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Autore: Princess of Dark    23/01/2013    2 recensioni
Quella notte era da mettere i brividi, era il massimo della felicità: essere circondati da amici, sotto le stelle, accanto al mare, con il mio ragazzo che mi abbracciava, dopo che erano accadute tante cose belle. Più che festa dell’estate, si doveva chiamare festa della gioia.
Seconda classificata al contest "Viva le emozioni" di Frantasy94
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
Capitoli:
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Mi scatenai in un altro ballo anche se mi facevano già male i piedi, prima che arrivassero i brasiliani con le hawaiane, che tutti apprezzarono ovviamente!
«E che brasiliani poi! Guarda quello di destra!», squittì Laurel. Io sorrisi: erano uno più bello degli altri. Due di loro ci vennero vicino e fecero l’occhiolino.
«Siete le organizzatrici?», ci chiese il più alto ed annuimmo. Classico dei brasiliani diciamo: carnagione olivastra, occhi e capelli scuri, bei lineamenti, mezzi nudi con una cravatta elastica attorno al collo.
«Complimenti: questa festa è uno sballo! Venite a ballare con noi?». I brasiliani ci trascinarono sulla pista e iniziammo a ballare.
«Jessica, vero?». Annuii mentre lui mi stringeva più forte. «E’ il tuo ragazzo quello lì infondo che mi guarda come se volesse uccidermi dalle botte?», mi chiese divertito, mentre mi voltavo per guardare … Daniel? Sorrisi compiaciuta.
«Senti, mi fai un favore?», mormorai e lui sorrise.
«Anche dieci, bellezza», mi sussurrò ad un orecchio. Mi morsi il labbro.
«Puoi baciarmi?», mormorai imbarazzata. Lui rise.
«Vuoi farlo ingelosire?»
«Sì, lo so, è una cosa stupida! Fai finta che non ti abbia detto nulla e …». Il brasiliano ci sapeva fare con i baci, perché mi sorprese proprio con uno di quelli passionali. Lo avrei ringraziato a vita. Stetti al gioco, abbracciandolo forte, sotto gli occhi di Daniel e quelli increduli di Laurel.
«O-ok, grazie», sussurrai, ancora travolta da quel bacio. Lui mi fece l’occhiolino.
«Conosco un metodo per farli ingelosire ancora di più …», accennò lui, divagando con le mani sulle mie spalline.
«Cosa fai?!», esclamai sorpresa.
«Ti aiuto»
«Credo sia abbastanza così, davvero, grazie», mormorai in imbarazzo. Lui mi baciò il collo.
«Fidati, dopo sarà così incazzato che vorrà ammazzarmi…» accennò, palpandomi il sedere. Ad un tratto, Daniel mi comparve davanti e strattonò il ragazzo brasiliano per la cravatta.
«Stammi a sentire, brasiliano dei miei stivali, provaci di nuovo a toccarla in quel modo e ti ammazzo sul serio», ringhiò, spingendolo via. Lo fissai incredula, guardandolo mentre si arrabbiava a morte. Perché era addirittura intervenuto?
«Daniel!», esclamai rimproverandolo. Per fortuna, con tutta quella musica, nessuno si era accorto di noi, tranne per Laurel che ogni tanto ci buttava un occhio preoccupata. Daniel mi prese per una mano e mi portò più distante dagli altri.
«Dobbiamo farci una bella chiacchierata, Jessica», borbottò, conducendomi sul lido dove vi erano una schiera di cabine abitabili, ancora da pulire. Lo strattonai.
«Io non vengo da nessuna parte. Non capisco cosa ti prende, Daniel! Quando mai te n’è importato qualcosa di me? Prima con Marco, poi con l’altro …», sbraitai. Lui mi guardò furioso.
«Stavi per scopartelo e non sai nemmeno il suo nome!»
«Non stavo per scoparmelo», ribattei offesa.
«Oh, scusa, lui stava per scopare te, certo. Perché ogni volta tu sei sempre innocente, vero? Sono gli altri a tentarti?», borbottò furioso. Era completamente fuori di sé. Non fiatai e lui mi fissò.
«Ma probabilmente a te fa piacere essere presa per il culo, essere usata per gioco. Come ho fatto io d’altronde…». Sgranai gli occhi: allora era vero, mi aveva usata per giocare anche lui. Lo fissai furiosa, prima di mollargli uno schiaffo.
«Ti odio!», ringhiai.
«Anche io!», esclamò lui, afferrandomi di nuovo e tirandomi a sé per baciarmi.
Era un controsenso!
Le sue labbra… temevo di averne dimenticato il sapore e invece lo ricordavo benissimo. Ma cosa stava combinando ora? Quel ragazzo mi avrebbe fatto uscire fuori di testa nella speranza di capirlo! La bugia più grande che ci fossimo mai raccontati: “ti odio”. Ma tra l’amore e l’odio c’è soltanto la distanza di un bacio.
Le labbra di Daniel sapevano ancora di succo di frutta, ma mi piacevano, così dolci e sensuali come l’ultima volta. Eppure, ne era passato di tempo.
«Allora … faccio così schifo nei baci o sono migliorato?», ridacchiò lui, alludendo alla conversazione che avevamo avuto all’inizio della serata. Risi, gettandogli nuovamente le mani al collo per tornare a baciarlo. Indietreggiò e mi afferrò per le natiche, prendendomi tra le sue braccia. Avvolsi le gambe attorno alla sua vita, senza staccare le labbra dalle sue. Indietreggiò ancora e salì all’indietro uno scalino, poi un altro, fino a quando non fummo nella cabina. Con il piede, fece chiudere la porta, poi si sedette sul letto presente lì e mi fissò. Conoscevo quello sguardo intenso, sapevo a cosa stava pensando ora. Mi sedetti a cavalcioni sopra di lui, sbottonandogli la camicia azzurrina che indossava, baciandogli il collo. Facevo tutto velocemente e gli sbottonai anche i jeans. Lui parve un po’ spaesato, probabilmente era abituato ad avere lui il controllo. Si alzò per togliermi quel vestitino da dosso e io, senza saper aspettare, accelerai i tempi togliendomi il reggiseno da sola. Tornai a stringerlo e lui rise.
