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Autore: _joy    23/01/2013    4 recensioni
Ambientata durante "Morsi di ghiaccio" - A complicare il già difficile rapporto tra Rose e Dimitri, all'Accademia è arrivata Tasha Ozera. Innamorata di Dimitri, tenta di convincerlo a seguirla come suo Guardiano. E la vacanza sulla neve non fa che aumentare il dolore e la gelosia di Rose verso quella che sembra ormai una coppia. E Lissa...anche Lissa sembra conquistata da Tasha. E comunque, nella sua vita ormai Christian sembra la priorità. E così, sola come mai prima, Rose si ritrova a pensare con nostalgia al periodo della loro fuga e, in particolare, al loro soggiorno a NY, quando vivevano tra gli umani e si chiamavano... Blair Waldorf e Serena Van der Woodsen
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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ATTENZIONE!!!!
Non so come mai, ma questo capitolo e il successivo sono invertiti!

Questo è il 5, non il 4!

Sono seduta sul letto e aspetto che Lissa ritorni in camera.
Ai piedi ho la mia sacca da viaggio, già pronta.
Mi sono fatta una doccia e struccata.
Indosso jeans e felpa e ho i capelli legati in una coda.
 
Scivolo nella sua mente, come ormai riesco a fare senza problemi.
 
 
«Basta, smettila, Christian! Sei incredibile…no, dai! Vado, o Rose si chiederà dove sono…»
Ma lui si sporge a baciarmi e io ricambio con tutto il cuore.
E sento la sua mano scivolare sotto il mio maglioncino e sfiorare la mia schiena.
Rabbrividisco di desiderio.
Lo amo.
Amo Christian con tutto il mio cuore…

 

 
Bleah.
Quanto amore.
Torno in me e sospiro.
Bè, almeno ha lui.
Non si accorgerà nemmeno se mi allontano per qualche giorno.
Ultimamente non sono solo la donna invisibile, ma anche l’amica invisibile.
 
 
Alla fine, Lissa rientra.
Un’occhiata alla mia faccia e mi è subito accanto.
«Rose! Che succede?»
Io sospiro e la invito a sedersi accanto a me.
«Liss, ascolta. Volevo dirti che…»
Esito.
Come glielo dico?
«Liss, mi serve una pausa»
Lei sgrana gli occhi.
«Da cosa?»
«Da… da tutto questo» mormoro.
Lei sgrana gli occhi.
So, sento che ha capito, ma prova a tergiversare.
«Bè, ma… ma siamo in vacanza! In fondo, qui non hai esercitazioni e…»
«Liss» la interrompo «Lo sai che non è vero! Non siamo mai liberi dalle regole dell’Accademia! E io…io ho bisogno di una pausa…»
«Da me?» mi chiede, triste.
Mi faccio forza per non cedere.
L’affetto e il senso di protezione che ho nei confronti di Lissa mi sommergono.
Non siamo mai state lontane, fin da quando facevamo l’asilo.
È una cosa senza precedenti, per noi.
«Non da te, stupida» le dico, affettuosamente.
La stringo in un abbraccio e proseguo:
«Liss, mi sento persa. Sono sicura di voler essere il tuo guardiano, ma… l’Accademia mi sta depersonalizzando. Non sono io questa persona in cui mi vogliono inquadrare»
Lei mi guarda sgranando gli occhi:
«Io non ti chiederei mai di essere diversa da quella che sei!»
«Lo so, Liss. Lo so. Ma, da qualunque punto di vista la guardiamo, deve prendere questo maledetto diploma e, per farlo, devo adeguarmi agli standard dell’Accademia. Devo solo…ricaricare le pile, prima di tornare»
Lissa ci pensa su.
«Quindi?»
«Voglio andare a Manhattan» dico, d’un fiato.
Lei sussulta.
«A Manhattan? Ma… non so se acconsentiranno a mandarci, anche se Dimitri viene con noi»
Chiudo gli occhi.
L’ultima cosa di cui ho bisogno.
«Voglio andare da sola, Liss»
 
Ecco, ora sì che l’ho ferita.
Sento lo shock attraversare il legame.
«Vuoi… andare senza di me?» ripete, come per assicurarsi di aver capito bene.
«Liss… non è per te» dico subito «Ma vorrebbe venire anche Christian e… più siamo e meno probabilità ci sono che ci diano il permesso»
 
Non l’ho convinta.
 
«Rose… te ne vuoi andare? Stai scappando?»
«Da te? Certo che no, sciocca. Davvero, Liss. Mi serve solo qualche giorno, per recuperare la calma»
«Ma non puoi farlo qui?»
«No, Liss. Qui non posso nemmeno bere un bicchiere di vino che vengo subito tacciata di essere un’irresponsabile» le racconto di stanotte, semplificando i fatti «Anche per me dovrebbe essere vacanza. Ho diciassette anni anche io, cazzo!»
 
Lei si morde un labbro, riflettendo sulle mie parole.
Io mi sento una merda.
Ho giocato sottilmente la carta del “possiamo fingere, ma sappiamo che io e te non siamo trattate allo stesso modo”.
Per la società Moroi, è ovvio: lei è una principessa reale e io solo un futuro (si spera) guardiano.
Per Lissa, per la nostra amicizia, è inaccettabile.
Lei non pensa di essere superiore a me.
 
E io le ho sottilmente ricordato ora che non godo della sua stessa libertà e non ho le possibilità che ha lei.
 
