Storie originali > Generale
Ricorda la storia  |      
Autore: Martunza    13/08/2007    1 recensioni
Questa storia non è vera.
Queste persone non sono mai esistite.
Eppure io so che un giorno questa storia verrà compiuta, che queste due ragazze prima o poi nasceranno, e si ritroveranno insieme.
Per raccontare di un'amicizia che va oltre l'amicizia stessa, o di un amore che supera l'amore.
Un legame talmente profondo che nessuno può definire con semplici parole, perchè servirebbe solo a sminuire quello che veramente è.
Credo che ogniuno di noi almeno una volta nella vita abbia provato un sentimento simile, la maggior parte delle volte senza nemmeno rendersene conto.
Questa è la mia storia, composta giorno dopo giorno, nel tempo.
Grazie a Jasmine, che ne ha fatto valere la pena.
Grazie a Susie e Sole, per essere state le prime.
Grazie a chiunque leggerà e commenterà.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Lunedì.
“Ma perché blu? Credevo che come colore non ti piacesse…”disse Viola, armeggiando con l’accendino nuovo di Irene.
“Beh? Adesso mi piace ok?” rispose acida l’altra.
“Ok, ok”, Vivi scosse la testa, rassegnata ad avere un’ amica lunatica.
Irene rimise l’accendino nella borsa, sorridendo e pensando che il blu era iniziato a piacerle da quando l’ amica le aveva detto che era diventato il suo colore preferito.

Martedì.
Irene stava ascoltando la musica seduta sulla loro panchina nel solito parchetto quando Viola arrivò da dietro urlandole nell’orecchio, facendola sobbalzare: “Ma che sei pazza?! – urlò- avevi voglia di uccidermi, per caso?”.
Viola guardò la ragazza, rendendosi conto che l’aveva fatta arrabbiare davvero.
“Calmati scema!! Si vede proprio che hai bisogno di un po’ d’affetto…” disse, prendendola da dietro per la vita e attirandola a se.

Mercoledì.
“Ah, ah, ah, guarda che stramba quella, si veste tutta strana e è pure grassa!!”
A parlare era stato un bambino che probabilmente non credeva nemmeno di essere stato sentito, invece Vivi si rabbuiò all’istante e si allontanò di qualche passo da Irene, lasciandola un po’ indietro.
Quando la ragazza riuscì a raggiungerla, la bloccò tenendole il polso e la costrinse a guardarla:” Hey Vì, erano solo del ragazzini idioti, fregatene…”
La ragazza alzò lo sguardo che s’incrociò con quello d’ Irene, che vide le lacrime scenderle sul volto.
Delicatamente, le baciò una gota abbracciandola, e, tremando, le sussurrò nell’orecchio:” Sei bellissima…”.

Giovedì.
“Possibile che tu non capisca?! -urlò Irene- se non passo quel maledetto esame, l’anno prossimo il viaggio-studio in Spagna me lo scordo!!” Ora quasi piangeva.
“C-cosa?” chiese Viola, quasi in un sussurro.
“La Spagna, Viola –disse Irene scandendo le parole- il viaggio di studio di tre mesi che mi avevano offerto di fare, ma che potrò fare solo se supererò quel test!! Possibile che non ti ricordi nulla di quello che dico?!”
No, proprio non se lo ricordava, o forse non voleva…
Irene abbassò lo sguardo, amareggiata e delusa.
In un attimo le forti braccia dell’amica l’avvolsero, facendola sentire protetta e al sicuro.
Stringendola a se, Viola le sussurrò nell’orecchio:” Non partire… Rimani qui con me…”.

Venerdì.
“E’ stato carino, non ti pare?” chiese Viola.
“Chi?” chiese di rimando l’amica, che cercava in vano di fare l’indifferente.
“Quel tipo, quello che mi ha offerto la birra…” disse Vivi, con aria maliziosa.
“Mh si, un vero amore” rispose l’altra, con aria contrariata.
Viola rise:” Ti da fastidio?”
Irene si girò verso la ragazza, che sostenne il suo sguardo con aria di sfida.
“…Ma certo che no!!” riuscì a dire infine.
Sospirò, arresa. Viola vinceva sempre, sempre.
“Scusa –disse- devo tornare a casa, è diventato tardi senza che me n’accorgessi, ma tu divertiti, mi raccomando”. Mentre pronunciava queste ultime parole, lo sguardo d’ Irene si posò sul ragazzo, che nel frattempo si era pericolosamente avvicinato all’amica con aria pretenziosa.
Viola si volto di scatto e rivolse un sorriso radioso al tipo, il quale si avvicinò ancora di più… Ma non abbastanza in fretta per poter solo sfiorare le labbra di Viola, che nel frattempo si era già girata, aveva preso Irene per mano e la stava riaccompagnando a casa.

Sabato.
“Mmmh… Tu che ne pensi?” chiese Irene con fare dubbioso all’amica, mentre si specchiava nel camerino, cercando di stabilire se la spesa per quel corpetto valesse davvero la pena.
“Io direi che stai una favola!!” a parlare non era stata Viola, anche se Irene dovette ammettere che c’aveva sperato.
A commentare invece era stato il proprietario del negozio, che con il suo sguardo insistente la stava mettendo in imbarazzo.
Mentre stava cercando di stabilire se l’abbinamento con la gonna andasse bene, sentì le mani di Viola che la spingevano dentro il camerino: “Si si va bene dai, cambiati e andiamo.”
Fuori dal negozio Irene lanciò uno sguardo eloquente all’amica che però si allontanò in fretta, scocciata.

Domenica.
Viola e Irene si ripararono sotto il grande portico davanti la chiesa, osservando la pioggia cadere giù sempre più fitta.
Rimasero entrambe a fissare dritto davanti a loro, immerse nei loro pensieri, senza parlare.
Fu Irene a rompere quel silenzio: “Viola… -l’amica si girò verso di lei- io… volevo dirti che…” la ragazza accennò un sorriso, poggiandole un dito sulle labbra per farla tacere. “Non c’è bisogno che tu dica niente -disse- lo so”.
Fu il turno d’ Irene di sorridere e, prendendo coraggio, la prese per mano.
Viola avanzò di un passo e, sempre senza lasciare la mano d’ Irene, si girò verso di lei, aspettandola.
Irene era incerta, così Viola l’attirò a se.
“Cammineremo insieme” disse.
Irene alzò gli occhi verso il cielo: “Anche sotto la pioggia?”.
Viola alzò a sua volta gli occhi verso il cielo: “Per sempre”.
Irene abbassò lo sguardo di nuovo sul volto di Viola, che dopo poco fece lo stesso.
Un piccolo sorriso, un sorriso d’intesa, un sorriso di due complici.
Due amiche, due compagne.
Ripresero a camminare, stringendosi più forte le mani.
  
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Generale / Vai alla pagina dell'autore: Martunza