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Autore: sara_sessho    23/01/2013    5 recensioni
Dal prologo:
La scritta “Tanti Auguri Ailera” brillava leggermente sotto la flebile luce delle candeline.
“Dai su, ci sarà pure qualcosa che desideri” dissi a me stessa. Pensierosa alzai un secondo lo sguardo e vidi il mio libro preferito “Il Signore Degli Anelli” appoggiato sulla mensola. Sorrisi leggermente e riabbassai di nuovo lo sguardo.
“Voglio vivere l’avventura scritta da Tolkien” pensai prima di spegnere le candeline con un energico soffio.
[...]
«No... Questo è... impossibile... Non può... essere... Gran Burrone» dissi incredula, guardando ciò che era di fronte a me.
Perché Ailera si ritroverà nel mondo creato da Tolkien? Si intreccerà ai destini di chi? E soprattutto, che ruolo avrà?
Lo scopriremo solo vivendo.
Genere: Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Legolas, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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                                                                                     ~ NIGHT IN THE WOOD ~

 

 

La strada attraverso il Passo di Caradhras fu presto impraticabile, a causa di Saruman, che tentava in tutti i modi di ostacolarci.

Così dopo qualche minuto di consultazione, decidemmo di intraprendere la strada attraverso le miniere di Moria, sebbene vedessi negli occhi di Gandalf paura e sapevo perché. Balrog.

Onestamente la mia voglia di incontrare un tale mostro non mi entusiasmava, proprio per niente; e poi sapevo quello che sarebbe successo, Gandalf ci avrebbe lasciato, seppur temporaneamente.

Prima di avviarci a Moria, decidemmo di sostare vicino a una piccola foresta provvista di una sorgente d’acqua termale. Avevo assolutamente bisogno di rinfrescarmi, ma c’era un piccolo problema: sono circondata da nove persone tutte del sesso opposto, e l’idea di essere nuda, immersa nell’acqua a pochi metri da loro, non mi entusiasmava.

«Finalmente posso riposare un po’» esclamò Pipino sedendosi per terra, mentre Sam accendeva il fuoco.

«Sto morendo di fame» disse Merry «andiamo a cercare qualcosa?». Pipino annuì e, sebbene fosse stanco, si alzò.

Nel frattempo io mi ero avvicinata alla sorgente termale e stavo controllando da varie angolazioni quanto si riuscisse a vedere attraverso i cespugli, che separavano me dagli altri.

«Si può sapere che cosa stai facendo?» mi chiese Legolas leggermente divertito, osservando il mio strano comportamento.

«Voglio farmi un bagno e siccome voi siete tutti uomini, non vorrei che vedeste…» feci una piccola pausa «le mie grazie, diciamo».

«Non ti preoccupare, siamo gentiluomini non lo faremmo mai» mi disse Legolas senza smettere di sorridere. Decisi di fidarmi, ma sarei stata comunque attenta a ogni loro movimento.

Così, nascosta dietro ai cespugli, mi spogliai completamente e mi sciolsi i capelli, che cascavano mossi fino in fondo alla schiena. Sì, erano estremamente lunghi e tanti, ma soprattutto ingombranti, per questo li tenevo costantemente legati, soprattutto quando dovevo combattere. Nonostante ciò, a me piacevano così, se li tagliassi corti, mi sentirei scoperta.

Mi immersi e il mio corpo, a contatto con l’acqua calda, si rilassò completamente. Si stava così bene, che avrei anche potuto addormentarmi così. Purtroppo però, non avevo tenuto conto di Merry e Pipino, che si erano allontanati a prendere da mangiare e che spuntarono all’improvviso di fronte a me.

Cacciai un urlo e, senza uscire dall’acqua cercai di coprirmi con le mani, meglio che potevo. Ovviamente, sentendomi urlare, anche tutti gli altri accorsero lì, probabilmente pensando che degli orchi mi avessero attaccata. Così mi ritrovai, nuda, con esseri di sesso maschile da entrambe le parti.

«Non guardatemi, non guardatemi, non guardatemi» urlavo quasi disperata.

«Scusa Ailera, pensavamo fossi in pericolo» rispose Legolas, con lo sguardo fisso a terra per non guardarmi.

«Va bene, capisco, però potreste andarvene ora? Non è mia abitudine fare conversazione senza vestiti addosso».

