Di rosso è rimasto solo il sangue.
Il freddo di una mattina di gennaio si fa sentire e non poco.
Scendi rapido dall'appartamento, esci e,
come tuo solito, getti la spazzatura
per poi proseguire verso la macchina.
Questo tempo invernale, forse,
ti porta lontano dalla tua Genova.
Con una giornata del genere
potresti preferire essere in montagna,
a scalare una di quelle vette che ami.
Invece sei nella tua città,
è mattina presto e stai andando
a fare il tuo lavoro in fabbrica.
Doppio lavoro, a dire il vero.
Operaio e sindacalista,
iscritto anche al partito comunista.
Perché lì è il tuo cuore,
perché hai delle idee e ci credi,
a costo di essere solo,
a costo di metterti a rischio.
Come in autunno,
quando hai preferito non tacere
davanti a ciò che hai visto,
davanti al terrorismo che
entrava in quel luogo che ami.
Hai visto e denunciato,
come chiede il sindacato,
come chiede il partito.
Convinto sempre
che nessuna idea possa giustificare la violenza,
convinto sempre
che chi spara sbaglia.
Anche se è come te,
anche se pure loro sono rossi,
come te che di rosso hai anche il cognome,
Guido Rossa.
Entri in auto.
Il freddo si percepisce anche dentro,
se non si accende tutto.
Non te ne è dato il tempo.
Uno sparo ti colpisce le gambe.
Un altro arriva al cuore.
Ti accasci.
Chissà a cosa pensi.
Alla tua famiglia.
Al tuo lavoro.
Alle tue montagne.
Al tuo sindacato.
Al tuo partito.
Quel partito rosso, come il sogno di chi ti ha sparato.
Quei rossi che rossi non erano,
perché il rosso non deve essere violenza,
il rosso tu lo sai bene cosa deve essere.
Ma, ora, di rosso è rimasto solo il sangue.
Il tuo.
XXIV Gennaio 1979
XXIV Gennaio 2013
Trentaquattro anni dall'assassinio di Guido Rossa, operaio e sindacalista comunista ucciso dalle Brigate Rosse in un agguato che “doveva essere” una gambizzazione.
Gambizzazione decisa dopo che Rossa, seguendo le indicazioni di PCI e CGIL, aveva denunciato sospetti terroristici in fabbrica.
Fu lasciato solo dal partito e dal sindacato, gli stessi che stava “servendo” in quel momento.
Non lasciamo sola la sua memoria.
Ciao Guido.