«Qualcuno qui è diventato molto impaziente …», accennò ed io sorrisi. «E anche esperto. Con chi hai fatto tutta questa pratica?», mi stuzzicò, osservandomi divertito mentre gli sfilavo le mutande. Gli sorrisi maliziosa.
«Piantala»
«Dov’è finita la mia Jess così impacciata che non sapeva neanche dove mettere le mani?», sussurrò al mio orecchio, capovolgendo i ruoli.
«E’ passato tanto tempo, Daniel». Ora era a suo agio, padroneggiante su di me. Scese con la sua bocca sui miei seni, poi sulla pancia e sulle gambe, tirando man mano i miei slip neri sempre più giù. Riprese a baciarmi, mentre il respiro mi stava già mancando. Lo volevo troppo, avevo un ricordo così bello dell’ultima volta che l’avevamo fatto che volevo riviverlo e quasi avevo paura di rovinare quel sogno. Ma la sensazione della sua bocca ovunque era senz’altro un bel sogno. Entrò in me dolcemente, facendomi godere ogni singolo istante di quel gesto. Lui sorrise, guardandomi.
«Non sai quanto ho aspettato per poterlo rifare, Jessica, quanto ho aspettato per vederti di nuovo godere», mormorò affaticato. Sorrisi.
«Sta zitto e lavora», ridacchiai scherzosa. Lui rise.
«Lavora? Non sono mica uno di quei brasiliani che hai affittato!», esclamò.
«Già. Sei molto meglio…», farfugliai baciandolo.
«A proposito, dopo dobbiamo parlare pure di loro», borbottò. Gemetti di nuovo.
«Dopo», annuii, aggrappandomi a lui. La sua schiena stava già diventando sudata, la sua fronte era imperlata di sudore. Continuavo ad accarezzarlo mentre si muoveva in me sempre più velocemente fino a quando non giungemmo insieme all’orgasmo. E questo non fu che migliore del primo. Avevo l’impressione che ogni volta con Daniel sia la volta migliore. Daniel si scostò leggermente da me e si sdraiò accanto, fissando il soffitto. Allo stesso modo, cercai di stabilizzare il mio respiro affannoso. Lui sorrise e si voltò a guardarmi.
«Sei cresciuta, Jess», ridacchiò malinconico. Lo fissai perplessa.
«Eh?», sussurrai.
«Sono stato uno sciocco a lasciarti andare allora. Mi sono perso una fase molto importante della tua vita: il tuo modo di fare, il tuo tono di voce, il tuo carattere sempre più deciso e impertinente, la tua determinazione, tutto è cambiato in te. Volevo esserci io con te. Chissà cosa ti sarà successo in quest’altro anno, con quante persone avrai litigato, con quanti ragazzi avrai avuto una storia, con quanti ci sarai andata a letto …» mormorò. Lo fissai sorpresa.
«Ho fatto l’amore solo con te, idiota», mormorai imbarazzata. Sul suo volto si dipinse un velo di stupore e anche un sorriso. «Sono davvero cambiata così tanto?», chiesi infine e lui annuì.
«Ti sono anche cresciute le tette», osservò.
«Vaffanculo!», esclamai, dandogli dei buffetti sul braccio. Lui rise e bloccò le mie mani, tornando a stendersi sopra di me. Mi guardò di nuovo negli occhi, prima di far sparire quel sorriso dalle sue labbra e chiudere gli occhi per poi tornare a baciarmi. Lo strinsi forte a me, sfiorandogli i fianchi. Lo sentii ridere sulle mie labbra, fino a quando non si staccò da me e scoppiò in una risata. Lo fissai perplessa, temendo di aver fatto qualcosa di sbagliato.
«Cosa c’è?», mormorai. Lui, in ginocchio davanti a me, mi fissò divertito.
«Soffro il solletico». Sgranai gli occhi sorpresa.
«E perché non me lo hai detto prima?», risi. Lui fece spallucce.
«Non sapevo che lo soffrissi»
«Non ti hanno mai fatto il solletico?!», esclamai con sorpresa.
«Sì, ma nessuno mi aveva mai sfiorato lì come hai fatto tu», sussurrò, chinandosi nuovamente su di me per baciarmi. Sorrisi compiaciuta, allungando nuovamente le mani verso i suoi fianchi di proposito. Lui rise ancora ed io con lui, continuando a fargli il solletico mentre lui si contorceva sul letto.
«Basta Jess, ti prego!», esclamò con le lacrime agli occhi. Gli diedi un attimo di tregua e lui mi fissò furioso. «So che lo soffri anche tu …», accennò maligno, prima di ricambiare il mio gesto con altro solletico torturante.
«Ok, ora siamo pari», ridemmo.
«Che ne dici di tornare alla festa? Si staranno preoccupando per noi …».  




Per scusarmi dell'imperdonabile ritardo alla fine ho deciso di accorciare un po' i tempi xD Non ho scuse, quindi spero solo che il capitolo sia di vostro gradimento!!! (ma quanto mi piace sempre di più Dani?! *-*)
Aggiornerò più presto perché ho anche il capitolo successivo già pronto!
bacionii :*
  
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