Finalmente se ne andarono tutti, uscii dall’acqua e, asciugandomi con una specie di salvietta che avevo preso da Gran Burrone, mi rivestii. Indossai dei pantaloni verdi, dello stesso modello degli altri e una maglietta nera con le maniche a tre quarti stretta. Mentre tornavo dagli altri speravo che non avessero visto la cicatrice che mi girava attorno, in una spirale, coprendomi la pancia e una parte della schiena. Me l’ero fatta la sera che erano morti i miei genitori e non avevo assolutamente voglia di dover dare spiegazioni.

Quando mi sedetti intorno al fuoco, nessuno fece una parola né riguardo a quello né riguardo all’episodio successo qualche minuto prima.

Mangiammo tutti insieme attorno al fuoco, ridendo alle battute di Merry e Pipino, che non stavano zitti nemmeno con la bocca piena.

A poco a poco, ognuno si sdraiò per terra cercando di dormire. Io, avendo dormito fin troppo da quando ero arrivata nella Terra di Mezzo, non riuscivo a prendere sonno.

Così, sedendomi su una pietra, un po’ distante dagli altri, sfilai il ciondolo che portavo sempre al collo e che teneva ben nascosto; con delicatezza lo aprii e la dolce musica di un carillon risuonò nell’aria. All’interno avevo inserito una foto che ritraeva me, mia madre e mio padre il giorno del mio quindicesimo compleanno.

Mi si strinse lo stomaco vedendoli così sorridenti, ma dai miei occhi non uscì nemmeno una lacrima; avevo pianto troppo in quegli ultimi mesi e adesso non ne avevo più la forza. Continuando a tenere lo sguardo fisso su di loro, iniziai a canticchiare seguendo la melodia del ciondolo. Me la cantavano sempre per farmi addormentare la sera quando ero piccola e che, crescendo, cantavo di notte per far passare la paura del buio. Grande e forte, ma con una paura da bambini.

«E’ bellissima» disse una voce alle mie spalle, quando finii di cantare. Era Legolas.

«Grazie, è molto speciale per me» risposi, mentre l’Elfo si sedeva sulla pietra accanto a me. Stava diventando un vizio? Beh, non mi sarei lamentata di certo.

«Sei preoccupata?».

«Forse un po’, alla fine non so quale è il mio compito e sinceramente non ho idea di come potrei esservi d’aiuto».

«Il tempo ci rivelerà ogni cosa, ma in ogni caso, sono contento che tu sia venuta con noi».

Mi voltai di scatto verso di lui «anche io sono contenta di essere venuta con te, voglio dire con voi».

Senza nemmeno accorgercene, ci addormentammo così, l’una vicino all’altro, in una posizione decisamente scomoda, anche per una che dormirebbe anche in piedi.

 

Infatti la mattina seguente, quando mi svegliai, avevo un mal di schiena atroce, mentre Legolas sembrava tranquillo e raggiante come al solito. Maledizione, mi sentivo come una vecchia ottantenne.

Dopo poco, ci incamminammo verso Moria, tutti abbastanza riposati.

«Ti vedo allegra stamattina Ailera» mi disse Aragorn accanto a me.

«Sono come sempre, perché?» chiesi corrugando leggermente la fronte.

«Non c’entra nulla il fatto che tu abbia dormito, spalla a spalla insieme a Legolas?» continuò il ramingo.

Arrossii di botto «Tu… Tu ci hai visto?» dissi sottovoce.

«Certo, eravate belli da vedere, sembravate così in pace» mi rispose sorridendo «e notando la tua espressione, sembra sia piaciuto anche a te».

A quelle parole, spalancai la bocca e iniziai a rincorrere Aragorn «Adesso le prendi, vediamo se avere un occhio nero ti piacerà.»

All’improvviso ci fermammo. Una montagna scura si stagliava davanti a noi.

«Moria» sussurrai.

 

Infine, eravamo arrivati.

 

 

 

Angolo Autrice:

Scusate per il ritardo, ma ho avuto una settimana di inferno per prepararmi alla simulazione di terza prova che ho fatto ieri. Quindi sono riuscita a pubblicare solo oggi.

Spero come sempre che vi sia piaciuto, e volevo dire che la scena delle terme l'ho fatta ispirandomi all'anime "Inuyasha" dove spuntano sorgenti in ogni foresta, ma che amo comunque moltissimo.

Detto questo, ringrazio chi commenta, chi ha messo la mia storia nelle preferite/seguite/ ricordate e anche chi legge soltanto.

Vi saluto, sara_sessho

   
 
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