sangue ovunque.
Dopo aver ucciso il professore, Harry torna in ospedale.
Entra nella stanza dove io sono attaccata alla macchina.
-Ehi Hall, io ti amo. Ti ho amata dal giorno in cui mi sei sbattuta addosso, ricordi? Ti amo con tutto me stesso. Non posso immaginarmi una vita senza di te.- così dicendo stacca la spina della macchina che mi tiene in vita. L’apparecchio che deve controllare il mio battito cardiaco inizia a lamentarsi: i suoni diventano sempre più distanti, fino a trasformarsi in uno continuo.
 
Ero morta.
 
Harry si corica vicino al mio corpo senza vita.
-Ci vediamo in paradiso, bellissima.- il suo braccio si allunga per estrarre la pistola, poi si piega e la canna di essa è appoggiata alla sua tempia. Preme il grilletto. Un frastuono di pochi secondi e poi il buio.
 
Ecco a voi la mia triste storia. Ma sapete una cosa? Io ora sono felice, perché Harry è qui con me, e ci sarà per sempre.
 
 
 
 
twitter: @ehicurly  

hi everyone! un giorno, non sapendo cosa fare, ho deciso di scrivere questa one-shot. ho messo anima e cuore in questa storia e spero di essere riuscita a trasmettervi emozioni e magari a strapparvi una piccola lacrima. fatemi sapere se vi è piaciuta, ciaoo.
  
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