Lissa sospira.
«Rose… mi dispiace. È colpa mia?»
«Certo che no, Liss. È solo che…tu hai Christian qui. Io non posso nemmeno prendermi una sbronza con i miei amici senza venire rimproverata come se avessi 9 anni»
Le parole di Dimitri mi bruciano ancora.
Sono piccola e immatura?
La vedremo.
«Voglio sono andare a ubriacarmi di shopping» le spiego «Voglio andare dal parrucchiere, dall’estetista, a farmi un massaggio. Voglio sentimi di nuovo… bella. Femminile»
Lissa fa una faccia comica.
«Ma tu lo sei! Lo sai…vero?»
Scuoto il capo.
«Liss, passo le mie giornate a allenarmi in palestra. Quando sono vestita bene, ho addosso una tuta. Ho dimenticato cosa significa farsi una manicure, truccarsi… questa non sono io. Cioè…non sono del tutto io. Io sono Rose…ma sono anche Blair»
 
E Lissa sorride.
 
«Lo so. Sei la persona più modaiola del mondo. Ma guarda che torneremo a essere noi, quando usciremo dall’Accademia. Non ci sarà nessuno a dirci che è sconsiderato andare a fare shopping perché possiamo imbatterci in uno Strigoi!»
Io rido.
«Ma in attesa di questo felice momento… mi serve un’endovena di vanità»
Lei annuisce.
«Però mi mancherà non esserci….»
«Lo so, Liss… bè, avrai più tempo per amoreggiare con il tuo ragazzo, vedila così»
Lei mi dà una spintarella.
«Tanto sesso approfittando dell’assenza di quella rompi della mia migliore amica?»
Alzo gli occhi al cielo e lei ride ancora.
 
 
La mia partenza in realtà è un po’ complicata, ma per fortuna se la sbriga Lissa.
Non vorrebbero mandarmi, ma come fanno a dire di no?
Siamo in vacanza.
Mi manca il permesso scritto di mia madre, ma Lissa sistema le cose con Alberta dicendole che vado proprio da lei.
Dopotutto, le Feste si passano in famiglia (e lei sa usare la compulsione, per fortuna mia).
 
Al rifugio mi guardano tutti come se avessi due teste o stessi facendo capriole nuda per strada, ma pazienza.
Mason si lamenta per due ore di fila.
Eddie mi chiede dove vado, ma io confermo che vado da mia madre (ci vado, ci vado: Eleonore Waldorf. Che è sempre all’estero. Che peccato!).
E sento l’eccitazione e l’adrenalina crescere in me, almeno fino a quando sento un rapido bussare alla porta della stanza e vedo entrare Dimitri.
La mia espressione si raggela, mentre sento l’effetto che ha sempre su di me la sua presenza.
 
Mi irrigidisco.
Lui resta in silenzio un attimo e poi dice:
«Allora è vero»
«Cosa?»
«Lo sai. Che molli Lissa e te ne vai a fare una vacanza»
Lo dice come se stessi meditando di rapinare una banca e io mi infiammo subito.
«Siamo in vacanza. Lo sai cosa significa, vero? Che, per una volta, è vacanza  anche per me»
«Lo sai che nella vita, con il tuo lavoro, non esisteranno le vacanze?»
«E tu lo sai che ho 17 anni e vado ancora a scuola e sono in vacanza
Alzo la voce e lui scuote il capo.
«Rose…perchè?» chiede, piano.
E sotto lo sguardo di quegli occhi di velluto io mi sciolgo.
Ma tengo duro.
«Perché ho bisogno di una vacanza» dico.
Non dice niente, ma leggo la disapprovazione nei suoi occhi.
 
Che te ne frega, potreste chiedermi…
Me ne frega, eccome.
 
Non ci riesco.
«Ho bisogno di cambiare aria, Dimitri» ammetto, di getto.
«Stai scappando?»
Eccone un altro.
«No! Ma perché lo pensate tutti? Tu e Lissa, poi!»
«Perché siamo quelli che ti conoscono meglio e vediamo quanto è irrazionale e assurda questa decisione?»
Sbuffo.
«Non vedo dove sia l’irrazionalità» mi intestardisco «Siamo in vacanza. La vita in galera non è ancora iniziata. Quindi, mi godo le vacanze. Poi torno. Tutto qui»
 
Chissà se ci sarai ancora, quando tornerò.
O se sarai andato via. Con Tasha.
 
Il pensiero mi colpisce a tradimento.
Serro i denti.
«Pensi che abbandonerei Lissa? O che l’Accademia mi permetterebbe di allontanarmi, se fosse contro le regole?»
«Non stiamo parlando delle regole. Stiamo parlando di te»
Incrocio le braccia sul petto.
«Ok. Parla, allora»
Lui si passa una mano tra i capelli, come se fosse esasperato.
Però poi mi coglie di sorpresa.
«Rose, se… Rose, mi dispiace per quello che ho detto stanotte»
Inghiotto.
«Non sei un’irresponsabile. Non lo sei mai stata, con Lissa. Io lo so. Per questo non mi spiego questo tuo gesto. Perché te ne vai?»
Sembra davvero preoccupato.
Ma… ma perché?
Non so cosa dire.
E, come sempre, finisce che dico troppo:
«Dimitri io…non lo sopporto. Mi sento soffocare. Voglio andarmene»
Taccio, ma è chiaro che ho innescato una miccia.
I suoi occhi scuri si fissano su di me e sembrano leggermi dentro.
E… penso che capisca cosa intendo.
Ma la cosa terribile e dolorosa è che non mi dice nulla.
 
Se adesso mi chiedesse di rimanere, si infuriasse, mi minacciasse… resterei.
Perché so che ha capito che voglio andarmene da lui.
Ti prego, fermami – penso – Ti prego, fammi capire che hai bisogno che io resti.
 
Ma, invece, lui annuisce.
 
E, senza salutarmi, si gira ed esce dalla stanza, chiudendosi la porta alle spalle.
 

   
 
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